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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matteo Bandello, Canti XI de le lodi de la signora G. di Gazuolo, e del vero amore, col tempio di pudicizia, e con altre cose entro poeticamente descritte, 1545

concordanze di «che»

nautoretestoannoconcordanza
1
1545
il terzo ciel ornaro; ¶ ché Venere tra tutti i
2
1545
terra un altro paro, ¶ che fiamma marital sí dolce
3
1545
dolce ardesse, ¶ come costor che fur le fiamme istesse
4
1545
e prima e poi che fur congiunti insieme, ¶ ché
5
1545
che fur congiunti insieme, ¶ ché tu per far che
6
1545
ché tu per far che l'un de l
7
1545
fiamme tant'estreme, ¶ allor che par che l'aria
8
1545
estreme, ¶ allor che par che l'aria il mondo
9
1545
cominciasti il caro nodo ¶ che poi fu sempre cosí
10
1545
or dir ti vuo', che generò costei. ¶ Ch'acceso
11
1545
e ricordar ten déi. ¶ Che per temprar l'ardente
12
1545
ardente suo disio ¶ consigliasti che fesse gli imenei ¶ con
13
1545
la gientil Camilla Bentivoglia, ¶ che per questi d'ogn
14
1545
Ma ritornando a ciò che dir volea, ¶ il padre
15
1545
de le donne dèa, ¶ che con le stelle il
16
1545
maggiori come fece Enea, ¶ che, per fuggir il greco
17
1545
portando li tesori suoi, ¶ ché Carlo lo cacciò del
18
1545
del regno fòra, ¶ Carlo che magno nominate voi, ¶ e
19
1545
giá detto, nacque, ¶ ninfa che Marte d'alto amor
20
1545
e tutto 'l giorno, ¶ che tra le spade e
21
1545
di tal nerbo fue ¶ che ben mostrò di Marte
22
1545
facea fermallo. ¶ 36. ¶ Ma Fortuna, che spesso cangia stile, ¶ Italia
23
1545
ornar di tanta prole, ¶ che d'Austro a Borea
24
1545
è de le prime che rimiri il sole: ¶ e
25
1545
figliuoli ei fece tanto, ¶ che si fe' donno quasi
26
1545
nome sí l'appaga, ¶ che lo chiamò la terra
27
1545
opre glorïose e tali, ¶ che le memorie ancor sono
28
1545
immortali. ¶ 40. ¶ E ben mostraro che dal fiero Marte ¶ sceser
29
1545
sangue altiero e saggio, ¶ che mastri fur di guerra
30
1545
e noti, ¶ sallo Cremona che si lagna e plora
31
1545
unita, ¶ onde la fama che d'intorno vaga, ¶ la
32
1545
suo fará lo sole, ¶ che chiara sempre regni Giove
33
1545
grandi ed infiniti eroi, ¶ che dier al mondo sí
34
1545
eterni qui fra voi, ¶ che per l'opre di
35
1545
Orlandi, Gismondi e Ricardi. ¶ 46. ¶ Ché tanti fòr di quell
36
1545
e vuol il ciel che doni; ¶ che saggi di
37
1545
il ciel che doni; ¶ che saggi di consiglio e
38
1545
l'imprese ti potrei che fêro ¶ in l'Africa
39
1545
nel duello farsi onore, ¶ ché tanti e tanti ne
40
1545
al fin ne more, ¶ ché fu da Galeazzo su
41
1545
Marte in prima generati; ¶ ché se i trïonfi lor
42
1545
a Mantova le mura, ¶ che v'era tutta Italia
43
1545
allor levaro ¶ la Vipera che prima amavan tanto, ¶ e
44
1545
Gian Francesco vi fu che mertò prima ¶ con titol
45
1545
pregio e tanta stima ¶ che tutt'Italia li fe
46
1545
sortillo ¶ per la vertú che 'n lui l'albergo
47
1545
invidia altrui poi dipartillo, ¶ che sí grande vederlo non
48
1545
non teme alcun terrore, ¶ ché sempr'è salda e
49
1545
sentirai stupenda e mira, ¶ che gioia apporta e leva
50
1545
del nascer di costei che fia fra l'altre
51
1545
la piú perfetta, ben che saggie e scaltre. ¶ 115. ¶ Vedrai
52
1545
scaltre. ¶ 115. ¶ Vedrai la cura che si prende Giove ¶ con
53
1545
i bei costumi ¶ faran che 'l mondo il viver
54
1545
sangue real spirto cieleste, ¶ che 'l piú bel velo
55
1545
veste. - ¶ CANTO II ¶ 1. ¶ Sempre che Giove da l'empirio
56
1545
e torta strada nostra. ¶ 2. ¶ Ché pur vorrebbe ritirarne al
57
1545
vertú segno: ¶ e, 'nanzi che si scopra crudo e
58
1545
mite e sincero, ¶ e che per forza adopra poi
59
1545
presta fede. ¶ 3. ¶ E prima che si mova a far
60
1545
e tarda, e aspetta ¶ che lasci l'uom del
61
1545
col fier martír compensa, ¶ che quanto tarda piú, piú
62
1545
mirar le sceleratezze espresse ¶ che si facevan venne a
63
1545
il fier, rodente tarlo ¶ che rode la ragion e
64
1545
con sí miranda ¶ copia che fe' morir il seme
65
1545
Cosí creder si de' che l'ira spanda ¶ a
66
1545
si trova in vita, ¶ ché 'l men che prezzi
67
1545
vita, ¶ ché 'l men che prezzi l'uomo ingrato
68
1545
il casto sacerdote vuol che impari ¶ figli nodrir, e
69
1545
s'avede il miserel che corre ¶ al vizio sempre
70
1545
questa rea semenza. ¶ 10. ¶ Ciò che tant'anni e tanto
71
1545
quest'anime dannate ¶ voglion che l'uom disprezzi e
72
1545
sendo alquanto riposata quella ¶ che mi cantava quant'udito
73
1545
Giove omai s'acquete, ¶ che 'l folgor suo tremendo
74
1545
tirarsi a buona via, ¶ ché tanta la vertú sará
75
1545
lei, ¶ (mercé di Giove), che bastante fia. ¶ Però nel
76
1545
quanto ti vuo' dire, ¶ ché l'alta istoria m
77
1545
e sfece. ¶ 15. ¶ Ma sperando che questa verginella ¶ a' vizii
78
1545
e 'l freno, ¶ vuol che sia saggia quant'è
79
1545
sacro concistoro appella, ¶ acciò che dica quanto porta in
80
1545
tempo e l'ora ¶ che con sí bella figlia
81
1545
rivoltato ¶ con quella maiestá che 'l tutto frena, ¶ "Figliuol
82
1545
a te fia dato ¶ che questa nasca d'ogni
83
1545
giá s'è fermato ¶ che levi il mondo fòr
84
1545
lavoro, ¶ la verga tol che 'l sonno apporta e
85
1545
grande ed eminente corno ¶ che sovvra tutti un sasso
86
1545
spalle molte selve avea, ¶ che quinci e quindi il
87
1545
volo e com'augello, ¶ che presso 'l lito o
88
1545
trova tutta la famiglia, ¶ che di madonna aspetta il
89
1545
dopo l'aurora, ¶ (tempo che nasca l'alma figlia
90
1545
Cillenio seco assai liquori ¶ che d'erbe sono, còlte
91
1545
madre tal donar ristoro ¶ che noia allor non soffra
92
1545
u' vuol il ciel che tal vertú si serbe
93
1545
par lasciar Mercurio alquanto, ¶ ché tosto a lui col
94
1545
penso ben ch'aspetti che 'l mio canto ¶ volga
95
1545
udir, udir la madre. ¶ 28. ¶ Ché l'uno e l
96
1545
or ed ami, poi ¶ che di lor alme il
97
1545
tema piú non hanno, ¶ che par che la vendetta
98
1545
non hanno, ¶ che par che la vendetta ancora dorma
99
1545
scelerati, crudi ed empi; ¶ ché voi sapete ben quante
100
1545
tutti i tempi, ¶ e che durate ogni or, acciò
101
1545
durate ogni or, acciò che 'l mondo ¶ piú la
102
1545
nulla pur approda affaticarsi, ¶ ché va di mal in
103
1545
di quel valor antico che madonna ¶ di quanto scalda
104
1545
bella ¶ una parte è che 'l Po per mezzo
105
1545
or vi regna quella, ¶ che 'l tristo lascia e
106
1545
e lenta, ¶ né par che tanti strazii veggia o
107
1545
l'antico orgoglio, ¶ tal che li Cimbri, Longobardi e
108
1545
con sí fiero strazio ¶ che quasi Italia andrá di
109
1545
il mal influsso sazio; ¶ ché si vedrá di Franza
110
1545
luoco, danno tal soffrire ¶ che quasi il Giglio si
111
1545
cor invitto ¶ di quel che re di reggi può
112
1545
di reggi può chiamarsi, ¶ che se ben si vedrá
113
1545
disposto prima di morir che fare ¶ cosa che possa
114
1545
morir che fare ¶ cosa che possa il nome suo
115
1545
furor Megera adopra ¶ sí che l'Europa andrá tutta
116
1545
Europa andrá tutta sossopra. ¶ 98. ¶ Che 'n questo corso di
117
1545
Biscia nel suo nido, ¶ che giá fu sí famoso
118
1545
Né troppo poi stará che l'alma Roma, ¶ albergo
119
1545
a fuoco ¶ il luteran che Cristo istima poco. ¶ 100. ¶ Si
120
1545
di rapine. ¶ 101. ¶ E quel che capo guiderá costoro ¶ pagherá
121
1545
de l'opre scelerate, ¶ ché al primo assalto, al
122
1545
basso in tanta indegnitate, ¶ che per molti anni fia
123
1545
guasta Roma, ¶ come allor che da' Goti restò doma
124
1545
Turchi e Sciti, ¶ allor che prese l'isola di
125
1545
ed altri forusciti ¶ ciò che promise attese in tutti
126
1545
i modi. ¶ E ben che li vedesse sbigotiti, ¶ non
127
1545
gente fiera, ¶ miracol è che 'l mondo omai non
128
1545
e privo di pietate, ¶ che scherzando, e bevendo l
129
1545
io m'accorgo ben che 'l bel paese, ¶ a
130
1545
questo e quello seggio, ¶ che in ogni parte, in
131
1545
qual era prima, ¶ allor che produceva tanti eroi. ¶ Stassi
132
1545
se non siam noi, ¶ ché manca quasi in tutto
133
1545
l paese bel latino ¶ che quasi si despera buono
134
1545
tosto dassi al forastiero, ¶ che supportar il suo signor
135
1545
volte mutato ha signore, ¶ ché sempre tien distesi i
136
1545
si trova Monferrato adesso, ¶ che tanto tempo è stato
137
1545
E se non fosse che nel sacro libro ¶ de
138
1545
per cui fermo delibro ¶ che 'l seme umano omai
139
1545
scritto i' trovo chiaramente, ¶ che 'n ripa a l
140
1545
fôro. ¶ 112. ¶ Però mi par che cura singulare ¶ prender di
141
1545
si debbia a far che sia ¶ perfetta sí che
142
1545
che sia ¶ perfetta sí che possa al mondo dare
143
1545
forza a i dèi), ¶ che quanto può lodarsi in
144
1545
e meco qui respira, ¶ ché poi ti seguirò l
145
1545
la bellezza ¶ di quella che divenne un verde alloro
146
1545
col beato Eurota, ¶ fa che ti veggia in queste
147
1545
queste rive assiso, ¶ sí che nel ciel si fermi
148
1545
cantar un nuovo paradiso, ¶ che d'ogni bell'il
149
1545
corso, com'allor facesti ¶ che 'l forte Giosuè vittor
150
1545
l ciel tutto comparte, ¶ che puote in terra dar
151
1545
in tutto corso. ¶ 68. ¶ Poi che mille fiate il sommo
152
1545
guasto mondo, ¶ per far che 'l viver prisco si
153
1545
prisco si rinove ¶ piú che mai bello e piú
154
1545
mai bello e piú che mai giocondo, ¶ e vide
155
1545
ardente e chiaro trono ¶ che di Febo la luce
156
1545
Sacri numi del ciel, che meco sète ¶ d'un
157
1545
voglia, ¶ apertamente i' so che voi vedete ¶ come vertute
158
1545
gran roine. ¶ 72. ¶ La terra che da sé senz'arte
159
1545
rastro e zappe grava, ¶ che mandi l'erbe ed
160
1545
mondo allor andar sossopra, ¶ che del fratello il sangue
161
1545
regno mio superno; ¶ tal che del ciel la stanza
162
1545
mie fiamme sente Salmoneo, ¶ che prova quanto differenti sono
163
1545
fa le terre ondose, ¶ che, come ben sapete, o
164
1545
rifeci il mondo ¶ piú che mai bello e piú
165
1545
piú fiorito assai: ¶ volli che l'uomo piú che
166
1545
che l'uomo piú che pria fecondo ¶ moltiplicasse a
167
1545
uscir del fondo, ¶ perciò che 'l vizio nol sofferse
168
1545
il vizio crebbe ¶ sí, che tropp'altamente me n
169
1545
Ond'io, per far che l'uomo al fin
170
1545
segno diedi al mondo che cangiasse ¶ il viver tristo
171
1545
rode consumar non vale, ¶ ché ciò ch'ei guasta
172
1545
notte, elle non fanno ¶ che trar de l'acqua
173
1545
e per lo furto che del fuoco feo, ¶ ignudo
174
1545
proprie membra rose, ¶ fin che di brama tutto si
175
1545
abitato parte o luoco ¶ che non dimostri li miei
176
1545
pestilenzie e guai ¶ fan che si sprezzi il vizio
177
1545
puniti giá n'avete, ¶ che nulla cura avean del
178
1545
usato piú temuti sète, ¶ ché raro cangia l'uom
179
1545
contra questi tali, ¶ cagion che 'n terra sono tanti
180
1545
punto giova a far che torni ¶ come fu prima
181
1545
danni, san gli scorni, ¶ che con ragion irato ho
182
1545
or liquid'oro. ¶ 86. ¶ Cantan che d'Ida fei furtivamente
183
1545
ostello: ¶ di voi dicon che sète incesti, e tali
184
1545
sète incesti, e tali ¶ che peggio fate assai di
185
1545
tutte le voglie, ¶ e che 'n preda al pastor
186
1545
per ora non sará che fare. ¶ 88. ¶ Che non è
187
1545
non sará che fare. ¶ 88. ¶ Che non è qui di
188
1545
né dio né dèa, ¶ che macchiati non abbia e
189
1545
prostituta il coro mena, ¶ che novi amanti fan che
190
1545
che novi amanti fan che goda e mute, ¶ e
191
1545
Venere e Marte fan che nudi afferra ¶ con la
192
1545
di gielo, ¶ e poi che quelli giú del letto
193
1545
tregua far o patto, ¶ ché piú di giorno in
194
1545
sí car l'ardore, ¶ che staran teco fin' a
195
1545
l'ultime ore. ¶ 32. ¶ Perciò che 'l gran Motor de
196
1545
l'alte stelle ¶ vuol che questa tu canti e
197
1545
d'ogni dote ancora, ¶ che tra quante mai fur
198
1545
vicina mi porrò sedendo, ¶ ché meglio con la voce
199
1545
mostross'al pio figliuolo, ¶ che cercava i compagni pien
200
1545
sotto la fresca ombra, ¶ che 'n riva al fiume
201
1545
Museo, ¶ ed altri molti che cantar dapoi. ¶ Cosí trasse
202
1545
canto ugual il tuono, ¶ che come il ferro a
203
1545
orno ¶ e l'arbor che l'elettro suda, e
204
1545
e la vittrice palma, ¶ che s'erge contra la
205
1545
parte, ¶ l'edera ingrata, che la vita leva ¶ a
206
1545
ed infelice, ¶ il sovero che 'l piè ti fa
207
1545
sicuro, ¶ e l'arbor che di Giove il mondo
208
1545
s'addite; ¶ 40. ¶ l'amandolo che spiega primo i fiori
209
1545
cedro aurato, ¶ il pomo che dimostra i rubin fòri
210
1545
fiume non vi fu che quivi ¶ non si vedesse
211
1545
grotta il Pado allora, ¶ che dentro un scabro tofo
212
1545
tutti tiene e cheti; ¶ ché mai di quanti dentro
213
1545
cui valor è tale, ¶ che far sovvra natura cose
214
1545
ivi ¶ col chiar Sebeto, che la fama toglie ¶ a
215
1545
ed onorati rivi, ¶ poi che 'l Pontan col Sannazar
216
1545
col Sannazar l'accoglie, ¶ che son di loro etate
217
1545
loro etate quelle trombe, ¶ che fan che sovvra molte
218
1545
quelle trombe, ¶ che fan che sovvra molte ella ribombe
219
1545
tuo dolor, altiero rivo, ¶ ché qui, - disse un, - non
220
1545
l'Amanio privo, ¶ di' che la fama a quel
221
1545
e 'l nome toglia; ¶ ché de l'Amanio il
222
1545
voglia o non voglia; ¶ ché 'l suo leggiadro, arguto
223
1545
e tal favore; ¶ sí che raffrena le dolenti strida
224
1545
raffrena le dolenti strida, ¶ che de l'Amanio forma
225
1545
forma il fier dolore: ¶ ché, s'hai perduto quel
226
1545
accenti? ¶ Indi Parnaso par che 'n lui riversi ¶ del
227
1545
tutti i bei concenti, ¶ che 'l viver canta e
228
1545
l Varo, e quei che dan restauro ¶ de la
229
1545
poi starsi in disparte. ¶ 53. ¶ Ché, non famoso ancor, di
230
1545
mio canto eternamente viva, ¶ che con un salce mi
231
1545
poi vorrá degnarmi ¶ sí che gradisca quant'io canto
232
1545
prima. ¶ Ella può far che questi bassi carmi ¶ di
233
1545
e ardito, ¶ col Tago che l'arena ha colma
234
1545
con loro: ¶ l'Ana, che nasce e more in
235
1545
era la famosa fonte, ¶ che 'l giorno è fredda
236
1545
colle, poggio e valle ¶ che siede nel paese almo
237
1545
Ida e l'Olimpo che nomato è tanto: ¶ il
238
1545
in un momento abonda, ¶ che stavan queti sovvra gli
239
1545
pare, ¶ e l'uro che li monti brama e
240
1545
d'ogni fera prole, ¶ che tutti uniti, senza sdegno
241
1545
a parte a parte. ¶ 10. ¶ Ché da l'eccelse rupi
242
1545
da me diviso, ¶ però che tal s'udiva l
243
1545
s'udiva l'armonia, ¶ che spesso l'alma dal
244
1545
terrena lira, ¶ di quella che giá Febo diede in
245
1545
un santo nume. ¶ 14. ¶ Qual che si trova pien d
246
1545
nubiloso e basse ciglia, ¶ che, se poi vede i
247
1545
tal i' divenni, ratto che mirai ¶ quella bellezza bell
248
1545
core. ¶ 15. ¶ Vedeva non so che, che mi parea ¶ d
249
1545
Vedeva non so che, che mi parea ¶ d'una
250
1545
tacito dicea: ¶ com'è che 'l cor di questa
251
1545
avezzo a la beltate ¶ che fa natura sovvra le
252
1545
E ch'altro spira, che divinitate, ¶ che da me
253
1545
altro spira, che divinitate, ¶ che da me l'alma
254
1545
begli occhi non so che spirava, ¶ ch'a l
255
1545
in sí leggiadro aspetto, ¶ che la memoria ancor mi
256
1545
reti, ¶ e le ninfe, che dietro a gli animali
257
1545
con li cani inquieti, ¶ che metton per volar a
258
1545
ali, ¶ per non lasciar che fera mai s'acqueti
259
1545
s'acqueti, ¶ detto avrei che Diana il santo coro
260
1545
contempre: ¶ - Chi mi divieta che la bell'imago, ¶ - diss
261
1545
resti qui mai sempre? ¶ Ché non debbio temer che
262
1545
Ché non debbio temer che 'n cervo vago, ¶ qual
263
1545
sí bel viso ¶ altro che 'l ben che s
264
1545
altro che 'l ben che s'ha nel paradiso
265
1545
ciel divino e santo, ¶ ché, dove metti i piedi
266
1545
mondo, ¶ com'a Giove, che 'l tutto regge, piacque
267
1545
giocondo ¶ sí bel pensier che 'n petto a quelli
268
1545
petto a quelli nacque, ¶ che quella i' sia, che
269
1545
che quella i' sia, che l'alte lode dica
270
1545
alcun chiamar non lice, ¶ che ne i begli occhi
271
1545
e 'l ben fruir, che 'n ciel ogn'alma
272
1545
l petto. ¶ 25. ¶ Né so che piú bramar in questa
273
1545
in questa vita, ¶ fòr che star sempre a rimirarti
274
1545
forza sará quindi partita ¶ che pur i' faccia, il
275
1545
lo spirto mio terrá, che giá l'invita ¶ ch
276
1545
or si disdegna, poi che vista t'have, ¶ tanto
277
1545
rispose, - mi dirai ¶ prima che 'l Toro in tutto
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1545
mi tormenta o spiace, ¶ che si veggia di me
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1545
ogni or maggior vedella: ¶ ché 'l sesso nostro a
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1545
per tuo maggior diletto, ¶ che, come vedi questa, vederai
281
1545
i bei lucenti rai, ¶ che ti parrá veder il
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1545
e amari i guai ¶ che da' primi anni a
283
1545
un medemo fonte, ¶ tal che mai l'una e
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1545
accenderá sí grande fiamma, ¶ che 'n te non lascierá
285
1545
questa, come quella allora, ¶ che 'l terzo dí d
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1545
questa ogni or fin che tu mora, ¶ e la
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1545
viva e ardente farse, ¶ ché fia l'incendio eterno
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1545
acuto e aurato strale. ¶ 31. ¶ Che quanto secco legno ed
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1545
il giudicio a quelli che le vorranno leggere, giovandomi
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1545
vorranno leggere, giovandomi credere che a tutti in qualche
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1545
profitto e diletto, perciò che e' mi pare che
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1545
che e' mi pare che ciascuno, sia di che
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1545
che ciascuno, sia di che professione si voglia, ci
294
1545
tenerle care sí per che sono belle, e anco
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1545
rispetto del padre loro, che tanto sempre le è
296
1545
in li molti affari che ha, e ove tutto
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1545
si trova involta, e che cosí vertuosamente sopporta, si
298
1545
non sa le percosse che avversa fortuna le ha
299
1545
perigliosi e lunghi viaggi che quella ha fatti, e
300
1545
fatti, e le pene che ha sofferte e soffre
301
1545
suoi figliuoli, e fare che riescano tali quali al
302
1545
a queste poesie, dico che la Signoria Vostra vederá
303
1545
del signor suo consorte, che, a mal grado di
304
1545
li signori suoi figliuoli, che deveno farsene uno specchio
305
1545
Ritroverá poi il luoco che dentro il sacro tempio
306
1545
quella ha preparato. Del che deve ella tenersene da
307
1545
da molto piú, poi che la sua vertú e
308
1545
in vita acquistato ciò che poche donne di rado
309
1545
primogenito leggere tutto quello che di lui ha voluto
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1545
esso Bandello cantare, bramando che tale divenga quale l
311
1545
speriamo per la indole che dimostra che egli fará
312
1545
la indole che dimostra che egli fará. Né per
313
1545
il nostro signore Iddio, che lungamente la conservi. E
314
1545
sa far parole. ¶ I' che sotto occhio il divin
315
1545
del bell'e buon che 'l ciel ha in
316
1545
I ¶ 1. ¶ L'alto desir che 'n petto mi germoglia
317
1545
e fe' dimora, ¶ fin che rivolse al ciel ogni
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1545
alto, dico, desir: - Ciò che vedesti, - ¶ mi dice ogni
319
1545
penna, ¶ e scrivi ciò che l'alma Ninfa in
320
1545
acque, ¶ di quella diva che 'l ben far t
321
1545
ti piacque: ¶ il canto che d'andar al ciel
322
1545
ciel t'impenna, ¶ poi che di quella in cor
323
1545
memoria è salda scrivi, ¶ ché scrivendo di lei seco
324
1545
quel buon dotto Veglio, ¶ che gli effetti d'Amor
325
1545
figura. ¶ Com'imparasti ciò che far sia meglio, ¶ quando
326
1545
cor ti fura, ¶ fa che dimostri altrui, e quel
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1545
potrò, Lucrezia, dire ¶ ciò che di voi la vaga
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1545
e darmi tal favor, che 'n queste carte ¶ di
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1545
apertamente i' mostre; ¶ acciò che 'l nome vostro in
330
1545
e il gran valore ¶ che sovvr'ogn'altra donna
331
1545
mia ¶ sète, dal volgo che mi leva fòra, ¶ altro
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1545
questo giá non fia, ¶ ché sciocco il mio pensier
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1545
vano fôra, ¶ s'altronde, che da voi, cercasse aíta
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1545
averne eterna ed alma, ¶ ché scrivendo di voi mi
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1545
polo. ¶ 8. ¶ Ne la stagion che 'l ghiaccio cede al
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1545
madre il mondo rinovella, ¶ che di verdi erbe e
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1545
Madama mia sempre onoranda, che avendo io piú e
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1545
come volgarmente si chiamano, che giá, qualche tempo è
339
1545
di Gazuolo, e parendomi che secondo il mio giudicio
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1545
quale egli si sia, che fossero degne andare per
341
1545
essere se non commendato, che il mondo vedesse ciò
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1545
il mondo vedesse ciò che egli veritevolmente ha cantato
343
1545
deve amare. Ma egli, che che se ne fosse
344
1545
amare. Ma egli, che che se ne fosse cagione
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1545
oneste persuasioni e piú che preghiere, non volle le
346
1545
a gli amici suoi che a se stesso. E
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1545
potendo scemare il desiderio che io avea di vedere
348
1545
bellissimo poema stampato, poi che a piú di uno
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1545
desiata luce, feci tanto che a le dette stanze
350
1545
ed ebbi via, senza che egli punto se ne
351
1545
di potermene impatronire. Il che mi successe sí bene
352
1545
iscritte deliberai, avenissene ciò che volesse, fárle stampare, persuadendomi
353
1545
volesse, fárle stampare, persuadendomi che quando questo fosse fatto
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1545
quando questo fosse fatto, che egli il tutto si
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1545
prenderebbe in pazienza, perciò che pazzia nel vero troppo
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1545
non potrá giá essere che ciò che sará fatto
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1545
giá essere che ciò che sará fatto sia non
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1545
il quale ha giudicato che sono degne de la
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1545
vista del publico, e che meritevolemente ponno volare per
360
1545
per una sua Epistola che gli scrisse si vede
361
1545
desiderio spinto, ho voluto che il piacere che io
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1545
voluto che il piacere che io leggendo sí belle
363
1545
communicato, portando ferma openione che non potesse se non
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1545
cosí latine come volgari, che altro tanto farei quanto
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1545
parvemi senza dubbio convenirsi che io le divolgassi sotto
366
1545
di quasi tutti quelli che qualche opera, o loro
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1545
ragionevolemente elle si convenissero, che al chiaro e famoso
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1545
Signoria. E primieramente perciò che io so che quella
369
1545
perciò che io so che quella ha piú fiate
370
1545
ragioni esortato esso Bandello che volesse le dette stanze
371
1545
volta averlo udito dire, che egli era di animo
372
1545
mai le faceva istampare, che ad altri non le
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1545
altri non le dedicarebbe che a l'onorato e
374
1545
io mi rendo certo che per riverenza di lei
375
1545
ardirá garrirmi giá mai. Ché forse, quando il chiaro
376
1545
io non so ciò che di lui sperare mi
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1545
celebrato. E chi sa che egli di queste non
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1545
qualche altro suo parto, che non li satisfacendo cosí
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1545
gientili lodato, essendo quei che sí dilettevole e utile
380
1545
vostro nome consacro, acciò che con queste, non potendo
381
1545
piú, manifesti il desiderio che ho di sempre onorarvi
382
1545
de le cose dotte, che per entro queste rime
383
1545
queste rime sono sparse, che sono come nel trasparente
384
1545
professione giudicare di questo, che da picciolo fanciullo fui
385
1545
trïonfi, archi e trofei, ¶ che ne mostran d'Amor
386
1545
ed altri accenti, ¶ e che piú cupo mar mia
387
1545
cinto, e sí deserto, ¶ che tutt'era arso, distrutto
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1545
piú soperbo e ricco che mai fosse, ¶ con un
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1545
un giardin sí bel che primavera ¶ e l'autunno
390
1545
non li dán percosse, ¶ ché la vertute il tutto
391
1545
bisognan gradi o scale, ¶ che piano quasi il provi
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1545
pena tocchi gli ha che trasformati ¶ si veggion tutti
393
1545
falsa strada, ¶ forza è che 'n precipizio allor tu
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1545
diletto e gioia, ¶ fin che tu giunga a la
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1545
cori lima. ¶ Quivi convien che chi v'arriva moia
396
1545
doglia e 'n pena, ¶ ché sol a morte questa
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1545
saggia e forte ¶ fa che per sterpi e sassi
398
1545
il piè ti porte. ¶ 143. ¶ Ché se parrá la via
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1545
faticosa, ¶ non dubitar, per che tu la vedrai ¶ tanto
400
1545
felice al mondo viverai, ¶ che dopo morte ancor resterai
401
1545
cara figliuola, ¶ tu troverai che di vertute ogni opra
402
1545
empia scola, ¶ forza è che tristo, vile e reo
403
1545
ma fatta poi despiace, ¶ ché resta in mezzo al
404
1545
un verme sí mordace ¶ che 'l lima e rode
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1545
sí lo tiene astretto, ¶ che 'n tutto il priva
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1545
il giusto adoperato, ¶ sí che ne l'opre vertüose
407
1545
sí facil si dispone, ¶ che piú non piega verso
408
1545
e accese. ¶ 148. ¶ Pensa, figliuola, che difficil cosa ¶ è la
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1545
è sempre sí gioiosa ¶ che fatica non sente, né
410
1545
a l'opra vertüosa, ¶ che non si muta poi
411
1545
si viene in questo che dapoi ¶ tanto si sprezza
412
1545
e sí s'aborre ¶ che, con quante lusinghe ei
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1545
fin non sa disporre, ¶ che non s'accorga il
414
1545
s'accorga il miserel che 'l bene ¶ sempre lo
415
1545
de la memoria, qual che 'n libro scrive: ¶ ché
416
1545
che 'n libro scrive: ¶ ché ben vedeva quanto vaga
417
1545
l'alma si fa che senza vizio vive. ¶ Cosí
418
1545
d'Ippocrene le mostraro, ¶ che battendo li piedi fe
419
1545
lasciò, n'alcuna parte ¶ che non leggesse de le
420
1545
ne l'orto poi, che par sí aperto ¶ a
421
1545
infiniti sillogismi. ¶ 154. ¶ Ma Lucrezia che seco avea le Grazie
422
1545
seco avea le Grazie, ¶ che del Verzier sapean la
423
1545
strada: ¶ "Ove volete voi che vosco spazie," ¶ disse, "e
424
1545
per qual sentier convien che vada?" ¶ "Se le tue
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1545
in questo luoco ¶ fa che dimori quanto puoi piú
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1545
quanto puoi piú poco. ¶ 155. ¶ Ché qui, non per saper
427
1545
lite, ¶ odi 'l romor che quei gridando fanno. ¶ Ed
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1545
cosí pronte e ardite, ¶ che falso senso al vero
429
1545
l falso e fan che 'l ver si mira
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1545
questa destra parte ¶ fa che ti pieghi e metti
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1545
metti 'l tuo pensiero, ¶ ché questa è la real
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1545
real scïenza ed arte, ¶ che t'insegna partir dal
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1545
vïole, ¶ senz'alma corpo che da me si svelle
434
1545
mi tormenta e dòle, ¶ ché senza le tue luci
435
1545
belle, ¶ com'esser può che morto ancor non sia
436
1545
mia fidata scorta? ¶ Ahimè, che parlo, lasso! ben m
437
1545
lasso! ben m'aveggio ¶ che forsennato di dolor vaneggio
438
1545
arrive, ¶ ch'altro piú che seguirti ora non penso
439
1545
prego il gran Fattor che mi discioglia ¶ tosto da
440
1545
io son morto, a che cercar piú morte, ¶ se
441
1545
quantunque forte ¶ il duol che sí m'afflige in
442
1545
dolore? ¶ Lasso, m'aveggio che la morte ha morte
443
1545
son di vita fòre; ¶ ché son teco, Camilla, i
444
1545
e tu, Camilla, sento che se' meco". ¶ 112. ¶ Cosí diceva
445
1545
l'onorata madre. ¶ Ei che sapeva e queste figliuolette
446
1545
guance lor restavano adre? ¶ Ché non era l'etate
447
1545
stette Pirro in vita, ¶ che vinto dal dolor aspro
448
1545
al suo martír aíta, ¶ che d'ora in ora
449
1545
tempio, ¶ godete il ben che fa chi l'han
450
1545
piú discreta e vaga, ¶ che sol del ben oprar
451
1545
i versi lor cantava, ¶ che spesso l'Oglio al
452
1545
move, ¶ ben si vede che quel sí raro dono
453
1545
in quella largamente piove: ¶ ché 'n quante piú tenute
454
1545
gira sí, cosí camina, ¶ che non donna mortal, ma
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1545
Lascivia non si vede che si mostri ¶ in que
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1545
giri. ¶ Sol ivi par che con le Grazie giostri
457
1545
Grazie giostri ¶ modestia tal che sempre gioia spiri. ¶ Con
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1545
Con leggiadra onestá par che dimostri ¶ quanto di bell
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1545
bell'il ciel vuol che si miri, ¶ né piú
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1545
aperto un novo paradiso, ¶ che purga d'ogni foll
461
1545
festa e 'n gioco; ¶ ché chi la terza regge
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1545
e altiera, ¶ e grazia, che fa l'altre stimar
463
1545
Questi son gli occhi che la vita dánno, ¶ se
464
1545
a l'uomo fanno ¶ che simil don (o don
465
1545
a que' begli occhi ¶ che non v'è mal
466
1545
non v'è mal che piú l'offenda o
467
1545
e di dolcezza pieni, ¶ che fuggan d'ognintorno sdegni
468
1545
e guai, ¶ e fan che l'aria scura si
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1545
alta impresa Amor consiglia, ¶ che son del mondo il
470
1545
uom Amor legato tiene, ¶ che sol per loro il
471
1545
i fissi poli, ¶ par che tutta da lor si
472
1545
cosí dolci le fiammelle, ¶ che quell'ardor accende il
473
1545
a voi del paradiso; ¶ ché con quel vago ed
474
1545
vuol Giove ogni or che 'n quei distille ¶ d
475
1545
vero e buon focile, ¶ ché dov'avien che 'l
476
1545
focile, ¶ ché dov'avien che 'l fuoco lor scintille
477
1545
cui valor è tale ¶ che l'alma purga d
478
1545
rio pensiero ¶ e fa che chi li mira spiega
479
1545
per la sembianza bella ¶ che d'ogni bell'il
480
1545
s'abbellisse e inostra ¶ che d'altri imprese guasta
481
1545
né vita avrebbe cosa che qui viva: ¶ cosí se
482
1545
se 'l gran valor che questa serra ¶ in mezzo
483
1545
orna l'alma diva ¶ che sempre il dritto tiene
484
1545
chiaro gran poeta Andino, ¶ che di questa sapesse il
485
1545
vero ¶ scoprir, com'è, che 'l suo valor divino
486
1545
per immortale. ¶ 75. ¶ Or tu che 'n foco tosto ti
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1545
chiaro n'anderai, ¶ ben che poeta basso e incolto
488
1545
l canto suona, ¶ dico che 'l Mencio ed Oglio
489
1545
suol divenne mondo, ¶ tal che le vostre sponde attorno
490
1545
grazia adorno. ¶ 79. ¶ E tu che da Sebino con gran
491
1545
Pado, ¶ non ti ricordi che la bella arena ¶ d
492
1545
oliva odor soavi. ¶ 80. ¶ Parea che nova luce desse il
493
1545
desse il cielo, ¶ e che gioia piovesse in ogni
494
1545
sovra 'l carro aurato, ¶ che mai non diede al
495
1545
cavi fòra, ¶ né lasci che nel mal giá piú
496
1545
stame ricco e prezïoso, ¶ che si concia da noi
497
1545
eccelso, fino e aventuroso, ¶ che dal buon naspo nulla
498
1545
distorce! ¶ Cresci, fanciulla, cresci, ché tu sei ¶ la cura
499
1545
le tre dive, ¶ tal che di lor ciascuna ogni
500
1545
vive: ¶ giura la madre che le par divina ¶ beltá