Luciano Zuccoli, Roberta, 1897

inutile audacia di ciò che stava per fare, le

Perchè? ¶ - Ha paura. ¶ - Di che cosa? ¶ La giovane fece

parve ai due innamorati che nella oscurità qualche spirito

vertiginosamente. Procedettero, sapendo pure che ad ogni passo il

camera. ¶ - Chiudi la porta che comunica, ed accendi, accendi

luce.... ¶ Ebbe un sussulto che la scosse dalla testa

aveva quasi coscienza, e che in pieno giorno le

impossibile resistere.... Voglio assicurarmi che dorma.... Aspettami; non muoverti

non dorme, t'interrogherà.... Che cosa risponderai?... Spogliati!... Hai

risponderai?... Spogliati!... Hai dimenticato che son le due di

uno spiraglio di luce che potesse tradirla.... Si decise

acconsentì febbrilmente, senza pensare che la parola sembrava in

una mano di lei, che non si lasciò attrarre

destino. ¶ XIII. ¶ Il cane, che aveva abbaiato buona parte

parte della notte, e che ancòra abbaiava, da lontano

sorella e le forme che s'indovinavano sotto le

Ella tremava al pensiero che se non avesse affrontato

si sarebbe uccisa, piuttosto che darle il passo. ¶ - Chi

finestra. ¶ - Risponde agli altri, che abbaiano nelle altre ville

ho paura.... Rimani fin che mi sono addormentata? ¶ - Sì

addormentata? ¶ - Sì, certo; fin che ti sei addormentata.... ¶ Roberta

non rapirmi il tempo che è mIo, non amareggiarmi

non amareggiarmi l'ebbrezza che tu ignori, e che

che tu ignori, e che mi appartiene." ¶ La guardava

crudeltà d'un egoismo che trionfa. ¶ Poi soffiò sulle

cupo.... ¶ Andò all'uscio che comunicava, e lo chiuse

senza farlo stridere, prudentemente. ¶ - Che cosa fai? - domandò Emilia

coi capelli sciolti così.... Che profumo hanno i tuoi

rivolse. ¶ Emilia s'avvide che il momento era terribile

scomparsa; si sarebbe detto che la morte sola potesse

più sgomenta di sè che di lui, non sapendo

come togliersi all'abbraccio, che presentiva invincibile. ¶ - Volete approfittare

s'era fermato, pallido. ¶ - Che cosa dici, Emilia? - susurrò

cosa dici, Emilia? - susurrò, - che cosa temi? ¶ - Non avvicinatevi

ormai riposava tranquilla, sapendo che così debole, così indifesa

non ho mai supposto che tu potessi essere una

ebbe tempo a rispondersi, che già l'attitudine d

il compiere un atto che potesse amareggiarla!... Ma lo

vero? quando ti dirò che sono pronta a rinunziare

parole con tanto odio, che la giovane sentì un

di quegli schianti appassionati, che sfiorano i giovani corpi

stata così violentemente fuggevole, che Emilia sentì quasi a

pallida del mortale pallore che aveva sgomentato Cesare, al

bellezza, e comprendere ciò che potete in noi? Nessuna

incontro ad altri destini, che aspettavano. ¶ - Ancòra mi darai

infatti qualche grande energia che li stimolava all'amore

fra gli alti silenzii che vanno dispersi nel sonno

mia vita! - susurrò Emilia. - Che non ti vedano! ¶ - Non

sentì così goffamente intimidito, che non osò guardarla in

con un asinello piagato che l'aveva commossa sino

giovanetta come una larva che non provava e non

le disse ridendo, impassibile: ¶ - Che nessuno lo sappia! ¶ XII

fragore d'un treno che scivolava nell'ombra notturna

del cane di guardia, che accorreva latrando. Si udiva

coi figli del massaio, che lavoravan di notte al

le delizie dell'amore che comincia, e non possedendo

un gesto; egli sapeva che la sua passione sarebbe

la catena di Nero, che s'era imbattuto in

Cesare s'avvide allora che sulla tavola di pietra

Cesare ostentava una calma, che di momento in momento

una volta la tristezza, che mai non era giunto

parlare. ¶ - Mi ha scritto che desiderava un colloquio, - ella

amicizia, dandole un significato che io non posso accettare

testa a guardar, più che l'uomo, la realtà

l'ombra di durezza, che l'abito aveva tentato

timida carezza. ¶ - ....E so che in questo istante nessuno

medesima.... Perchè non dirmi che vi sono indifferente, che

che vi sono indifferente, che non v'ispiro la

possibile!... Ma mi dite che tutti gli amori vi

un di quei sogni, che non dànno tregua, e

notte...." ¶ Il rossore bruciante che di nuovo soffuse il

nero sarà l'ultimo, che me la tolga allo

il nembo del destino che li avvolgeva. ¶ Era qualche

lontano di lupi famelici, che a mandra lascino le

d'ultimi bagliori, prima che i due corpi balzino

so chi voi siate!... Che cosa avete fatto di

siete? Ditemi chi siete! Che cosa volete da me

una mite carezza. ¶ - Dimmi che mi ami, prima! - egli

un'ampia via pagana, che luccicò un attimo visibilissima

circolo delle cose reali, che dovevano essere vissute ad

disse con voce spenta. - Che cosa ho fatto? Che

Che cosa ho fatto? Che cosa speri? ¶ - Ah non

al sogno: l'uomo che sorridendo le aveva preso

e di pudore.... ¶ - Dimmi che vuoi essere mia per

sè. - Perchè non comprendi che io ti amerò sempre

il più greve giogo che ti piaccia impormi; rinnegherò

non è vero, senza che io parlassi? Hai capito

io parlassi? Hai capito che la mia esistenza cessava

così assetata di delizie, che non avrebbe resistito al

la visione della strada che conduceva a Pieve di

Non mi negherai ciò che ti domanderò? ¶ Sorrise, vedendo

mormorò Emilia, immobile. ¶ - Senti che silenzio?... Dorme.... Non la

a guardarlo. - Non capisci che rifuggo dal condurti nella

dov'ella dorme...? ¶ - Di che cosa siamo colpevoli, Emilia

concitato: ¶ - È dunque verO che hai rinunziato a vivere

cessato; ma certi fiori che non s'aprono, se

perchè, non meno leggiadramente che se il suo corpo

lanciarle gli sguardi invidi, che nella realtà le dilaniavano

a narrare le voluttà che aspettavano Emilia. ¶ Quali parole

bocca del neutro narratore.... Che cosa egli prometteva? Che

Che cosa egli prometteva? Che cosa raccontava? A chi

Invece la forma umana che parlava, l'aveva afferrata

più intenso dei profumi che esalavano dal bagno.... Pronta

china. Ella avrebbe detto che la sua vita fisica

era ingannata, o colui che doveva possederla era ben

la liturgìa d'amore, che di foglio in foglio

gigli e di grifoni, che il disegno centrale si

sul volto delle donne che amano l'amore e

fantasticate dall'artista, meglio che ricordate in una qualunque

porporine, resisteva alla stretta che la soffocava. Sul volto

ella stava a scrutare. ¶ Che cosa avveniva? ¶ Un caos

foglio, si sarebbe detto che la fantasia stanca si

raccolte le cose stridenti che nella realtà si escludono

i volti degli ossessi, che le sfilavano innanzi e

la luce ormai chiara che, tormentandole gli occhi chiusi

inarcandosi come un vimine che brucia.... ¶ Ed ella battè

ed eran due odii che si cercavano, una coppia

si cercavano, una coppia che travisava la lotta dei

fra Cesare e Roberta, che il dottore e la

viso bianco e giovanile, che già si piegava a

preghiera e d'ironia, che vibravano a lungo e

per la piccola febbre che la distruggeva lentamente, somigliava

affacciarsi, - non Le sembra che La preghi deliziosamente, con

timida umiltà, pel timore che il Lascaris non si

la consuetudine dei pusillanimi che si nascondono nudi fra

frenarsi. - La provi. Supponiamo che il fulmine cada nella

al riparo; non imagina che gioia, che trionfo? ¶ Aveva

non imagina che gioia, che trionfo? ¶ Aveva taciuto un

si trova. Sarebbe piacevole che balzasse fuori dal nascondiglio

e nervosa. Seguitavano fin che l'abitudine della quotidiana

era riuscito a stabilire che, sebbene romantica, l'idea

vergine, e ignorava in che cosa la sua verginità

innanzi a un avversario che si deve convincere. ¶ La

per esempio: io so che sarei un marito eccellente

brutto, ed ella pensava che la bellezza era quanto

le espressioni.... ¶ - Hai visto che begli occhi? - domandava a

quando passeggiavano. - Hai visto che bella figura?... ¶ Cesare coglieva

alla giovanetta: ¶ - Ha visto, che bel naso? ¶ La bellezza

poco d'energia, Lei che vuol essere bella! Perchè

vivere diversamente da noi, che siamo sani e rappresentiamo

spettacolo di quei morituri, che avrebbero traversato il mondo

era più il dottore che compiange e passa: aveva

Cominciava anzi a sospettare che la fanciulla si prestasse

dubbio: si sarebbe detto che la febbrile audacia di

sempre da una strada che cominciava a diventar malagevole

Qualche particolare dei sogni che inconsciamente era andato accarezzando

porcellana riboccante di fiori, che cadevan sotto uno spiraglio

additando le ondate furibonde che si gettavano contro la

un fragore talmente reiterato, che a fatica si distinguevano

dal cuore le punte, che la ingenua malizia di

tremando: ¶ "Com'è strano che Roberta stessa ci costringa

Dovrò spiegare a Cesare che io non sono fidanzata

sono fidanzata ad alcuno, che non lo sarò mai

questa l'insanabile spasimo che le era costata. ¶ E

di quel liquido furore, che si lanciava alla spiaggia

osservò Cesare, mentre pensava che sotto la gioia della

senza parlare i cavalloni, che giungevan da lungi e

definito e infantilmente triste. ¶ - Che cosa Le ha detto

abissi della disperazione, - pensò che la sventura aveva avuto

era sfuggita dalle labbra: ¶ - Che cosa Le ha detto

vero?... Mi ha detto che Lei è fidanzata.... Ma

allegra così di rado, che bisogna perdonargliele.... Non è

creduto sùbito! Le sembra che io potrei abbandonare Roberta

piano, - interruppe Emilia, temendo che Roberta non udisse. ¶ Il

assurdo; sarebbe mostruoso. Pensi che ciascuno ha nella vita

crederlo: e ho giudicato che questo è il mio

il mio dovere, e che posso compierlo serenamente, anche

giorno e i doveri che quel riserbo gli imponeva

verisimile, - ed Emilia sospettava che il giorno in cui

ricordo d'un passato che non gli apparteneva e

non gli apparteneva e che aveva evocato egli stesso

arrampicò per la distanza che la separava, dalla sorella

ad afferrar la mano che Cesare le offriva, per

è la prima volta che vedo il mare, - seguitò

sul petto dell'uomo, che dovette stringerla fra le

avvertito innanzi, era turbata, che non dal fatto d

disse ancòra ad Emilia, che tentava persuaderla a seguitar

più!... ¶ E a Cesare, che pure la rassicurava sorridendo

la felicità non è che la simmetria del tempo

sonno. Cercava i narcotici, che distendono il corpo quasi

formidabile istinto di salvezza, che sul viso del soldato

mondo non s'incontra che tenebra umana.... ¶ Ella avrebbe

il mistero dello spavento che la divorava?).... E di

mistero del domani? Vuoi che viviamo laggiù?... Tu non

guance e alla fronte.... Che pensava?... Colei era la

esistenza, quotidiana. E so che l'amore esiste, e

le due donne facevano, che non fosse per ingannare

sogni lubrici e maravigliosi che s'innestavano l'un

così poderosi nel disegno, che si sarebbero creduta l

profumo, quelle ciocche selvagge che cadevan dietro le spalle

se non il turbamento che le era penetrato nell

infantilmente un piccolo nèo che le macchiava d'una

faccio orrore, perchè sai che la mia malattia è

tua sorella, infine?... ¶ - Roberta, che cosa dici? ¶ - Hai ribrezzo

una magra femmina selvaggia che gettasse un grido lugubre

la mia condanna, tu che mi vuoi bene...! Ah

sperare, ma io vedo che le loro parole sono

Emilia, non hai compreso che io non voglio morire

io non voglio morire? che ho il terrore della

il terrore della morte, che non posso dormire per

rabbia e di desiderio, che Emilia balzò in piedi

Roberta, non è vero che sei malata e ch

le mie labbra, vuoi che ti stringa così? Senti

ti stringa così? Senti che ti bacio? Senti che

che ti bacio? Senti che ti chiedo perdono, se

Aspetta.... ¶ Con la mano che non sosteneva il corpo

di riposare; lasciami sola.... ¶ - Che paura mi hai fatto

egli mi ha detto che tu sei guarita.... Guarita

vedi quante macchie? Fin che queste macchie non spariscano

eco della frase spietata, che le risonò nell'animo

seni tondi e duri, che si delineavano, perspicui sotto

cosa è per voi, che siete belle e forti

s'era ben detto che doveva consolar la sorella

nemmeno respirar l'aria che respiri tu, e goder

le due donne discinte, che parlavan della morte, a

con tanto ingenua serenità, che nessuno avrebbe supposto fosse

l'allacciatura dei nodi, che potessero resistere a qualunque

di parentesi: ¶ - .... Lei sa che mia sorella è fidanzata

colpo non atteso, ricordò che la professione medica aveva

ascoltava immobile, non accorgendosi che dalle mani gli era

qualche espressione profondamente femminile, che gli era sempre sfuggita

il piede sul portasigarette, che schizzò in frantumi. Fu

quale divertì immensamente Roberta, che lanciò alcuni trilli di

trilli di gioia puerile. ¶ - Che cosa fa? Che cosa

puerile. ¶ - Che cosa fa? Che cosa fa? - esclamò ridendo

umile preghiera della voce, che Cesare non ardì spingere

Ma sentì di repente che si svegliava da un

da un sogno, e che tutte le cose intorno

lo spettacolo di bellezza che non era per lui

una svogliatezza inabituale. ¶ - Ebbene, che cosa è accaduto? - domandò

così delicato? È orribile, che tu non possa vivere

o realtà, le parve che la sorella avesse pianto

spettacolo era così raro, che l'uomo ne fu

gialla. Le coste lontane, che nei giorni d'aria

magnifico sopore della vegetazione, che nell'aria calda non

le lastre di ardesia che coprivano i tetti. ¶ Più

lunghi rettangoli di terra, che un giardiniere coltivava a

vaganti nel grande spazio, che la lontananza pareva maggiore

d'abitudine, per Cesare che le fissava con lo

sinfonia classica dei bottoni che si slacciano? La visione

della risposta. ¶ Ed Emilia, che camminava con lo sguardo

non quelle tre parole, che l'avrebbero fatta arrossire

ben certo, signor Lascaris, che possiamo considerar salva Roberta

i diritti di quelli, che il genio della specie

i doveri di rinunzia, che il suo male e

maschile, un po' rude, che aveva talvolta la gravita

innanzi il robusto cancello che cigolava. ¶ Dall'ombra dei

bellezza di lei; più che quadro, umile cornice. ¶ E

ingenuo senso della vita, che disarma una donna e

orientali. ¶ Egli doveva dirle che per lei avrebbe dato

vita, il suo orgoglìo; che avrebbe abbandonato gli amici

giogo da lei imposto; che avrebbe rinnegato ogni fede

fra le sue braccia. ¶ Che gli giungesse assetata di

appassionate? ¶ Era dunque possibile che le agili e bianche

sinfonia classica dei bottoni che si slacciano? ¶ E tuttavia

da tempo sì lontano, che il corpo della donna

aspettando il dottor Noli, che giunse nella penombra del

guardar dolente le nubi che sfilavano, disperdendosi in forme

un Trionfo d'argento che non avevan ricordato di

Roberta e il dottore, che continuavano a vivere la

parevano due livide caricature, che assistessero senza sospetto al

s'annidavano i pensieri che durante il giorno non

tal brivido alla fanciulla, che le tempia le s

chiome convulse degli alberi, che disperatamente si torcevano e

ogni cosa non verisimile, che qualche volta Roberta n

e non ammetteva ciò che sfuggiva alla logica. ¶ Una

d'un gran fiume che conducesse al nulla.... ¶ Roberta

della sorella e pensando che se qualcuno avesse chiamato

con la voce velata. - Che vuoi?... Non ti senti

giovanili e freschi; pensò che sua sorella avrebbe potuto

son sempre dei carri che passano.... ¶ - No.... Infine, ho

la camera, Emilia rispose: ¶ - Che pazzia, cara? Che cosa

rispose: ¶ - Che pazzia, cara? Che cosa ti passa per

la testa? Sai pure che non c'è nulla

senza curar la sorella, che aveva steso un braccio

afferrò l'accappatoio bianco che giaceva sopra una sedia

bruscamente; non sapevo quel che rispondessi.... Vedi che sono

quel che rispondessi.... Vedi che sono qui, ora?... Ti

l'ingiustizia della sorella, che non le aveva aperto

del nero, desiderando invano che il quadrato della finestra

di tante cose semplici, che pure ti avrebbero giovato

rimasta vedova.... ¶ Il ricordo che le si presentava così

stata moglie innamorata, più che affettuosa; l'amore era

ascoltò il rimprovero, pensando che le parole erano inutili

continuò Emilia, dolorosamente colpita che Roberta non l'avesse

dure e taglienti parole, che avrebbe pronunziato senza ritegno

e avevo paura.... Sai che io sono una sciocca

Perchè? Potresti dirmelo, tu che mi ami tanto, potresti

salvata." ¶ E alla sentenza, che sembrava macabramente scritta con

tristezza erasi dovuta persuadere che anche nell'anima di

cosa viscida e molle, che si chiama ribrezzo. ¶ Anche

il medico del paese, che con l'esperienza di

cameriera e un uomo, che Emilia non ravvisò sùbito

perder tempo in spiegazioni che darò dopo, - rispose. - Non

dover ripetersi, della diffidenza che l'accoglieva, della penombra

l'accoglieva, della penombra che le imposte chiuse stendevano

stendevano nel salotto e che gl'impediva di veder

tentò studiosamente lo scoglio che li afferrava come nel

di fremiti.... L'acqua che poteva essere la morte

la morte, l'onda che aveva la forza di

sentivano la vita mostruosa che pullulava intorno a loro

a loro. ¶ Pel brivido che quei pensieri le scandevano

per così poco tempo, che i guanciali del suo

di quegli arguti sogni, che non lascian tregua, popolano

lo spasimo del sogno che sfiora e sfugge.... Ma

o senza libidine; stupita che tutto ponesse capo all

nella sua indomabile dolcezza, che aspetta la donna, bella

foreste millenarie della passione, che tutte le donne pari

aveva baciata, si rispondeva che chi l'aveva baciata

volte non aveva sentito che la dimane era certa

si snodava la strada, che dall'altro lato, verso

mentre quel tempo precipitava, che esse dovevano piangere in

vibravano la luce mite, che bastava a inebbriarle co

in su, verso Roberta che guardava dalla finestra. I

avrebbe dormito. Le pareva che inutilmente la sua alcova

Le vecchie regole morali che avevano fiancheggiate la sua

di rimorso.... ¶ Così, prima che sorgesse il dramma, la

con passo così leggero, che non avrebbe lasciato orma

efficace, ancor meno provvidenziale che il soccorso opportuno di

pensava all'immancabile fatalità che tutti quanti sono a

e gioire del miglioramento che precede di ventiquattr'ore

essersi interrogato e risposto che non aveva alcun motivo

cadeva, pel solo indizio che i moribondi giacciono a

dubiti, - soggiunse, - è certo che altre crisi non si

andava studiando le ragioni che lo avevano indotto, a

per la ruvidità inabituale, che la donna aveva mostrato

Conservava fresche le linee, che il male aveva atrofizzate

uomo tacque, sembrandogli stranamente che l'annunzio avrebbe preso

ricevere le lettere femminili che parlassero d'una voluttà

Emilia sorridendo, - non ho che abitudini d'ozio.... ¶ Essi

sole a qualche altura, che dominasse la città, il

fianco d'una folla che le ignorava; l'andirivieni

in tumulto; e diversamente che a Milano, ove sapevano

radi colpi di tosse, che potessero mettere sul volto

una nube fugace.... ¶ - Vuole che torniamo? - disse a un

studii, conoscenze: legami, infine, che non resistono alla lontananza

dalla gioia della natura che è, per tutta quella

autore s'è accorto che veramente c'era ragione

stretto cerchio di parole che gli sia possibile. "Mai

cosa viscida e molle, che si chiama ribrezzo". "I

foreste millenarie della passione, che tutte le donne pari

mi soprapprende il pensiero che l'autore di Roberta

ma d'un futurismo che non sconvolgeva nè il

nè la grammatica, e che voleva essere prima di

immediato e dritto. Pare che Roberta volesse dire una

la personalità delle figure che dovevan vivere la loro

musica delle più inattese, che può essere bella, che

che può essere bella, che può essere brutta, ma

può essere brutta, ma che non è la fanfara

ecco "la giornata simmetrica che si dissolve nel circolo

fantasia". "Era dunque possibile che le agili e bianche

sinfonia classica dei bottoni che si slacciano?". ¶ Con questa

se stesso le fantasie che gli eran care, tutti

quale non poteva servire che a fondare una scuola

una scuola più pazzesca che nuova. ¶ Lo si trattò

passione e un vigore che oggi i critici non

furono d'accordo coloro che giudicavano sui giornali: nel

e pur non negando che nel cervello di lui

si turbò al pensiero che Roberta potesse dar vita

esempio da fuggirsi, dichiarava che l'autore con quella

e tirarseli dietro, occorreva che l'autore di Roberta

di tutte le corbellerie che gli imitatori avrebbero scritto

I. ¶ La prima volta che Cesare Lascaris entrò in

col binocolo un vapore, che all'ultima linea delle

rispondendo alla sorda inquietudine, che dalla prima comparsa del

facile incontrare i carri, che sollevavano nugoli di polvere

quei colpi di tosse che riprendevano, erano la Morte

Non è nulla.... Sai che non può essere nulla

rottura d'una arteria, che la soffocasse in un

era divampato così furibondo, che le era avvenuto d

coltri, dicendo febbrilmente: ¶ - Vedi, che è proprio il male

proprio il male? Vedi, che bisogna morire?... Non parlare

nei romori della tempesta, che dalle sbarre delle gelosie

agli ultimi autori russi, che Roberta leggeva senza posa

un silenzio di malattia, che la riconduceva a dieci

o chiaramente o vagamente, che nè per loro nè

vita non aveva indulgenze, che i benigni non esistevano

benigni non esistevano, e che la lotta non era

la collana d'uliveti che ne discendeva e si

arme classica e divina, che si sfoderò precipitando dietro

le visioni di certezza che andavano stringendola intorno. Con

le parole profonde, dissennate, che echeggiano inutilmente nelle case

del terrore: "- Capite, capite, che non può morire? Si

vitale entro la catinella che Emilia teneva con una

lasciarla presso la porta che metteva alla scala. ¶ La

notte; tutte le notti che vorrai, Cesare! ¶ E appena

formidabile amor delle vedove, che paiono spinte dai ricordi

presente. ¶ Le molte notti che la donna aveva promesso

E la deliziosa strada che da Nervi sale a

guidato da un omiciattolo, che gridava a giusti intervalli

scambiava parole coi conoscenti che incontrava. ¶ Cesare aveva chiesto

semplice e fugace; fin che non fosse comparsa Emilia

non fosse comparsa Emilia, che saliva adagio, sorridendo da

amarezza intollerante di uno che abbia sognato, che abbia

uno che abbia sognato, che abbia sentito sul proprio

con la stessa inflessione, che gli aveva reso caro

fenomeno, inquietante per Cesare, che l'una completava l

la testa, incerto. ¶ - Vorrei che nessuno ti somigliasse, anche

Roberta non è cosa che possa ferirvi. Io ho

odiate tanto una fanciulla, che non vi ha fatto

d'idee, - è certo che voi non capirete mai

odio; mi difendo.... Fin che il tuo cuore sarà

la figlia del massaio, che giaceva ammalata. Il sole

scena della camera, parendogli che di là fosse cominciato

il capo; sottil figura, che rammentava a Cesare quel

da questo dubbio, bisogna che la soluzione venga da

Se mi fa comprendere che una diminuzione del mio

È molto probabile, invece, che ella si opponga. Vivere

continuiamo così, Cesare, fin che è possibile! Io sono

sollecito della vita morale che della fisica; il contatto

il fascino proprio: ignorava che, ad essere serenamente amata

femminile; e non sapeva che, al contrario, cercar quelle

in un atteggiamento calmo, che sulle scale risonò il

spense immediatamente lo sguardo che aveva lanciato sui due

stato d'agitazione in che la sorella si trovava

inutile, e sanno ciò che devono fare; è una

aiuto a un'infelice, che è forse in pericolo

in pericolo? ¶ - So di che cosa si tratta, - assicurò

l'ammalata? - domandò Emilia, che, pur volendo schivare quel

epilettica, fra il male che rodeva l'una e

una e il male che minava l'altra, aveva

la presenza del Lascaris, che, rivolte le spalle alla

un anno, non so che cosa farei oggi, - ella

esempio di quella giovane, che non ha vissuto, che

che non ha vissuto, che non ha gioito, e

non ha gioito, e che un giorno, assai presto

occhi freddi sopra Roberta, che camminava concitata per la

ricorderebbe fra dieci anni?... Che bene ho fatto?... Che

Che bene ho fatto?... Che cosa sono stata?... ¶ Allora

le disse: ¶ - Basta, signorina. Che significano queste idee? Dove

poca cosa, per credere che se quella morisse, dovrebbe

è vero? Mi dica che ho ragione,... ¶ Con una

sentire l'indulgenza mordace che le debolezze di Roberta

lui, corse alba sorella, che la ricevette e la

vampa di calda sensualità che lo bruciava ormai sempre

tuttavia circonfusa dalla tristezza, che Roberta sembrava aver lasciato

Cesare pacatamente, nell'atto che riprendeva la canna e

lusso di particolari falòtici, che fanno ridere; non è

di qualche terrifico dramma, che diversamente non sarebbe mai

patir di capogiro, senza che la signorina ne preveda

noi, qui ad attendere che i fantasmi passino, mentre

quanto può un uomo che vuole.... Cercate di parlarle

lo lasciò partire, pensando che non lo conosceva, che

che non lo conosceva, che in fondo al cuore

canto lamentoso e azzurro, che i popolani liguri trascinano

sul principio del viale che digradava fino alla verde

sulla malattia d'ieri, che poteva essere la malattia

Le gioverebbe assai più che occuparsi di quella ragazza

di qualunque impudicizia; colui che avesse potuto offrirle la

forse, rispondendo alla visione che balenava qualche volta alla

intende il galoppo macabro. ¶ - Che cosa posso dirle più

pace d'una persona che le è cara, e

e rattrista un'esistenza che non le appartiene.... ¶ Si

di mia sorella? - ripetè. - Che cosa dite? ¶ - Sì, quel

quel signore, il medico che viene tutt'i giorni

era certo l'eufemismo che significava l'amante. ¶ In

e tutti piagnucolavano. ¶ Pareva che il lamentìo sommesso della

inteneriti la scialba fanciulla, che non sembrava notarla mai

o coglieva qualche sorriso, che le riuscivano strani e

la massaia, accenando Nero, che andava a scodinzolare presso

aiutando la voce senile che fischiava il polifono dialetto

alla femmina un involto che le aveva portato. E

male fisico, non diversamente che ne' suoi giorni di

Emilia, aprendo la porta. - Che fai lì, tutta sola

verso Nervi.... ¶ Roberta notò che Emilia non la fissava

le sembrò di avvertire che un debole rossore salisse

cuore stava muto; nulla che significasse lo sfacelo d

Come aveva potuto credere che l'esistenza intera fosse

infinità d'indizii preziosi, che ora le tornavano ad

v'era stato bisogno che una contadina maligna l

fatto era così manifesto, che Cesare Lascaris aveva tentato

di lei più sollecito che di Emilia. ¶ Sarebbe rimasta

e facile, nella vita, che io non conosco: io

ch'ella è libera, che noi siamo libere. Poi

sua età; aveva paventato che l'amore non fosse

era parsa più saporosa che quella di Cesare Lascaris

la vita, e più che la vita, la fede

la fede; e più che la fede, l'avvicinamento

d'Emilia, scaturiva naturale che Roberta sarebbe rimasta sola

in cui Cesare sentì che il cuore della giovinetta

uomo aspetta la parola che la calmi o che

che la calmi o che la inciti. Se Cesare

prodotto un'eco lenta, che saliva a poco a

quel colloquio, dell'amore che a quel colloquio aveva

aveva concluso; e comprendendo che le vicissitudini del dramma

un mutamento senza causa, che mi turba.... Non avete

Poco fa, mi diceva che vuole andare a Parigi

la quale non sappia che cosa sia una città

vi sembra, ad esempio, che da qualche tempo moltiplichi

i segni delle mutazioni che in Roberta aveva egli

sguardi fissi, poco meno che affettuosi e caldi, i

meglio, la sommissione timida che impediva a Roberta di

uscire da queste incertezze, che non muteranno nulla, poichè

il terrore della solitudine, che non ha grida, ma

un nomade, un parassita, che gode la civiltà e

civiltà e la disprezza, che ha bisogno degli altri

non se lo confessa, che vive la vita di

partito.... ¶ Ella sapeva avanti che non avrebbe trovato la

d'aspettare, paurosamente; sapeva che a toglierla da quella

le prese la testa che ricoperse di baci fitti