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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carmine Abate, Gli anni veloci, 2008

concordanze di «che»

nautoretestoannoconcordanza
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2008
per un po’. Pensavo che fosse caduta la linea
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in sottofondo delle macchine che passavano sotto il suo
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Me la sono immaginata che fumava e rifletteva con
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lì, è un luogo che ha scelto lei, la
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Calabria e un limone che tiene in un grande
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corrente di aria calda che proviene dal grande lago
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sempre. Non è lui che mi deve cercare, piuttosto
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cercare, piuttosto sono io che dovrei cercare me stessa
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questa è una storia che non ti riguarda e
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porta pena. Però credo che Anna abbia ragione. E
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quando vuoi. Si capisce che hai bisogno di parlare
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io, Anna, la ragazza che ti ha scritto tempo
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fa da Crotone. Immaginavo che non mi avresti risposto
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di getto la canzone che mi permetto di mandarti
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mandarti con la speranza che ti piaccia e venga
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fine di una storia che ho avuto con uno
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La cosa strana è che, appena l’ho scritta
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delusione e la tristezza che provavo fino a quel
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dicono le mie amiche che si innamorano un giorno
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incontro e io spero che abbia la tua sincerità
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e il tuo cuore: “Che anno è, che giorno
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cuore: “Che anno è, che giorno è, questo è
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di marzo e sento che questa è la vita
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questa è la vita che mi aspetta, che voglio
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vita che mi aspetta, che voglio: una vita d
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con la tua voce che ti esce dall’anima
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dall’anima. Ti confesso che anch’io mi sento
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I miei si vantano che sono brava e più
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miei diciassette anni e che fanno sacrifici dalla mattina
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nella testa e spero che almeno tu mi aiuti
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con lo studente universitario che Anna confessava senza mezzi
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dai pianti e lai che ho dovuto sorbirmi per
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sempre bene. Anzi, adesso che sono a casa, nel
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Grazie, fra’, tu sì che mi capisci. Dovresti smammare
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il tuo primo amore ¶ che ride e scherza per
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primaverile, fine e delicata, che restava impigliata sui riccioli
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brillanti, nessuno avrebbe creduto che poco prima avevano fatto
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della presenza dei due che avevano ripreso a pomiciare
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a Capocolò, poco prima che il sole tramontasse. A
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fermarono in una piazzola che pareva una terrazza sul
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anziano tra i giovani. Che arrivavano uno dopo l
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rami secchi per Capocolò, che li accatastava con perizia
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tasca, i lunghi capelli che la brezza marina sollevava
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era la prima volta che Nicola lo vedeva; ogni
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di teatro. Con Mario, che era stato suo compagno
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piacevano soprattutto le canzoni che rievocavano i colori, i
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il più grande cantautore che abbiamo in Italia, anche
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ha confermato mia mamma, che non capisce di musica
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dell’armadio, si accorse che gli stava a pennello
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Ciao» disse. «Guarisci presto che andiamo a pescare.» In
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padre e lo trovò che trafficava ancora con la
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sgherroso, ma almeno sembra che non hai più niente
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brevi, entrambi i polpacci che sembravano incisi da un
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sotto l’occhio destro che nascondeva una cicatrice in
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infermeria, mesi e mesi che non giocava, che doveva
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mesi che non giocava, che doveva recuperare, altrimenti chissà
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di rovesciata al volo che ancora se lo sognava
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con i freni consumati che si spegne in salita
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parte i troppi infortuni, che avrebbero indebolito pure un
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come papà mio buonanima che è morto di canchero
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direzione, perché mi sa che la fortuna la devi
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Io me ne accorgo che sei incagnato con te
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sei incagnato con te, che c’hai il morale
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basta. Pensa alle gare che avrai in primavera. Se
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correre con gli atleti che contano. Non fare come
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in testa, la ferita che pulsava e bruciava sotto
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cui poteva imparare più che a scuola. Era d
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con il padre, certo che era d’accordo, di
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e, in più, uno che di sport se ne
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birra e dai gelati che amava in tutte le
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una farfalla: si capiva che era stato un campione
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Nicola fece un gesto che non faceva da quando
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sue braccia un uomo che lui voleva, a ogni
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più stravolta dalla noia che dal dolore. ¶ E lei
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Ma era vero solo che ascoltava Lucio Battisti; per
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letto, con il dolore che ogni tanto faceva capolino
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e l’ho visto che girava tra le bancarelle
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bancarelle. Mi ha detto che cercava un cappello per
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da scozzese» puntualizzò Francesca che era precisa, la più
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a scrivere quei concetti che non capiva né lui
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e il presente insignificante che viveva. ¶ Riprese ad allenarsi
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Vorrei evitarti gli errori che ho commesso in passato
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una fame così smisurata che quando tornò a casa
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delle prove di corsa che faceva eseguire con cavigliere
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percorso di ostacoli bassi che Nicola doveva saltare due
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Anna, le rare volte che viene a trovarmi, si
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il paesaggio di montagne che la circondano a casa
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fondo, sulla destra. So che per voi è stato
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Anna mi ha detto che una volta con voi
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più di Lucio Battisti, che invece Anna venerava: la
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ancora oggi, tant’è che ai miei due figli
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scusami per l’inciso che non c’entra con
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tua visita. Avrai capito che l’altra volta nell
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di telefono al primo che capita. No, non mi
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non mi fraintendere, so che tu per Anna sei
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un estraneo, un nome che leggevo sui giornali, un
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del primo momento sembrava che non si fosse fatto
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sangue. Sangue tiepido, vischioso, che al tatto fuoriusciva da
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intanto correva, era quello che sapeva fare meglio, correre
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velocissimo e non capiva che quando i muscoli reagiscono
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correva più del vento che gli rinfrescava la ferita
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non si rendeva conto che era ridicolo gridare «sto
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voglio morire» alla velocità che un moribondo potrebbe raggiungere
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padre, e le labbra che fremevano dalla preoccupazione. Ma
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in macchina e intuendo che non era in pericolo
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in pericolo di vita, che le gambe, soprattutto le
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alla povera mamma vostra?». ¶ Che c’entrava lui con
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un dolore così lancinante che credeva di non resistere
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e atteso. Tant’è che l’infermiera gli parlava
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gli parlava per accertarsi che non fosse svenuto: «Poi
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lui ironico e pensò che purtroppo aveva ragione il
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vedrai solo uno scarabocchio che la ricrescita dei capelli
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di un fiumiciattolo rossastro, che partiva dai capelli al
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tempia sinistra. Ma ciò che lo fece rabbrividire fu
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l’immagine del futuro che lo specchio rifletteva senza
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nuca come per accertarsi che fosse vivo, e nel
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non si calmava, no che non mi calmo, me
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non si calmava, no che non mi calmo, mi
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calmo, mi avevano detto che era stato investito da
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da una machinòna e che le rote gli avevano
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fronte a un figlio che credevo morto mazzato, che
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che credevo morto mazzato, che mo’ è vivo per
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di quella bestia fricàta che guidava la machinòna e
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se lo chiappo giuro che lo squarto come un
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riprese con il «no che non mi calmo», si
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una bistecca vacchìna, Nicolì, ché devi ricuperare il sangue
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con le palle quadrate, che non si è lamentato
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occhio sano cercava Anna, che però non si vedeva
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la testa. Gli sembra che dall’incidente sia passato
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crescono pochi capelli neri, che volendo si potrebbero contare
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madre mi ha anticipato che sarebbe venuto a cercarmi
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madre mi ha detto che lei mi può aiutare
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cicatrice, un sottile dolore che si propaga fino alla
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Per un istante sperò che l’incidente fosse solo
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la madre aveva insistito che mangiasse e, dopo le
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espressa a Lucio Battisti, che gli bruciava dentro più
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della ferita. ¶ «Senti, visto che dovrai passare tanto tempo
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mani calde di lei che gli stringevano i polsi
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quelli di Lucio Battisti che appartengono a me, li
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di poesie e romanzi che sono tutti miei. La
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alla stanza senza sapere che fare, sperando che Anna
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sapere che fare, sperando che Anna continuasse a parlargli
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lettera e succeda quello che deve, pensava Nicola. Dài
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pensava Nicola. Dài, coraggio, che ci vuole? Invece ringraziò
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e l’avevo perdonata ché una figlia è una
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Ho detto pure troppo, ché se è sparita ci
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ci sarà un motivo che sa solo lei e
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materna. ¶ «Non preoccuparti, figlicè, ché se vuoi la trovi
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numeri e tutto quello che ti serve ce li
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la figlia mia menzana, che forse già conosci. Fatìga
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ti scordare a Mario che ha fatto tanto alla
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salita. ¶ L’eterno studente ¶ «Che è sacrificata, credimi, una
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oggi però mi pento, ché se allora seguivo il
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sporta alla Montecatini.» ¶ «È che non eri abituato al
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sguardo, le pupille scure che inseguivano svelte e curiose
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E infatti. Fu lui che lo vide per primo
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volta gli regalava dischi che erano delle primizie, l
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cantautore di origine crotonese che viveva a Roma e
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e all’intelligenza, altro che il pessimismo del passero
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pessimismo del passero solitario che cantando va finché non
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giorno o il passerotto che è volato via, senza
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senza i tuoi capricci che farei… ma insomma: aprite
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mi riferisco a quelle che hai tra le gambe
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terroristi non piacciono!» ¶ «E che c’entrano mo’ i
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figli di papà annoiati che sparano per sparare. Amano
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ti parlo del dovere che hanno tutti i giovani
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dovere, le altre cose che gli tràsono nella capa
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strega da bruciare, visto che ogni tanto ci azzecca
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facile: «Mo’ vuoi vedere che lìticano questi due, sembrano
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e gatto». ¶ «Parla parla, ché è l’unica cosa
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è l’unica cosa che sai fare» gridò il
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esami e la tesi. Che però ho cominciato a
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volta non avevi detto che ti mancavano tre esami
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castagne luccicanti e malandrine che le sorridevano e la
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pace, a Mario nostro, ché è stanco per il
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piatto del figlio prediletto. Che divorava, beato e riconoscente
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Mario confidò al fratello che la cucina della mamma
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per i peperoncini piccanti che non mancavano mai, neanche
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alle sette ho bisogno che smammi dalla stanza.» ¶ «Perché
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voce pietosa del fratello. Che cazzo ridi, fra’, pensava
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Ah, l’avevo capito che Anna ti piaceva». ¶ Un
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superficialità e l’arroganza che aveva dimostrato. Per la
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se gli pareva impossibile che una ragazza come Anna
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colonne dei portici capirono che quello era uno sguardo
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e una camicia bianca. «Che bel figo, che eleganza
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bianca. «Che bel figo, che eleganza, che sexappilu» gli
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bel figo, che eleganza, che sexappilu» gli diceva Vincenzo
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ammirazione i propri riccioli che ballavano pieni di vento
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un orizzonte di sogni che ben presto sfumava, lasciando
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non si rese conto che dopo la curva stava
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si preparasse all’impatto. ¶ «Che sta facendo quell’imbecille
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invece di parlare, lui che sullo scatto da fermo
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è un altro motivo che mi ha spinta a
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di dialogare con qualcuno che mi ascolta senza interrompere
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cartolina, perché so bene che sei molto impegnato e
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vorrei solo una conferma che tu mi ascolti come
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decisione. Di aver lasciato che fosse il tempo a
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in seconda lungo tornanti che costeggiano timpe paurose. Dal
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aperto entra un vento che gli rinfresca la faccia
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e gli porta odori che non conosce. ¶ Il paese
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e orgogliosa, poche persone che camminano lente sul corso
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nessuno. Nemmeno il vento che invece scorrazzava in piazza
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gatti paffuti e grigi che lo scortano come soldati
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a noi, una disgrazia che non ti dico, una
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un giorno d’estate che non ti aspettavi mai
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con il patre amato che chiamava a ogni ora
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più bene a lui che a me, con me
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e mi diceva sempre che parlavo troppo, che penzavo
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sempre che parlavo troppo, che penzavo solo a me
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mie cose, inzomma, pure che non capivo niente di
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fissata con quel cantante che aveva i tuoi capelli
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fa da noi. Poi che dovevo fare? Muffire come
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questo brav’uomo qua, che mo’ sembra mio patre
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sembra mio patre e che allora era uno scapolone
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me di nove anni, che mi aveva sempre voluto
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avevo scelto l’altro che aveva solo il core
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Gina Lollobrigida, un petto che gli uomini me lo
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macàri facevo l’attrice ché sapevo e so parlare
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Roma, passa a trovarmi che ti faccio fare la
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faccio fare la televisione, ché tu sei bella naturale
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bella naturale». Ma pàtrema, che mi stava vicino come
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ho sorriso e penzavo che pàtrema poteva stare squitàto
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ma nel paese mio, ché ero giovane, innamorata e
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lei fa una scenata che non ti dico: mi
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lei, la più grande, che doveva essere la più
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capire perché lo facevo, che lo facevo pure per
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per farla studiare. Lei che si spacciava da moderna
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da ragazza di città, che poteva parlare e uscire
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gradiva, pure in paese, ché il patre buonanima non
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mamma, fino alla lauria che ha preso in tre
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e sperta sarà sempre, ché è figlia mia e
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tanti qua da noi che si lauriano con i
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bello alto e magro che non ho capito se
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non te lo dico ché sei davanti: ti avevo
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casa tua, ma più che sufficienti per capire che
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che sufficienti per capire che le volevi un bene
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Il furestero ha detto che era un suo amico
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chiamava Rino Gaetano, quello che ho visto al festival
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festival di Sanremo e che cantava “Gianna Gianna Gianna
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no, più di lei, che comunque mi parlava e
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leggeri, e l’acqua che saltellava da un solco
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inquietudine, un miscuglio esplosivo che gli partiva dalla bocca
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piaceva sentire il vento che lottava con i suoi
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oro. Tutti gli dicevano che aveva talento da vendere
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sciacquava la faccia, avvertì che l’inquietudine cresceva, diveniva
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il malumore? Dal fatto che fino alla domenica sera
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era colpa della lettera che soffocava nel cassetto assieme
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né il professor Greco, che di sabato saltavano la
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una nuvoletta di moscerini che gli ronzava davanti agli
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con il piede destro che conficcava rabbioso la scarpetta
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I folti capelli neri, che prima si erano involati
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con i baffi grigi che sapeva parlare dei fatti
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2008
e il colmo era che gli studenti dovevano imparare
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naturalmente, alla tua lettera che mi tiene sveglio come
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a virtù, è logico che sia conformemente alla virtù
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se almeno sapessi dove, che colore ha, che profumo
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dove, che colore ha, che profumo, che sapore, se
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colore ha, che profumo, che sapore, se assomiglia a
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uno sconquasso da terremoto che mi libera un’energia
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mentre lo pensava, sapeva che invece era un ignobile
261
2008
la coscienza a posto. Che fai, Nicola, non è
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2008
la ragazza del motorino che durante il tuo viaggio
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2008
vacanze estive dalla zia che ha un bar a
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2008
Sorrisi e Canzoni TV» che saresti passato in zona
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2008
c’erano paesi interi che aspettavano il vostro passaggio
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2008
tuo cavallo. Per paura che mi sgridassi, ti ho
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2008
ti ho anticipato: «Guarda che vengo dalla Calabria solo
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2008
calore. Ti ho confidato che sei il mio cantante
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2008
mio cantante preferito e che di te mi piace
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2008
curiosi, il tuo sorriso che ha la dolcezza del
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2008
per la tua voce che mi emoziona fino alle
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2008
sottile dispiacere”. ¶ Mamma dice che le tue sono lagne
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2008
le tue sono lagne, che non sai cantare, non
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2008
la mente, v’inciotìsce (che vuol dire vi istupidisce
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2008
Lucio, non sa quello che dice. Lei ama i
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2008
Villa o Mino Reitano, che hanno belle voci melodiche
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2008
purtroppo, di te. Credo che sia l’unico uomo
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2008
unico uomo al mondo che non ha mai canticchiato
279
2008
sono ancora considerate cambiali che ti dissanguano: bisogna preparare
280
2008
Non credi anche tu che sia assurdo tutto questo
281
2008
paese. È la gente che condiziona i miei genitori
282
2008
mai, soprattutto con mamma, che custodisce il mio “onore
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2008
di frequentare un ragazzo che mi piace, perché teme
284
2008
mi piace, perché teme che lui non abbia “intenzioni
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2008
importante, mi dice, è che vai bene a scuola
286
2008
due figli della famiglia che mi ospita ha i
287
2008
e se non fosse che è scontroso e abbastanza
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2008
persona sensibile come te che mi sappia capire. Poi
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2008
rosa, fiore di pesco, che pian piano diventa frutto
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2008
le proporzioni della madre, che erano troppo vistose, esagerate
291
2008
comunque diventata una ragazza che non ti lasciava indifferente
292
2008
ti lasciava indifferente e che dietro la maschera del
293
2008
parlarti di una cosa che non sai. Di una
294
2008
sai. Di una storia che mi brucia dentro da
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2008
falsità e di vuoto che gli si spande dentro
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spesso, ultimamente. Il piacere che poi si sfilaccia in
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2008
Lucio Battisti, e Nicola, che li conosce quasi tutti
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2008
meravigliarsi di quella manna che pare cadere dall’etere
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Assieme a Rino Gaetano, che era stato un amico
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canzoni hanno testi enigmatici che Nicola ammette di non
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Anna non aveva dubbi: «Che c’è da capire
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il rimpianto degli adulti che non vogliono crescere. Dove
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l’ombra di Anna che camminava a pochi passi
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prima; e anche adesso che guida veloce e canta
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e mai una volta che conducessero a una conclusione
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a una conclusione, mai che svelassero i fatti suoi
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i bagnanti sulla spiaggia che si godono il calore
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vento impetuoso e bollente che pare un grido di
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sapeva, ma l’idea che potesse morire non lo
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ad asciugargli lo sgomento che gli ha inumidito gli
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è quasi deserta, sembra che tutti gli automobilisti si
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è una stazione radio che non dia la notizia
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belle di Lucio Battisti che è morto e canta
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è morto e canta, che canta ed è morto
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canta ed è morto, che continuerà a cantare per
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i muscoli delle cosce che si gonfiano di rabbia
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il furore della giovinezza che turbina nell’abitacolo e
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malgrado Lucio Battisti e che non aveva mai raccontato
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nel vento. Erano anni che non correva così, come
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entra nel suo appartamento che si affaccia sul lungomare
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Devi sposarti, Nicolì, prima che un infarto mi fa
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solo nipote. Quand’è che pensi di assistemarti?». Lui
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in bianco e nero che muove la sua testa
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si inserisce per comunicare che i funerali si svolgeranno
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la liberò si accorse che non era indirizzata a
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madre, sorridente e accaldata, che si asciugava le mani
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rimestolare sughi e sughetti che friggevano a gran voce
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Donegani 5/7 – 88070 Crotone». Fu allora che il suo sguardo si
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vergognò delle definizioni tenere che aveva pensato. Si considerava
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Troppo poco per due che vivevano nella stessa casa
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cucina e il corridoio che separava le loro stanze
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silenzioso. ¶ Sentì dei passi che si avvicinavano e nascose
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pronto.» Era la madre che veniva a rovistare nell
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quel modo di parlare che risentiva del suo paesino
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piccanti o peperoncino fresco, che cresceva nell’orto dietro
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dietro casa. Era Capocolò che, a seconda della stagione
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figli della nostra terra ¶ che non si arrendono. In
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Prima degli anni veloci ¶ Che la vita è comunque
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nascondesse apprensioni o pericoli che gli sfuggivano. Poi però
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il grido di felicità che tratteneva in gola dal
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gambe scure di Nicola che inseguiva le due ombre
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assieme alla nuvola gialla che serpeggiava sopra le ciminiere
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con i capelli folti che asciugandosi al caldo dei
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arricciolati. ¶ Le squadre calabresi che aveva allenato ultimamente, si
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alla spertìzza della moglie che aveva dato vita a
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concimi, fertilizzanti e detersivi che produceva, dei circa mille
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tra operai e impiegati che vi lavoravano. Il padre
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pietanze sfiziùse di pesce che mangiavano. Se non ci
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le studentesse a pensione, che venivano dai paesi dell
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Glielo portava l’anziano che viveva con loro e
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minuscola da molto prima che acquistassero la casa, ma
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vecchio motore a nafta che friniva come un coro
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poi baciava anche loro, che diventavano più scuri dei
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pescata fu così abbondante che non avevano più cassette
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attorniata da turisti mattinieri che comprarono il pesce ancora
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non alla brutta stagione, che prima o poi sarebbe
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una volta aveva sperato che finisse presto: dopo gli
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alle spalle un’età che si stava accartocciando nella
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certo non poteva immaginare che gli ultimi scampoli di
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sorpresa: suo figlio Nicola, che di solito giocava da
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con una massa muscolare che faceva spavento, uno dei
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presentarsi le studentesse, segno che le vacanze erano finite
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una donna sulla quarantina che si presentò come «la
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di questa brava guagliùna che si chiama Anna». Infatti
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somiglianza finiva lì. Più che dalla figlia, che aveva
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Più che dalla figlia, che aveva un petto quasi
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particolare della figlia Anna che aveva quattordici anni, doveva
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così incurvate e scomminate che ogni volta sua figlia
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pulita e generosa. Dite che vi mando io, vi
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e la madre ribatteva che oggi costa tutto caro
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broncio altezzoso della ragazza che assisteva alla scena come
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non la riguardasse e che annuiva senza sorriso alle
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frutta a volontà, siccome che marìtma è fruttivendolo». ¶ Nicola
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Pensava alla nuova scuola che avrebbe frequentato dal giorno
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su consiglio del padre, che lo aveva convinto con
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logico: «È una scuola che ti dà un pezzo
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e vellutati, così folti che proiettavano giochi d’ombra
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inizio di una storia che ancora oggi gli brucia
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fronte alla ragazza imbronciata che continuava a fissarlo con
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sopravvento la voce roca che lui conosce bene: “Che
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che lui conosce bene: “Che ne sai tu di
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esser preso per mano, che ne sai… l’amore
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sai…”. ¶ È Lucio Battisti che gli riscalda, come sempre
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come la prima volta che l’aveva vista, ma
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quando fai l’arrogante che si crede chissà chi
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perché non le andava che si sapesse in giro
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in particolare il padre che però cominciava a esagerare
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tutto, figlio, e quello che mangi è ancora più
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ho dubbi dopo quello che ti ho visto fare
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il padre alla comitiva che aveva partecipato ai Giochi
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Ha compiuto un’impresa che chi l’ha vista
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altro in una rimonta che aveva del miracoloso: l
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filo del traguardo. Più che un applauso si era
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Mangiate e bevete quello che volete, offro io. Dobbiamo
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mano: ¶ «Brindiamo a Nicola.» ¶ «Che non ci dia una
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dia una sola.» ¶ «Ma che continui a vincere spedito
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serata, divertente. Nicola notò che Rino, benché cominciasse a
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semplice e alla mano che conosceva. E anche generoso
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conto, il cassiere disse che Rino aveva già provveduto
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competizioni juniores. Seppe poi che all’Olimpico era stato
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suo idolo Pietro Mennea che correva e si allenava
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Chi non sogna quello che vede, non vede.” Finalmente
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Finalmente capiva la massima che Anna aveva letto in
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in un libro e che citava nei momenti di
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Sognava di raggiungere ciò che vedeva. Medaglia di bronzo
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ragion veduta. Era lui che lo allenava. «Guardalo come
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ragazzo molto intelligente, oltre che un talento naturale.» ¶ Nicola
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un volume così alto che avrebbe coperto ogni gemito
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innamorate. Era Rino Gaetano che cantava “Amo il sale
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amore, amo il sale che c’è in te
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di quel sale mattutino che tu prendi in riva
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al tuo corpo nudo che non avevo mai ammirato
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prorompenti, ai capezzoli spavaldi che mi sfioravano a ogni
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sale… di quel sale che a pensarci ti vien
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È la prima volta che tornano senza un sorriso
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aspetto delicato e sensuale che piaceva tanto a Mario
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lavoro, dei tradimenti cronici che lui nega senza tentennare
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fratello il buono fruttifero che gli spetta. Né Lucia
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gioiosa per i soldi che sembrano piovuti dal cielo
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i sensi» dice Mario. ¶ «Che generoso!» esclama Lucia e
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Sarà contenta di sapere che Capocolò ha pensato anche
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sembra vero. Non immaginava che la cognata avesse ancora
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indirizzo su un foglietto che ha strappato dalla sua
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parla sottovoce: «Non dirle che te l’ho dato
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mi ha fatto giurare che non l’avrei mai
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il letto vuoto. Più che paura, stavolta sente un
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dell’autore Carlo Bernard che in seguito si sarebbe
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sull’alibi dell’amore che gioca brutti scherzi e
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una passerella di legno che attraversa un sito archeologico
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più seria del mondo, che pareva avesse capito il
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voglia di parlarne. Certo che adesso ha più di
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rintracciarla. Pure Capocolò desiderava che la cercasse. Non a
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chimico fresco di diploma che la Montecatini aveva assunto
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gli occhi di Gemma che incrociò all’uscita dalla
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un’attesa di anni che terminava in quel momento
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di lei e seppe che era una maestra, per
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nubile. Anzi, gli dissero che era una signorina con
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puzza sotto il naso, che rifiutava tutti i pretendenti
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grande fabbrica della Pertusola che sbuffava a fianco. Gli
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rosa bianca, dal profumo che ti inebriava non appena
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il padre gli disse che la figlia era scomparsa
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capiva, non voleva capire che “scomparsa” significava “morta”. E
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tesori della Magna Grecia che in quel punto costellano
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casa. Poi aveva capito che stava sbagliando tutto, si
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sue parole liberavano immagini che i tre giovani rivedevano
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testamento di chi sente che sta per morire. Le
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alla colonna d’oro che un mio vecchio amico
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Così sicuro di quello che aveva visto che ne
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quello che aveva visto che ne aveva parlato con
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colonna della leggenda? Quella che voleva rubare Annibale e
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voleva rubare Annibale e che poi era finita in
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dalle maglie e, prima che soffocassero, li lanciò nel
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è annegato. Può darsi che sia successo molto lontano
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la barca. Ora speriamo che le correnti spingano il
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cadavere a riva o che lo avvisti qualche peschereccio
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per cancellare un’immagine che gli fa male. La
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fiore sulla tomba». ¶ «Vedrai che nèscia a galla, vedrai
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dice il marito. ¶ «No che non nèscia, non vuole
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è jettàto nel posto che non lo trova nessuno
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io me lo vedo che fa il segno della
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jètta senza fare spruzzi. Che coraggio bastardo ha avuto
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no controvoglia. Nicola sa che la sua visione è
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dalla zona più pescosa che era diventata area marina
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marina protetta, e pareva che i pesci sguazzassero in
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anomala. Solo ora capiscono che Capocolò se ne è
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le prende si accorge che gli tremano le mani
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componenti della famiglia Manfredi, che mi hanno voluto bene
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buono fruttifero cadauno, soldi che ho ricavato dalla vendita
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alla dottoressa Anna Arcuri che saprà come usarli. Nicola
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fronte a Capo Colonna che Nicola conosce. Un abbraccio
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è un segreto nostro che gli altri non potrebbero
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e gentilezza, e sapere che mi leggi e mi
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sentito la tua voce che mi aspettava! È uscita
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vicoli, la tua voce che usciva morbida dalle finestre
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camminavo, preda dei venti che ci accarezzavano, e avrei
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cucina: “E respirando brezze che dilagano su terre senza
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Lucio, per la sorpresa che mi hai voluto fare
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mia vita stai sicuro che ne parlerò. Sì, caro
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momento ho il cuore che mi trema, continuo a
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come stai? È vero che hai deciso di non
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sparecchiare. «Aiutami» aggiunse, «prima che faccia buio. Fra poco
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cenno di disgusto. «Guarda che non ti sto offrendo
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preparazione della sigaretta più che fumare, mi calma quando
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felicità subdola, di quella che t’illumina d’immenso
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lui improvvisamente si accorse che il campo era pieno
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capiva cosa fossero, pareva che il cielo si specchiasse
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pelle, allontanare il pensiero che si trattasse di un
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ingenuo come Nicola capiva che lei avrebbe voluto gridare
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come se giocassero. Lui che non aveva portato i
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sguardi intermittenti delle lucciole che brillavano di gioia. Più
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la frase meno opportuna che avrebbe potuto pronunciare in
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lo portò sul viso che scottava. ¶ Dormirono poche ore
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tutto, tralasciando volutamente quello che era successo la notte
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E ora?». ¶ «Ora aspetteremo che passi l’estate. Al
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genitori. Sono gli unici che hanno il permesso di
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un’ambulanza. Ogni volta che controlla sul display la
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di sottecchi il nome che temeva: CASA MIEI. Esce
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occhi puntati sui ragazzi che stanno giocando a pallavolo
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si capisce bene quello che dice, parla di Capocolò
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dice, parla di Capocolò, che è sparisciùto, lei l