parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Sgorlon, La conchiglia di Anataj, 1983

concordanze di «che»

nautoretestoannoconcordanza
1
1983
in certo senso rassicurato che si vedessero dei monti
2
1983
lontanissimo, dei punti neri che si muovevano in cerchio
3
1983
esserne così sicuro?» ¶ «Credi che non le conosca? che
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1983
che non le conosca? che non le abbia mai
5
1983
da come volano. Scommettiamo che sono aquile? Lo chiediamo
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1983
arrossava la faccia. Sperò che Kirkovsk fosse tra le
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1983
vicino ad esse, e che nei giorni liberi potesse
8
1983
aquile. Fu un progetto che mise subito radici in
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1983
falsamente cordiali. Tutto ciò che mi circondava era intessuto
10
1983
parte. Era davvero possibile che il nostro convoglio fosse
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1983
nessun dubbio. La realtà che ci circondava era fasciata
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1983
speciale per il bosco che ci circondava da tutte
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1983
in modi più forti che mai, di essere in
14
1983
tutta la vita. Sperai che Kirkovsk fosse un luogo
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1983
fermare. Non poteva essere che un villaggio nella taiga
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1983
orsi e le tigri, che non si vedevano ma
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1983
non si vedevano ma che forse si sentivano, e
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1983
forse si sentivano, e che per qualche ragione misteriosa
19
1983
interveniva un elemento ignoto che mi svelava le attrazioni
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1983
paure, infantili e curiose, che forse ne nascondevano un
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1983
per il grande spazio che avevo messo fra me
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1983
Irina, o il cimitero che l’accoglieva. O forse
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1983
forse perché tutto ciò che riguardava la mia persona
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1983
tempo, come una slitta che esca di strada. Per
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1983
di strada. Per strano che fosse, ero convinto di
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1983
chiese e di conventi, che un terribile incendio aveva
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1983
Un russo mi disse che in antico la città
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1983
vero rapporto con quello che provavo da giovane. Con
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1983
passivo per reagire. Sapevo che soltanto dopo Ulan Ude
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1983
odore acuto dei corpi che mi erano vicini. A
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1983
del ghiaccio, tanto più che il taràntas non aveva
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1983
facce preoccupate. Intuii vagamente che dovevano riferirsi al vento
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1983
cuore della notte, senza che scendessimo dal taràntas. Nessuno
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1983
notte dormii profondamente, tanto che mi svegliai di nuovo
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1983
lago. Non è possibile che ci manchi molto, ormai
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1983
nuvole, ma subito intuii che Bastiano diceva il vero
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1983
il Bajkal, nient’altro che il Bajkal. I russi
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1983
il lago così limpido che si riusciva a scorgerne
39
1983
il cuore la sera che arrivammo a Kirkovsk. Le
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1983
gli alberi della taiga che arrivavano vicinissimi alla stazione
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1983
le apprensioni di Bastiano, che adesso aveva l’aspetto
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1983
le nuvole di fumo che uscivano da me, era
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1983
anche se sapevo bene che Kirkovsk non poteva che
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1983
che Kirkovsk non poteva che somigliare ai moltissimi villaggi
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1983
somigliare ai moltissimi villaggi che avevamo visti. Attraversai lo
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1983
era circondata da steccati, che formavano sul terreno delle
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1983
vivevano in libertà, prima che uno di essi accettasse
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1983
ululato lontanissimo di lupi, che era forse il rimprovero
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1983
della terra. Pareva incredibile che vi fossero persone che
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1983
che vi fossero persone che accettavano di rinunziare al
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1983
senza confine. Era improbabile che quegli audaci avessero una
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1983
calda e dei familiari che li aspettavano, e che
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1983
che li aspettavano, e che la loro vita potesse
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1983
pallidissimi, velati da foschie che avvolgevano ogni cosa, alberi
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1983
sua pena sottile. Sapevo che non aveva mai contato
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1983
del suo paese, e che per tutti gli altri
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1983
con lui perché capisse che lo consideravo un amico
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1983
soverchiato da elementi indefinibili, che sgretolavano pian piano la
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1983
e ore non vedevamo che pianure ondulate e piccole
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1983
dicevano niente, se non che da quando eravamo partiti
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1983
fermò più a lungo che altrove. Contadine con il
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1983
per cadenza a quelle che avevo sentito da pescatori
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1983
da pescatori o battellieri che tiravano le imbarcazioni lungo
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1983
Riuscii a intuire più che vedere che ognuno di
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1983
intuire più che vedere che ognuno di coloro aveva
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1983
coloro aveva una catena che gli correva lungo la
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1983
altre albe e tramonti, che parevano gli elementi più
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1983
gli elementi più certi che scandivano la monotonia del
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1983
intravedeva un villaggio. Aspettavamo che ripartisse, ma non accadde
70
1983
eravamo partiti. Tutti quelli che erano ancora sul treno
71
1983
una decisione assennata. Adesso che ero arrivato alla sua
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1983
un’impresa smarrita, insensata, che si era bloccata contro
73
1983
muraglie gelate dell’inverno… ¶ Che cosa sarebbe accaduto adesso
74
1983
slitte, taràntas e cavalli, che venivano aggiogati o portati
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1983
mi aveva fornito testimonianza che ero proprio nel cuore
76
1983
L’ultima grande città che ci eravamo lasciata dietro
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1983
avevo imparato da tempo che cosa il suo gesto
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1983
segnalasse. Tutti dubitavamo ormai che esistesse davvero un villaggio
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1983
quale direzione proseguire. Quello che un poco ci rassicurava
80
1983
ci rassicurava, invece, era che con noi fossero scesi
81
1983
posta, trattenuti dal timore che, allontanandoci da lì, avremmo
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1983
bande organizzate di individui che venivano dai villaggi sparsi
83
1983
villaggi sparsi sui monti che avevamo cominciato a intravedere
84
1983
da bocca a orecchio, che a Ghircik invano davano
85
1983
lo dici? Cosa vuoi che ne sappia, io?» disse
86
1983
accordo anche i cosacchi, che stavano sui taràntas dormicchiando
87
1983
più voglia di dormire che di parlare. ¶ Anche gli
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1983
loro. Ma quel poco che dicevano era bastante a
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1983
bastante a farmi capire che ero capitato in mezzo
90
1983
perché sia in Europa che in Russia avevo lavorato
91
1983
tutti i linguaggi slavi, che non conoscevo ma riuscivo
92
1983
e da tutto ciò che avevano di più caro
93
1983
per questo mi pareva che ciò che li attirava
94
1983
mi pareva che ciò che li attirava non poteva
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1983
altro, qualcosa di sottile, che io però ben conoscevo
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1983
guardavo sulla destra montagne che formavano una serie di
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1983
cominciava la Siberia, e che il piccolo fiume che
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1983
che il piccolo fiume che l’attraversava era un
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1983
un affluente dell’Irtyš, che a sua volta andava
100
1983
destino. Adesso non eravamo che tre spaventapasseri dispersi e
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1983
spaventapasseri dispersi e storditi, che non sapevano cosa li
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1983
cantiere, con un ingegnere che veniva da Pietroburgo, con
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1983
di carte un fascicolo che m’interessò. Era un
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1983
capo altrettanti cantieri, o che comunque fornivano alloggi ai
105
1983
un villaggio della Transbajkalia che si chiamava Kirkovsk. Da
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1983
dire e si leggeva che gli sforzi maggiori dell
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1983
scavare gallerie in rocce che scendevano a picco sul
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1983
friulani e di italiani? Che cosa volevo veramente, arrivare
109
1983
un capriccio della sfinge che mi portavo dentro e
110
1983
mi portavo dentro e che si svegliava ogni tanto
111
1983
seppellito dentro di me, che usciva finalmente all’aperto
112
1983
perché fu subito chiaro che Bastiano da solo non
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1983
anch’io. Ma so che è un grosso sbaglio
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1983
sapiente antico, di quelli che passavano la vita a
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1983
Faceva le stesse cose che facevamo noi, ma la
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1983
lui una nervosa perplessità, che si mostrava nel suo
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1983
baffi. Pareva confidare ancora che ci avremmo ripensato, e
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1983
ci avremmo ripensato, e che avremmo finito per strappare
119
1983
far fagotto. Madonna mia, che scuro!» ¶ Una volta il
120
1983
aveva svegliato i ragazzi, che dormivano all’aperto, sui
121
1983
nell’inganno. Ma ormai che erano svegli, dato che
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1983
che erano svegli, dato che l’alba era lontana
123
1983
stato per anni qualcuno che ci aveva gridato in
124
1983
direzione, come una muffa che l’avesse penetrato, e
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1983
stranite, simili a quelle che gli stavano vicine anche
126
1983
le cinghie dello zaino che segavano le spalle, le
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1983
di mattina, il caporale che gridava come un ossesso
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1983
come un ossesso, e che a volte si metteva
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1983
eco di una fucilata che aveva tirata nella notte
130
1983
per spaventare due tali che non s’erano fermati
131
1983
carbonai e di banditi che neppure l’inverno e
132
1983
usciva anche dal fatto che non aveva mai sentito
133
1983
senza fine, o boschetti che rompevano ogni tanto la
134
1983
Ogni tanto un lago, che riuscivamo a indovinare sotto
135
1983
vicinanze di qualche villaggio, che pareva addormentato o vuoto
136
1983
altra steccati di assi, che sembravano dividere gli orti
137
1983
perché era la riprova che non correvamo dentro un
138
1983
un palo. Invece Marco, che sapeva ormai cucire passabilmente
139
1983
storia e ogni fatto che li riguardassero aveva il
140
1983
fossero operai come noi, che andavano a raggiungere i
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1983
a raccontare del ponte che era stato costruito sopra
142
1983
era stata una piena che aveva allagato una pianura
143
1983
cieca sull’enorme lago che si era formato, con
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1983
eravamo accompagnati dal pensiero che si entrava sempre più
145
1983
venne giù a dirmi che era più prudente chiamare
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1983
piccolo lume ad acetilene che correva sopra la neve
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1983
ospedale, a quelle cioè che mi spingevano a un
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1983
traboccava. ¶ Tutti i fatti che seguirono a quella corsa
149
1983
nella cornice del tempo, che si era messo a
150
1983
Solo allora mi parve che il tempo riprendesse il
151
1983
della tragedia. Gli pareva che queste cose non potessero
152
1983
convincere anche me stesso che Irina non c’era
153
1983
non c’era più, che non c’era nessun
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1983
c’era nessun bambino, che non era mai stato
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1983
era mai stato e che tutto si era dissolto
156
1983
manicotto, e le sottane che quasi toccavano la lastra
157
1983
neri, merli e cornacchie, che talvolta dal bosco si
158
1983
di frusta di postiglioni che guidavano i rari taràntas
159
1983
uomo dalla terra perduta, che vagava a casaccio sotto
160
1983
era tutta un viaggio che ricominciava sempre daccapo. Aveva
161
1983
definitivo. Anzi, ero sicuro che stavo per ripartire, ancora
162
1983
alle mie spalle ciò che avevo tessuto per fermarmi
163
1983
zia, Irina, il bambino che non era mai nato
164
1983
muraglia pesante degli anni, che non avevo mai perso
165
1983
tempo a contare, ma che erano passati senza fermarsi
166
1983
luogo all’altro. Più che da un senso di
167
1983
scontato. Nulla di ciò che mi succedeva mi sembrava
168
1983
avevo nulla. Tutto ciò che possedevo poteva stare in
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1983
una sacca da viaggio, che si poteva trasportare senza
170
1983
fatica. L’unica cosa che avevo veramente in più
171
1983
via, ma io sapevo che era inevitabile. ¶ Quando mi
172
1983
nel genere di pensieri che m’avevano fatto compagnia
173
1983
e appannati. Nonostante quello che era successo, avevo ancora
174
1983
avevo ancora tutto ciò che serve alla vita. Avevo
175
1983
faccia. Con rammarico notai che faceva troppo scuro per
176
1983
e i pochi libri che avevo con me. Ogni
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1983
dicevo una sola parola che potesse ricordare il seguito
178
1983
seguito sventurato di cose che mi aveva condotto da
179
1983
risveglio improvviso, scorgevo quello che eravamo in realtà, tre
180
1983
lontana, in una città che si affacciava alla Siberia
181
1983
le tribù dei kirghisi, che vivevano sotto le loro
182
1983
voglia di mostrare ciò che valeva. Bastiano invece si
183
1983
in un luogo forestiero, che poteva generare qualunque sorpresa
184
1983
come non sapessi più che il tempo passava e
185
1983
il tempo passava e che le cose del mondo
186
1983
di notte specialmente, sentivo che qualcosa entrava in tensione
187
1983
modi svaniti e dissolti, che era collegato a treni
188
1983
accompagnato da ombre vaghe, che erano in definitiva le
189
1983
le immagini del cantiere che attraversava steppe, foreste, montagne
190
1983
Bastiano: ¶ «Ho sentito dire che cercano altri operai per
191
1983
Scalpellini, boscaioli, sterratori, segantini…» ¶ «Che cerchino. Noi cosa c
192
1983
Non riuscivo a dimenticare che, a levante della città
193
1983
Si ficcava nel bosco, che cominciava a poche verste
194
1983
ferrovia siberiana. Era convinto che essa stesse nascendo soprattutto
195
1983
volontà dello Zar. Sapeva che era stata voluta dal
196
1983
da pochi anni, e che lo Zar, quando era
197
1983
era fabbricato l’idea che tutto l’immenso cantiere
198
1983
suoi pensieri. Si figurava che egli non avesse mai
199
1983
momento aveva presente ciò che accadeva lungo i cantieri
200
1983
comitato e gli ingegneri che stavano in cima all
201
1983
città, con la scusa che di lì doveva passare
202
1983
più private, anche quelle che prendevano quasi la figura
203
1983
antica sete di giustizia, che si esalava in suppliche
204
1983
mai meno la speranza che prima o poi esse
205
1983
era il Piccolo Padre, che vegliava su tutte le
206
1983
dappertutto v’erano quelli che aspettavano giustizia e avevano
207
1983
un loro caso personale che versava secchie di fiele
208
1983
di deportazione; o quelle che a volte m’era
209
1983
il fiume, incontrando uomini che camminavano sull’alzaia, trascinando
210
1983
di impreciso, di vago, che tuttavia galleggiava sempre nel
211
1983
pietre di misura perfetta, che si potevano sovrapporre alle
212
1983
sovrapporre alle altre senza che tra esse filtrasse il
213
1983
filo di luce. Pareva che tra noi e la
214
1983
ci fosse una parentela che aveva le sue radici
215
1983
istinto remoto. Nelle pietre che arrivavano dalla cava io
216
1983
vene, le fessure ramificate, che parevano strani segnali affidati
217
1983
tavole di una legge che non conoscevo, ma che
218
1983
che non conoscevo, ma che andavo recuperando nel momento
219
1983
di verificare certe cose che i libri di Varvara
220
1983
avvolto da un velo che lui non aveva alcuna
221
1983
rifiuto verso tutto ciò che era russo, come se
222
1983
se fosse la caparra che presto sarebbe tornato nella
223
1983
a volte pareva convinto che tutto il seguito dei
224
1983
Nei cumuli di neve che fiancheggiavano le strade, tagliati
225
1983
Sia l’anziano ferroviere che la zia parevano cambiati
226
1983
si occupavano dell’evento che presto sarebbe venuto a
227
1983
una pesca. Mi persuasi che si lasciasse andare alla
228
1983
terrestrità. ¶ Venne il momento che tutti aspettavamo. Il padre
229
1983
letto di mia moglie, che mi stringeva la mano
230
1983
di decifrare dai rumori che sentivo sopra la testa
231
1983
sentivo sopra la testa che cosa stesse succedendo. Solo
232
1983
altre comari del quartiere, che la levatrice aveva chiamato
233
1983
disegno preciso di ciò che accadeva dai rumori. Eppure
234
1983
informazione, perché le donne che scendevano in cucina a
235
1983
scale, e chiamava colei che stava di sotto con
236
1983
cose già lontane, ma che mi parevano vicinissime. Mi
237
1983
sembrava ieri il giorno che avevo conosciuto Irina, lungo
238
1983
astuto e senza scrupoli, che s’era ficcato nel
239
1983
da un vento malfido che scendesse lungo il fiume
240
1983
se non conoscevo bene che volto avessero. M’ero
241
1983
città. ¶ Il bosco intiero, che correva tra ondulazioni e
242
1983
ridendo, pensando agli umori che scorrevano dentro i tronchi
243
1983
i rami, le foglie, che salivano a nutrire ogni
244
1983
mi figuravo gli insetti che la scavavano in ogni
245
1983
natura di essere terrestre, che nel grembo della terra
246
1983
prima, un certo Francesco, che aveva familiarità con le
247
1983
singolare, artigiani come lui, che stavano in paesi vicini
248
1983
universo. S’era convinto che Dio non fosse fuori
249
1983
lievito e il seme che sviluppavano tutta la natura
250
1983
paese e ai clienti che venivano alla bottega che
251
1983
che venivano alla bottega che i preti spiegavano le
252
1983
cose con favole, e che invece bisognava mettersi a
253
1983
trovare pensieri per grandi. Che Dio dormiva nelle pietre
254
1983
nonni e dei bisnonni che mi avevano camminato davanti
255
1983
strido altissimo del falco, che aveva il nido sulle
256
1983
paure infantili. Temeva adesso che io potessi abbandonarla perché
257
1983
per lei il talismano che mi garantiva il ritorno
258
1983
la conservavo era segno che non vi avevo del
259
1983
una ad una, credendo che scherzasse. ¶ I miei pensieri
260
1983
volpi o dei lupi, che lasciano la madre, appena
261
1983
di cacciare da sé…» ¶ «Che vuoi farci? Così è
262
1983
di distrarla, di dirle che non sarebbe accaduto. Ma
263
1983
sfasciata la sua famiglia, che a lei pareva eterna
264
1983
divertiva a immaginare di che volatile si trattasse. Se
265
1983
di pensare alla ferrovia che veniva costruita in Asia
266
1983
tracciato sulle carte geografiche che pendevano alle pareti. Gli
267
1983
giorno di quegli eletti che vi avrebbero lavorato. Ne
268
1983
grandi speranze nella ferrovia, che avrebbe modificato la vita
269
1983
del paese. ¶ Da quello che sentivo, da ciò che
270
1983
che sentivo, da ciò che leggevo sui giornali, pareva
271
1983
leggevo sui giornali, pareva che la ferrovia asiatica, prima
272
1983
la grande impresa nazionale, che suscitava entusiasmi e faceva
273
1983
anime più trasognate, quelle che sembravano perdute nelle nebbie
274
1983
Era invece un’impresa che ciascuno sentiva come avesse
275
1983
traeva auspici di lietezza, che sistemava con orgoglio tra
276
1983
Certe volte si dimenticava che suo padre era già
277
1983
pensione, e le pareva che un giorno avrebbe alimentato
278
1983
attese e le speranze che in essa aveva riposte
279
1983
tanti cui era costretta. Che alla ferrovia lavorasse un
280
1983
un ragazzo nemmeno diciottenne, che gli altri consideravano come
281
1983
il fischio delle locomotive, che correvano nella notte verso
282
1983
dalle zie, dalle sorelle, che nei suoi discorsi parevano
283
1983
dalle nozze. Il fatto che Marco fosse andato così
284
1983
nevi e i venti che venivano dagli Urali e
285
1983
dovevano passare anni prima che potesse tornare. ¶ Per sanare
286
1983
paio di volte. Intuii che era l’epoca in
287
1983
dirlo, ma era pacifico che lui e Bastiano avrebbero
288
1983
aperto ci stava più che poteva. La neve lo
289
1983
un sognatore. Era convinto che un giorno il popolo
290
1983
voleva saperlo. Sperava soltanto che stessi dalla parte della
291
1983
piloni di un ponte che veniva costruito lontano, in
292
1983
noia. ¶ Dopo un poco che stavo in quella casa
293
1983
Era una possibilità spaventante, che aveva larghissimi modi di
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1983
soffiare i venti ghiacciati, che pietrificavano le erbe della
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1983
era lontanissima dal sospettare che tutto ciò che riguardava
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1983
sospettare che tutto ciò che riguardava la Siberia apriva
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1983
cui partiva la ferrovia, che oltrepassava ormai tutta la
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1983
alla ricerca di Kostja, che nei suoi discorsi non
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1983
partire con la sensazione che si portassero via qualcosa
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1983
nebbiosa di quella sfinge che aveva cominciato a muoversi
301
1983
era un istinto oscuro che mi aveva fatto ruzzolare
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1983
venuto a cercare lavoro, che nel mio paese non
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1983
di andare, la stessa che deve farsi sentire dentro
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1983
d’autunno. Per incredibile che fosse, quel lavorio oscuro
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1983
catturata dal meccanismo spaventoso che l’avrebbe condotta in
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1983
sapere come. Sia Irina che sua zia sembravano riascoltare
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1983
lo più senza volto che aveva generato la disgrazia
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1983
qualcosa di strettamente personale, che era andato perduto. Mi
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parte della mia vita che veniva prima dell’ospedale
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1983
di tante cose. Sentivo che era presa di me
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1983
suo. Ma ogni volta che cercavo di entrare in
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1983
parlassi di cose indifferenti, che si tenessero ben distanti
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1983
ben distanti dal territorio che lei giudicava infido e
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agito da forze imponenti che mi spingevano verso di
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tra fumi e nebbie, che la libertà consisteva nel
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ad oltrepassare il fiume che ci divideva perché Irina
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1983
al mondo dei figli, che un giorno l’avrebbero
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e la parola pacata, che aveva sempre avuto grandi
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1983
i globi di fumo che si dissipavano sopra il
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1983
il mio capo. Lasciavo che per me lavorasse una
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me lavorasse una cosa che avevo sempre considerato uno
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1983
e diventavano insignificanti. Sentivo che la mia avventura era
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1983
nello stesso tempo, e che io ero me stesso
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1983
l’ombra dell’uomo che Irina aveva avuto prima
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1983
prima di me, e che l’aveva abbandonata. Non
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ricucire anche gli strappi che il mio predecessore aveva
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sua fuga. ¶ Non dovevo che lasciarmi trasportare dalla corrente
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in forza del fatto che non era stata costretta
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1983
una facilità così piena che io guardavo la faccenda
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diffidenza, con l’impressione che qualcosa non quadrasse, come
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1983
quadrasse, come un orologio che rivelasse un’ora bugiarda
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1983
chiedevo quando sarebbe accaduto che la sua figura mutasse
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1983
io e lei sapevamo che presto doveva succedere. Fui
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1983
soltanto perché mi pareva che la cosa dovesse prendere
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1983
sorprendere ghiri e scoiattoli, che sfrascavano via al minimo
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1983
degli arbusti del sottobosco che frustavano le mie gambe
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1983
di Ekaterinburg, una città che sorge appena al di
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1983
serie di colline verdi che sono i monti Urali
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1983
per qualche anno prima che le idee cominciassero a
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1983
cui passa la ferrovia che doveva attraversare tutta l
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1983
a quella delle brezze che si avvertivano di mattina
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1983
sera sul lungofiume, e che venivano dagli Urali bianchi
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1983
con un suono sottile, che creava in me improvvise
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1983
udire dei suoni, quali che fossero, come li sentissi
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1983
Non era straordinario? Sentivo che lo era, perché i
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cieco, come certi mendicanti che stavano alle porte dei
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1983
mia vita mi accorgevo che i colori erano una
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1983
da stupire, e capivo che i pittori potessero dedicargli
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1983
di voglia di camminare, che mi portavano dove volevo
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rotondo della mia corporeità, che aveva recuperato totalmente la
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1983
propria salute. Tutto ciò che possedevo l’avevo con
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1983
come un monaco antico, che andasse vagabondando per il
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1983
ingoiato dall’ospedale. Ebbene, che importava? Avevo con me
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1983
con me tutto ciò che serviva per vivere e
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1983
simili e raccontargli ciò che volevo. Avevo i piedi
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volevo. Avevo i piedi, che non mi conducevano mai
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sensazione viva degli spazi che si dilatavano attorno a
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1983
lavoro tra gli uomini che la edificavano. Ero libero
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1983
Non c’era ragione che restassi in quella città
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1983
di Varvara. Capivo ciò che doveva aver provato quando
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1983
ostinati silenzi, e pareva che le sue parole non
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1983
con fiducia alle cose che accadevano. Sentivo di nuovo
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1983
a concentrarmi sul pensiero che dovevo cercare un lavoro
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1983
da miserabili, sul lungofiume. “Che importa? Tutto va per
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fu piuttosto la medaglia che osservavo tranquillamente, appoggiato alla
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1983
un oggetto di bronzo che aveva da una parte
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1983
quantità. Voltandomi, vidi Irina che guardava la moneta. ¶ «Se
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1983
comodo» le dissi porgendogliela. ¶ «Che cosa rappresenta?» chiese lei
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curiosità. ¶ «Un re longobardo, che ebbe il governo del
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1983
con il mio russo che rivelava lo straniero, ma
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1983
rivelava lo straniero, ma che a lei doveva suonare
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una bottiglia di vodka che non si poteva scolare
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1983
sua pelliccia. Si sentiva che l’aria prometteva altra
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1983
Sui pioppi più alti, che crescevano disordinatamente nei prati
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della sera. Da ciò che le venivo dicendo Irina
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ufficio postale. Intuii subito che i timbri e le
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le lettere la stancavano, che alzarsi presto e correre
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in un ambiente ristretto, che odorava di sigaro e
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di uomini, era qualcosa che la mortificava. Con lei
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stanza di mio fratello, che per voi potrebbe andare
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vi contentate.» ¶ Cosa pensava che pretendesse un operaio straniero
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1983
operaio straniero, uno scalpellino che veniva da tanto lontano
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le ipotesi di quello che poteva essergli capitato. Niente
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certo conosceva soltanto questo, che Kostja era un sognatore
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inverno non finisca mai. Che sia attaccato al bosco
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ma forse la cosa che gli piaceva di più
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1983
più in lei era che lo stava ad ascoltare
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una specie di turco, che in tutto il villaggio
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1983
era stato soldato. Sentiva che si doveva, che così
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Sentiva che si doveva, che così bisognava fare. Era
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quell’angolo della costruzione che lo riguardava da vicino
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1983
Era come quegli uccelli che non sanno neanche ciò
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1983
non sanno neanche ciò che esiste al di là
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1983
del lungo inverno siberiano, che pure ci era parso
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parso senza fine, e che dava alle nostre giornate
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una cinquantina gli operai che abitavano a Kirkovsk, tra
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1983
i fanali a petrolio, che rischiaravano una zona di
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1983
più misteriosa la taiga che s’allargava attorno a
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1983
cresceva l’antica impressione che fossimo ombre che venivano
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1983
impressione che fossimo ombre che venivano dal nulla e
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1983
sradicati, lontani da ciò che può diminuire o tener
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1983
qualche filastrocca di paese, che mi era rimasta in
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al canto dei battellieri che trascinavano i barconi lungo
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compenso ricevuto, la conoscenza che in quell’angolo sperduto
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intimo e di sereno, che avvolgeva la mia vita
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1983
nasceva semplicemente dal sapere che quando la ferrovia fosse
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di tutte le cose che erano contenute dalla doppia
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per ritornare. Era probabile che quel dondolio di pensieri
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rumore qualsiasi, un ramo che si spezzava, lo sfrascare
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castoro, era sempre qualcosa che generava un filo di
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1983
un suono straniero, qualcosa che ci ribadisse l’idea
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ci ribadisse l’idea che eravamo tal forest. Se
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1983
seguivamo i riti meglio che potevamo, ma anche avvertendo
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1983
nostro. ¶ La verità era che arrivando nel cuore della
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terra. Invano mi dicevo che era dappertutto e che
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1983
che era dappertutto e che dappertutto potevamo sentirlo e
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1983
verità sottile invece era che Dio era legato anche
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1983
agli abiti sacerdotali, e che solo attraverso tutte quelle
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in fondo… ¶ Ricordavo ciò che era detto nella Bibbia
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1983
detto nella Bibbia, e che i preti raccontavano anche
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1983
anche in chiesa, talvolta, che gli ebrei avevano un
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particolare tutto per loro, che provvedeva al suo popolo
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1983
aveva il proprio Dio, che si poteva sentire soltanto
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1983
soltanto attraverso i segni che gli erano propri, che
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1983
che gli erano propri, che appartenevano alla religione e
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1983
non per i forestieri che lavoravano alla ferrovia, e
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1983
per Ajdym e Anataj, che erano maomettani. ¶ Eppure di
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1983
lo provavo, con tutto che sentissi intimamente che il
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1983
tutto che sentissi intimamente che il mio destino era
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1983
imperiosa necessità di sapere che c’era una presenza
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1983
c’era una presenza che ci sovrastava, che seguiva
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1983
presenza che ci sovrastava, che seguiva le nostre vicende
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1983
mio viso la conferma che Silvestro era pazzo, e
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1983
Silvestro era pazzo, e che un giorno o l
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un po’ spaventato. Sentivamo che era diverso da noi
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1983
e, nello stesso tempo, che era per noi impossibile
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1983
rabbiose e rovesciate, qualcosa che era nel fondo di
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1983
e raccolti, al punto che nessuno, o quasi nessuno
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1983
quasi nessuno, poteva notare che in realtà eravamo un
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1983
realtà eravamo un gruppo che cercava di non dimenticare
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1983
Bastiano e Arrigo. Sembrava che, sia l’uno che
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1983
che, sia l’uno che l’altro, considerassero un
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1983
altro, considerassero un fastidio che gli altri posassero gli
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1983
Al contrario di noi, che avevamo fatto diversi mestieri
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1983
il sibilo delle seghe che mordevano il tronco, i
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1983
quelli simili a lui, che vivevano sempre in mezzo
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1983
guardando soltanto le cose che aveva sotto il naso
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1983
aveva sotto il naso, che servivano al suo lavoro
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1983
senza badare a quelle che non rientravano in esso
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1983
a imbattersi nel pensiero che aveva consumato la vita
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1983
treni, taràntas, carrette, slitte, che temeva di non saper
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1983
era un’altra cosa che lo attirava come un
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1983
fiumi, anche di quello che presto avremmo raggiunto coi
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1983
brivido strano. Sapevamo bene che non avremmo avuto il
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1983
l’oro, perché sapevamo che le polveri erano troppo
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1983
erano troppo scarse, e che cercarle era tempo buttato
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1983
buttato. Eppure l’idea che ve ne fosse, e
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1983
ve ne fosse, e che il nostro sguardo, con
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1983
più pesanti delle solite, che non erano altro se
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1983
saputo il nome, e che era stato poi trovato
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1983
trattasse di un’influenza che ricominciava sempre daccapo, e
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1983
daccapo, e attaccava coloro che non l’avevano ancora
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1983
iridescenze di un caleidoscopio, che crea figure che non
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1983
caleidoscopio, che crea figure che non esistono. La taiga
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1983
a quella delle lumache, che di notte luccica e
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1983
l’ululato dei lupi, che nella notte si udivano
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1983
invocazione astuta e sorniona che ci chiamasse dov’era
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1983
io avvertivo per istinto che la taiga era una
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1983
una di quelle cose che in lui indossavano la
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1983
di respiro, io sapevo che era aggredito dall’esercito
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1983
irresistibile delle idee fisse, che prendevano possesso del suo
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1983
formiche o di termiti che scavi in un vecchio
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1983
e più irriducibile era che la Siberia fosse un
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1983
più fermi e distruttivi, che avrebbe lasciato le sue
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rumoroso con i compagni che potesse servire a metterli
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confidarsi. Certe volte, prima che la luce scomparisse del
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1983
qualche passo nella taiga, che si scuriva sempre più
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1983
un silenzio primitivo, originario, che ci sovrastava e ci
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1983
suo discorso qualche frase che era la spia di
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1983
ancora neve dappertutto. Pare che l’inverno non finisca
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insegnamenti di sua madre, che gli aveva raccomandato di
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1983
vicino a Bastiano. Solo che aveva scambiato Bastiano con
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erano come un’eco che risuonava ancora dentro di
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rendesse conto del fatto che era arrivato fin quaggiù
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degli operai. ¶ «Sarà vero che, appena finita la ferrovia
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1983
E si dice pure che quelli che vi hanno
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dice pure che quelli che vi hanno lavorato avranno
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anziani, padri di famiglia che vorranno subito correre a
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davvero la prima cosa che Marco gli avrebbe chiesta
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Ma era davvero possibile che un operaio potesse parlare
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1983
una folla di guardie che l’avrebbe impedito? Lo
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stomaco la stessa sensazione che hanno le giovani reclute
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1983
per questo l’iniziazione che l’emigrazione forniva. Era
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popoli primitivi, per mostrare che erano ormai validi per
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1983
era una sirena ignota che lo chiamava lontano, il
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1983
Era la stessa sirena che avevo sentito anch’io
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1983
Marco ci raccontò ciò che tutti noi conoscevamo già
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1983
dal suo. Era lì che gli emigranti di tutta
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1983
i ferri del mestiere che pendevano dalla cintura o
500
1983
a cercare gli uomini che servivano per le loro