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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Calisto Bassi, Gerusalemme [traduzione da Alphonse Royer e Gustave Vaëz], 1847

concordanze di «che»

nautoretestoannoconcordanza
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del Conte di Tolosa che serve di comunicazione fra
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è presso alla porta che conduce agli appartamenti; Gastone
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ascoltando con inquietudine. Isaura, che veglia in fondo, li
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senza darmi ¶ Promessa almen, che scorderai quell’odio ¶ A
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di scordare ¶ Quel duol che mi divora, ¶ Io ti
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ancora ¶ Per non pensar che a te. ¶ ELENA: Addio
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il giorno propizio uscio ¶ Che appien cessato sarà il
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il dolor: ¶ Quel dì che a cenno d’un
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formerem ch’una famiglia, ¶ Che sposa a te, Gaston
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un ben v’infondi ¶ Che sperde l’odio, sperde
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bando quel duol tiranno ¶ Che a noi la pace
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e un ben togliea ¶ Che mai di chiedere stanco
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vita. ¶ L’ansia gelosa che il cor m’invade
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Si cerchi un braccio ¶ Che il mio furor secondi
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Noi partiremo. E voi ¶ Che in dono aveste una
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dono aveste una figlia che adoro... ¶ CASTONE: Vi seguirò
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su quelle di Gastone, che si è posto a
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intuoni; ¶ Piombiam sui vessilli che Iddio rnaledì. ¶ Al vile
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vangelo; ¶ Non trovi pietade che tronchi i suoi dì
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Oggi in quei cor’ che pregano ¶ Nuova speranza infondi
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amore ¶ Mi strugge sì... che ad un delitto io
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uman pensier. ¶ Dal furor che in petto ascondo ¶ Il
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l’amante preferito ¶ Fia che piombi in mio poter
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soldato sino ai gradini che mettono alla cappella.) ¶ Vedi
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Vedi que’ due guerrieri ¶ Che veston l’arme d
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arme d’oro? ¶ Quei che un mantel ricopre ¶ È
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È il mio fratel che adoro, ¶ L’altro è
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Morte e sangue!... Oh che mina ¶ Far dovremo in
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un supplizio eterno ¶ Verrà che il danni amor. ¶ Ma
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sostenuto da alcuni Cavalieri che lo conducono negli appartamenti
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angoscia straziante.) ¶ (I Soldati che hanno arrestato l’assassino
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porti i tuoi voti, ¶ Che non puoi sperar grazia
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dee cader l’anatema, ¶ Che in orrore a Dio
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reietto ¶ Non mi resta che morte quaggiù.) ¶ GASTONE, ELENA
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Oh avel di lui che ho spento!... ¶ Ognor con
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di un sasso.) ¶ RUGGERO: Che vedo!... un uom dalla
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dove è arrivato Raimondo, che entra nella caverna.) ¶ SCENA
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ELENA: Quel pio romito, ¶ Che al par del cristiano
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caverna e scorgendovi Raimondo, che ricomparisce, rimane come sorpresa
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E quel dolor temprai ¶ Che mai lo abbandonò. ¶ La
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Volgeasi a quella sposa ¶ Che trista abbandonò. ¶ (Elena vacilla
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Gusterà di quel riposo ¶ Che ottener da te sol
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intorno alla solitudine immensa che li circonda e si
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le sorgenti una stilla ¶ Che ci tolga a sì
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E a quel suol che noi tristi fa spenti
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arresta davanti ai Pellegrini, che s’inginocchiano. Il seguito
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Sia lode sempre Dio, che me dal ferro ¶ Scampò
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DEGLI ASTANTI (vedendo Ruggero che si avanza): Qui s
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appressa il sant’uom che venerato ¶ È per la
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inginocchiandosi): Oh cielo! – ¶ CONTE: Che fate voi? ¶ RUGGERO: Capo
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ai campion di Cristo, ¶ Che il suo vessil recate
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santo! ¶ RUGGERO: Un peccator che s’offre ¶ Per morire
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il de’ un guerriero; ¶ Che da un delitto ancora
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sua gloria, ¶ Quella terra che santa egli fece, ¶ Che
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che santa egli fece, ¶ Che del puro suo sangue
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introdotto da un Muto che gli accenna di aspettare
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accenna di aspettare, e che poi si ritira. ¶ GASTONE
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sé mi chiama! ¶ Or che mi deggio ¶ Temere ancor
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come vorrei ¶ Per lor che mi fér onta ingiustamente
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separò, vederti anelo adesso, ¶ Che a me vicin tu
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dono ¶ Io ti lasciai, che non volea per essa
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palazzo. – Or bada ben che dove ¶ Tu pensassi a
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EMIRO: Giovinetta... t’appressa!... ¶ Che chiedi or qui? qual
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lo sguardo l’Emiro che si allontana; rimasti soli
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reo. ¶ E il Dio che ti ha salvato ¶ T
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Non accoglieva in me che un sol desire: ¶ Di
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Oh! ritratta una parola ¶ Che mi affanna e mi
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e mi consola. ¶ Me che colse un anatema ¶ Seguir
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maledetta... ¶ Riedi al padre che ti aspetta. – ¶ Va! – E
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aspetta. – ¶ Va! – E piuttosto che vederti ¶ Correr meco un
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t’inspira un sacrifizio ¶ Che me lieto render può
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fa incerto... ¶ A lei che ti abbandona... ¶ Deh! padre
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Deh! padre mio, perdona! ¶ Ché in lui soltanto è
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Ogni mio duolo obblio; ¶ Ché in te soltanto è
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INTERNE: All’armi! ¶ ELENA: Che ascolto! (Con ispavento:) ¶ S
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la finestra, nel mentre che al di fuori raddoppiano
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CORO: La bella cattiva ¶ Che mostrasi schiva ¶ Di feste
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incanto ¶ Dei vezzi leggiadri ¶ Che brillano in te? ¶ Perché
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incanto ¶ De’ vezzi leggiadri ¶ Che brillano in te? ¶ Oh
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Sul mesto tuo viso, ¶ Che nato al dolore ¶ Quel
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SCENA TERZA ¶ ELENA (sola): Che mi cal della vita
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estrema ¶ Dovrò perder colui che solo adoro? ¶ Per colmo
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di me, Signore! ¶ Tempra, che il puoi tu solo
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colpita da un pensiero che la spaventa.) ¶ Ma Gaston
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orrendo ¶ A discolparmi scendo, ¶ Che reo non son! ¶ CORO
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benda fatale ¶ Quel Dio che vigila – sopra il mortale
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collera – sul Tempio cada ¶ Che si degrada – con tal
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Soldati e da Penitenti che portano il suo elmo
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cor. ¶ Per quella smania che in sen divoro, ¶ Deh
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cielo, o traditor! ¶ AMBASCIATORE: Che l’umana giustizia ¶ A
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M’uccidete... colpite... e che v’arresta? ¶ Colpite alfin
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è scritta! ¶ L’uom che uccidesti alfin è vendicato
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reato ¶ Innanzi a Dio, che abborre all’empietà. ¶ SCUDIERO
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del misero oltraggiato; ¶ Tu che distingui il reo dall
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reo dall’incolpato, ¶ Fa che risplenda un dì la
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valle è questa, ¶ Gerusalem, che ne accorrà fra poco
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Deh! per i luoghi che veder n’è dato
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a Dio volar! ¶ (Elena che si avanza in mezzo
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Deh! per i luoghi che veder n’è dato
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avanzata aspettando con angoscia che Gastone comparisca: egli sorte
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questa? ¶ (Con disperazione.) ¶ Dio, che tutto a me togliesti
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tutto a me togliesti, ¶ Che mi serbi a dì
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sul capo di Gastone che si pose in ginocchio
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risplenderà. ¶ GASTONE: Non illuderti, che morte ¶ Oggi me colpir
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Ti seguirò, ben mio, ¶ Che senza te quest’anima
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Deh! fa gran Dio che il fulmine ¶ Colpisca il
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Profeta ti son io ¶ Che di novella gloria ¶ Risplenderai
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Tacciar... sei libero! ¶ GASTONE: Che ascolto... ¶ (Raccogliendo la spada
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nelle braccia del Conte che entra coli’Ambasciatore): Padre
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calata.) ¶ CONTE: Nobil guerrier, che primo lo stendardo ¶ Giungesti
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non mi maledite... ¶ Or che apprendete il vero... ¶ In
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per lui ti chieggio, ¶ Che la pena io subir
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subir deggio ¶ Dell’error che mio sol è. ¶ (Movimento
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gloria ¶ Sei de’ forti che t’aprono il cor