parolescritte
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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Ada Negri, Di giorno in giorno, 1932

concordanze di «che»

nautoretestoannoconcordanza
1
1932
sera di rappresentazione. Donna che ha sofferto: nel cuore
2
1932
operaia o borghesuccia qualunque. Che male c'è? Anzi
3
1932
l'impressione d'una che si sia salvata da
4
1932
affanni per le ricchezze che l'incendio le ha
5
1932
canto a qualche fanciulla che ha fame e sete
6
1932
tempi nuovi! ¶ La mimica che accompagna il discorso è
7
1932
nelle ragazzine d'oggi che sognano di diventare stelle
8
1932
dirlo alla mia compagna, che ne sorriderebbe: ella ha
9
1932
viva: travertino grigio-fulvo, che a seconda dell'ora
10
1932
glu-glu di colombe, che ingentiliscono i marmi. ¶ La
11
1932
Ammoní, fra l'altro, che atroci miserie e castighi
12
1932
strombettii, per un portone che reca scritto: «Garage umbro
13
1932
non m'offende: sento che la violenza di rapidità
14
1932
fianco sinistro del Duomo, che non fu mai condotto
15
1932
infinità di fóri quadrati, che mi si dicon lasciati
16
1932
tornano a stormi. So che in questo stesso momento
17
1932
Sant'Angelo. ¶ Nell'aria che ha il colore grigio
18
1932
vien fatto di pensare che dalla curva del loro
19
1932
nel bel viso un che di velato, piú leonardesco
20
1932
di velato, piú leonardesco che umbro), mi dice: ¶ — Sapesse
21
1932
tirarli per le alucce, che imparino... ¶ È dolce, la
22
1932
rondoni volarmi cosí vicino, che sembra mi vogliano dire
23
1932
silenziosa è la casa, che sembra deserta. Mi dico
24
1932
l'uliveto delle Clarisse, che scende con pallidi brividi
25
1932
fino agli ultimi poggi: che non chiudono l'orizzonte
26
1932
Ombre d'ali, piú che ali vere. ¶ Mi fanno
27
1932
quelli di San Francesco, che al suo comando partirono
28
1932
aria scrivono parole caste, che non riesco a leggere
29
1932
piú severe ed inquiete: «Che sei venuta a cercare
30
1932
cercare qui? Lo sai che questo non è luogo
31
1932
luogo simile agli altri? Che ci si viene per
32
1932
sul far dell'alba, che ancora era scuro: mi
33
1932
un sol punto. Spettacolo che dev'essere sempre nuovo
34
1932
piú ricco e cupo che nella mia Lombardia. ¶ Ma
35
1932
anima mistica dell'Umbria, che nell'ulivo, albero senza
36
1932
piú vaste man mano che m'avvicino al convento
37
1932
fede e dalla poesia, che ciascuno di noi riconosce
38
1932
riconosce al primo istante che li vede. Riconosco la
39
1932
denaro, la prima volta che qui venne a votarsi
40
1932
i corpi delle Damianite, che, prime, intorno alla Santa
41
1932
di Martino da Coccorano, che fra l'altre splendette
42
1932
nel processo di canonizzazione che si tenne tre mesi
43
1932
cara, fra le tante che specchiano la sua perfezione
44
1932
del Monasterio, le admoniva che, quando vedessero li arbori
45
1932
ombre delle prime Damianite, che m'accompagnano, dal coretto
46
1932
duri pani della carità: che, secondo quanto confessa suor
47
1932
amava ricevere piú rocti che sani». Qui veramente il
48
1932
è la prima volta che v'entro) lo stanzone
49
1932
osando fiatare, per timore che l'uccellino gli volasse
50
1932
il monticello: fino a che l'uomo sentí che
51
1932
che l'uomo sentí che doveva seguirlo. Posto il
52
1932
terriccio, ebbe la sicurezza che lí sotto c'era
53
1932
incanto della bellissima storia, che gli uccelli coi loro
54
1932
cupola: è di quelli che assomigliano a un'esistenza
55
1932
un colloquio con ciò che di piú sofferto, di
56
1932
tempo un gaio monello che giocava col cerchio. Quale
57
1932
è appunto un cerchio che gira ininterrottamente sopra se
58
1932
non m'erano rimaste che immagini di fiori; e
59
1932
LA QUERCIA ¶ La quercia che s'innalza, sola, nella
60
1932
e dalle vicende, seppi che la quercia della prateria
61
1932
rifugiarmi sulla rustica panca che amavo. Timidezza, vergogna, orgoglio
62
1932
non so. Anche ora, che son qui in vacanze
63
1932
domando se lo sa, che la dicono mia: se
64
1932
non per la frescura che mi concedeva: non pensavo
65
1932
mi concedeva: non pensavo che a me, non ero
66
1932
me, non ero occupata che di me, e della
67
1932
magnificenza. Senz'altri alberi che la costringano da vicino
68
1932
di selvaggio: si direbbe che l'altre piante di
69
1932
questo parco, cosí vasto che ore e ore ci
70
1932
del torrente quasi asciutto. ¶ Che bel nome ha il
71
1932
furia intermittente dell'acque, che fra l'autunno e
72
1932
perde in tortuosi serpeggiamenti, che ricordano gli sfondi leonardeschi
73
1932
spasimose nell'aspetto. Nulla che sia vivente si forma
74
1932
del desiderio di pace che ve li condusse. ¶ Io
75
1932
Io pure, povera donna, (che nel confronto con la
76
1932
mio meglio le creature che mi chiesero consolazione ed
77
1932
e spensieratezza, non ricca che dei doni ch'essa
78
1932
giochino a compravendita; e che il manto del suo
79
1932
la Stàffora. Sappiamo benissimo che della Stàffora, estroso torrente
80
1932
ora non v'è che il ghiareto: con, forse
81
1932
campana, uno può dubitare che sia proprio costei la
82
1932
e d'un'intensità che vanno dritto al cuore
83
1932
piuttosto, dà: del bene che compie non fa parola
84
1932
nemmeno con l'aria che respira: passa molte ore
85
1932
d'allora; e sí che non è molto. Come
86
1932
spontaneità d'un fanciullo che attraversi, leggero, il ponticello
87
1932
riaffiorano alla memoria ricordi che credevo spenti. Ripenso a
88
1932
mia madre a me: ché il tempo di Giuditta
89
1932
delle folle in delirio che coprivan di fiori la
90
1932
dell'epoca nostra: quella che, forse, ha toccato le
91
1932
della sua anima lirica: che, forse piú d'ogni
92
1932
vesti delle creature sceniche: che, ovunque, ha raccolto tesori
93
1932
giorno, di un'ora, che importa? Gloria: diciamola pure
94
1932
diciamola pure, la parola ché dà il brivido. – Rosina
95
1932
proprio non sapete piú che farvene? – Nulla: ella non
96
1932
dice, placida: ¶ — Sapete, cara, che cosa vuol dire essere
97
1932
per morire. ¶ La magnolia che guarda il lago: – I
98
1932
lago: – I miei fiori che sembrano di carne ora
99
1932
carne della vecchia signora che dura tanta fatica per
100
1932
per morire. ¶ La magnolia che guarda la montagna: – Io
101
1932
cancello, vedo la gente che passa per la strada
102
1932
fanno tutte le donne che hanno largo petto e
103
1932
ricordo nulla. Ma fin che poté camminare ella passava
104
1932
miei fiori, diceva: – Ah, che delizia! – E davvero la
105
1932
non ha mai pensato che un giorno doveva morire
106
1932
rantolo della vecchia signora che muore; e sí che
107
1932
che muore; e sí che la porta della camera
108
1932
all'acqua del lago, che fa un insopportabile clic
109
1932
Ditelo piuttosto ai motoscafi che mi tagliano in due
110
1932
Oppure ditelo alle automobili che dalla parte della montagna
111
1932
no, la sua voce, che voi mi dite essere
112
1932
leggera e pura. Quella che udii era un'altra
113
1932
per gli uomini, morire. Che travaglio, il loro distacco
114
1932
magnolie: – Guarda dentro tu, che sei sulla soglia: raccontaci
115
1932
tu parli cosí piano che ti si sente solo
116
1932
a tratti: la figlia che bagna pietosamente le labbra
117
1932
labbra aride, l'amica che asciuga il sudore dei
118
1932
dei capelli, il nipote che accarezza la mano inerte
119
1932
la moglie del giardiniere che prega in un angolo
120
1932
qui, per lei: spero che, quando avrà dato l
121
1932
i fiori del giardino: – Che faremo noi, quando la
122
1932
Qualcuno entra (di dove?) che nessuno vede, che ciascuno
123
1932
dove?) che nessuno vede, che ciascuno sente: il silenzio
124
1932
lago a un battello che passa, bianco, con luci
125
1932
sorride estatica a qualcosa che non si vede se
126
1932
ricompaiono: fari d'automobili che viaggiano nella notte, recando
127
1932
e pur tanto soave: che viene non dall'aria
128
1932
acqua. Sono le campanelle che i pescatori hanno attaccate
129
1932
veglia su tutto, oh che dolcezza, ieri come oggi
130
1932
un'atmosfera di carcere, che quella muraglia antica e
131
1932
essere gioia. ¶ Fu allora che mi svegliai; ma non
132
1932
il sogno e ciò che si chiama realtà. ¶ Cosí
133
1932
pioppi e delle betulle che, piú lontane, mi nascondono
134
1932
rallegrata. Scesi, senza pensare che scendevo: scesi, naturalmente, come
135
1932
nel parco, m'accorsi che il terreno era cosparso
136
1932
pappi lanosi dei pioppi, che si staccano e cadono
137
1932
poi delle querce: credo che il mio viso, le
138
1932
alla fila di betulle che costeggia la Stàffora, udii
139
1932
abbandono: con pause brevi, che a me sembravano assai
140
1932
perduti?» – «E perché volete che li abbia perduti? Sono
141
1932
li porto con me.» ¶ Che delizia! Dunque ci si
142
1932
a me non avessi che un'immensa fioritura di
143
1932
nella mente una storia, che al primo narrare m
144
1932
Antona Traversi: l'uomo che, per aver restituito tanti
145
1932
case rustiche col Lambro che ruglia tra le ripe
146
1932
armonia. La stessa locanda, che fa angolo sullo spiazzo
147
1932
un cordiale aspetto antico, che s'intona col resto
148
1932
bei tralci di vite che ne seguono la curva
149
1932
dove tre superbi olmi, che debbono contare qualche secolo
150
1932
dove scendono, fino a che punto soffrono le sue
151
1932
fronde ha un rosignolo, che si sgola a canto
152
1932
Ave Maria: dalla chiesa, che col fianco e parte
153
1932
rosignolo; e il silenzio che ne segue è rotto
154
1932
dalla ghirlanda di lampadine che sormonta il portone della
155
1932
d'un fazzoletto nero, che, alcune ore fa, presso
156
1932
rete potrà – lei – vedere che gioia di luci metta
157
1932
il luogo dove sosterò? Che malinconia! C'è un
158
1932
filastrocca priva di senso, che tutti i bambini sanno
159
1932
sulla campagna. Un deodàra, che dal giardino una lampada
160
1932
e rinascere. Per quella che si spegne, mille ne
161
1932
seguendo una traiettoria fissa, che non ammette ostacoli. Ora
162
1932
contare le stelle vere che cadono. Quante, quante! L
163
1932
in tempo a inabissarsi, che l'altra la segue
164
1932
eleganza della forma; e che si trova senza difesa
165
1932
o nove anni. Ora che lo rievoco, ecco che
166
1932
che lo rievoco, ecco che me lo risento, vivo
167
1932
strada, a due battenti, che la sera si chiudeva
168
1932
invece, narrargli storie fantastiche, che lui capiva. La nonna
169
1932
tolto cosí, misteriosamente, senza che potessi difenderlo, e nemmeno
170
1932
e vidi le creature che amavo, che mi amavano
171
1932
le creature che amavo, che mi amavano, andarsene lontano
172
1932
e pesante della bambina che aveva perduto il suo
173
1932
ribellarsi: lo stesso brivido, che della bambina, allora, fece
174
1932
ho la stessa sensazione che si riceve immergendo le
175
1932
a questa, la terra che raccoglierei fra le mani
176
1932
d'esistere e da che deriverebbe l'attaccamento, l
177
1932
attaccamento, l'istintivo amore che ci allaccia al suolo
178
1932
di nervi e spirito che assomigliava ad una vera
179
1932
della sua gente: il che, unito al meraviglioso potere
180
1932
inquietudini, provocate da malesseri che non mi sapevo spiegare
181
1932
una ripresa delle sofferenze che m'avevano cacciata dal
182
1932
senza rivederle, l'aria che respiravano. Nessuna cosa mi
183
1932
rimodellando l'umida zolla che mi riempie non solo
184
1932
con dentro lo spirito che appartiene a Dio. Mai
185
1932
ci richiama, con voce che non somiglia a nessun
186
1932
a morirvi, nel giorno che il Signore vorrà. ¶ LE
187
1932
Non v'è ramo, che a tramonto non sia
188
1932
simili, alcuni, a foglie che il vento stacchi dagli
189
1932
accenti di felicità aerea che vanno all'estremo limite
190
1932
d'un magnifico bimotore, che vola a bassa quota
191
1932
di penne, d'amore, che gli servirà stanotte a
192
1932
rantolo della vecchia signora che sta per morire s
193
1932
folto; e le stelle che camminano fra i rami
194
1932
all'aria immobile qualcosa che durante il giorno non
195
1932
strada fra i campi che conduce ai cascinali. ¶ Dal
196
1932
Dal lato del sentiero che la costeggia, una lunga
197
1932
fioritura, con piú corimbi che foglie, erano pallide, d
198
1932
terra e di fermenti, che è proprio della grande
199
1932
di vitevergine, di caprifoglio, che in certi punti scendono
200
1932
è, in quest'acquicella che va e va per
201
1932
bene, ci s'accorge che, a modo loro, danzano
202
1932
fra umano e divino. ¶ Che ne sappiamo noi? Chi
203
1932
Chi può dire ciò che succede a notte alta
204
1932
aperti non li ha che la luna? ¶ Ora il
205
1932
rubarne uno, vedere di che è fatto, tenerlo prigioniero
206
1932
volta avevo un gattino che con le zampette voleva
207
1932
poco del suo segreto, che me la rende cosí
208
1932
in cima ai gambi che giungono ad altezza d
209
1932
e monotono: non aggiungono che poche note in sordina
210
1932
sordina a questo canto che prorompe con due voci
211
1932
neppure la minuscola quantità che copro coi piedi: non
212
1932
mia terra: è piú che bella, è me; e
213
1932
ricchezza di beni interni che in vanità di grazie
214
1932
corso dei fiumi, sento che il raccoglimento, il riposo
215
1932
me lo può dare che la roggia: poche spanne
216
1932
poche spanne d'acqua che nessuno guarda, che sono
217
1932
acqua che nessuno guarda, che sono quasi terra, e
218
1932
di betulle e pioppi che alla brezza tremano in
219
1932
il nome di battesimo, che non potevo cambiare. E
220
1932
avevo l'intero mondo che m'aspettava, allora. ¶ Adesso
221
1932
le amo: certa ormai che, a conti fatti, esse
222
1932
alta serenità. ¶ Questa roggia, che ora cammina passo passo
223
1932
non si sa in che modo riescano a salvarsi
224
1932
e c'è caso che la donna si tenga
225
1932
fuggire dalla città tremenda, che abbiamo lasciata indietro col
226
1932
dei prati ha un che d'opaco. Il verde
227
1932
non v'è sensazione che duri piú d'un
228
1932
su viali d'ingresso che serpeggiano salendo tortuosamente fra
229
1932
un luogo tanto bello che nemmeno te lo sogni
230
1932
lo chiamerò col nome che piacerà a me. ¶ S
231
1932
di robinie, betulle, tigli, che il sole calante traversa
232
1932
di fiume: il Lambro: che scorre in basso, tra
233
1932
di densità, di colore, che è d'un verde
234
1932
le due masse oscure che le fanno da sentinella
235
1932
La strada non ha che poche case rustiche, da
236
1932
una calda tinta gialla che il tramonto accende. Manti
237
1932
amica di Nonna Speranza», che s'affacci in crinolina
238
1932
ai signori del luogo: che d'esso, un tempo
239
1932
erbosi, simili a quelli che conducono alla «Beatae Virgini
240
1932
invece, d'una musicalità che ha la rotonda limpidezza
241
1932
penetrante nella sua tenuità, che le narici le sentono
242
1932
narici le sentono prima che l'occhio le scopra
243
1932
Sono di carne viva: che ha, con la mia
244
1932
e corto, la testina che si piega, una grazia
245
1932
sapere, sí, vorrei sapere che cosa pensavano ieri, quand
246
1932
nascoste nella terra; e che cosa pensano quelle, ora
247
1932
pensano quelle, ora invisibili, che sbocceranno domani. E anche
248
1932
E anche le margheritine, che prima son rosa poi
249
1932
e quei piccolissimi nontiscordardimè, che stellano di celeste persino
250
1932
l'intreccio de' rami, che hanno bianchezza e leggerezza
251
1932
lodato e ringraziato. ¶ Ma che è questa musica, che
252
1932
che è questa musica, che sembra sgorgare, grave, dal
253
1932
vengono? Forse dagli alveari che sono nell'orto del
254
1932
Le une sanno ciò che fanno l'altre: un
255
1932
I susini di spalliera che, invidiosi del trionfo del
256
1932
grappoli di palline fulve, che a toccarle si dissolvono
257
1932
respiro segreto. Coglierle? So che al posto d'ogni
258
1932
sapore di terra. ¶ Pensare che tante volte ho pianto
259
1932
sospiro d'un flauto che si spezza, si sbriciola
260
1932
malinconia. È l'usignolo, che tenta di placare gli
261
1932
divini fili di melodia, che ci legano stretto il
262
1932
s'aggiunge: la pioggia, che viene a suscitar negli
263
1932
l'aiuto dell'ombra che mi isola dalle impressioni
264
1932
impressioni visive, non esisto che per godere e soffrire
265
1932
Ripenso alla prima siringa, che nei tempi dei tempi
266
1932
cetre dei mèlici greci, che accompagnavan le voci per
267
1932
fuggevoli accenti alla brezza che spirava, alla fronda che
268
1932
che spirava, alla fronda che oscillava, alle fonti che
269
1932
che oscillava, alle fonti che fluivano. Alla dovizia senza
270
1932
vento cade: non rimane che lo scroscio della pioggia
271
1932
stesso refrigerio della terra che s'intride d'acqua
272
1932
riaddormento, cullata da nenie che a grado a grado
273
1932
la finestra: vigili custodi, che durante l'intera notte
274
1932
mio riposo: amici fedeli, che trascorreranno con me l
275
1932
un passerottino, un fringuelletto che s'arrischi, incerto, al
276
1932
non è per me che una foglia, liberatasi dal
277
1932
gruppo di quattro giganti che chiamo «i quattro Evangelisti
278
1932
delle ramificazioni dell'edera, che s'abbarbica al piede
279
1932
di fiammelle. Gli aghi che frangiano i rami – piú
280
1932
a ornamento di candelabri che vi rifrangono la loro
281
1932
apporta una tal contentezza, che il parco non riesce
282
1932
d'un essere pensante che mi comprende, e indulge
283
1932
scoprire una fonte segreta che mi ritempri. Nella pienezza
284
1932
non s'è accolti che dopo la morte, e
285
1932
ombra d'alberi secolari, che la fede del popolo
286
1932
sacri. Il senso eterno che dall'albero emana dava
287
1932
sí sí» dei grilli, che incrina il cuore: qualche
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1932
frullo sommesso d'uccellino, che si sveglia nel folto
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1932
Che t'immaginavi, sciocca? Che l'inverno non avesse
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1932
d'una primavera: giornate che s'allungano, aria che
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1932
che s'allungano, aria che si riscalda, prati che
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1932
che si riscalda, prati che rinverdiscono, primule senza gambo
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1932
rinverdiscono, primule senza gambo che, se le vuoi cogliere
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1932
gli alberi da frutto che si fanno bianchi e
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1932
non ebbi negli occhi che lo splendore del ramo
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1932
di pèsco: nel cervello, che pensieri simili ad esso
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1932
venirmi alla mente ciò che avrei dovuto súbito fare
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1932
il dono? ¶ Ed ecco che le mie riflessioni mutarono
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1932
a pensare. Non meritavano che vi si fermasse, le
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1932
riconoscimento di quell'angustia, che non notavo piú talmente
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1932
Il buon vecchio amico che me l'aveva inviato
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1932
erano tanti e tanti che s'immedesimavano l'uno
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1932
il ramo, fino a che divenne mio nell'unico
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1932
terra divengono nostre. ¶ Raccolta che n'ebbi l'immagine
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1932
suore del Buon Soccorso, che hanno il monastero a
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1932
nudo; e ha finestroni che guardano su un giardino
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1932
vivrà piú a lungo che potrà: morrà in offerta
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1932
vento. A me piace che il freddo sia freddo
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1932
è freddo. Marzo: mese che desidero, e vorrei saltare
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1932
aria, e pesante: di che? La gente che passa
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1932
di che? La gente che passa ha un'espressione
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1932
larghi come vie, e che ha odore di sobborgo
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1932
Morrone il solito cieco che viene ogni giorno a
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1932
una monetina nella borsetta che gli sta aperta sulle
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1932
violette e le mimose, che occhieggiano in cosí ricca
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1932
della primavera: vado fin che la trovo: dici che
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1932
che la trovo: dici che la troverò? E chi
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1932
corso Plebisciti non possiede che i primi pochi casamenti
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1932
vorrei addirittura in polvere: che d'esse non ci
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1932
rete di novissime vie, che solo ieri non c
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1932
ma non è ormai che suolo da scavare per
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1932
scavare per fondamenta. So che né malve né viole
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1932
gramigne cenericce. Da velato che era, per via del
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1932
e dà le vertigini. ¶ Che vogliono dire quelle parole
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1932
ma segni indecifrabili. Sciocca che sono: come se non
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1932
non v'è paese che non le intenda: nomi
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1932
ceste venute dalle ortaglie che – possibile! – non sono ancora
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1932
coi capelli alla maschietta, che tengono il lapis rosso
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1932
di gerani, mia madre, che fiorivano in primavera. La
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1932
ombra di mia madre che inaffia i gerani e
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1932
nostre; ed è bene che il cieco del violino
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1932
cuore: gomitoli di melodia, che donano filo e filo
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1932
strada. ¶ MAMMOLE ¶ Lo sapevo, che venivo per le mammole
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1932
e tossicolamenti: non desideravo che un bel fuoco, un
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1932
Proprio come le stelle, che fino a una cert
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1932
Non v'è tronco che non abbia, alla radice
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1932
piú bimba di Libellula: che, dopo aver guardato e
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1932
gusto al gioco: ¶ — Ma che! È lei: soltanto, ha
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1932
alla bellissima luna: dato che è sulla mia strada
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1932
luna». E per te, che mai le dirò? ¶ — Niente
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1932
non si fidano punto che uno possa andare a
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1932
alla luna. ¶ Io, invece, che non giocavo piú, vi
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1932
sentivo il mio cuore, che i piedi quasi non
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1932
nitido distacco nell'azzurro, che man mano moriva nel
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1932
a me. Non so che gioia mi sospingesse. L
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1932
sui marciapiedi, di gente che tornava dagli uffici, dalle
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1932
uomini e di veicoli, che altre volte m'avevano
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1932
ordine, d'armonia nuova, che toglieva ad essi ogni
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1932
gioia sinfonica e rappresentativa, che sin allora m'era
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1932
ciò, per la ragione che la placida luna del
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1932
piccola dattilografa, o sartina, che mi passava accanto in
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1932
sul collo; e dirle: – Che bella luna, non è
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1932
questa la medesima luna che naviga sui mari, valica
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1932
il corso dei fiumi: che, attraverso le inferriate, imbianca
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1932
carceri e degli abbaini: che stampa in terra le
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1932
dei conventi. La medesima che nell'isola di Capri
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1932
la via del paradiso: che giocava con me a
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1932
di Villa delle Sirene che, battendo in pieno sul
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1932
forme irreali. La medesima, che sulle pianure di Motta
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1932
Motta Visconti, piú candida che mai, rendeva cosí lunghe
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1932
esistenza, triste o lieta che fosse l'anima mia
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1932
smarrimento: come un cieco che abbia perduto il camerata
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1932
abbia perduto il camerata che lo conduce per mano
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1932
congegno meccanico, non pensai che a ritrovar la mia
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1932
sereno dove non tremolavano che poche, timide stelle. «Son
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1932
altri, d'un prodigio che ci compensi, alla fine
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1932
tardai a comprendere in che consistesse il prodigio. Precisamente
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1932
quale io non esistevo che separata dalle miserie della
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1932
invasa da un'inquietudine che veniva da quanto è
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1932
di caduco. La scoperta che avevo fatta superava il
371
1932
per cui mi parve che il ramo fosse entrato
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1932
due specchi; e chiedevano: Che mai è? ¶ Il ramo
373
1932
vestiti di fiorellini rosei che non lasciavano vuoto nemmeno
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1932
aurora: d'una ricchezza che in quel momento mi
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1932
una grazia e felicità che per naturale impulso si
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1932
spalliera, a grappoli. ¶ Ciò che piú mi colpiva era
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1932
spontaneo impeto di vita che si esprimeva in armonie
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1932
alle quali non mancava che il suono e la
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1932
cadere sopra di noi, che ci rinfreschi con la
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1932
rimirarlo, non pensai piú che a una cosa: – Eh
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1932
è marzo. Marzo pazzo, che piange e ride, che
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1932
che piange e ride, che aspetta le rondini e
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1932
mammole sotto la neve che sta per sciogliersi: gli
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1932
stecchita, covano le gemme. Che t'immaginavi, sciocca? Che
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1932
egli v'introduca parola che alluda a un addio
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1932
volta. ¶ Egli non ha che trentun anni; e già
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1932
l'ombre di coloro che vi si mirarono in
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1932
in vita, non fosse che per una volta. Questo
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1932
giú per ciottolose viuzze che nel silenzio risuonavano de
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1932
della prima chiesa cristiana che San Siro eresse in
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1932
un campanile di cotto che sembra costruito dagli angeli
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1932
piazzetta era un olmo, che venne poi chiamato l
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1932
talmente svuotato e incavato, che le mamme lo mostravano
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1932
soltanto di poesia; e che la poesia è la
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1932
scendere di vicoli deserti che le fanno da difese
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1932
atmosfera incantata. ¶ Piú rosea che rossa, di linee pure
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1932
Spagna e del Messico – che della basilica hanno cura
398
1932
una volta, nient'altro che campi e prati: adesso
399
1932
visita rileggendo un libro che m'è carissimo e
400
1932
delle Confessioni è tale, che da quella sofferenza e
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1932
mi turba la certezza che qui dentro si conserva
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1932
dentro si conserva qualcosa che appartenne, nel tempo fissato
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1932
fu precisamente, il santo che seppe combattere, col tormento
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1932
anima lacerata e sanguinante, che non mi voleva piú
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1932
venire il Dio mio, che ha detto: Io riempio
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1932
Parole immense, terribilmente viventi, che camminano davanti a me
407
1932
padre Priore del convento, che m'è di guida
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1932
tutta la terra. ¶ Prima che dall'altare nel quale
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1932
atto di fede. ¶ Ciò che di terrestre rimane di
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1932
mi attira il poco che intravedo, attraverso la grata
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1932
di bronzo e vetro che le accoglie non si
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1932
Liutprando re de' Longobardi che, fra il 721 e il
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1932
ai sopravvenienti padri Agostiniani, che lo vigilarono con la
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1932
scrupolo dei monaci custodi, che a furia d'anni
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1932
altra della città: fin che sostarono nella cattedrale, dove
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1932
sino al 1900. Fu allora che da un gruppo di
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1932
reciso e scandito accento che risuona come martello su
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1932
rombo d'ala angelica che scende dal paradiso alla
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1932
qui. Di questo luogo, che il Petrarca, nella lettera
420
1932
Voce d'uomo-universo, che invoca Dio come il
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1932
si raccomanda a Lui, che non gli nasconda il
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1932
vita eternale dei santi, che occhio mai non vide
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1932
Tu sei cielo pur che il voglia; ma, per
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1932
dal cuore tutto quello che sa di terra. Allora
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1932
perché del nesso logico che esiste fra il senso
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1932
gli uomini sino a che gli uomini dureranno, e
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1932
carriaggi e delle automobili, che sotto le travature dei
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1932
ballatoi, cortili, tetti, comignoli, che cosí bizzarri e pittoreschi
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1932
bracci d'acqua morta, che qui appunto chiamano le
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1932
monelli agili come scimmie, che se ne infischiano dei
431
1932
una palla di rame che scomparisse in mezzo alla
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1932
alla cenere. Ma eccolo, che ritorna. ¶ Sí: lo spirito
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1932
la piú acuta voce che riesce a tirar fuori
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1932
mort anc mi! – aspettando che lo vengano a raccogliere
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1932
muffa e di tempo, che ne dicono mai, di
436
1932
Sulla morte, la vera, che scaraventa al mondo di
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1932
grido violento, quasi crudele, che sa di trionfo: – L
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1932
dovrebbe essere quell'angolo, che ha cupezza squallore lontananza
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1932
a somiglianza del tempo, che, passato, non ha piú
440
1932
vecchierella è, invece, soddisfatta che la lampada ci sia
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1932
anche scioperati e malviventi che avevano questioni da risolvere
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1932
ultimi giorni di gravidanza: che a momenti la creatura
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1932
è da un pezzo che mangia terra. Io, qui
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1932
terra. Io, qui, fin che il Signore, mi piglia
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1932
voce flebile e rotta che non è soltanto della
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1932
dei secoli di pietra che le si sgretolano intorno
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1932
s'incurva sul ventre che in gioventú ha partorito
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1932
quindici anni. Non ricorda che busse, fame e miseria
449
1932
diversa dall'energica monella che oggi abbiamo veduta a
450
1932
lo sanno per istinto, che la morte va trattata
451
1932
DEL FOSCOLO ¶ Alla casa che qui in Pavia fu
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1932
una eloquenza e potenza che mi rapiva in un
453
1932
la notte, nel sonno, che ne diveniva melodioso come
454
1932
mia Lodi e queste che mi conducono dalla piazzetta
455
1932
dei grandi poeti è che i loro versi piú
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1932
ripetendo: il piú aereo che dal Foscolo sia nato
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1932
Foscolo sia nato: quello che chiude, nelle Grazie, la
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1932
la via Ugo Foscolo: che, prima, si chiamava Borgo
459
1932
Oleario, dai molti oliai che v'abitavano. I veicoli
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1932
veicoli non vi passano che di rado. Tranquillità di
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1932
si distingue dagli altri che per la lapide a
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1932
in un secondo cortile che sfocia a sua volta
463
1932
Tutto dà a credere che anticamente il palazzetto fosse
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1932
monache. Un'iscrizione latina, che data da piú secoli
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1932
un appartamento. Alla custode che m'accompagna chiedo se
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1932
non vengono in città che il sabato. ¶ Peccato. Fregi
467
1932
fiamma del mio caminetto, che correggerà forse la tristezza
468
1932
dicembre arriva la notizia che il governo del Viceré
469
1932
patrio coraggio cosí appassionate, che il poeta dell'Ortis
470
1932
al conte Giambattista Giovio, che s'affretta a dare
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1932
dare lezioni, poiché prevede che la cattedra, dopo quell
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1932
in Pavia.» Naturalmente sa che una delle ragioni per
473
1932
la comparsa dei Sepolcri, che gli preparano la celebrità
474
1932
carmi: genere di poesia che sente unicamente suo, nato
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1932
divina armonia delle Grazie: che fiorirà quattr'anni dopo
476
1932
inquieta malinconia dei poeti che hanno coscienza d'aver
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1932
convive col professore Montevecchio, che gli è quasi fratello
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1932
clima, dell'aria pavese che non gli è propizia
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1932
certi cesti d'uva «che si vendono in piazza
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1932
lezioni non ne tiene che sei; e il sei
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1932
ci sarà sempre una che le assomigli a passare
482
1932
opposta, infilo il gomito che conduce al sottoportico, lascio
483
1932
è calmo: si direbbe che l'acqua non scorra
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1932
una tinta, una trasparenza che già ho vista, poco
485
1932
nulla. E allora? Allora, che cosa? Perché son venuta
486
1932
Perché son venuta qui? Che cerco, qui? Nulla. ¶ BAMBINA
487
1932
Grande mi sembra: piú che non lo sia veramente
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1932
Santa Maria del Carmine, che ne occupa, intero, uno
489
1932
sulla facciata della chiesa, che a vespro si fa
490
1932
anima lombarda. La parola che dice io la sapevo
491
1932
nella ricchezza del sangue che li rende viventi attraverso
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1932
da gruppi di ragazzi che giocano, sbucati da stradette
493
1932
sulle spalle una bambina, che ne avrà sette od
494
1932
veduto testa di fanciulletta che possegga tale purezza, biondezza
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1932
posso descriverla. Non credo che la vera bellezza si
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1932
bambina del popolo; ma che diverrà con gli anni
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1932
di quelle apparizioni femminili che passano di volo nel
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1932
sempre al disopra» sembra che dica fra sé, ritta
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1932
volontà. Ma dove andrà, che farà mai, con gli
500
1932
una propria legge. In che avventure la travolgerà il