parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Marco Missiroli, Atti osceni in luogo privato, 2015

concordanze di «che»

nautoretestoannoconcordanza
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sulla dignità. Era insopportabile che la rettitudine del protagonista
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questa figura del ragazzo che diventa commesso nella sua
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prescelti. Aveva una semplicità che commuoveva. In più giravano
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inesorabile, sconvolgente. Il fatto che la punta fosse nuda
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delle aree del piacere che si riorganizzavano: più tardive
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una cordata di madrileni che lasciò una mancia generosa
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e io le risposi che la situazione era più
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mio stupore, uno smarrimento che mi portavo dietro da
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il cappotto e vidi che Lunette andava in bagno
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una pozza d’acqua che si ritrovò questo lucertolone
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da dinosauro e denti che sprigionano batteri letali. Mi
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stessi. L’assoluta certezza che quello, e niente altro
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rimangiò e io balbettai che stavo venendo. Lo prese
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quando mi svegliai seppi che qualcosa era cambiato. Da
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vide Marie annuì prima che aprissi bocca. Rise, – È
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ascoltarla bene: mi raccontò che stava frequentando un architetto
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architetto di nome Jacques che le piaceva molto. Era
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testa e mi assicurò che in quelle pagine c
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c’erano le risposte che cercavo. Lei le aveva
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riscoprire con Jacques ciò che sacrificava da sempre. ¶ – Che
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che sacrificava da sempre. ¶ – Che cosa? – domandai. ¶ – Moi-même
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la parte di me che era me stesso. L
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aveva scritto una donna che era riuscita a mettere
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Qaid, un film indiano che nessuno dei due seguì
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prossimità del “moi-même” che Marie si era decisa
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questo era il punto che avrebbe portato alle mie
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di mele e mascarpone che stupì clienti e proprietari
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leggevo: fu Albertine scomparsa che incorniciò il mio sabato
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il libro della Recherche che Proust scrisse in memoria
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nuovo alfabeto di attese che tamponò le falle della
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una narrativa del giallo che era letteratura, per lei
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la misoginia di Simenon che lo rendeva un narratore
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un narratore parziale. Dissi che doveva evitare di proiettare
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di salire. ¶ Lunette aspettò che aprissi il portone, si
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Aveva questi occhi grandi che non riuscivo a sostenere
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buono, profumava di Lunette che era salsedine e confettura
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di una scoperta: capii che il sesso sfidava la
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Emmanuel. Era un uomo che animava un trauma. Ma
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Ma aveva una qualità che non gli sfuggì mai
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le prime sere dopo che ero andato a vivere
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Soprattutto: Emmanuel aveva permesso che io e mamma legassimo
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la bottiglia di Chardonnay che avevamo portato. Dichiarò di
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mamma e Lunette Lorraine, che non dipese da quanto
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limone o dal fatto che si trovarono d’accordo
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progressismo, nemmeno dal maquillage che Madame Marsell fece a
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fece a Lunette e che fu straordinario. Il legame
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nacque per una gentilezza che accadde a metà cena
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capì dai pochi libri che ero stato un lettore
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di Agrimony, Elm, Chestnut che usava per dormire insieme
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Passai nell’altra camera che usava come ripostiglio: mi
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aprii una e vidi che conteneva marijuana, pipe minuscole
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fondo vidi una scatola che trascinai fuori: conteneva una
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un padre. Nel tempo che restava stipavo due ore
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spicciolo, mi resi conto che il tenore di vita
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mamma mi stupì. Annunciò che aveva pensato a un
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in guêpière. Fu allora che cominciai a considerarla da
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rue des Petits Hôtels, che diventò il nido dove
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dal mito di Sartre che sedevano ai tavolini dei
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spagnoli, tedeschi e italiani che intrattenevo con un po
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carezze impercettibili alle donne che mi lasciavano banconote come
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Curie a Matematica, dopo che al Bac aveva infilato
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guardò intorno, – Era qui che viveva Monsieur Marsell? –, sfiorò
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portava due orecchini lunghi che pizzicava spesso. Se ne
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al tempo di discussione che generava. Il primo fu
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Vedemmo anche E.T., che provocò una passeggiata conclusa
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più. Ma la pellicola che ci costrinse a vagare
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limone e la ricotta che mamma aveva imparato dai
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uomini si voltavano più che con mamma e Marie
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finse di ignorare quello che stava succedendo. Fu il
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Trocadéro. ¶ Avvertii il Café che avrei tardato e aspettai
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canarino e dei fuseaux che finivano in due anfibi
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Antoine mi ha detto che non ci sei più
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i fiori sulla pietra, che la farfalla nera mi
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un’intera settimana senza che la rivedessi, saltammo il
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Somerset Maugham e disse che quel romanzo spiegava cosa
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Lo leggo ogni volta che mi innamoro e ogni
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innamoro e ogni volta che una storia finisce. ¶ Le
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chiesi da quant’è che non lo apriva. ¶ – Da
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garbati e un cervello che contenesse sensibilità e cultura
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le pareti di libri che Marie ergeva nel suo
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sul libro di Rodari che papà stava leggendo mentre
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di gelato a Bologna che i bambini si affrettavano
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accanto. Leggevo del bambino che manteneva la famiglia facendo
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morbida. Ricordo lo spavento che si faceva bisogno. Avevamo
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bacio e due mani che si inseguivano, l’italofrancese
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e la farfalla nera che tutti volevano. Perché fosse
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romanzo: c’è qualcosa che conta più della bellezza
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candore. Ed è ciò che Lunette si prese. ¶ Diventai
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e io gli dissi che per qualche ragione avevo
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stessa. Quando arrivai scoprii che eravamo solo io e
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Madame Marsell mi raccontò che il maquillage a domicilio
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a gonfie vele e che non aveva mai visto
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levitazione domestica, le pentole che borbottavano all’alba. Quando
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stendeva le carte disse che la madre di Antoine
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papà e gli confidai che avevo paura. Sono vergine
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credo da alcuni scrittori che ammiravo, primo fra tutti
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presentò con un morettino che nessuno di noi aveva
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Luc e aveva a che fare con i movimenti
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Fissai Antoine e dissi che mi ero dimenticato di
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dell’occhio vidi Lunette che mi seguiva con lo
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è successo? ¶ Feci segno che non avevo voglia di
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cinque dell’altro, – Sapevo che ti avrebbe fatto soffrire
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baciò sulla fronte. ¶ Aspettai che papà uscisse, poi mi
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finisco e parliamo. ¶ Dissi che l’avrei aspettata e
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io! ¶ Marie sorrise, sentii che la confessione aveva scardinato
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casa. Dissi a mamma che sarei rimasto da papà
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papà e a papà che avrei mangiato da mamma
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come Maugham, lo scrittore che Marie non aveva mai
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con un’altra donna che le assomigliava e una
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mia esistenza: mi rivelò che a Deauville, quel giorno
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i passi di Marie che tornavano. ¶ – Scusa – dissi prima
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sedere. Avevo le gote che scottavano e i polsi
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lei a farlo dopo che si rivestì e tornò
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Jim se voleva. Certo che voleva. Le dissi che
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che voleva. Le dissi che la pancetta era deliziosa
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insinuò così a fondo che per qualche tempo diventò
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compiuto un’impresa erotica che mi aiutò a sopportare
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Lunette e il tempo che scorreva senza epifanie sessuali
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a passare da Marie che mi aiutava a orientarmi
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senza speranza di Camus, che decisi cosa avrei fatto
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finale degli Australian Open che stavamo guardando a casa
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della città. Gli dissi che avevo preso due decisioni
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e ci abbracciammo, ricordo che mi baciò sul­l
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questione e mi disse che aveva affrontato lo stesso
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mia deduzione: il prepuzio che imprigionava l’estremità era
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di un destino sessuale che andava mutato con la
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le ondate di razzismo che attraversavano l’Europa. Ai
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più ragazzi di colore che Lunette aveva coinvolto alla
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Henri, Gaël, tutte presenze che in tredici mesi mi
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Deux Magots era Antoine, che aveva capitolato con Marion
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appiccicati, lui mi raccontò che Marion aveva l’arte
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le braccia del chirurgo che armeggiava dietro a un
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ci precipitammo all’ospedale che era cadavere da tre
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parola, l’ultima lettera che avevo letto prima della
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tipo di telo blu che avevo vestito per la
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Glielo scompigliai e sentii che era freddo. Portava la
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oro, e la fede che non aveva mai voluto
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rividi Mario e Lorenzo che erano venuti da Milano
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vecchi professori. Vennero persone che conoscevo a malapena e
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a malapena e altre che non avevo mai sfiorato
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fissai in quel sorriso che già conoscevo: triste, ora
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contro la vecchiaia. ¶ Dopo che tutto finì, senza dire
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i vestiti e controllai che non ci fosse un
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biglietto del cinema Louxor che mi fece sorridere: Le
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appellai a Marie, sapevo che la richiesta di spiegazione
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retro. ¶ – C’è qualcosa che non va, Grand? ¶ Biascicai
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non va, Grand? ¶ Biascicai che sì, c’era qualcosa
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sì, c’era qualcosa che non andava. Tentennai, poi
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Libero – e mi spiegò che esisteva qualcosa di molto
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voleva pazienza. ¶ Le dissi che non capivo. ¶ La chimica
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resisteva un campo energetico che manipolava le scintille cerebrali
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dovevano crescere le donne che frequentavo, più la femminilità
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di timidezza e timore che la fraintendessi. Invece avevo
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di mamma ed Emmanuel che faticavano a mitigare la
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due sorti da evitare che probabilmente soffrivano della mia
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sabato pomeriggio, le dissi che avevano aperto una gelateria
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coste larghe, un rossetto che esaltava la boccuccia niente
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una specie di grazia che alleggeriva la sua stazza
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si mise a raccontare che quell’estate avrebbe visitato
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naturale. Portò a effetti che non seppi gestire. Un
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Seppi attraverso Camille Lacroix che avrei amato donne di
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apparenza discreta. La goccia che fece traboccare il vaso
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entrammo in salotto capii che i suoi non c
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fresca e una mano che scendeva ai miei pantaloni
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Café, vieni!, Antoine disse che sua madre non gli
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qualcosa in quel giorno che non ho mai dimenticato
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questo fiume di gente che bisbigliava della fine di
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orfani. Aspettammo un tempo che sembrò corto e invece
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libri, Il giovane Holden, che inno alla rivoluzione, e
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Ma c’era qualcosa che occupava il mio spirito
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altro e aveva a che fare con il terrore
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ci confidammo l’impressione che, dopo la morte di
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del Café de Flore che era riuscito a santificarne
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Disse così: è meglio che si metta in fila
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rare. ¶ – E credo anche che non gli tiri affatto
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per calmarla mi accorsi che non portava il reggiseno
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non mi scalfì. Dopo che declinò il mio invito
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Ero l’unico maschio che non tentava di accaparrarsi
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lui per un daltonismo che non mi aveva mai
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stato per un dipinto che trovai sfogliando un libro
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nel book­shop e che diede forma alla mia
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in più accadde qualcosa che mi abbatté. ¶ Coincidenza numero
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Sacré-Cœur. Mi annunciò che non era più vergine
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cemento del quartiere. Sapevo che si erano baciati, non
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idea vieni a trovarci che ho un’amica di
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un’amica di Anna che potrebbe andare bene, è
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ragione Lorenzo... non sai che roba, all’inizio ho
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filato tutto liscio. Chiamami che ti racconto (se ti
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dico “adesso no” significa che ho i miei che
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che ho i miei che ascoltano). À bientôt! ¶ Mario
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arrivò due giorni dopo che Antoine mi aveva raccontato
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qui accadde il qualcosa che mi abbatté: Lunette si
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e mamma mi annunciarono che sarebbero andati in Provenza
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la compagnia di Manù che provava a trattarmi come
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Marsell erano pettinati. Ricordo che a tavola quella sera
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fine serata mi dissero che avevano una sorpresa: sarei
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spalti a spiare Borg che firmava autografi, poi gli
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autografi, poi gli addetti che coprivano il campo, poi
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Fu in quel momento che papà disse Cher Libero
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piccoli e le mani che tremavano. I vestiti li
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ritagli de “L’Équipe” che associava ai suoi momenti
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padre Dominique. Gli comunicai che Dio aveva poco da
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Lo straniero, il libro che mi aveva consigliato Mademoiselle
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finale di un libro che mi sfuggiva da quasi
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desideravo la cecità piuttosto che ricominciare a desiderarla. Era
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per sfuggire alla repressione che scatenava. Cercavo disperatamente, e
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ancora cerco, una controprova che me la declassasse. Un
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la vagina, l’entità che fino allora mi aveva
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Lei si illuminò, disse che ne aveva più di
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rivestito di moquette verde che sapeva di polvere. Andò
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dove conservavano i volumi che gli addetti facevano arrivare
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chiamai papà. Gli dissi che volevo passare a trovarlo
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occhi appuntiti. Papà disse che era il suo scrittore
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suo scrittore preferito e che solo la morte gli
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Coca e mi accorsi che gran parte delle persone
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gran parte delle persone che entravano salutavano mio padre
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un séparé di specchi che nascondeva la cassa e
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all’imbocco delle scale che scendevano nella zona telefono
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l’incidente d’auto che lo aveva ucciso potevano
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mento e una dolcezza che mi preoccupava. Era tenero
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di mondo. Le dissi che Dio, l’utero e
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dei discepoli del futuro. Che la smettessero di bluffare
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suoi cliché di spiritualità che nascondevano la paura della
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a casa la trovò che piangeva mentre riordinava la
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il prestito mi accorsi che sì, stava accadendo, la
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notte ricordo il languore che il bacetto a Marie
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le coperte. Avevo aspettato che mamma e Emmanuel uscissero
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altre, e man mano che andavo avanti e seguivo
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seguivo questo giovane uomo che non decideva niente e
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inesorabile solitudine dei Marsell che mi accerchiava, l’indecisione
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romanzi e delle parole che potevano cambiare la sorte
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Tartari. Fu per lui che facemmo uno strappo alla
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tifava per Nabokov, sosteneva che nello sguardo del professor
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discussione: E tu Libero, che ne pensi? Io non
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aveva rivelato una confidenza che la sorella si era
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cinquantatré chili. Mamma diceva che l’uomo appuntito piaceva
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un tipo di donna che dovevo ancora incontrare. Portavo
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due peli di barba che tentavano di affiorare, e
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pallido, tranne il pisello, che pareva appartenere a una
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chiamai e gli dissi che avevo bisogno di una
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una sorta di presagio che percepiva nei miei confronti
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nei miei confronti. Sapeva che dal trasferimento francese mi
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affanno del cuore. Affanno che era stato anche il
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più e la certezza che il posto di banco
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presentarmi e mi accorsi che non mi attraeva: troppo
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banco vedevo i bobo che socializzavano e pensavo a
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a Mario e Lorenzo che se n’erano andati
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amico. Eravamo due metà che avrebbero fatto un intero
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ricambiai e raggiunsi papà che trafficava ai fornelli. Gli
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timbro vocale. Erano mutazioni che si portavano dietro alcuni
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effetti secondari, avevo scoperto che l’autoerotismo sfiatava la
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gocce di Rescue Remedy che papà mi allungava quando
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ampio e un seno che faceva di tutto per
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io ero un immigrato che si stava impegnando il
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2015
una media del più che sufficiente. L’unica pecca
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finii accanto a Camille che chiese subito se mi
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io quando mi disse che il primo giorno di
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bisou sulla guancia dopo che Luke Skywalker riuscì a
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di doloroso: compresi definitivamente che l’estetica contava quanto
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occhio. Con lei seppi che mi vergognavo a farmi
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vedere accanto a ragazze che ritenevo deludenti. Mi dannavo
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2015
Hélène: si sentì dire che i noirs non facevano
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una ragazza di terza che vedevo passare nei corridoi
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al contrario di Marie che ogni tanto si affacciava
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di strano: mia madre che mi prende sottobraccio, vestita
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2015
a casa. Il prete che ci saluta dal fondo
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2015
fondo della navata. Io che attendo su una sedia
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sedia e il Cristo che mi guarda dal crocifisso
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ombra dietro la grata che dice: Di cosa chiacchieriamo
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piace il calcio? Io che gli racconto di John
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la mia. Il prete che sorride e mi chiede
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e io gli dico che papà è sempre più
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colpa di mamma. Io che non ho più niente
274
2015
da dire e lui che sussurra Recita un Padre
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i miei e ricordo che quella sera Emmanuel non
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2015
Saint-Vincent-de-Paul che si chiamava Dominique e
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2015
varie contraddizioni della Chiesa che mi aveva messo in
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prete – Però mamma dice che Dio non sa nemmeno
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per i peccati gratuiti che vuol dire comportarsi male
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atti impuri e osceni che vuol dire il sesso
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metà malissimo. Le cose che erano andate come si
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battute. ¶ Tra le faccende che avevano preso una brutta
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completa delle mie compagne che un tempo promettevano. Ma
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2015
al contrario di Antoine che aveva fatto progressi con
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2015
ansia per il prepuzio che si rifiutava di scendere
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giorno sentii mamma dirle che era meglio cambiarle due
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2015
piacque a tal punto che cominciò a indicarmi per
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2015
trangugiare le stesse diavolerie che vendeva ai depressi: Willow
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2015
orecchino destro ogni volta che era sovrappensiero, spesso. ¶ Ecco
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sovrappensiero, spesso. ¶ Ecco quello che le rivelai di me
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2015
giorno del mio compleanno. ¶ – Che altro, Grand? ¶ Avrei voluto
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mai gli indiani, dissi che erano rimasti in pochi
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ci trovarono sul pontile che chiacchieravamo su quale cabina
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e gli altri dissero che bisognava andare a casa
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di una masturbazione circense che mi avrebbe sostenuto per
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l’intera esistenza. Aspettai che il resto della casa
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ero diverso. Avevo capito che l’eros è l
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dove ero rimasto: io che sento le lacrime di
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ancora, e io sento che è il momento, preparo
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igienica anche se so che rimarrà asciutta, do il
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in due pezzi, seppi che quella notte sarei stato
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sarei stato recidivo, e che l’eros mi provocava
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i racchettoni con Emmanuel che si mise a giocare
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lui. Gli feci cenno che volevo starmene per conto
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Facciamoci un bagno. ¶ Dissi che non ne avevo voglia
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la mano di Marie che mi sollevava la maglietta
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miei vestiti. Adocchiò Emmanuel che giocava con mamma. Anche
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l’utero, il sentore che mi sarebbe sfuggita qualsiasi
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faccia buia: mi avvertì che Emmanuel e Marie avevano
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Marie avevano discusso e che dovevo fare finta di
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le carte da briscola che avevo portato dall’Italia
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schiacciante. Fu il momento che decise il mio destino
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l’azienda di papà che vendeva Fiori di Bach
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un gruppo di fanatici che le avevano inculcato il
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fidavo del futuro più che di me stesso. Che
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che di me stesso. Che quella notte, prima della
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fronte a Marie. Ricordo che mangiai mezza zuppa di
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Allora è vero quel che dicono sull’insolenza dei
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mamma. ¶ – E cos’è che dicono dei parigini? ¶ – Chiedilo
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nostalgia. Dissi a papà che ero stanco e lui
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C’erano due cose che non sopportavo: farmi vedere
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in mutande e capire che una situazione mi impauriva
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avanti e le dissi che volevo bere. Lei si
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unico gioco d’azzardo che si avverò a Deauville
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a un quasi tredicenne che invece di tornarsene a
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a sedere, mi disse che le dispiaceva per la
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Insicura? ¶ Annuì. ¶ Le dissi che anche a me era
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e Giulia. ¶ – Si vede che non ti meritavano, Libero
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la coscia, fu allora che lei sussurrò Mon petit
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strinse in un abbraccio che sapeva di sorella, mi
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e io mi ritrovai che camminavo verso il loculo
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un passo dall’adolescenza che stentava ad abbandonare la
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merci, merci. Tre grazie che mi provarono la loro
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una scena curiosa: papà che va sott’acqua e
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avoir du courage, so che sarai coraggioso. ¶ Charmant, protettivo
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della realtà. Il comandamento che mio padre mi diede
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sue ondate di suffragette che hanno liberalizzato le coscienze
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fu questa. Mio padre che soffiava sul cucchiaio mentre
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e conoscere un borghese che la mantenesse mentre giurava
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scatoloni. Mamma aveva detto che avrebbe fatto lo stesso
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vestito. Il grande seno che sfioravo nel­l’abbraccio
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pantaloni, conteneva lo spasmo che non ero mai riuscito
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e l’assoluta convinzione che fosse solo la punta
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Open di Francia, privilegio che negli anni era toccato
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a vuoto Björn Borg che prendeva a pallate Ivan
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giorno e gli altri che seguirono. ¶ Emmanuel non si
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prugne, si lasciò sfuggire che era il piatto preferito
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a Orgoglio e pregiudizio che stava rileggendo, mi disse
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stava rileggendo, mi disse che ero il suo ometto
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tenne stretto. Fu allora che decisi i miei comandamenti
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di glicine, e aspettai che mi chiamassero per il
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paio di dettagli: Emmanuel che non mi guardò mai
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caricare la lavastoviglie. Lei che va per baciarlo sulla
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sulla guancia e lui che le stringe la mano
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anche se papà diceva che la religione era la
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Dio. ¶ Dissi a mamma che forse era vero, lei
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era vero, lei rispose che era il momento di
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di Milano ogni volta che invitavo i loro figli
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un’ora, perché sapevano che mia madre li avrebbe
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terzo bottone del giacchino che traballava lussuria: una minuscola
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La Madonna. ¶ – L’utero che vede e provvede, – finì
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dei battesimi. ¶ Papà decise che avremmo trascorso le vacanze
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l’economia del paese che lo aveva riaccolto. Lui
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in pareo e lui che la fissava dal lettino
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azzurri e un’aura che metteva pace. Mai avuto
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e servitore della Giulia che Mario aveva consumato di
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un venerdì di luglio che abbagliava una Parigi deserta
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scale, papà mi avvertì che Emmanuel avrebbe portato un
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in caftano celeste. Quello che vedemmo tre minuti dopo
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Del viaggio ricordo Emmanuel che cantava le canzoni della
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della radio e noi che facevamo i ritornelli, un
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un cappello di paglia che Marie aveva messo in
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Era la prima volta che non sentivo l’affanno
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occhi, avvampai. ¶ Fu allora che lei mi chiese di
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con una salviettina fresca, che ringraziai la Madonna di
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perché le sedici ciliegie che ingurgitai avevano portato a
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con Marie. ¶ Mi raccontò che era una bibliotecaria, lavorava
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amici a Parigi dissi che no, ero un’isola
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mare. Era una frase che papà mi aveva consigliato
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lo zigomo – Il mare che cerchi sarà a Deauville
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sbavato e una mano che tormentava l’altra. Venne
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raggiunse – È un’ingiustizia che tu puoi startene fuori
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rosé. Scoprii di lei che possedeva l’arte dell
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mio ginocchio ogni volta che rise, spesso, e si
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Studio Leoni, con lei che si staccò da me
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Mastroianni e il Panasonic che suonava, ci addormentammo. Mi
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ci addormentammo. Mi svegliai che lei era rannicchiata contro
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e mai davvero voluta, che teneva insieme la traccia
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un hotel. Le giurai che non le avrei fatto
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richieste indecenti, mi giurò che la mia Milano l
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sentenziò. ¶ Era una città che non illudeva, questo contava
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Al contrario di Parigi, che fa promesse e strazia
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all’ultimo. Le raccontai che mancavano ancora alcune tappe
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fu l’unica volta che lo vidi in imbarazzo
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e andò da Giorgio che rimaneva a buttare pane
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e quella di Giorgio, che la invitò a bere
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e il giorno successivo, che protessi dall’invito insistente
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pomeriggio e io scoprii che Marie russava. Un sottile
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russava. Un sottile brontolio che mi tenne sveglio. La
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raccolta, ritrovai l’audacia che credevo dimenticata. Mi voltai
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e intravidi il pigiama che sforzava per la spinta
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al collo, e immaginai che sì, alla fine ce
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accenno del suo carattere che riservava agli amanti e
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riservava agli amanti e che aveva a che fare
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e che aveva a che fare con una specie
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lei in una Milano che visitammo sotto il segno
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segno della casualità, dopo che chiamai da Leoni per
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da Leoni per avvertire che non sarei passato in
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e di lei seppi che aveva una sorella, abitava
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abitava in Normandia, e che i genitori si godevano
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attaccapanni e la sciarpa che lo strozzava come un
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a ridere. Le confidai che anche Monsieur Marsell mi
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flagrante a Deauville, e che da allora era diventato
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lui dietro i libri che ti consigliavo. Gli avevo
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per il suo bambino che lei e i suoi
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Grand. ¶ Ripescai più letture che riuscii a ricordarmi, scossi
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pazzia di Monsieur Marsell che era dolcezza e imprevedibilità
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mi spettinò e disse che le incursioni alla bibliò
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e con la radio che faceva canzonacce. Il nostro
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metà della cena. Scommettemmo che fosse Madame Marsell, invece
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telefonate, erano due giorni che provava a chiamarmi. Mi
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a chiamarmi. Mi giustificai che era per via della
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indomani sarei tornato. Disse che era felice di rivedermi
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di rivedermi. Le dissi che lo ero anche io
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senza fretta e ricordo che alla fine Marie chiese
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orologio della Centrale disse che avevamo ancora venti minuti
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un piccolo amore. Dissi che non lo sapevo, era
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a leggere. Il fatto che non avessimo parlato di
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libri non voleva dire che si fosse arresa alla
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continuare a essere quello che ero stato l’altra
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Rimanemmo così finché sentimmo che era l’ora. ¶ Per
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dal finestrino la Milano che adesso era un impasto
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Vespa. Conosceva un meccanico che le rimetteva a posto
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e una rossa elaborata che però aveva un prezzo
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altri amici. Mi assicurò che la Special azzurra era
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così, nessun sorriso, sapevamo che l’Assunta era stata
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malinconia. Era la brace che non potevo più ignorare
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potevo più ignorare e che divampò quel pomeriggio in
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suo doppiopetto a lamentarsi che le cose non andavano
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Lo stavamo deludendo. Disse che stava pensando a dei
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un picco d’ansia che ci strozzò. Frida si
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ora, presi il Camus che tenevo nel cassetto e
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chiuso, bussai. Sentii Frida che mi diceva di andarmene
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seduta quasi di spalle che singhiozzava. L’abbracciai da
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È per questo romanzo che sono qui – dissi. ¶ Lo
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Frida – e le spiegai che aveva generato la mia
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sogno della tapparella. ¶ Desiderai che se ne andasse mentre
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preservativo mancato e disse che qualcosa le era scattato
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alle gote, stordiva. Ricordo che vagai per il monolocale
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mano nella tasca esterna che mi concedeva nei viaggi
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lasciato. Poi feci quello che mi aveva insegnato fin
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tolsi i due peli che avevo, sciacquai con acqua
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vestii con il completo che sceglieva per la domenica
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primo tavolino del bar che picchiettava le dita sulla
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vetrina per chiamarmi e che muovendo le labbra scandiva
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italiano, standomi vicino più che riusciva. E io avevo
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E io avevo capito che era lei, che era
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capito che era lei, che era davvero lei, appena
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di torta in forno che inseguivo da Deauville. ¶ Era
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chiuso e alla polvere che sbiancava i mobili. Appoggiò
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corsi per l’incrocio che mi separava dalla mia
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corsi per la fretta che solo Parigi aveva visto
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il montgomery di papà che mi sballottava per l
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il terrore di capire che da solo, d’ora
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con la pasta choux che si rompeva e la
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rompeva e la certezza che quella e soltanto quella
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tram e le aiuole che calpestai e tutto il
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il resto, ogni materia che era stata solo materia
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ora aveva la diversità che mi aiutava a essere
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permesso per entrare capii che qualcosa era già accaduto
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e le cianfrusaglie, solo che adesso erano a colori
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uno straccio e disse che non sarei dovuto venir
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studio, l’ultima cosa che voleva era mettere sottosopra
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da quando ho saputo che sarebbe venuta sono più
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domandai più niente. Aspettai che si cambiasse, lo fece
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via alla nostra Milano che fu timida e attenta
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in una sciarpa azzurra che le arrivava alle caviglie
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carciofini perché era questo che Marie aveva chiesto: ricalcare
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Libero, c’era qualcosa che mancava, ecco perché sono
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Duomo, con i piccioni che la spaventarono per un
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di questo neuroscienziato americano che era riuscito a stabilire
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via). Riuscì a dimostrare che due persone sole che
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che due persone sole che condividono un luogo caro
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seduttivo, stabilendo un sistema che calcolasse la possibilità di
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Al tempo gli dissi che era perverso. Il giorno
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bonne chance e dissi che mi mancava. E questo
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pomeriggio, era un cane che mi faceva stare bene
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Monte Nero, la strada che da Porta Romana si
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Lorenzo mi aveva detto che era la sua passione
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del giubbotto gli raccontai che sì, quel suo modo
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a mano. Mi diceva che tutto era pronto per
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gli Stati Uniti e che l’idea lo eccitava
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annoiato e mi annunciò che il gruppo dei Deux
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l’oceano. Mi spiegò che sapeva troppo poco di
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conosceva me e sapeva che la mia solitudine aveva
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in fermento per qualcosa che ignoravo ma che in
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qualcosa che ignoravo ma che in fondo sapevo: entrare
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cuore non tratteneva. Sentivo che non potevo tornare indietro
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di essere il padre che avevo perso e io
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e io il figlio che non aveva mai avuto