parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paolo Cognetti, Il ragazzo selvatico, 2013

concordanze di «che»

nautoretestoannoconcordanza
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2013
tenendosi sempre in quota. Che il lago ci fosse
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2013
quelle di un amico che non c’era più
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2013
da ragazzino, questa trasformazione che la montagna mi provocava
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2013
il senso di armonia che ritrovava muovendosi nel suo
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2013
non più lo stesso che da qualche inverno avevo
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2013
intravedere una grossa ombra che passava, sentii tirare, tirai
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2013
tutto. Ecco il pesce che non c’era, pensai
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2013
qualche secondo a capire che ero io. Ero alto
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2013
gambe e braccia lunghissime che agitavo per salutare quell
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2013
me tutte le ricette che riuscivo a immaginare: trota
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2013
davanti a una vetrina che ti riflette e ti
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2013
accorgi in leggero ritardo che quel tizio sei tu
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2013
durezza delle relazioni, il che ci portava entrambi a
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2013
era la prima volta che le vedevo così chiaramente
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2013
chiaramente in un altro. Che succedesse lassù, dentro un
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2013
stare lontano dal paese, che lui aveva cominciato a
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2013
da confidarci, mi disse che di montagna non ne
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2013
come?, dissi io, convinto che nella quota elettiva fosse
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2013
vocazione, o forse Andrea, che ci era nato, sentiva
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2013
Mi raccontò dei viaggi che faceva in autunno, tra
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2013
ai ricchi sciatori americani che lo assumevano d’inverno
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2013
resto. Qualcosa mi diceva che ci sarebbe riuscito. ¶ C
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2013
una vetta, lì vicino, che gli apparteneva così tanto
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2013
e fu l’unica che salimmo insieme. Successe poco
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2013
me attirava la cresta che avevo già cominciato a
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2013
andai di lì. Vidi che anche Andrea partiva, di
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2013
il sentiero agli amici che camminavano in fila. Poco
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2013
dall’alto il lago che non c’era, intestardendomi
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2013
stare sul filo invece che prendere una delle tracce
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2013
delle tracce di camosci che partivano, più facili, su
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2013
cima e fu lì che incontrai di nuovo Andrea
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2013
la stappò sulla cima che si chiamava come lui
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2013
nomi e fui contento che, in quel quadernetto nascosto
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2013
avvolgi alle spalle, lievemente, ¶ che non mi prenda ¶ il
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2013
penso ¶ al grande mistero che vive ¶ in te, oltre
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2013
tra noi, nel silenzio, ¶ che in tutto il cielo
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2013
Era da un po’ che doveva succedere e alla
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2013
una pietraia di quelle che amavo tanto. Da quasi
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2013
la via, nella speranza che dall’altra parte ci
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2013
le cinghie dello zaino che mi segavano le spalle
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2013
fatica, altitudine e sconforto che non sperimentavo dall’infanzia
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2013
come schienale. Fu allora che sentii un groppo salirmi
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2013
in gola, gli occhi che si appannavano. E piangi
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2013
ma mi ero convinto che si potesse restare in
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2013
lungo avvolto dalle nuvole, che ogni tanto si diradavano
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2013
scendeva un contrafforte: solo che non sapevo quanti fossero
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2013
tracce battute: percorsi vertiginosi che tagliavano i fianchi della
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2013
per un pendio chiedendomi che cosa ci fosse di
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2013
vetro e l’acqua che veniva giù dal tetto
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2013
acceso il fuoco, pensando che qualcun altro poteva prima
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2013
Infine salutai la baita che mi aveva offerto riparo
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2013
sera prima, ma sapevo che quella sensazione sarebbe svanita
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2013
e quasi d’argento, che striava le pareti, ne
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2013
di un gessetto. Pensai che in alto potesse aver
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2013
Avrei scoperto più tardi che si trattava di ghiaccio
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2013
di ghiaccio: la grandine che nella notte si era
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2013
lavoro. ¶ “E al locandiere, che ci chiedeva ridacchiando come
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2013
visi stralunati, rispondemmo sfrontatamente che avevamo fatto un’ottima
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2013
dell’orso: ed ora, che sono passati molti anni
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2013
sapore di quella carne, che è il sapore di
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2013
c’era sempre qualcuno che si svegliava prima di
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2013
da quello del larice che usavo a casa mia
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2013
asciugare, tostavamo i pistacchi che un giorno abbiamo trovato
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2013
dare riparo agli emigranti che tornavano a casa d
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2013
e i paesi sconosciuti che vedevo dalla mia stanza
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2013
cambio di lavoro, dato che ero stanco di girare
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2013
capito qualcosa di quello che non dicevo. Avevamo tutti
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2013
fine mi avevano risposto che di lavoro non ce
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2013
per tutto il tempo che volevo, senza pagare, se
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2013
ne andai non restava che metà del bianco, un
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2013
un moncone di patria che rappresentava bene lo spirito
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2013
pioggia diventava una poltiglia che era quasi neve, e
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2013
tirava un vento gelido che mi respingeva appena mettevo
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2013
ossa era un’atleta che si allenava nella corsa
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2013
commentavamo le forme, speravamo che almeno una volta si
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2013
giorni impastava il pane che poi cuoceva nel forno
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2013
accogliere gli ospiti, dato che Andrea preferiva starsene in
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2013
più idee di quelle che poi realizzava. Investimenti, feste
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2013
forme simmetriche. Era convinto che ci fosse qualcosa, in
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2013
fosse qualcosa, in lui, che faceva a pugni con
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2013
per via dello zigomo che si era spaccato anni
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2013
spaccato anni prima e che gli aveva segnato i
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2013
di cipolle e patate che dovevano durare fino a
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2013
ed era tutto quello che avevo per inventarmi i
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2013
Pozzi e un libro che avevo trovato in rifugio
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2013
ex soldato di Napoleone che per quarant’anni era
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2013
a dormire. ¶ Ero sorpreso che i ragazzi mi avessero
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2013
completo. Dormivo dentro vestiti che sapevano di zuppa di
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2013
di legna - l’odore che avrei conservato a lungo
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2013
il conto dei giorni che passavano. Fuori dalle finestre
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2013
della stufa, alla chitarra che ogni tanto Davide o
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2013
di persone alla volta, che avvistavamo dall’alto con
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2013
portavano sue notizie, notizie che non volevamo ricevere. Stavamo
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2013
potessi usarla. ¶ Al lago che non c’è, mi
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2013
il lago, può essere che trovi anche le trote
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2013
Mi indicarono una strada che passava sul filo dello
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2013
salivano sbuffi di nuvole che si arricciavano dissolvendosi ai
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2013
montagna, il Monte Rosa che adesso avevo davanti agli
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2013
quattro giovani stambecchi irrequieti che si provocavano tra loro
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2013
reggeva più il peso, che lo costringevano ad arrancare
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2013
cercavo di fargli sapere che ero venuto in pace
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2013
il capo stambecco decise che ero un nemico noioso
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2013
ormai era l’unico che badava a me: mi
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2013
mai scendere a valle. Che bella vita, pensai. Chissà
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2013
un altro inverno. Chissà che genere di domande si
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2013
alieno: con le auto che andavano e venivano tra
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2013
di condomini e villette che si estendevano come periferie
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2013
le piste da sci che tagliavano i boschi, i
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2013
il complesso di appartamenti che sorgeva al suo posto
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2013
cortile, così mi chiesi che ne fosse del grande
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2013
del grande ciliegio selvatico che una volta era lì
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2013
pastori di un tempo, che vagabondavano da un pascolo
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2013
per loro, in dialetto, che avevo sentito pronunciare a
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2013
mentre facevamo i fieni. Che cos’è una barma
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2013
con quello sguardo torvo che si scambiano gli uomini
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2013
da difendere. Può darsi che l’abbia guardato così
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2013
vino e le scatolette che avevo in cucina, l
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2013
in là della zona che conoscevo, scoprire che cosa
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2013
zona che conoscevo, scoprire che cosa c’era a
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2013
baita o la gente che ai miei occhi l
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2013
era molto più probabile che fossi io. Da che
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2013
che fossi io. Da che altro scappiamo quando scappiamo
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2013
di nuovo il sentiero che saliva. ¶ Bivacco ¶ Giù per
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2013
vischiosa come malta fresca, che rendeva ogni passo una
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2013
le radici dei larici che sporgevano a metà parete
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2013
una traccia di sentiero che piegava a sinistra, mi
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2013
a valle, sul paese che avevo lasciato poche ore
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2013
con le mani, sentii che cedeva, poi le diedi
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2013
candela, una pistola giocattolo. Che cosa ci faceva lì
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2013
ricordai dei pastori bambini che da piccolo vedevo in
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2013
di immaginarmi la vita che facevano quando non li
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2013
Levi, Il sistema periodico, che è un’autobiografia in
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2013
il profilo del monte che avrei dovuto superare l
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2013
lingua e i modi che si portava giù dalla
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2013
ebreo e un montanaro che si riconobbero e cominciarono
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2013
scritta dei libri, convinto che lì stesse la chiave
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2013
anni sempre più cupi che precedevano “la notte dell
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2013
traccia umana, seguendo itinerari che sembrava intuire come un
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2013
faceva dimenticare l’incubo che gravava sull’Europa. Era
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2013
contagiosa, come una luce che si accenda. Suscitava in
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2013
di capire le cose che mi avevano spinto alla
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2013
o di due ragazzi che mi avevano preceduto di
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2013
per le stesse montagne che avevano battuto loro. Un
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2013
voleva proseguire. “Il peggio che ci possa capitare”, aveva
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2013
va bien, mi sa che adesso vado; così mi
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2013
sedere. ¶ Quella sera scoprii che, prima di andarsene davvero
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2013
rimorchio di rami secchi, che ora stavano ammucchiati vicino
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2013
Una costellazione di solitudini che brillò appena per qualche
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2013
i sospiri delle mucche che ruminavano nella stalla. ¶ Mi
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2013
stalla. ¶ Mi accorsi anche che faceva freddo, ora che
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2013
che faceva freddo, ora che mi ero abituato al
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2013
un grande onore quello che mi concedeva. Con il
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2013
e sua madre. Non che mi mancasse tanto la
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2013
mancasse tanto la famiglia che avevo lasciato in pianura
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2013
coppia dietro al trattore che suo figlio guidava. Imballavamo
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2013
valeva meno del lavoro che costava, ma vedevo dai
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2013
erba, sgridandomi per quelli che io invece mi perdevo
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2013
sogghignava. Non gli dispiaceva che qualcun altro subisse il
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2013
dove sbagliavo, poi concluse che non sapevo rastrellare e
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2013
volta per gli spaghi che mi segavano le mani
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2013
irritata per il fieno che mi pungeva. ¶ Tra un
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2013
sole, il verde tenue che prendeva il suo posto
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2013
giardino: con i crochi che spuntavano nell’erba nuova
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2013
nell’erba nuova credendo che fosse tornata primavera. Solo
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2013
fosse tornata primavera. Solo che i crochi del disgelo
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2013
non sapesse nemmeno da che parte aprirla. ¶ Non vorrete
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2013
piedi nella valle accanto, che osservavo ogni tanto pensando
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2013
di montagna: il primo che mi aveva legato alla
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2013
Ma, da bambino, più che una scuola di attrezzi
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2013
un senso di abbandono che era il mio vero
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2013
lui era la persona che mi parlava con dolcezza
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2013
Lo faceva talmente bene che l’avrei seguito ovunque
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2013
Avevo imparato così bene che una volta, quando si
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2013
il ricordo più bello che conservavo di lui, la
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2013
un bicchiere, di quelli che sua madre ci vietava
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2013
La frase mi spiazzò: che cosa c’entrava quel
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2013
da mesi e temevo che non avrei scritto più
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2013
significato, Remigio mi spiegò che il foglio stava lì
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2013
ascolto con il rispetto che si prova entrando nelle
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2013
forse era il figlio che, cresciuto, si era fatto
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2013
morire. Non si perdonava che le loro ultime parole
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2013
sparato per sfida, e che, moribonda, gli si era
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2013
era un’altra eredità che conservava. Poco tempo prima
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2013
il trattore. Erano alberi che lui stesso aveva abbattuto
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2013
unica notte, aveva capito che non ci avrebbe mai
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2013
casa stregata a qualcuno che non ne sapeva nulla
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2013
di tutta la gente che cominciava a battere i
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2013
e ciechi al paesaggio che attraversavano, facevano tanto di
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2013
tanto di quel rumore che li sentivo ancora prima
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2013
del mattino, appena prima che il sole spuntasse dalle
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2013
su quel muschio morbidissimo che si forma a tremila
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2013
un azzurro così pieno che sembrava avere massa e
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2013
avesse contagiato gli uomini: che anche per loro salire
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2013
osservare, oltre alle nuvole che in quei giorni portavano
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2013
c’era l’alpeggio che avevo creduto abbandonato, prima
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2013
avevo creduto abbandonato, prima che arrivassero i proprietari: da
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2013
spiare il pastore anziano che spostava i confini del
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2013
qualche biscotto, di quelli che tra me chiamavo i
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2013
grida del pastore scoprii che si chiamavano Black, Billy
200
2013
ma Mozzo. Si vedeva che era a fine carriera
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2013
gli odori dei selvatici che seguiva pigramente nel sottobosco
202
2013
Lampo, guardò il padrone che bestemmiava agitando il suo
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2013
vitelli banchettavano nell’erba che doveva essere il pasto
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2013
si rassegnò all’idea che adesso toccava a lui
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2013
a vedere due vitelli che scappavano in giù. Il
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2013
e un po’ zoppo che ogni tanto passava col
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2013
il pastore zoppo sperando che arrivasse presto. Comparve dopo
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2013
riuscito a catturarli: risposi che era stato facile, avevano
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2013
Lui rise, e vidi che gli mancavano gli incisivi
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2013
mancavano gli incisivi. Disse che quasi quasi mi assumeva
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2013
zoppicava vistosamente: mi raccontò che l’anno prima al
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2013
sapeva già tutto. A che ora accendevo la stufa
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2013
strappare le erbacce, e che quasi ogni giorno prendevo
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2013
eppure non facevo altro che cercare compagnia. O forse
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2013
bucato, e non capiva. Che cos’hai da guardare
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2013
la bottiglia di Nebbiolo che tenevo da parte per
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2013
quando provai a spiegargli che cos’ero andato a
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2013
lassù. Gli avevo detto che non mi piacevano le
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2013
e i padroni, e che in città mi sentivo
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2013
in cambio della libertà che mi garantiva. Gabriele capì
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2013
duro. Eppure ero convinto che fosse molto più anarchico
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2013
anarchico di me: lui che non aveva una famiglia
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2013
niente. Un uomo così, che si era costruito un
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2013
dissi. Mi sa proprio che sono un sovversivo. ¶ Lui
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2013
Non c’era niente che riuscisse a fare piano
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2013
lassù aveva lo spazio che gli serviva: sembrava appartenere
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2013
calma. Era un gesto che lo rilassava molto. C
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2013
e figli, ma temevo che quello fosse un tasto
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2013
compagnia, un cane pastore che lo seguiva ovunque: sveglio
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2013
affettuoso, il più intelligente che avesse mai avuto. Sentendosi
231
2013
ci tenne a spiegarmi che il pastore - il berger
232
2013
stalla. ¶ Poi chiacchierando scoprii che quel mondo non l
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2013
su con i figli, che avevano diciannove e vent
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2013
occhi aperti per notti che non finivano mai. ¶ Siccome
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2013
quattro damigiane di Barbera che sarebbero durate per tutta
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2013
al parabrezza del trattore, che così era diventato un
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2013
la casa. Tu sì che vivi bene, mi diceva
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2013
con un pollo arrosto che si era procurato chissà
239
2013
di trattori John Deere che aveva visto in cascina
240
2013
in cascina, il bambino che l’aveva fatto ridere
241
2013
sul campo di fagioli: “Che cosa significasse questa regolare
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2013
molti più di quelli che mi servivano. Mi attaccavano
243
2013
tutta l’estate: fare che quella porzione di superficie
244
2013
porzione di superficie terrestre, che prima aveva dato solo
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2013
gentili, producesse invece legumi. Che cosa avrei imparato dai
246
2013
Thoreau, studiai il pascolo che scendeva fino al torrente
247
2013
spiegò, era già tanto che crescessero le foglie: lattuga
248
2013
lo stesso? Io risposi che a me andava bene
249
2013
e rastrellai la terra che c’era sotto. Tolsi
250
2013
e strappai radici, scoprendo che quei fiori gentili avevano
251
2013
pezzo in cui dice che nei campi coltivati dorme
252
2013
in quella grossa pancia che prelude al crollo. Superando
253
2013
rifiuti di qualche pastore che si era accampato lì
254
2013
di camoscio e stambecco che in maggio sono appena
255
2013
qualche carcassa di roditore che non aveva superato l
256
2013
e così mi accorsi che non erano una coppia
257
2013
attenzione e io pensai che presto sarebbe stato il
258
2013
umidi e il vento che li ghiacciava, sentivo che
259
2013
che li ghiacciava, sentivo che stavo almeno recuperando il
260
2013
Ce n’era una che sembrava più coraggiosa delle
261
2013
annusava, cercava di capire che razza di nemico ero
262
2013
tornava sotto, ma più che altro stava lì e
263
2013
E questo chi è? Che cosa sta facendo? Libertà
264
2013
vista svegliarsi ogni volta che ho suonato, per un
265
2013
del legno, ogni fruscio che arrivava da fuori. Non
266
2013
nella fontana. Il vento che agitava le cime dei
267
2013
un capriolo nel bosco che non è come uno
268
2013
Allora, come una guardia che smonta dal turno di
269
2013
piadina croccante, di quelle che cucinavo impastando acqua e
270
2013
con la legna piccola che avevo raccolto nel bosco
271
2013
montagna, lì nella zona, che una volta si saliva
272
2013
disse mio zio, e che ci vuole? Facciamolo. Loro
273
2013
con l’unica pila che avevamo. Poi il bosco
274
2013
di vederci. Era evidente che non gradiva la compagnia
275
2013
occhi dopo un sonno che non sapevo misurare. Mezz
276
2013
mio fuoco non restava che un mucchio di braci
277
2013
e aspettare l’alba, che ormai non doveva essere
278
2013
della baita a decidere che cosa fare, quando colsi
279
2013
un pezzetto di carne che mi era scappato o
280
2013
una folata di vento che le aveva portato il
281
2013
in mezzo agli altri che quando se ne stanno
282
2013
loro stanza. Un uomo che pensa o lavora è
283
2013
quel vecchio formaggio ammuffito che siamo. Dobbiamo accordarci su
284
2013
sentito di un uomo che si perse nei boschi
285
2013
malata lo circondava, e che egli credeva reali. Anche
286
2013
della natura, e scoprire che non siamo mai soli
287
2013
per il trasporto bestiame che comparvero un giorno alla
288
2013
ridevano spesso. Mi sembrava che la felicità degli animali
289
2013
trincea larga un metro che costeggiava il bosco, affiancata
290
2013
e non ne contai che cento. Sgorgava da una
291
2013
facendo affiorare la panna, che poi sarebbe stata lavorata
292
2013
ma una pompa elettrica che prendeva l’acqua dal
293
2013
facevo mi ricordavo sempre che l’acqua veniva da
294
2013
molti secoli il terreno che avevo intorno, ricco di
295
2013
e diradati in modo che ai loro piedi continuasse
296
2013
fare spazio alle piste che tagliavano i fianchi della
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una cosa molto semplice: che il paesaggio intorno a
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avrebbe avuto la forma che aveva. Nemmeno il ruscello
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storia di presenza umana, che oggi vive l’epoca
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dal sottobosco, un albero che spuntava dove un tempo
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storia a scomparire. Io che sognavo il ritorno dei
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serratura arrugginita. La storia che interessava a me era
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di un bianco sporco che mi piaceva molto. Fuori
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grande e la mia, che in compenso godeva di
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bambino. Avevo l’impressione che il presente, lassù, da
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un mucchio di cocci che non era più possibile
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ad aspettare il postino che arranca su per il
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ghiri e i tassi che sentivo muoversi ogni tanto
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di tutto il territorio che possedevo”. Rappresentavo, allo stesso
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me tra i piedi che a volte la sera
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lo strato di neve che si accumulava sul balcone
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quindici centimetri. Mi chiedevo che cosa ne fosse dei
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insetti e degli uccelli che avevo osservato, provando come
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della quaglia. “Una nube che scende da nord, una
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moltissimi uccelli, altre impronte che non sapevo riconoscere. Mi
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erano orme a V che procedevano a balzi, partendo
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perfino saltata sul tavolo che avevo nel prato. C
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una lunga frattura irregolare che saliva per un metro
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a muoversi e pensai che fosse caduto dal nido
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fui commosso; non sapevo che mi stavo condannando a
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piccolo? Per la neve che c’era fuori, non
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di pane, e vidi che le accettava; riuscì a
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più gli occhi. Prima che venisse buio era morto
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mi sembrava più giusto che seppellirlo in un buco
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per scaldarmi. Non sapevo che idea si fosse fatto
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incontro gli avevo raccontato che scrivevo, e che ero
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raccontato che scrivevo, e che ero venuto lì per
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Quando vide i libri che mi ero portato scoprii
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mi ero portato scoprii che era un buon lettore
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tempo. Conoscendolo avrei scoperto che era una buona definizione
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giorno prima non restava che qualche chiazza all’ombra
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il muro della baita che guardava a ovest: li
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era un altro lavoro che volevo fare. Era da
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Era da un po’ che l’idea mi girava
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fine maggio, in attesa che lui arrivasse con gli
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pioggia e il sole che aveva preso, le vene
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fui nel giorno alto che vive ¶ oltre gli abeti
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di una remota ¶ estate, che coi suoi amari ¶ rododendri
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finestra. Soprattutto non scrivevo, che per me è come
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mangiare: era un vuoto che non avevo mai sperimentato
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da storie di persone che, per rifiuto del mondo
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ragazzo della mia epoca, che a ventidue anni aveva
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per un vagabondaggio solitario che sarebbe terminato in Alaska
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Non volevo vivere quella che non era una vita
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e distruggere tutto ciò che non era vita, falciarlo
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mio agio sui sentieri che per le strade della
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grandi imprese. Tutte libertà che apprezzo, tanto che a
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libertà che apprezzo, tanto che a vent’anni mi
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Il giovane uomo urbano che ero diventato mi sembrava
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una antica e profonda, che sentivo di avere perduto
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lavorare. Cercai una casa che fosse lontana dai centri
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per vivere l’esperienza che desideravo. In primavera trovai
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stato ma un paesaggio che conoscevo bene, solo l
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altro versante delle montagne che battevo da ragazzo. Si
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minuti da un villaggio che si popolava d’estate
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quella rimessa a nuovo che avevo preso in affitto
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all’orizzonte le montagne che chiudono la Val d
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a secco, un torrente che gorgogliava. Sarebbe stato il
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mondo per un periodo che non avevo stabilito, perché
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stabilito, perché non sapevo che cosa mi riservava. Quel
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per sentire il tempo che passa? O un inverno
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muri tiepidi, la neve che gocciola nelle grondaie. Se
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corpo. ¶ In un racconto che amo molto, intitolato Le
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il senso di patria che per i montanari non
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quarta era la casa che costruì davvero, e in
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i miei ricordi”. ¶ Immagino che dia una grande pace
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di legno mezzo carbonizzato. Che cosa appendevano qui, chi
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chi era l’uomo che l’ha piantato? Era
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delle cose, la fuliggine che ancora anneriva qualche pezzo
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piedi di una cascata che diventava impetuosa durante le
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a due anziane sorelle che l’avevano suddiviso in
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ortiche prosperarono sulle macerie che nessuno aveva rimosso. Ma
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rimosso. Ma io, più che la rovina, ricordo lo
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Angela e Maddalena. Sapevo che una volta in quelle
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ed ero quasi sicuro che fossero fringuelli alpini: “cercano
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un po’ di neve che cominciava a cadere quando
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questa è la brace che si consuma e scricchiola
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motore del vecchio frigorifero che parte. Questa è la
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le tre del mattino, che cosa sono? Giravano intorno
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più razionale per convincermi che quel visitatore era solo
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esplorazioni. Presi il sentiero che partiva dalla baita e
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compagnia così. ¶ Avevo pensato che il senso di solitudine
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si allargava man mano che scoprivo cosa c’era
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secco, perché le bestie che ci passavano non invadessero
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risalita simile a quella che avevo appena compiuto. Era
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cielo, invidiando le nuvole che correvano da una valle
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montagna con l’idea che a un certo punto
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a stare da solo, che è l’unico vero
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gracile e malaticcio. Più che a una capanna nel
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liberarmi di tutto tranne che di lei. Per questo
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venne istintivo il sospetto che la preda fossi io
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mi consolava il pensiero che fossero stati il cibo
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in vita. La botta che avevo preso non faceva
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scorsi finalmente il villaggio che cercavo. Una decina di
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me, con il bestiame che pascolava nei prati tutt
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all’aperto, un uomo che lo governava. Davanti a
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si alzava un canto che qualcuno accompagnava con la
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angolo e incontri qualcuno che era stato tuo amico
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Il teschio di stambecco che avevo trovato in giugno
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trovato in giugno, e che chiamavo il dio di
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gialli, e la ciotola che usavo per i cani
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le montagne, ma adesso che ero a casa puzzavano
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il pastore mio vicino, che era venuto a scusarsi
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della mia solitudine: adesso che ero tornato, ammaccato e
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una scorribanda notturna, sentivo che lì nella baita, di
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era solo l’autunno che cominciava. ¶ La mattina andai
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mio, per un albero che non capirò mai fino
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è come un volto che non cambia espressione. Diffido
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chioma dalla forma perfetta, che rende difficile distinguere un
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asciutto, di quell’albero che mi faceva da tana
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dà profumo al bosco che si sveglia dal letargo
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di larici è ciò che vedo quando alzo gli
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alto, sopra i compagni che ha accanto: per questo
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come succede alle cose che ci lasciamo indietro nella
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il servizio più nobile che un albero possa rendere
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ha un legno bianco che non ingiallisce con il
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crescita lentissima. Ha semi che gli uccelli nascondono nelle
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tormentate per le acrobazie che devono fare crescendo, per
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crescendo, per la neve che li torce e li
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flette, per il fulmine che li spezza. Ho trovato
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cresciuto in una cengia che lo proteggeva dal vento
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grave limite: le parole che conosceva non gli bastavano
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senza incontrare nessuno. In che senso?, gli chiesi incuriosito
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senso, mi spiegò Remigio, che aveva sempre parlato in
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tempo. È il tempo che quando sei triste non
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piace più la vita che fai. Remigio a un
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certo punto aveva deciso che quelle tre parole non
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vorace. Cercava le parole che gli parlassero di sé
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bassa quota, proprio quella che passava accanto alla mia
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del gatto delle nevi che si era andato a
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a valle. Mi disse che il nemico peggiore, durante
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fermarsi a riposare. E che aveva scoperto una parte
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abito. Mai una volta che l’abbia sentito dire
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Mi chiedevo perché, io che invece cominciavo a chiamare
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posto dopo un po’ che ci abitavo. Se non
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al pezzo di cielo che le montagne ritagliano, alle
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montagne ritagliano, alle stagioni che transitano di lì. ¶ Siccome
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si innamorava delle persone che andavano e venivano. Gli
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parlare: come un sasso che chiede a un uccello
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chiede a un uccello che cosa c’è dall
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un grande lago cupo che assomigliava a lui, ed
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lui, ed era lì che eravamo diretti quel giorno
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nell’oblio. Così Remigio, che da ragazzo gioiva delle
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come per i ruderi che incontravamo salendo. Anche quelle
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di qualcosa o qualcuno che non si ricordavano più
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allora interrogava sua madre, che aveva settantadue anni, cinque
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di costruzione. Mi spiegò che, nei tempi antichi, commissionando
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bastava elencare le stanze che avrebbe avuto, come da
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il fieno. I ruderi che visitavamo erano ancora più
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Era da questi particolari che si capiva la data
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i boschi. ¶ Avevamo scoperto che ci piaceva andare a
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Poi salendo incontravamo camosci che ci fissavano sorpresi, prima
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tre balzi: e voi che cosa ci fate quassù
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e basta. La paura che avevano di noi era
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passaggio e ci ricordavano che non eravamo come loro
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tagliato da un torrente che nasceva poco più in
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Restammo insieme due giorni che mi sembrarono lunghi, per
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lunghi, per la concentrazione che mi richiesero. Quando andò
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padre è un uomo che non ha mai dormito
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bevendo il whisky scozzese che ha portato per me
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me, ed essersi addormentato che fuori era già chiaro
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chiaro. Per la luce che entrava dall’abbaino si
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occhi, ed è così che l’ho trovato. ¶ Quante
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giornale, e avrei preferito che dicesse a parole quello
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dicesse a parole quello che diceva con gli occhi
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mia vita. ¶ Anche adesso che la vita è mia
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mio padre non era che ¶ un ospite nella mia
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con la fede nuziale che non viene più via
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destro. Tra le canzoni che mi ha insegnato, la
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ho ritirato la scodella che i cani, nella notte
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più. ¶ Più tardi, dopo che lui è partito, su
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ma bene al ramo, che chissà come aveva cambiato
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giorni, prima ho pensato che il tronco nuovo potevo
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era proprio la cosa che stavo aspettando, il fuoco
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stavo aspettando, il fuoco che uccide il tuo vecchio
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fortunato ¶ Se rinasco giuro che rinasco cane, diceva Gabriele
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Gabriele, vedendo il cucciolo che aveva preso quell’estate
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lasciato una vocazione, oltre che i colori invertiti: bianco
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un campanello al collo che sentivi andar via dietro
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qualità alpinistiche. I cani, che io sappia, non hanno
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dall’aria torva, territoriale, che nei pascoli ringhiavano agli
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c’era una catenella che penzolava da un muro
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sua tristezza - però senti che vocione, diceva Gabriele - mentre
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non solo nel buio che calava ogni sera un
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Nelle ombre dei larici che vedevo allungarsi a mezzogiorno
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a mezzogiorno. Nei selvatici che, spariti gli uomini, tornavano
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bosco vibrava di attività che percepivo andando a far
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Mario Rigoni Stern diceva che, delle stagioni, quella che
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che, delle stagioni, quella che gli piaceva meno era
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mentre amava l’autunno che ci spinge di nuovo
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non parlava del sonno che sentivo avvolgere la montagna
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gelo notturno, dei profumi che ogni giorno si affievolivano
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e quello del letame che i pastori spargevano prima
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non sempre, lo scampanellio che rispondeva al richiamo. ¶ Hai
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chiamarono dal canile, dicendo che l’avevano trovato su
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ritorno da scuola, dopo che tutti i ragazzi erano
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scesi e non restava che l’autista, a trenta
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in là. Presto scoprimmo che, oltre ai sentieri di
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la strada asfaltata, dato che saltava a bordo di
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sentire più in colpa che mai. ¶ Sai di qualcuno