parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930

concordanze di «che»

nautoretestoannoconcordanza
1
1930
prigioni di pietrame bigio che sono spalancate al di
2
1930
apparve come una foresta che avesse vegetato torba, caligo
3
1930
dei ghindò, parevano giganti che si attristassero. Su tutte
4
1930
nave un cuore sovrumano che dava tremiti di febbre
5
1930
dalle locomotive. Gli uomini, che avevano urlato per tutto
6
1930
la rassegnazione delle bestie che attendono di essere pungolate
7
1930
soglion fare i più, che capitano in una città
8
1930
loro sconosciuta. Egli sapeva che oltre il molo nuovo
9
1930
Coll’istinto della bestia, che rinasce nelle ore di
10
1930
sotto le vele paesane che riconobbe dal taglio e
11
1930
mangiava una ciurma. ¶ — Paesani. ¶ — Che vento ti spinge? ¶ — Monta
12
1930
lì da quel grugno che par gli ci siano
13
1930
del Gobbo, quel giornalista che vende sul canto della
14
1930
Quella è una cosa che compete a lui. ¶ — Calategli
15
1930
chiese il nostromo. ¶ Amedeo, che aveva il boccone tra
16
1930
là. ¶ — Sì. ¶ — E a che fare? ¶ — L’ossigeno tanto
17
1930
tanto è consumarlo qui che là. ¶ — Ben detto — disse
18
1930
commentò Amedeo — vi significo che se non divento pane
19
1930
al paese. ¶ — Beato te che puoi fare questi proponimenti
20
1930
fare questi proponimenti! Pensa che noi, si può finire
21
1930
lodato non pescare. ¶ — Dice che fan buon viso. ¶ — Sì
22
1930
viso. ¶ — Sì. ¶ — Pensa, cadetto, che gli antichi sentenziavano che
23
1930
che gli antichi sentenziavano che l’ospite e il
24
1930
uomo e ti sembrerà che il viaggio non abbia
25
1930
cielo. Ebbene, ti dirò che se di laggiù ma
26
1930
pieno stivato di gente che ritornerebbe verso la Patria
27
1930
di fiume in piena che percota le ghiaie sui
28
1930
come da una gregge che avvalli tra la tormenta
29
1930
italiani — disse un vecchio — che li conducono, abbacinati dal
30
1930
piedi enormi e gonfi che avevano poltigliato nei solchi
31
1930
era lì a testimoniare che in giù a piedi
32
1930
erano stivati marinari foresti che bevevano insieme a delle
33
1930
una boccata di denti che parevano voler sputare in
34
1930
di tutte le terre che sbraveggiavano in mezzo a
35
1930
parlando pareva abbaiassero, altri che digrignassero i denti, i
36
1930
e parevano singhiozzare. Amedeo, che non aveva mai messo
37
1930
Alle sfociate dei carugli, che salivano verso il cuore
38
1930
vecchio marinaio del paese che cercava carta e stracci
39
1930
parola. “Fare il sacco” che voleva significare essere caricato
40
1930
aggrottescato da quel berretto. ¶ — Che significato ha la tua
41
1930
una mano fino a che la nave non abbia
42
1930
spinoso, era a poppavia che fumava nella pipa di
43
1930
Vedi, fratello, la vita che conduce il marinaro? Egli
44
1930
è un di quelli che non ha nè re
45
1930
base di una statua, che sembrava di neve, c
46
1930
uccelli neri, di lamiera che il vento roteando pareva
47
1930
un esercito di affamati che aspettasse l’ora dell
48
1930
punteggiati di giallo, muraglione che pareva elevato contro l
49
1930
precipiti s’aprivano spelonche che eruttavano gelo e nuvole
50
1930
i salci. Oprando parlava: — Che vento ti spinge? Non
51
1930
pur te lo dissi che l’acqua ferma imputridisce
52
1930
canile con quel Cieco che non sarà pago finchè
53
1930
pago finchè non saprà che tutti siamo acciecati. L
54
1930
dei romani del tempo che s’erano accampati in
55
1930
erano state scritte parole che nè il vento nè
56
1930
disse a sua madre che chiamò per nome: — Dina
57
1930
non rimane altr’obbligo che darti la mia santa
58
1930
Il tozzo di pane che la madre stringeva fra
59
1930
e disse umiliata: — Dite che Dio vi perdoni. ¶ Il
60
1930
madre con la voce che sapeva di pianto pareva
61
1930
a tutte le imprecazioni che gli avete mandato. Specialmente
62
1930
come quello di colui che sogna d’annegare. Egli
63
1930
il ribrezzo della saliva che aveva preso l’acredine
64
1930
di panni usati. Quelli che si potevano rammendare con
65
1930
connettiture, cercava una medaglietta che, nel cavarsi la giubba
66
1930
Questa cucila nella giubba che si metterà per il
67
1930
morir di rimorsi, pensa che ieri sera tu m
68
1930
lo so io quel che m’hai detto. ¶ — Ti
69
1930
trascurato?! ¶ Di questo rimorso, che l’acerbiva, volle anche
70
1930
chiese Filiberto ad Amedeo che lo guardava con compassione
71
1930
tre avevano pregato tanto che i loro visi emunti
72
1930
sul manico del martello che usciva dal fascio e
73
1930
dal fascio e attese che i suoi lo salutassero
74
1930
disse come in sogno: — Che Dio ti assista. ¶ I
75
1930
dietro la madre recitarono: — Che Maria Santissima ci dia
76
1930
le scale tanto precipitosamente che suscitò lo strepito di
77
1930
strepito di un ciocco che ruzzoli sulla fiancata di
78
1930
treno, si mosse, parve che si spezzasse in due
79
1930
Fissò attento il paese che s’era rilevato sul
80
1930
risoffiando fumo e fiamme che s’impigliavano sui vilucchi
81
1930
sul mare, i velieri che facevano rotta verso il
82
1930
sull’erbe non mietute che ingiallano di rammarico, vicino
83
1930
rammarico, vicino ai campi che aravano i bovi. La
84
1930
sul cuore come colui che dice: Pace! ¶ Il Camposanto
85
1930
d’alga, dormono quelli che il fato ha voluto
86
1930
un tumultuare di cave che, con fragore di fiume
87
1930
era una nuvola tuonante che veleggiava sul Pian di
88
1930
ombrose, aggettavano le fiancate che parevano, nel contrasto, sommuoversi
89
1930
cavità sciami d’uccelli che trafficavano nei pertugi costruendo
90
1930
si infrangeva mugliando. ¶ Amedeo, che osservava attonito lo scenario
91
1930
piccoli; esse si vedeva che avevano pianto tanto, gli
92
1930
di pecora; il viatico che doveva accompagnarli là per
93
1930
nuvole torbe e dense che per le fessure del
94
1930
ancora ravvolti di nebbia che il treno precipitava in
95
1930
lenti, coi piedi gonfi, che testimoniavano la fatica dello
96
1930
il paiolo del focolare che s’agitava come una
97
1930
parla. ¶ — È una rivelazione che non posso fare qui
98
1930
fare qui, uno solo che mi vedesse sarei perduto
99
1930
in prigione. I compagni che incontravo cammin facendo mi
100
1930
una sceneggiatura giudaica. Invece che in cella fui condotto
101
1930
condotto in una stanza che pareva imbussolata in tante
102
1930
scorgeva un’altra parete che doveva essere altissima. La
103
1930
essere altissima. La gente che ivi mi aveva condotto
104
1930
andai innanzi, timoroso quasi che sotto i miei piedi
105
1930
v’erano appesi indumenti che sembravano preparati per una
106
1930
rigattiere, vidi entrare gente che prestamente si camuffava. Da
107
1930
gente ardita e arcigna che era si riduceva mendica
108
1930
riduceva orrido troncone amputato che si trascinava a stento
109
1930
disse gelido l’uomo che mi aveva condotto. — Parla
110
1930
un pacco il giornale che riproduceva la mia effigie
111
1930
Delenda, una società segreta che non lasciava veruna traccia
112
1930
consociata alla Libera Iniziativa, che aveva propaggini in tutto
113
1930
Di tutti gli antesignani che avevano battuto al Casone
114
1930
e sembrò uno scultore che plasmasse teste d’asceti
115
1930
nel suo idioma apuano che aveva riportato incontaminato chiamava
116
1930
isola v’erano alberi che facevano la farina, e
117
1930
sulle pietre, e disse che v’erano alberi che
118
1930
che v’erano alberi che facevano frutti che frattati
119
1930
alberi che facevano frutti che frattati uno contro l
120
1930
di tali foglie contorte, che nelle stagioni delle pioggie
121
1930
piccoli come i rivoletti che son sul gran corpo
122
1930
placidità del fiume gonfio che porta l’acque soverchie
123
1930
a nuoto la barca che mi ha condotto al
124
1930
da vene celesti, sì che pareva ch’egli avesse
125
1930
affissavano pensosi il corteo che avvallava muto verso i
126
1930
intorno alla buca grigia che doveva essere il supremo
127
1930
Sulle piante dei gelsi che lineavano la strada le
128
1930
le foglie sembravano uccelli che aspettassero lo svettar del
129
1930
era ascoso il Tarmito che si recava a prendere
130
1930
rapide luci geometriche diacce che lampavano sulle pareti tremende
131
1930
allucinati, le parole mortuarie che colavano dalla grata, lo
132
1930
campi, un latrato lontano che richiamava la notte nel
133
1930
grata di una cella che racchiudesse la morte. ¶ Sul
134
1930
nell’anima morta e che alla sua ombra taciturna
135
1930
spauriti da terrori immaginari che nei furori dell’impotenza
136
1930
con gli alberi incantati che davano pane, fuoco, acqua
137
1930
le frappe dei pioppi che vegetavano sui cigli. Il
138
1930
oro. Sotto le fratte che calano a picco sulla
139
1930
della montagna, i cavatori che roncano sulle tecchie, quegli
140
1930
uomini dai piedi impietrati che scoscendono sul precipitar dei
141
1930
sul precipitar dei ravaneti, che in tutte le membra
142
1930
arsiti come i vilucchi che si abbarbicano alle rocce
143
1930
ciglia aperte come aquilotto che si levi, stupirono il
144
1930
di questo esercito silenzioso che assaliva la montagna. ¶ Rupi
145
1930
siepi di mortella terminale che recingevano le proprietà riducendole
146
1930
sprocchi sanguinolenti, i medesimi che avevano martoriato la fronte
147
1930
della vita fino a che alle moltitudini oppresse non
148
1930
dato goderne. I vecchi che provenivano dalle antiche società
149
1930
le aquile, la gente che ritornava di là dal
150
1930
vie del mondo, quelli che hanno per capezzale il
151
1930
il firmamento, quella gente che è presa a schioppettate
152
1930
orrido Casone. Il primo che vi capitò di notte
153
1930
cieco andava con passo che aveva la misurazione della
154
1930
crocchi taciti di persone che di sui marciapiedi lo
155
1930
guardingo ma non prudente ché la fronte gelida e
156
1930
cereo, il respiro breve ché le cartilagini tremavano appena
157
1930
di nero, bordatino aderente che piombava sugli omeri scarniti
158
1930
i tralci delle vecce che sono intorno a Cristo
159
1930
tante sterpose e incallite che tremavano nelle sue gelide
160
1930
ed ebbe la sensazione che il mondo fosse popolato
161
1930
avesse chiusa una fiamma che non potendo lampeggiare dagli
162
1930
di cera. ¶ La sera che lo spettro parlò al
163
1930
si eleva una Casa che suda gelo dalle pietre
164
1930
scale erano protese braccia che la riparavano perchè non
165
1930
fuori sopra una folla che aveva i tremiti del
166
1930
andava verso il fiume che partiva la città. I
167
1930
dei catecumeni. ¶ Inopinatamente sembrò che il vento avesse spalancato
168
1930
sventolò come una vela che ha strappato i rastremi
169
1930
i ragazzi. ¶ Fu allora che in mezzo a dei
170
1930
chiedeva qualcosa di tepido che dimojasse il gelo. I
171
1930
impotenza, il misterioso graffito che il destino imprime sul
172
1930
la donna guardava atona. ¶ — Che vale la dialettica di
173
1930
a declamare ai neofiti che s’erano tutti accaldati
174
1930
intorno a l’uomo che aveva la dignità dell
175
1930
s’avviò sull’acqua che si richiuse, bevendolo. Delle
176
1930
labbro di un lebbroso che gli leccasse il dente
177
1930
uomo sorrise felino. Disse che era venuto al Casone
178
1930
Casone per smascherare uno che vi aveva stazionato e
179
1930
juta mézzo d’acqua che il taverniere teneva sul
180
1930
muri maestri. ¶ La porta che dava in cortaccia s
181
1930
al tavolo: — Non voglio che mi stringiate la mano
182
1930
scolava lacrime sul petto che sussultava; e l’uomo
183
1930
e impiccoliva gli uomini che vi passavano di sotto
184
1930
e sentì il gelo che dà il viso dei
185
1930
spia numero 13. Nell’andrione che era stanza e bottega
186
1930
zampe dei bovi, e che poi l’avessero raschiato
187
1930
con una coltella. Sembrava che nello sbollentarlo l’avessero
188
1930
tenuto per i baffi ché quelli li aveva lunghi
189
1930
fuoco alzò la testa che aveva a punta come
190
1930
uno sgraffio sul viso che infoltò coi baffi e
191
1930
sembrò sfielato: ¶ — La notte che precedette la mia decisione
192
1930
movimento avevamo prove manifeste che circolavano delle spie. Bisognava
193
1930
ratto un altro cliente che aveva un vestitino fatto
194
1930
sospirava ridendo, come colui che accaldato s’addiaccia pian
195
1930
gambe. Su una seggiolona che la tragittavano sulle trottole
196
1930
trottole, c’era uno che gli dicevano Pilato perchè
197
1930
se le lavasse. ¶ Quelli che avevano le mogli inferme
198
1930
filavan via come coloro che van per il frate
199
1930
panicciati nel sangue. Quella che teneva campione, rovesciava la
200
1930
la padrona della Casa che scendeva a divagarsi e
201
1930
si sedeva sulla sedia che s’era portata di
202
1930
di su. ¶ — A te, che sito di bisce morte
203
1930
morte! ¶ — Settantacinque — sberciava quella che tirava sù — Donna gravida
204
1930
avrà a fare? ¶ — Tu, che l’hai segnato. ¶ — Te
205
1930
meglio aver le corna che la coda. ¶ — A me
206
1930
me maiala?! ¶ — Sette! ¶ — Colica. ¶ — Che ti pigli prima di
207
1930
le due a quella che tirava — o rufola la
208
1930
fare fuori al molo. ¶ — Che scandali! — diceva la padrona
209
1930
per quel Dio nero che con le tu’ budella
210
1930
vecchio padre scolopio alienato che si recava, da un
211
1930
entrava poi dall’infermo che giaceva sopra uno scannone
212
1930
Egli era tanto grosso che pareva colto dalla resipola
213
1930
fuoco spento. ¶ — Povertà! Dieci. ¶ — Che si riaccese e avvampò
214
1930
una presa dalla scatola che lo scolopio gli aveva
215
1930
ti vogliamo vedere! Sentirai che sdricio. ¶ Lo scolopio farneticava
216
1930
scena, il gobbo pensava che il Concilio di Trento
217
1930
muro e gli parve che la gobba fosse diventata
218
1930
S’alzò il cappuccio che era marcio di sudore
219
1930
cielo. Ma un diavolo che si fingeva pipistrello gli
220
1930
passati via più leggeri che la spola del tessitore
221
1930
buona compagnia. ¶ — Signore fate che chi nacque agnello non
222
1930
sera ho visto cose che nemmeno in Barberia. ¶ Per
223
1930
cose spietate; e sappi che questo sarà opera di
224
1930
non create! ¶ L’ipocrita che dava le sedie in
225
1930
sedie in chiesa e che a vederlo sotto la
226
1930
al Casone tutto quel che predicava il prete all
227
1930
le imprecazioni. Ond’è che una notte i tavernieri
228
1930
a ricordo delle missioni, che metteva il gelo addosso
229
1930
nero anche il teschio che era sotto. Sull’uscio
230
1930
tragittandole e percotendole sì che pareva una farfalla quando
231
1930
terra con una spilla che gli passa le cervella
232
1930
di pennini sui vetri che lo ravvolsero come uno
233
1930
in dietro come uno che voglia cansare uno schiaffo
234
1930
diamante.... — Siti di catrame! Che Dio mi dia grazia
235
1930
Dio mi dia grazia che quando tu sarai preda
236
1930
uno stropolo di catrame che t’accenda il fuoco
237
1930
fuoco d’averno e che un diavolo ti agiti
238
1930
agiti al vento sì che le fiamme ti ravvolgano
239
1930
braccia di listoni neri che tragittavano sulle pareti. Gli
240
1930
dei patriarchi: — Maledetto colui che cinse di siepi la
241
1930
donna inzuppa di vino, che lo scolava in perpetua
242
1930
chiesa vecchia fino a che non usciva la messa
243
1930
gli urlavano i ragazzi — che tutti si muovono a
244
1930
cèo guerriero ti significo che i ragazzi si sono
245
1930
ragazzi si sono ammoscati che tu ci vedi. L
246
1930
io: — Pensate, — gli dissi — che chi ha guercito lui
247
1930
ammiccandogli il cielo. — O che voi sapreste sentenziare a
248
1930
verzi. ¶ — Ruffiano e ladro che altro non sei. Bada
249
1930
altro non sei. Bada che ti fo legare — sbrodolò
250
1930
generazione. Falso e spia che ci vedi anche di
251
1930
sanguinante e la Faina che s’era mezzo scosciato
252
1930
di legno, ei diceva che quella vera me la
253
1930
quei rospi. Il falsario, che ò battezzato or ora
254
1930
accattati, sfoderava cert’occhi che t’avrebbe incantato una
255
1930
scorto, ritorno nei paesi che m’hanno aiutato per
256
1930
cieco e gli dico che ho ricevuto la grazia
257
1930
pian piano una donna che pareva una tartaruga che
258
1930
che pareva una tartaruga che camminasse ritta sulle zampe
259
1930
occhio. ¶ — Bada a te che fai più ribrezzo dell
260
1930
di ricino. ¶ — Bada, zoppo, che ti spengo il caldano
261
1930
le maniche del casacchino che aveva rimboccate sopra le
262
1930
Essa era di là che trafficava con stoccafissi, baccalari
263
1930
tutt’ossa e cuoiame che camminando dondolava sull’anche
264
1930
le nove lune. Dice che di lei se ne
265
1930
di sicurezza, un’arnese che aveva un viso come
266
1930
su poi monti, inventava che le portava per penitenza
267
1930
tanto allampanato e spaurito, che pareva Lazzaro dopo la
268
1930
di lui, una donna che aveva scodellato una nidiata
269
1930
portando cenci e ossi che la moglie insaccava dentro
270
1930
da tutta la famiglia che si addossava dietro quattro
271
1930
una Casa; le parole che si udivano sfiatare dalla
272
1930
da vedovi, per uno che ha la moglie inferma
273
1930
di bocca alla padrona che non voleva scandali nè
274
1930
Per i bei spettacoli che gli dà, li potrebbe
275
1930
travi tarmolati: ¶ — E pensare che ci si riduce così
276
1930
ammobiliata di due divanetti che si voltavano le spalle
277
1930
scende fino a cento, che da un lato c
278
1930
altro un vecchio centenario che pronunzia la parola: — Amen
279
1930
si goda ora. ¶ Quelli che non volevano le seccature
280
1930
soppiatto per il vano che dava sulle calate del
281
1930
orticaia nel sangue. Quello che capitava all’ora in
282
1930
in una manteca gialla, che, rinvenuta dall’alito furibondo
283
1930
lisa dava l’idea che il cliente avesse un
284
1930
nero, simile a quello che tengono gli abati sul
285
1930
con un unico occhiello che ciucciava una pasticca d
286
1930
scarpe al ghiaino. ¶ Quello che capitava dopo aver fatto
287
1930
con pelle di coniglio che gl’impiumacciava la gorgia
288
1930
o non lo sa che qui si beve tutti
289
1930
arredi di una sala che aveva della cisterna. Sul
290
1930
burbiglioni, quegli insetti neri, che nascono nel putrido e
291
1930
teste di topo aguzze che si cibavano in un
292
1930
egli aveva dei tatuaggi che accagliati dalla morte eran
293
1930
della parola cremazione, credettero che si trattasse di una
294
1930
pasticceri, ma quando seppero che cremare voleva dire incenerire
295
1930
infilarono le maniche pareva che chiamasse gente a veder
296
1930
al telaretto tanto lisi che filtravano i toni cera
297
1930
la cocca della pezzuola che copriva il viso: ¶ — Se
298
1930
dovesse udire il morto: ¶ — Che significato è quello di
299
1930
dimezzato il campanile e che questo fosse precipitato sulla
300
1930
vestito con la montura che era di corredo all
301
1930
gli rasentavano la bocca che pareva li biascicasse, il
302
1930
le maniche tanto lunghe che il vetturale pareva avesse
303
1930
chiudenda beveva l’acqua che scolava dal tetto del
304
1930
viso, e quella rossa che aveva appiccata al collo
305
1930
stanza come un uccello che bramasse becchettare il morto
306
1930
le ritorte. Un incerato che sapeva di maledizione fu
307
1930
piedi. ¶ — C’è nessuno che vuol dire due parole
308
1930
istradò sulla via provinciale che era come un fiumara
309
1930
Era la prima bestia che portavano via senza i
310
1930
Cristo. Tutte l’ombre che si aprivano nelle case
311
1930
Maledetta mano, maledetta mano che hai firmato. ¶ Nella cisterna
312
1930
s’allentava il busto che il petto grossito gli
313
1930
come una cagna incimurrita che addenti. Con le dita
314
1930
hai firmato! Ma pensa che sarai prima incenerito da
315
1930
Il silenzio della gente che ascoltava, impietrita, le reprimende
316
1930
dai singhiozzi delle madri che avevano i figli. La
317
1930
chi si pente dice che lo sacchettano: l’aspettano
318
1930
La signora Dina da che aveva saputo che nel
319
1930
da che aveva saputo che nel Casone della Pinciana
320
1930
porco e pazzo?! pentiti che ne hai ben donde
321
1930
torrione largo, alto, nero, che subito dopo mezzogiorno parava
322
1930
sosteneva una luna eclissata che diceva eternamente no. La
323
1930
era sopraffatto dal mare che pareva dovesse inondarlo, sommergerlo
324
1930
e avvogliati, le seconde che erano ascose come sepolte
325
1930
un otre di vino che lo rigurgitava da tutti
326
1930
intorno aveva dei malandrini che lo seviziavano e trombonavano
327
1930
casa sotto il Casone che un tempo l’abitavano
328
1930
alte nude. Del giardino che quando fu delle suore
329
1930
di nocciolo tutta nodi che serve ai tappezzieri per
330
1930
refettorio. Sopra una mensola che sostenne per dei secoli
331
1930
il busto del Re che gli era nevicato polvere
332
1930
luminelle smaltate a fuoco che passavano sette mura come
333
1930
Era lui in persona che infliggeva le sveglie in
334
1930
occhi del nittalopo, quello che nella notte vede più
335
1930
nella notte vede più che il giorno, e prendeva
336
1930
un figlio in collo che pareva morto e il
337
1930
arie argentate dalla notte, che spolverava d’oro anche
338
1930
stivati di soldati sonnolenti che, burattati dallo sconquassamento, si
339
1930
verdi sotto il cielo che s’era dilatato in
340
1930
ardito stese la sua che era potata come un
341
1930
Americhe! ¶ — Sì. ¶ — Ma di che classe sei? ¶ — Del settantacinque
342
1930
del cielo. Le immagini che erano al pilastro della
343
1930
agitato da un detenuto che dalle celle, per le
344
1930
erano addormentati dei vagabondi che s’eran fatti il
345
1930
anni, avevan buttato tanto che i ramoni erano oltre
346
1930
i tetti. Le strade, che davano al mare, erano
347
1930
diacciava violetto dalla parte che guardava il mare, la
348
1930
passi verso la casa che fu dei suoi. ¶ Colossali
349
1930
Tutto era cambiato, fuor che il segno di Cristo
350
1930
ed ebbe l’illusione che il pietrame sollevato dal
351
1930
cui piacevano le donne che parlavano poco e a
352
1930
L’uomo, navigatore ardito, che s’incimentava con le
353
1930
denti della signora Dina che, filando a tasto il
354
1930
e sfaccettati come saliere che gli pentagonavano gli occhi
355
1930
minuti in un chiosco che era situato sull’angolo
356
1930
gran prurito nella gobba che lo faceva smaniare. Quando
357
1930
rogazione, viatico o funerale, che lui non fosse incappato
358
1930
selciato pareva un demone che desse fuoco alla terra
359
1930
di lino allucinavano Federigo che dentro il chiosco s
360
1930
e bavoso a qualcuno che indugiava a leggere giornali
361
1930
nodo, cieco e lercio che amò riamato una ragazza
362
1930
dalle sembianze di quella che ti ha fatto invaghire
363
1930
in corte di colei che ti fa smaniare, ti
364
1930
le fregagioni. ¶ — È amor che fa cesto — gridò una
365
1930
Chi l’avrebbe detto che eri stufo della vita
366
1930
di spettri i neri che davano nelle stanze buie
367
1930
la corda della campana che suonava a naufragio. Quando
368
1930
sparmaceto in gola. ¶ — Par che tu non abbia mai
369
1930
La signora Dina asseriva che Amedeo era stato sviato
370
1930
imbullettato al muro. ¶ — Pensa che se ci levi il
371
1930
e trovavano la signora che mantrugiava il gobbo il
372
1930
bollente della signora Dina, che s’inzuppavano subito e
373
1930
nel muro. A quelli che volevano sottrarlo dall’ira
374
1930
al paese da gente che li dicevano i catecumeni
375
1930
dentro le stanze pareva che di giorno ci s
376
1930
notte. ¶ I vecchi asserivano che nell’antichità il Casone
377
1930
principi e papi e che quando poco lungi ci
378
1930
spaventosi uccelli di rapina chè da ogni finestra sventolava
379
1930
nera. Per certi collari che anticamente aggraziavano i vani
380
1930
e carpita dai pasticceri che avevano gli occhi e
381
1930
traevano da una chiavica che era nel mezzo della
382
1930
il paese perchè dicevano che non aveva fondo. Una
383
1930
dei Trascurati, tanto umida che ci si spengevano le
384
1930
da vedovi: per uno che ha la moglie inferma
385
1930
di là del mare che scassano le prode, le
386
1930
d’intrufolarmi nella terra che mi ha spinto qui
387
1930
rispose pacato Isaia — quelle che legano le membra si
388
1930
venti della primavera, quelli che sollevano il cuore anche
389
1930
del vostro viso scorgo che siete conturbato. ¶ — Dai civili
390
1930
uomo abbeverato di sogni che fuggì gramo i civili
391
1930
i civili. Si direbbe che le ombre ritornano: quand
392
1930
con sicurtà. L’uomo che altro è se non
393
1930
se non una barca che deve tragittare un pelago
394
1930
il cuore medesimo. Lui che disdegnava ogni proprietà, anche
395
1930
la Elevazione.... — Già, dicevo che il luogo dove riposano
396
1930
sgomento, rammemoreranuo ai viventi che nel loro fusto c
397
1930
desiderio della terra incognita, che gli affaticava l’arido
398
1930
su di un libro, che aveva tratto dalla scrivania
399
1930
Nicodemo era l’uomo che distruggeva le picade dietro
400
1930
Sarete compreso dai terrori che rombano dalle terribili fenditure
401
1930
foresta perderete il civile che vi attedia. Quando saldato
402
1930
Sì. ¶ — I fuochi immani, che nella foresta diventeranno fiammelle
403
1930
delle cascate misteriose, quelli che liberano dalle preoccupazioni mortali
404
1930
ponti orbitali in rilievo che davano a gli occhi
405
1930
con l’ossa nutrite che sfarinavano quelle bestiali come
406
1930
non si scorgeva altro che il battito del cuore
407
1930
sopra un serpente celeste che gli strisciava sul ventre
408
1930
percuoteva con un bastone che il bestione azzannava e
409
1930
vele per la barca che un temporale aveva lacerate
410
1930
offre il suo fogliame che, seccato al sole, può
411
1930
la mia guida sapeva che questo albero sapientemente pertugiato
412
1930
rende un succo vinoso, che esposto al sole viene
413
1930
quali danno una farina che intrisa in una madia
414
1930
Per questo la speranza che voi ritroviate vivo Nicodemo
415
1930
nel mio cuore. Sappiate che vi furono uomini nati
416
1930
ed allevati in civiltà che vissero anni ed anni
417
1930
in succinto i prodigi che ora riudiva dalla bocca
418
1930
gravato di foschia pesante che si scioglieva in gocciolìo
419
1930
gonfio e i tentacoli che colavano giù mossi lievemente
420
1930
a gigantesche trombe marine che si apprestassero a risucchiare
421
1930
il temporale del cielo che si apprestava a predominare
422
1930
Rio come le barche che ammainano le vele in
423
1930
dai sibili del vento che davano i tremiti ai
424
1930
tronco di un albero che un altro uragano aveva
425
1930
più basse: un oceano che inghiottisse fantastici alberi di
426
1930
di nave sommersa. Dopo che fu scricchiolata l’alberatura
427
1930
selva con i rovai che sibilavano, a gruppo di
428
1930
degli alberi, grandi arcobaleni che sembrarono arcate rimaste intatte
429
1930
precipitante. Era il Rio che non più rattenuto dall
430
1930
Ciacà, uccelli di rapina, che sogliono gettarsi nelle vicinanze
431
1930
Luciano, la guida, asserì che quei boati e quei
432
1930
indiani annegati nel Rio che ad ogni variar di
433
1930
libbra d’oro e che nell’anulare, portava un
434
1930
groppa di certi rettili che si trovano nei fiumi
435
1930
contratto macabro, la Specola, che gli fruttava cento scudi
436
1930
del luogo. Lassù asserivano, che quando Niccolao guardava la
437
1930
sarebbero sprofondati. Un vecchio che viveva in un crepaccio
438
1930
dalla saetta. ¶ Niccolao asseriva che chi avesse trovato gli
439
1930
Non mi guardate qui che faccio vergogna, mi dovreste
440
1930
Non mi guardate ora che vi darei un triste
441
1930
verde?.. La vedete? ¶ — Sì che la vediamo. ¶ — Ebbene, se
442
1930
d’oro fino a che non ti levi su
443
1930
onesta avventura. Il rettile che l’ha sul dorso
444
1930
Nel paese di Freddana, che come sapete è situato
445
1930
fiume, ci fu uno che disse: La pietra che
446
1930
che disse: La pietra che ha messo Niccolao sull
447
1930
fu pericolato. Il giorno che io mi recai sulla
448
1930
sono scamalate, dai pesi che ci ha portato sopra
449
1930
arcone dal tanto carico che le ha aggrevite, ha
450
1930
piedi geli da tanto che ha bozzigliato nel fiume
451
1930
ho un limìo dentro che mi rode notte e
452
1930
delle Pizzorne — disse — quello che istrada i giovani nel
453
1930
di pane di granturco, che pareva d’oro, dentro
454
1930
domandava atterrita ai contadini che zappavano le prode. ¶ Su
455
1930
croce è un ragazzo che ho ingaggiato. Li farò
456
1930
di San Pasquale, quello che quando s’ode galoppa
457
1930
uno scudo alla donna che se l’era piantato
458
1930
valle e del piano, che i ragazzi dati in
459
1930
viaggio. — Farem da quelli che bruciarono la casa per
460
1930
ragazzo. ¶ — Faremo dal zoppo che correva dietro alla fortuna
461
1930
mai pertiche di terra che mi darebbero dovizia di
462
1930
e mi disse: Comando che tu lasci gli ozi
463
1930
branca di ragazzi e che tu li faccia uomini
464
1930
Si chiese perplesso colui che sa. ¶ — Avete parlato e
465
1930
Avete parlato e sentenziato che io debbo andare per
466
1930
Allora, Niccolao, — disse colui che sa — partite all’istante
467
1930
eran popolate di gente che aspettava il loro passaggio
468
1930
tronco centenario. Fu Isaia che aprì a colpi di
469
1930
l’accetta. Fu Isaia che lavorò tra i primi
470
1930
picada” di Don Pedro che dall’Atlantico conduceva le
471
1930
perchè fu da essa che Isaia lanciò le sue
472
1930
jebani matucaginesi. Fu Isaia che apprese dagli indigeni l
473
1930
giaracafra, l’orribile bestia che si ravvolge al piè
474
1930
le fiamme ai palmeti che bruciavano con forte strepito
475
1930
l’erbe fruscianti lame che si affilassero sull’acque
476
1930
udì latrati di cani che richiamarono gente sull’aie
477
1930
all’astro d’argento, che sorgeva tra stelle ricamate
478
1930
servente indiana. Una donna che sembrava una bimba, essa
479
1930
pendenti lunari agli orecchi che dondolavano come la luna
480
1930
canto di uccelli, sognavo che dei corvi mi guastavano
481
1930
maculata di crusca rugginosa che s’agitava in perpetuo
482
1930
in perpetuo e sembrava che fosse un polipo arrossato
483
1930
sospetto di essere scaltriti che guardavano salati d’astuzia
484
1930
dita attanagliavano la moneta che portava alla bocca. L
485
1930
sul marciapiede come uno che pesti l’uva sul
486
1930
mascellari, il linguaggio straniero che poltigliava nella bocca lo
487
1930
su due braccia corte che parevano alette eran saldate
488
1930
quelle con gli occhi che sorridono e i denti
489
1930
un cenno di quelli che si soglion fare ai
490
1930
gettò indietro l’arnese che aveva messo sul ceffo
491
1930
ferro diaccio. Gli parve che una rondine gli avesse
492
1930
taglio di una lama che recide la terra musicarono
493
1930
nelle vasche, così piccole che con un sorso avido
494
1930
la di una cancellata che al Tarmito rimaneva sotto
495
1930
imputato dopo una sentenza che lo condanni a vita
496
1930
cuore frangeva coccole amare che sciapivano e avvelenavano il
497
1930
d’argento, un uomo che aveva la camicia di
498
1930
il cuore nella gabbia che batteva l’ali come
499
1930
facce infiammate dalla risipola che sfoderavano la lingua di
500
1930
scese sui marciapiedi e che alcuno le avesse imbullettate