Luigi Pulci, Morgante, 1483

tua deïtà! ¶ Sia maladetto chi t'ha mai piaciuto

mai piaciuto! ¶ Sia maladetto chi t'adorerà! ¶ Sia maladetto

tua crudeltà! ¶ Sia maladetto chi il tuo nome onora

cose al mondo vanno, ¶ chi vive con tristizia e

l vien domandando: ¶ - Dimmi chi sia, e soldo ti

che trovato avea con chi contendere: ¶ subitamente a trovarlo

cominciò con lui ragionamento: ¶ - Chi tu ti sia, pagano

e non guardo a chi ciò tocca. ¶ Tu sai

torna prima a te chi l'ha più morso

c'è per te chi rompa due finocchi, ¶ e

Disse Rinaldo: - Cavalier sovrano, ¶ chi è questo dïavol che

con gran grida, ¶ e chi per terra morte e

la coscia avea. ¶ Rinaldo chi sia questo ha domandato

traditor malvagio, ¶ e disse: - Chi se' tu? Che vai

non tenerti a bada ¶ chi non ci può star

Fuligatto era tutto maraviglia: ¶ «Chi fia costui?» dicea, «che

dir questo? ¶ Questi lïon chi ha così ammazzati? - ¶ Ma

padrone! ¶ Maladetto sia mai chi t'ha allattato! ¶ Maladetto

Santo. ¶ CANTARE VENTESIMOQUARTO ¶ Non chi comincia ha meritato, è

gli ultimi giorni; ¶ e chi non vuol tornar di

avea sepolto. ¶ Proverbio è: chi ben siede, alfin mal

corte e baronia, ¶ e chi più crede poi poter

poi poter, più erra: ¶ chi una cosa, chi altra

erra: ¶ chi una cosa, chi altra dicìa, ¶ che si

proprio è questo. ¶ Or chi vorrà insegnare al traditore

qualche frodo, ¶ sarà come chi insegna al buon sartore

ch'io farò ben: chi pensa mal, mal abbia

la sera adirato: ¶ ché chi s'adira non è

baston cader giù basso, ¶ chi sarà quel che sotto

e quel fantin, come chi spesso smoccola, ¶ si vede

tratto v'accese. ¶ Or chi sentissi mugghiare i giganti

simulato o fitto. ¶ Venga chi vuol con sue ragioni

sia tratto della Apocalisse». ¶ Chi mi dicessi: «Or qui

chiuse ¶ cercavo come fa chi s'innamora: ¶ questo era

pel tempo addietro ¶ a chi con l'arme l

tuffa ¶ de' saracini, e chi frappa e chi taglia

e chi frappa e chi taglia, ¶ tanto ch'ognun

volentier si bagna. ¶ E chi arebbe creduto che il

che error non pigli chi m'ascolta, ¶ che fu

di Mellone ¶ e domandava chi l'abbi veduto; ¶ e

iscambia questo tradimento. ¶ Or chi vedessi il sanguinoso agone

di Carlo Magno, e chi suo scettro onora, ¶ Orlando

tempo non vien mai, chi non l'aspetta: ¶ rade

non pensata ¶ rïesce a chi la vuol pur fare

se medesimo s'inganni ¶ chi s'è sempre veduto

e il bacchillone è chi tentava indarno. ¶ Intese Falseron

fuochi e tresche, ¶ e chi correva dinanzi a' cavalli

non sare' ragione ¶ che chi è battezzato si sbattezzi

intendere! - ¶ Diceva Astolfo: - E chi t'intenderebbe? - ¶ Disse il

intenderebbe? - ¶ Disse il pagan: - Chi ti facessi scendere. - ¶ Rispose

ch'io so di chi sarà il caval da

i savi matti, ¶ e chi prestar vorrebbe, ch'egli

pascea così sellato; ¶ avean chi lance, chi spade e

sellato; ¶ avean chi lance, chi spade e chi scure

lance, chi spade e chi scure. ¶ Astolfo a un

Al cul l'arà chi fia ghignoso! - ¶ tanto che

qualunque, e non guardar chi sia, ¶ dice il proverbio

morali, ¶ e fassi schiavo chi il servigio prende; ¶ e

sentito. ¶ Disse il signor: - Chi fia quel ladroncello? ¶ E

ispada o mazza: ¶ vedrén chi fia questo poltron villano

qui mandato. ¶ Ma sia chi vuol, ch'io vo

la piazza è giunto: ¶ - Chi è questo uccellaccio così

rozzone. - ¶ Rispose Astolfo: - E chi giudica questo? ¶ - Colui ch

per grazia ti domando, ¶ chi tu ti sia, cristiano

di lui qualche strazio: ¶ chi gli mordeva il braccio

mordeva il braccio e chi le mani, ¶ chi lo

e chi le mani, ¶ chi lo pelava, chi il

mani, ¶ chi lo pelava, chi il petto gli straccia

mordean costui questi pagani: ¶ chi lo calpesta e chi

chi lo calpesta e chi gli sputa in faccia

sù che 'l tetto ¶ Chi vede e 'ntende ogni

e non conosce ancor chi sia costui, ¶ e parla

e che pensar bisogna: ¶ chi cerca truova, e chi

chi cerca truova, e chi si dorme sogna; ¶ e

poi disse a Greco: - Chi t'ha tanto offeso

riserbo. ¶ Guardivi Quello a chi presso era il Verbo

suo destrieri ¶ non so chi sia. Incontro loro andiano

a ragion fussi morto? ¶ Chi non conosce tu gli

ragion gl'incresca. - ¶ Or chi avessi Rinaldo veduto, ¶ e

i tuoi difetti. ¶ Guarda chi ciurma con meco e

di mano in mano, ¶ chi vuol còrre il bugiardo

che Giuda tradito: ¶ ecco chi vuol parer buona persona

modo i ben venuti. ¶ Chi siete voi? Dove siete

vendicai poi io: ¶ uccisi chi l'uccise, un gran

l'allaga; ¶ disse: - Pagan, chi mi fa cortesia, ¶ non

l'udirno appena. ¶ E chi l'uccise bee col

sia più grascia: ¶ guarda chi tien del Soldan la

nimico: ¶ ben sapea ben chi ci dovea venire, ¶ ch

lancia e realmente, ¶ e chi dice altro, per la

proprio il vero, ¶ e chi dice altro, di' ch

pose mente, ¶ e domandò chi fussi e donde è

paura già aveva: ¶ sempre chi piglia i lïoni in

gran piano, ¶ e domandò chi sia questa brigata, ¶ e

sia questa brigata, ¶ e chi sia il capitan di

risposta gli fe' strana: ¶ - Chi e' si sieno nol

buono. - ¶ Gherardo dicea pur: - Chi è il giovan franco

guadagno. ¶ Io vo' saper chi quel lïone ha morto

questo gioco; ¶ dunque veggiàn chi sia di miglior razza

senton sonar sanza saper chi suona: ¶ eron certe casette

tu, oste, o sai chi e' sia, ¶ e 'n

sua figlia, ¶ né sa chi la togliessi; ed è

il tòsco: ¶ così va chi se stesso pur trastulla

alfin mal gliene coglie ¶ chi vuol cavarsi tutte le

Iddio ci dia guadagno! ¶ Chi fia costui? E che

gente di sopra meschinelle ¶ chi morto, chi percosso si

sopra meschinelle ¶ chi morto, chi percosso si vedia, ¶ chi

chi percosso si vedia, ¶ chi rotto il braccio e

rotto il braccio e chi il teschio avea aperto

teschio avea aperto ¶ e chi da' calcinacci è ricoperto

da' calcinacci è ricoperto, ¶ chi mostra il piè scoperto

il piè scoperto e chi gambetta, ¶ chi colle gambe

scoperto e chi gambetta, ¶ chi colle gambe all'erta

all'erta è sotterrato, ¶ chi ha tra sasso e

come morto è rovesciato, ¶ chi 'l sangue fuor per

e 'l naso getta, ¶ chi zoppo resta, chi monco

getta, ¶ chi zoppo resta, chi monco e sciancato: ¶ era

gente, ¶ e dato a chi volea di loro ufici

fatto signore. ¶ Gan domandò chi questo pastor sia; ¶ e

ho io fatto o chi cercando vai? ¶ Non è

capresto; ¶ e riconobbe ben chi fussi questo. ¶ Quand'egli

città tutta ordinoron drento, ¶ chi si dovessi a governo

la tromba. ¶ I marinai chi qua chi là si

I marinai chi qua chi là si scaglia, ¶ però

Sta' qui saldo: ¶ vedren chi può più, Cristo o

sostenne, ¶ e dice: - Porti chi vuol per rispetto, ¶ ché

tenuta cosa vera ¶ da chi lo troverrà in futuro

si chiamava, ¶ e domandò chi sia questa brigata. ¶ Orlando

Chiarmonte! - ¶ Disse Rinaldo: - Solda chi ti pare. - ¶ E torna

presi tutti quanti; ¶ e chi non vuol di lor

giù balzava; ¶ beato a chi mostrava le calcagne! ¶ ché

morire ¶ e non voler chi governa ubbidire? ¶ Se tu

di que' pagani a chi data hai la morte

Rinaldo bada ¶ e di chi e' fussi venìa domandando

e disse: - Chiarïon, dimmi chi sia ¶ colui che porta

carro. ¶ Io vo' che chi mi morde lasci il

arcione, ¶ e proverrén di chi sarà il lïone. - ¶ Dismontò

la vita gli costa: ¶ chi cerca briga ne truova

sento! ¶ Ecco color di chi tu vai cercando: ¶ questo

mperador fa intanto diceria: ¶ - Chi si vanta di voi

parole dua braccia; ¶ e chi più teme è quel

scordon qui con meco: ¶ chi vuol che Greco al

Greco al governo restassi, ¶ chi dice Chiarïone e Greco

per paura non è chi la guati: ¶ pilosa e

torso di cavolo: ¶ vedrén chi fia di noi maggior

io non vo' giudicar chi s'abbi il torto

disputar di cerusia ¶ con chi sempre ara o macina

indrieto come un cuccio. ¶ Chi vi cercassi trito a

basti questo essemplo a chi m'intende. ¶ Orlando con

tanta fede? ¶ Così va chi si fida in amadore

gigante cominciò a parlare: ¶ Chi tu ti sia, cristiano

cavallo. ¶ Baiardo conosceva a chi egli è sotto: ¶ subitamente

tutta Bambillona fassi; ¶ e chi portava l'arco sorïano

le saette co' turcassi; ¶ chi la sua scimitarra piglia

è di tutta pruova; ¶ chi briglie e selle e

briglie e selle e chi staffe rinuova. ¶ In pochi

Guata uom bene ostinato! ¶ Chi dice traditor, certo non

presto ¶ quando e' sentì chi era quel signore; ¶ e

era a caval: pensa chi a piè cammina! ¶ Abbiàn

vendetta ¶ per qualche via, chi luogo e tempo aspetta

cosa è questa? O chi Calandro ha morto? - ¶ Fugli

Cielo e di Macone. ¶ Chi è quel cavalier che

denti. ¶ Non so ben chi si sia quel cavaliere

Salicorno; ¶ qui si vedrà chi saprà di schermaglia; ¶ qui

e domandava uno scudiere: ¶ - Chi son costoro? Ove siete

per la sua fierezza. ¶ Chi fuggì prima, se n

offerta: ¶ - A questo modo chi dormissi sveglio! - ¶ e rilevava

baron del Soldano, sbigottiti, ¶ chi qua chi là tutti

Soldano, sbigottiti, ¶ chi qua chi là tutti si scompigliorno

non ha tempo mai chi tempo aspetta: ¶ per nessun

non erra: ¶ convien che chi l'aspetta alzi le

dicea Rinaldo a lor - chi vi campassi? - ¶ Ed Ulivier

quel che veggo io? ¶ Chi è colui ch'ognuno

fe' reverenzia il pagano. ¶ Chi è colei che siede

crucifisso il terzo dìe. ¶ - Chi è colui che guarda

cui peccato dannati savamo. ¶ Chi è quel vecchierel con

ciel ratto, ¶ chiamando morto chi in vita è restato

che son nella battaglia, ¶ chi qua chi là per

nella battaglia, ¶ chi qua chi là per le fosse

cadere, ¶ che lo sentì chi nol potea vedere. ¶ Combattevon

restâr per le caverne, ¶ chi morto e chi ferito

caverne, ¶ chi morto e chi ferito e chi meschino

e chi ferito e chi meschino. ¶ Nostri cristian, quanti

la morte. ¶ Nella città chi può si fuggì drento

credo che sia salvo chi gli crede; ¶ e credo

i guazzetti; ¶ e pur chi l'ode poi convien

preso partito, ¶ e torno, chi mi caccia, come i

o colui: zara a chi tocca! ¶ ed ho commesso

da sé non ha chi non vi porta; ¶ e

non v'ho pazïenza: ¶ chi mi toglie il boccon

cosa è questa e chi si duole: ¶ al mio

non vieni a me? Chi t'ha impedita? ¶ È

lume della luna. ¶ Or chi felice si chiama talotta

Parigi un bando, ¶ che chi sapessi ove Carlo dimora

riveli sanza alcun sospetto ¶ chi l'ha tenuto o

non soggiorna ¶ di spegner chi contro a me fu

dì con Frusberta ¶ che chi il dicessi fia detto

facìa, ¶ per non tediar chi legge non si conta

lei pareva sciocco, ¶ come chi sente l'amoroso caldo

con un suo ragazzo: ¶ - Chi è quel poltonier che

innanzi vada: ¶ Orlando a chi non era al fuggir

donde hai tu saputo ¶ chi tenga del mio cor

cavalier sovrano? ¶ Sia benedetto chi t'ingeneròe! - ¶ e mille

inverso la montagna. ¶ Ma chi l'uccise saper non

sappi per tua arte ¶ chi è colui ch'uccise

grande amostante: ¶ così trovò chi avea morto il gigante

son non come fa chi sprona, ¶ tanto ch'i

fossi il destrier di chi il sognava: ¶ chi possedeva

di chi il sognava: ¶ chi possedeva quella cosa tale

destrier si sia di chi il guadagna. - ¶ Il re

per la tua leanza, ¶ chi tu se', cavalier, per

lor del pari ingorde; ¶ chi annitrisce, chi soffia e

pari ingorde; ¶ chi annitrisce, chi soffia e chi sbuffa

annitrisce, chi soffia e chi sbuffa; ¶ e per due

vento. ¶ L'oste rispose: - Chi la mia vendetta ¶ facessi

costoro, e tutto disdegnoso: ¶ - Chi siete voi, - domandava Ulivieri

io non so a chi pietà non ne venissi

è venuto!». ¶ Beato a chi poté trovar la scala

una boce: ¶ - Sia benedetto chi il tiranno ha strutto

del re Vergante. ¶ Or chi vedessi quelle damigelle ¶ venirsi

e come ciascuno erra ¶ chi qua, chi là per

ciascuno erra ¶ chi qua, chi là per Ponente e

Levante, ¶ per Mezzogiorno e chi per Tramontana, ¶ ogni fera

sguardo e fischio ¶ uccider chi il guardava il bavalischio

la qual si dice, chi v'ha posto cura

modo antico. ¶ Ma intender, chi l'ha fatto, il

quel che non ama chi l'ama». ¶ Rinaldo ringraziò

rispose ¶ che non sa chi si sia questa brigata

disdegnosamente: ¶ Se conoscessi ben chi a te mi manda

dar per fede a chi nol crede il pegno

qual le spalle, a chi il capo cincischia, ¶ colpi

Rinaldo sconforto, ¶ e volle chi l'uccise intender bene

fue. ¶ L'amostante dicea: - Chi t'ha mandato? - ¶ Copardo

confessassi ¶ essere ingrato, a chi ne domandassi? ¶ Or oltre

drento alle porte, ¶ e chi fuggiva, e chi per

e chi fuggiva, e chi per arme è corso

per arme è corso, ¶ chi si nasconde, e chi

chi si nasconde, e chi chiama soccorso. ¶ L'amostante

l marchese, ¶ e domandò chi l'aveva abbattuto. ¶ Disse

latino, ¶ e nel voltar, chi vedeva da parte ¶ are

terra. ¶ Poche parole a chi m'intende basti. - ¶ E

Per Macon, poco stimo ¶ chi troppo sta la notte

disse: - Sempre avvien che chi minaccia ¶ ne suol la

perduta è sempre a chi quella non prezza; ¶ e

per la fede: ¶ adunque chi lo 'ncolpa il ver

tanto perfetto; ¶ non so chi abbi a' suoi colpi

mio cantar piaccia a chi ascolta. ¶ Febo avea già

gran dolore. - ¶ Lasciàn costor chi in festa e chi

chi in festa e chi in affanno, ¶ e ritorniamo

sanno; ¶ così faresti tu, chi ti credessi: ¶ ben sarei

tu sapessi ben con chi tu parli, ¶ non parleresti

Rinaldo: - Bestial saracino, ¶ sia chi tu vuoi, che per

sbigottire; ¶ e come avvien chi il signore ha perduto

a 'nsanguinar le spade: ¶ chi morto resta e chi

chi morto resta e chi chiede perdono; ¶ e cominciorno

caso è questo e chi muove tal guerra, ¶ che

te si raccomanda. - ¶ Or chi vedessi la dama amorosa

ciò non t'incresca: ¶ chi vuol de' grossi nel

a scale: ¶ vedi, compar, chi scende e chi sù

compar, chi scende e chi sù sale». ¶ Il lupo

si può ben veder chi ha in sé bontade

d'onore; ¶ e certo chi di sue laude favella

Frusberta operava, ¶ tagliando a chi i bracciali, a chi

chi i bracciali, a chi gli arnesi, ¶ e molti

Salincorno: - Io vo' vedere ¶ chi è costui ch'ha

feriti. ¶ Erminïon dicea pur: - Chi vi caccia? - ¶ ché gli

fu a tradimento, ¶ ché chi l'uccise n'uccidrebbe

l'altra gente: ¶ però chi fa vendetta con sue

ho fatto penitenzia; ¶ ché chi governa per consiglio il

tutti i loro arnesi. ¶ Chi vedessi la festa e

Macone è falso e chi gli crede: ¶ da ora

fussi quella gente. ¶ Ma chi tosto erra, a bell

sotto le braccia. ¶ Or chi vedessi questi due giganti

che sempre fa valoroso chi ama: ¶ tu non aresti

Morgante s'accosta. ¶ Or chi vedessi giucar qui a

piazza, ¶ che sapevo io chi drento era venuto, ¶ o

insuperbito, ¶ sanza voler saper chi s'abbi il torto

giostra si facea: ¶ che chi volessi, potessi venire. ¶ Tutta

ha pregato; ¶ ma Carlo chi lo priega minacciava ¶ perch

punto. - ¶ E taglia a chi pregava le parole, ¶ dicendo

Dimmi, s' tu sai, chi ti batte le gote

gli dava una scossa; ¶ chi qualche dardo alle gambe

ancora stava attento, ¶ come chi spera insino a morte

e fuggir per paura ¶ chi qua, chi là, pur

per paura ¶ chi qua, chi là, pur che possa

insin sopra gli arcioni, ¶ chi insino al petto, e

insino al petto, e chi insino a' talloni. ¶ Astolfo

cercata, ¶ e minacciava che chi Carlo tiene ¶ nascoso o

e' Maganzesi morti e chi scacciati. ¶ Rinaldo pure Orlando

che lo conforta, ¶ e chi la mano e chi

chi la mano e chi il braccio gli piglia

Rinaldo gli venìa compassïone: ¶ «Chi fia costui?» fra sé

questo batacchio ¶ aiuta, Iddio, chi crede nel Vangelo! ¶ Quel

il resto nel colpire; ¶ chi dice che di netto

mostro; e sciocco è chi nol crede. ¶ Le schegge

tenessin, mascalzon di strada! ¶ Chi si diletta di truffe

selva da l'inferno: ¶ chi vuole andare al monte

sente al capo duol chi ha maggior pena; ¶ veggo

fa testimonio; ¶ e poi, chi ama, giorno e notte

il lïone, ¶ se non chi a torto quistion meco

quistion meco piglia ¶ ovver chi fussi traditor perfetto. - ¶ Il

infine è l'errato chi erra: ¶ s'io ti

col corno ¶ e proverremo chi arà più bontade: ¶ questo

è triegua, va' sicuramente. ¶ Chi sa chi sia quel

va' sicuramente. ¶ Chi sa chi sia quel guerrier del

conte: - Per tua gentilezza, ¶ chi son costor non mi

si spazza, ¶ ed a chi spezza la spalla, a

spezza la spalla, a chi il ciglio. ¶ E Manfredon

saracini, e stava fresco! ¶ Chi getta lance e chi

Chi getta lance e chi sassi nel petto; ¶ pure

n'aveva davante, ¶ ché chi toccava il battaglio una

alla fine lanciava, ¶ e chi con dardi e chi

chi con dardi e chi archi traeva; ¶ tal che

altro che d'assilli; ¶ chi dà percosse di mazze

mazze e di scure, ¶ chi il petto par, chi

chi il petto par, chi le gambe gli spilli

le gambe gli spilli, ¶ chi dà sassate che parevon

le frutte: ¶ così avvien chi pel fango vuol trottare

le schegge dintorno a chi taglia. ¶ E spesso avvenne

uccise ben venti; ¶ e chi partiva insin sotto agli

insin sotto agli arcioni, ¶ chi insino al petto, e

cascar del destriere; ¶ ma chi si fugge non suol

quel che cercar suol chi ama: ¶ trovato ho tòsco

e disse: «Così va chi s'innamora! ¶ Se mille

placa con dolcezza, ¶ e chi per forza vuol tirar

tristo n'andava. ¶ Or chi avessi il gran pianto

assai gliene saria incresciuto: ¶ chi morto il padre lascia

il padre lascia e chi il parente, ¶ e così

piangea di lui miseramente; ¶ chi il suo fratello e

il suo fratello e chi l'amico abbraccia, ¶ chi

chi l'amico abbraccia, ¶ chi si percuote il petto

percuote il petto e chi la faccia. ¶ Eravi alcun

tua afflitta madre, ¶ o chi sarà più quel che

e in noia: ¶ così chi segue ogni sfrenata voglia

non sa' bene ¶ ancor chi sieno i paladin di

Pel mio Gesù, che chi dice ciò erra, ¶ perché

imperiere? ¶ Se tu sapessi chi sotto è in queste

barchetta prima ¶ per obedir chi sempre obedir debbe ¶ la

quel monachetto: ¶ così intervien chi vive con sospetto. ¶ Quand

in man tre dardi, ¶ chi frombe, chi baston, chi

tre dardi, ¶ chi frombe, chi baston, chi mazzafrusti: ¶ sai

chi frombe, chi baston, chi mazzafrusti: ¶ sai che' giganti

disarmare; ¶ questo poltron, per chi m'aveva scorto?». ¶ Ma

ed ebbe così detto: ¶ - Chi bussa qua? - pur sempre

ancor, Morgante mio; ¶ e chi s'emenda, è scritto

pace a tua ventura, ¶ chi tu ti sia, ch

vadi nella sua cittade: ¶ chi colla spada, chi col

cittade: ¶ chi colla spada, chi col pasturale, ¶ poi la

aperto: ¶ quivi non è chi risponda al saluto. ¶ Vannone

fuoco, ¶ e non so chi v'andò per Euridice

Voi mi parete corrier: chi vi manda, ¶ o che

Io son colui per chi tu se' mandato. ¶ Di

Perdonimi, s'io fallo, chi m'ascolta, ¶ e intenda

così diceva a quello: ¶ - Chi tu ti sia, saracino

ne faceva morire, ¶ e chi fuggir non può ne

guardare ¶ da' traditor: però chi può guardarsi? ¶ Ma la

tagliava e' faldoni, ¶ a chi tagliava sbergo, a chi

chi tagliava sbergo, a chi potando ¶ venìa le mani

cascono i monconi; ¶ a chi cacciava di capo la

padre dicea: - Figliuol mio, ¶ chi mi t'ha morto

compagnia, ¶ e del signor, chi fusse domandava. ¶ Brunor rispose

vi grava, ¶ ditemi ancor chi voi, cavalier, siete. - ¶ Disse

Ma quel sergente a chi fu comandato ¶ avea il

e l'altra no, chi può giudicar questo, ¶ qual

pe' tuoi consigli da chi t'ha creduto. ¶ Or

la cappa si cavava: ¶ chi piglia sassi e chi

chi piglia sassi e chi stanga e chi mazza

e chi stanga e chi mazza; ¶ ognuno addosso a

sangue si guazza: ¶ a chi balzava il capo e

balzava il capo e chi il cervello ¶ come si

terza richiesta ¶ di ringraziar Chi ci scorge il camino

detto, ¶ sì come avvien chi cavalca di notte: ¶ - Io

che pure ingannato è chi inganna: ¶ quel bacalare, Ulivier

Ed è tra noi chi abbia oppinïone ¶ che lo

intanto così detto: ¶ - Sia chi tu vuoi, o famoso

vedere il popol saracino, ¶ chi in sulle mura e

in sulle mura e chi presso alle porte, ¶ desiderando

cominciò a stupire ¶ come chi nuove cose per oggetto

morto faceva paura ¶ a chi voleva entrar dentro alle

sia alfin sempre amato chi ama, ¶ e non sare

di non trovar merzé chi pur la chiama, ¶ né

amato dalla damigella: ¶ perché chi ama assai, poco favella

che e' possi saper chi l'ha servito; ¶ ed

disse ancora a lei chi son costoro ¶ che l

si farà maraviglia ¶ sia chi si vuol del popol

disse, ¶ che fe' maravigliar chi intorno ascolta; ¶ e replicò

parlo per paraboli a chi intende, ¶ ch'io so

volte il traditore ¶ come chi cosa dir vuol dura

che si sogna: ¶ ché chi vuol quelle gente pigliar

un passo della via, ¶ chi gracchia, chi riprende e

della via, ¶ chi gracchia, chi riprende e chi rampogna

gracchia, chi riprende e chi rampogna: ¶ ognun poi mi

il destriere ¶ e tolson chi cammel, chi dromedario, ¶ e

e tolson chi cammel, chi dromedario, ¶ e 'l monte

lo rifranca; ¶ né sia chi l'altra oppinïon concluda

quel che non sia: ¶ chi si diletta ir gli

ir gli uomini gabbando, ¶ chi si diletta di filosofia

si diletta di filosofia, ¶ chi venire i tesori rivelando

venire i tesori rivelando, ¶ chi del futuro dir qualche

baston non ischerza; ¶ e chi 'l vedeva sanza l

la Spagna o sbattezzar chi avea battesimo. ¶ Cesare disse

Macone e serba a chi fia suo fedele ¶ le

poi domandò quel messaggier chi e' sia ¶ che così

non seppe vedere ¶ con chi quel parli, e paura

l primo è Belzebùe: ¶ chi una cosa, chi altra

Belzebùe: ¶ chi una cosa, chi altra conduce, ¶ ognuno attende

le mense acconce, e chi abbi servito, ¶ e tanti

tutti di nozze maestri. ¶ Chi butta, alla lombarda, il

globo cala della terra, ¶ chi va più oltre, e

non fia serrata, ¶ e chi farà col cor giusta

non debbe disperar merzede ¶ chi rettamente la sua legge

non volle. ¶ Tanto è, chi serverà ben la sua

se' pur de' nostri. ¶ Chi non ti crederrebbe a

posso ora: ¶ l'anima, Chi la diè, credo sua

lo disse Rinaldo; ¶ ma chi non ruba è chiamato

maestro di stalla dicea: ¶ - Chi è costui? - a certi

recarsi: ¶ i servi a chi tolta era la vivanda

starnutito; ¶ e non potendo chi fusse vedere, ¶ comunque questo

sala, ¶ e beato è chi ritruova la scala. ¶ Rinaldo

alber s'accosta, ¶ e chi quel taglia lo piglia

stanno in mare e chi in padule o laco

con l'acqua salsa, chi v'ha posto mente

appellato cinamulgo, ¶ del qual chi mangia, le dita si

turbe di Spagna. ¶ Or chi vedessi al vento gli

avea bisogno. ¶ Orlando disse: - Chi fa col barletto, ¶ pensa

passion di Cristo. ¶ Or chi vedessi il campo armare

come ogni cosa a chi il contrario aspetta ¶ par

sue armi raggruppi, ¶ e chi gridava e batteva paggetti

di Delo. ¶ Or pur chi inganna ognun, anche sé

parte si gridava forte: ¶ chi vuol lesso Macon, chi

chi vuol lesso Macon, chi l'altro arrosto; ¶ ognun

l corridor suo brocca: ¶ - Chi meco vuol giostrar - gridando

schiera si mosse, ¶ pensi chi legge che il furore

ben diviso, ed ordinato ¶ chi dovessi ferir di mano

malvagio gatto; ¶ e Bianciardin chi sa quel che s

venti o più, se chi scrive non erra, ¶ e

dicevano, alzate le visiere: ¶ - Chi è costui ch'ogni

maladetto sia tu e chi ti crede! ¶ Io non

tratto si movea. ¶ Taccia chi scrisse Canni o Transimeno

dovea far questo. ¶ Or chi vedessi il conte Anselmo

Rinaldo gli rispose infurïato: ¶ - Chi non è meco, avverso

le stimava poco; ¶ e chi l'aspetta, per natura

la spera contemplare: ¶ così, chi intender questa istoria agogna

de' cristian non ride. ¶ Chi grida: - Carne! - e chi

Chi grida: - Carne! - e chi grida: - Vendetta! - ¶ Verso questo

le campane ¶ sanza saper chi suoni a morto o

vigna le romane; ¶ e chi sonava tamburo, e chi

chi sonava tamburo, e chi nacchera, ¶ baldosa e cicutrenna

le parole espedire, ¶ come chi parla molte volte e

campo tra' pagani ¶ come chi fa del suo signor

una gora; ¶ beato a chi potea studiare il piede

ver non riporti vergogna. ¶ Chi sa se Miccael qui

marchese fu morto, ¶ come chi torna dal funereo lutto

le cornacchie faran taferugia; ¶ chi avea men forate le

volta!» e fa svegliar chi dorme, ¶ anzi forse dormir

dorme, ¶ anzi forse dormir chi era desto: ¶ ché viver

che solo sperar può chi fugge. ¶ E' si vedeva

bianco inchiostro. ¶ Non so chi leggerà come e' consente

invecchia, ¶ ché poco vive chi molto sparecchia. ¶ E per

altri stavan come suole ¶ chi padre o madre ragguarda

prole, ¶ come piace a Chi fece quel pianeta, ¶ ti

pareva già raso; ¶ e chi gli pela la barba

sendo antico proverbio amar chi ama, ¶ oscurassi così la

Signore e Carlo, ¶ perché Chi il fece, anche potea

in terra fitti arrovesciati; ¶ chi mostra sanguinosa la percossa

mostra sanguinosa la percossa, ¶ chi 'l capo avea quattro

mostrati! ¶ Quanto è felice chi in te pon sua

che non sare' creduto: ¶ chi truova il figliuol morto

il figliuol morto e chi 'l parente, ¶ amico o

aspetta. ¶ «O fidanza gentil, chi Iddio ben cole ¶ (o

stracciano i crini, ¶ e chi la faccia e chi

chi la faccia e chi il petto s'infranse

altro orecchio! ¶ Così fa chi in Gesù si fida

elmo gli dilaccia; ¶ e chi voleva pur cavargli il

nascoso, gl'insegni. - ¶ Or chi volessi la città meschina

un certo biforco; ¶ e chi voleva fuggir dalle poste

sempre nel suo sospirare: ¶ - Chi sarà quel che mi

sua presa, ognuno straccia: ¶ chi lo mordea, chi gli

straccia: ¶ chi lo mordea, chi gli storce le mani

storce le mani, ¶ e chi per dilegion gli sputa

gli sputa in faccia, ¶ chi gli dà certi sergozzoni

dà certi sergozzoni strani, ¶ chi per la gola alle

gli saprà di muffa; ¶ chi con la man, chi

chi con la man, chi col piè lo percuote

col piè lo percuote, ¶ chi fruga e chi sospigne

percuote, ¶ chi fruga e chi sospigne e chi punzecchia

e chi sospigne e chi punzecchia, ¶ chi gli ha

sospigne e chi punzecchia, ¶ chi gli ha con l

unghie scarnate le gote, ¶ chi gli avea tutte mangiate

tutte mangiate l'orecchia, ¶ chi lo 'ntronava e grida

grida quanto e' puote, ¶ chi il carro intanto col

intanto col fuoco apparecchia, ¶ chi gli avea tratto con

le dita gli occhi, ¶ chi il volea scorticar come

con molta tempesta, ¶ e chi gittava la gatta e

gittava la gatta e chi il pollo, ¶ ed ogni

la cerca maggiore; ¶ e chi si cava pattìn, chi

chi si cava pattìn, chi pianelle, ¶ per vedere straziare

che leggeranno, ¶ come avvien chi per fama s'innamora

però che al tutto chi ne scrive ignora; ¶ ma

si vede, ¶ qual maraviglia? Chi più sa, men crede

si risveglia come fa chi sogna. ¶ E del Danese