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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giordano Bruno, Il candelaio, 1582

concordanze di «ché»

nautoretestoannoconcordanza
1
1582
la moglie: non voglio che mi veda cossì imbottato
2
1582
imbottato. ¶ Scena 13 ¶ Marta Credo che Sautanasso, Barsabucco e tutti
3
1582
Barsabucco e tutti quegli che squagliano, sel prenderanno per
4
1582
alla montagna di Scarvaita, che sta da là del
5
1582
ed arsi, di sorte che rassomiglia a Luciferre. In
6
1582
è fatica tanto grave, che l’amore non faccia
7
1582
è dovenuto a tale, che il suo fastidio è
8
1582
lunga come a putti che hanno qualche abito nuovo
9
1582
angeli son le bozzole che sono attaccate in ordinanza
10
1582
e di mezzani. E che salta, e che balla
11
1582
E che salta, e che balla, e che canta
12
1582
e che balla, e che canta quel sciagurato, che
13
1582
che canta quel sciagurato, che mi fa sovvenire dell
14
1582
Poco fa, per veder che cosa facess’egli, ho
15
1582
massiccio”. Poi, non so che si borbottasse, guardando le
16
1582
fé”, dissi io “penso che questi presto saranno pieni
17
1582
candelier, conche, caldare? ¶ Marta Che buon’ora è, Sanguino
18
1582
è egli cosa nuova che tu sei pazzo? che
19
1582
che tu sei pazzo? che canti per mezzo le
20
1582
e miragli le mani. Che diavolo fa egli? Tenetelo
21
1582
me. ¶ Sanguino Se dice che Nostro Signore sanò tutte
22
1582
sorte de infirmità, ma che giamai volse accostarsi a
23
1582
di porgerli la lingua, ché la minestra ti saprà
24
1582
II ¶ Scena 1 ¶ Ottaviano Maestro, che nome è il vostro
25
1582
bacio nella guancia sinestra, ché non mi reputo degno
26
1582
Ottaviano ... quella bocca, dico, che spira sì varie e
27
1582
per quel dio Mercurio che vi ha indiluviato di
28
1582
lanciate più cotesti dardi che mi fanno andar fuor
29
1582
carte. ¶ Manfurio Credo, Signor, che in toto vitae curriculo
30
1582
bene adaptati, come questi che al presente io son
31
1582
dimostrarvi, cqui, exarati. ¶ Ottaviano Che è la materia di
32
1582
lineatum digitis. Ma voglio che prenotiate che il sulmonense
33
1582
Ma voglio che prenotiate che il sulmonense Ovidio,— Sulmo
34
1582
Ch’altro non hai che quel gruito fatuo, ¶ Col
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1582
Dall’anteposto absorpta, brodulario, ¶ Che ti prepara il sozzo
36
1582
luxo infirmità incurabile, ¶ Ventre che sembra di Pleiade il
37
1582
per sale, ¶ A fin che non putissi: dico male
38
1582
non putissi: dico male? ¶ Che vi par di questi
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1582
par di questi versi? che ne comprendete con di
40
1582
raccolti dalle meglior piante che mai producesse l’eliconio
41
1582
sacrate Muse coltivato. E che ti par di questo
42
1582
di mia erudizione: credetemi che non ho poco io
43
1582
affirmant: volete dir dunque che son buoni. ¶ Ottaviano Nequaquam
44
1582
Ottaviano Nequaquam. ¶ Manfurio Sì che dite da senno? ¶ Ottaviano
45
1582
non mi avete detto che queste dizioni vi piaceno
46
1582
resistere a udir quel che dite che vi piace
47
1582
udir quel che dite che vi piace, che sarrebbe
48
1582
dite che vi piace, che sarrebbe s’io vi
49
1582
argomento: per le cautele che ave usate meco, m
50
1582
esser assai più cauto che voi non vi stimate
51
1582
essere. E sa lui che io sono stato rubbato
52
1582
sappia più per vostro che per mio dire. ¶ Cencio
53
1582
gli semplici e minerali che si richiedono a tal
54
1582
me e per te; — ché certo tanto lui quanto
55
1582
soccorso; e quell’oro che cerchi dalle borse, l
56
1582
Quando io sarò morto, che mi fa che tutto
57
1582
morto, che mi fa che tutto il mondo sappia
58
1582
mondo sappia far oro? che mi fa che tutto
59
1582
oro? che mi fa che tutto il mondo sii
60
1582
Bernardo Io mi dubito che l’argento ed il
61
1582
valerà più caro oggimai, che l’oro. ¶ Cencio Dovete
62
1582
saper, per la prima, che m[esser] Bartolomeo, lui
63
1582
operare e le cose che vi concorreno; lui mandava
64
1582
speciale per le cose che bisognano, il suo putto
65
1582
stato presente al tutto che si faceva; lui faceva
66
1582
me non volea altro che la dechiarazione, con dirgli
67
1582
scudi per il secreto che gli ho donato, secondo
68
1582
Gioan Bernardo Or, poi che avete fatta una cosa
69
1582
non mancarvi nulla. ¶ Cencio Che volete che noi facciamo
70
1582
nulla. ¶ Cencio Che volete che noi facciamo? ¶ Gioan Bernardo
71
1582
Lui essendo nella miseria che eravate voi, con aver
72
1582
burlo: la prima volta che vi vedrò insieme, dirò
73
1582
al Perrotino? ¶ Cencio E che fec’egli? ¶ Gioan Bernardo
74
1582
Bernardo Non sai quel che fece? io tel saprò
75
1582
esser] Bartolomeo? Or, credo che di questo tratto lui
76
1582
fornace, la prima volta che si oprò in mia
77
1582
per guida. Di sorte che, dopo che la esperienza
78
1582
Di sorte che, dopo che la esperienza è fatta
79
1582
le dose? ¶ Cencio Tanto, che in questa prima posata
80
1582
presto come cinquanta soldi che come cinquant’altri scudi
81
1582
altri scudi. Ora sì che hai profetato meglio ch
82
1582
Or aspettiamo il parto, ché allora vedremo si l
83
1582
a dio: assai è che crediate gli articoli di
84
1582
cervello di costui, e che tutti fussero cossì male
85
1582
di bon modo, poi che l’ucello è dentro
86
1582
l’ucello è dentro; ché non siamo come quello
87
1582
non siamo come quello che sel fe’ venire a
88
1582
chiamerò miei, sin tanto che non sarò fuor del
89
1582
oste aprirà la balice che ha nelle mani, la
90
1582
piena di sassi, e che vale più quel che
91
1582
che vale più quel che è di fuori che
92
1582
che è di fuori che quel che è di
93
1582
di fuori che quel che è di dentro. Credo
94
1582
è di dentro. Credo che non dimorarà troppo a
95
1582
cqui sino al tempo che potrà essere che Bartolomeo
96
1582
tempo che potrà essere che Bartolomeo manda per trovare
97
1582
vede alcuno, voglio contemplar che cose son queste che
98
1582
che cose son queste che m[esser] Bonifacio manda
99
1582
guarda al mio colore. ¶ Che si non fusse ch
100
1582
Quanto altri amanti mai, che sian d’onore, ¶ Hanno
101
1582
di questa il tenore, ¶ Che, si non soccorri al
102
1582
versi son più grandi che gli ordinarii; l’altra
103
1582
gli ordinarii; l’altra, che son fatti a suon
104
1582
decima di questo presente: ché, in fine, bisogna ch
105
1582
in far versi, senza che maestro alcuno m’abbia
106
1582
non è più alpestre che d’una tigre, son
107
1582
una tigre, son certo che non farai oltre poco
108
1582
buona fazione, oggi? ¶ Bonifacio Che dite voi? Oggi ho
109
1582
Oggi ho fatta cosa che giamai feci in tutto
110
1582
gran cose. È possibile che quello che hai fatto
111
1582
È possibile che quello che hai fatto oggi, abbi
112
1582
o voi o altro che sii? o che per
113
1582
altro che sii? o che per tutto tempo di
114
1582
vita possiate fare quel che una volta è fatto
115
1582
è fatto? Cossì, quel che facesti ieri, non lo
116
1582
farlo più; questo sì, che potrò farne un altro
117
1582
ritratto. Hai visto quel che mi ho fatto fare
118
1582
visto e revisto. ¶ Bonifacio Che ne giudicate? ¶ Gioan Bernardo
119
1582
assai più a voi che a me. ¶ Bonifacio Sii
120
1582
vostra mano. ¶ Gioan Bernardo Che lo volete donare a
121
1582
Basta: son altre cose che mi vanno per la
122
1582
per la mente: guardati che la mente non vadi
123
1582
esser servito. Si desiderate che io vi faccia bello
124
1582
a far cosa buona, ché io, per questo, verrò
125
1582
canto vostro, perché... ¶ Bonifacio Che vuol dir: perché? ¶ Gioan
126
1582
Dio vi dia quel che desiderate. ¶ Gioan Bernardo Ed
127
1582
Ed a voi quel che vi manca. ¶ Scena 9 ¶ Bonifacio
128
1582
ecco, costui non so che diavolo voglia intendere per
129
1582
egli altro di brutto che quel guazzarsi le mani
130
1582
Geminibus vigesimo septimo gradu”: che significa certa mutazione e
131
1582
nacqui; ma, per quello che da altri ho udito
132
1582
per averla guardato, a che sito ti stava ella
133
1582
de gli occhi aperti, che, con forte imaginazion guardando
134
1582
penetrando al spirto interno che sta radicato al cuore
135
1582
vi fo intender questo: che voglio io prima esser
136
1582
doverete essere. ¶ Bonifacio Comandatemi, ché vi sono affezionatissimo, ed
137
1582
signor Scaramuré. ¶ Scarramuré Venite, ché vi aspetto. A dio
138
1582
terra madre; e disse che questa madre ora è
139
1582
enigma ti ho detto che cosa significa. Nel grembo
140
1582
postpongo quella di Ermete, che vuole la materia di
141
1582
Democrito da gli alchimisti, che la calcina e lisciva
142
1582
infusum” o, perché vedeva che “cinis liquatur in vitrum
143
1582
e voi meglior vestito che non andiate. Penso ben
144
1582
non andiate. Penso ben che, si tu sapessi far
145
1582
Molti sono de’ giorni che ti ho visto andar
146
1582
va bene; io so che non fa troppo conto
147
1582
soi peccati; ed ecco che piange e plora, il
148
1582
plora, il cervello par che gli stii in cimbalis
149
1582
parole: conchiudo più fermamente che di quel tossicoso mele
150
1582
Bonifacio, non di me che son di dui o
151
1582
moglie una vecchia sgrignuta che m’avanza di più
152
1582
Bonifacio Per le paroli che adesso voi avete detto
153
1582
voi avete detto, credo che sappiate quanto sii imbrogliato
154
1582
m[esser] Bonifa[cio], che non siamo come le
155
1582
anni al mondo talmente, che con mulieribus non sum
156
1582
non sum coinquinato; gionto che fui a questa etade
157
1582
accese in fiamma talmente, che mi bruggiò di sorte
158
1582
mi bruggiò di sorte, che son dovenuto esca. Or
159
1582
e poi dite quel che vi piace. ¶ Bartolomeo Seguite
160
1582
cor cessata quella fiamma che l’ha temprato in
161
1582
detto? ¶ Bartolomeo Ho detto che in questo tempo s
162
1582
della disposizion del corpo, che lo lascia libero alle
163
1582
legato da sue catene, che, oimè... ¶ Bartolomeo Questo animale
164
1582
oimè... ¶ Bartolomeo Questo animale che chiamano amore, per il
165
1582
dell’amor vostro, poi che m’avete donata occasion
166
1582
discuoprirvi il mio. Penso che voi ancora doviate prendere
167
1582
refrigerio, confabulando con quelli che patiscono del medesmo male
168
1582
Bonifacio Il mal’an che Dio dia a te
169
1582
pensiero. ¶ Bonifacio Del cancaro che mange Bartolomeo, Aurelia ed
170
1582
raccomando. ¶ Bonifacio Vorrei saper che diavol ha preso costui
171
1582
Fuggir ti possano tanto, che non possi aver mai
172
1582
resta con quel dio che t’ha tolto il
173
1582
se pur è vero che n’avesti giamai. Io
174
1582
ha fatto dir quello che meglio sarrebbe stato dirlo
175
1582
Lucia. Veggo certi furfanti che ridono: suspico ch’arranno
176
1582
ah, ah, ah, oh, che gli sii donato il
177
1582
pecora d’Arpaia. Forse, che ci ha bisognato molto
178
1582
tirare a farsi dire che è inamorato, e chi
179
1582
e il mal’an che Dio li dia, e
180
1582
dove. ¶ Pollula Vi prometto che costui, quando dice l
181
1582
labia mea aperies”. ¶ Sanguino Che vuoi dire: “Domino lampia
182
1582
dire”. Ed io dico che quest’orazione non fa
183
1582
non fa per quelli che son pronti a dir
184
1582
Sì; ma non vedi che al fine s’è
185
1582
in nome del diavolo che gli rompa il collo
186
1582
dico, incassum cum sit, ché a tempo e loco
187
1582
referto et confarcito ¶ Sanguino Che dite voi di cosmo
188
1582
e de urbano? parlatemi che io v’intenda, ché
189
1582
che io v’intenda, ché vi responderò. ¶ Manfurio Vade
190
1582
vel haram colloquii vestri. Che giudicio fai tu di
191
1582
signor Maester, è forza che vi chiediamo licenza, perché
192
1582
Ma chi è questa che con quel calatho in
193
1582
e men sperar quel che più si desia. Qui
194
1582
caste orecchie — è una che sel prende con pezza
195
1582
amante armato di voglia che scalda, desir che cuoce
196
1582
voglia che scalda, desir che cuoce, carità ch’accende
197
1582
Vedrete ancora, — a fin che non temiate diluvio universale
198
1582
l’arco del sole, che non è visto da
199
1582
l’ommissione di peccati che non fece a tempo
200
1582
dolente come l’asino che porta il vino; ma
201
1582
porta il vino; ma che? un’angela, un’ambasciadora
202
1582
di cuori e ragattiera che le compra e vende
203
1582
via e porta, quella che volta l’arco di
204
1582
dio d’amore, nodo che lega, vischio ch’attacca
205
1582
chiodo ch’accoppia, orizonte che gionge gli emisferi. Il
206
1582
gionge gli emisferi. Il che tutto viene a effettuare
207
1582
pianti a piggione, singulti che si muoiono di freddo
208
1582
accuse lupine, e giuramenti che muion di fame, lodar
209
1582
omo masculini generis: un che vi porta certi suavioli
210
1582
un emulator demostenico, un che ti suscita Tullio dal
211
1582
carattere ed idioma. Oimè che mi danno la vita
212
1582
greco. Quanto ben dimostrano che essi son quelli soli
213
1582
però è ben conveniente che sen vadino con quella
214
1582
vedrete un di questi che mastica dottrina, olface opinioni
215
1582
collo; oltre, il voler che spinge, il saper ch
216
1582
ch’appressa, il far che frutta, e diligenza madre
217
1582
m’iscuse. Io credo che, si non tutti, la
218
1582
rispondo: — Il mal’an che Dio vi dia! prima
219
1582
Dio vi dia! prima che fussero comedie, dove mai
220
1582
mai fuste visti, prima che voi fuste? E pare
221
1582
un suggetto, come questo che vi si fa presente
222
1582
bande, si non volete che quelle corna vi faccian
223
1582
corna vi faccian male, che fan fuggir le genti
224
1582
Meglio un poco tardi, che un poco male: “Sat
225
1582
casa, intendi tu? chiamalo che si faccia alla fenestra
226
1582
ora non posso far che questa traditora m’ame
227
1582
traditora m’ame, o che al meno mi remiri
228
1582
chi sa, forse quella che non han mossa le
229
1582
occolta filosofia. Si dice che l’arte magica è
230
1582
è di tanta importanza che contra natura fa ritornar
231
1582
d’ogni giorno. Lascio che del magistero di questo
232
1582
vedo un di quei che rubbano la vacca e
233
1582
amor di Dio. Veggiamo che porta di bel novo
234
1582
violento il regno tuo, che vol dir che perpetua
235
1582
tuo, che vol dir che perpetua tanto? perché fai
236
1582
perpetua tanto? perché fai che mi fugga quella ch
237
1582
ed è pur vero. Che sorte di laccio è
238
1582
e l’altro più che vento libero e sciolto
239
1582
uh, uh, uh. ¶ Bartolomeo Che cosa avete, m[esser
240
1582
martire ancora. Veggo ben che sete percosso, vi veggio
241
1582
passo, fe’ cascar Bartolomeo che si tirò lui appresso
242
1582
e rimasero cossì, sin che [XIII SCENA] sopravenne Scatamuré
243
1582
dal s[ignor] Ottaviano, che prima monstrava maravigliarsi di
244
1582
vendetta della poca stima che fece di sui versi
245
1582
qual discorse sin tanto che gli cascò la pazienza
246
1582
SCENA], appare con Corcovizzo, che fe’ di modo che
247
1582
che fe’ di modo che gli tolse i scudi
248
1582
vestito com’era, lamentandosi che gli secondi marioli gli
249
1582
un cantoncello, sin tanto che [nella XV SCENA] si
250
1582
e discorrendo circa quel che ivi avea udito e
251
1582
SCENA, gli vien proposto che faccia elezione de una
252
1582
altra cosa più tosto che andar con quel modo
253
1582
un’altra causa, avvenne che ebbe spalmate, staffilate, e
254
1582
vi lasciò il mantello che non era suo. E
255
1582
appuntato, bene ordinato. Forse che non ho profetato che
256
1582
che non ho profetato che questa comedia non si
257
1582
questa sera? Quella bagassa che è ordinata per rapresentar
258
1582
Carubina, ave non so che mal di madre. Colui
259
1582
mal di madre. Colui che ha da rapresentar il
260
1582
il Bonifacio, è imbraco che non vede ciel né
261
1582
letto; dice: “Lasciatemi, lasciatemi, ché in tre giorni e
262
1582
tanto intricato ed indiavolato, che son quattro giorni che
263
1582
che son quattro giorni che vi ho sudato sopra
264
1582
e dì e notte, che non bastan tutti trombetti
265
1582
scasciato, rotto, mal’impeciato, che par che, co’ crocchi
266
1582
mal’impeciato, che par che, co’ crocchi, rampini ed
267
1582
una fisionomia smarrita: par che sempre sii in contemplazione
268
1582
come le barrette: un che ride sol per far
269
1582
la più gran nemica che abbino è la ricchezza
270
1582
vanno a ritrovar quelli che le mantengono sane ed
271
1582
ed in conserva. Tanto che io, con servir simil
272
1582
tanta de la fame, che si me bisognasse vomire
273
1582
non potrei cacar altro che l’anima, com’un
274
1582
furfante, schena da bastonate, che deve far il prologo
275
1582
perché non è necessario che vi sii: la materia
276
1582
di quella, vi dico che vi si farran presenti
277
1582
occhi per ordine: il che è molto meglio che
278
1582
che è molto meglio che si per ordine vi
279
1582
per questo di avertirvi che dovete pensare di essere
280
1582
di Nilo. Questa casa che vedete cqua formata, per
281
1582
marioli, — guardatevi, pur voi, che non vi faccian vedovi
282
1582
vedovi di qualche cosa che portate adosso: — cqua costoro
283
1582
Bernardo pittore e Scaramuré che fa del necromanto; per
284
1582
Manfurio. Io mi assicuro che le vedrete tutti: e
285
1582
le molte facende bisogna che non poche volte vada
286
1582
chi va chi viene, che si fa che si
287
1582
viene, che si fa che si dice, come s
288
1582
come si può intendere: ché certo, contemplando quest’azioni
289
1582
V SCENA] ritorna Lucia che pensava che Bonifacio l
290
1582
ritorna Lucia che pensava che Bonifacio l’aspettasse, e
291
1582
costui la rende certa che la speranza era vana
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chiarirla del tutto: il che fece costui, a fin
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fece costui, a fin che, col fingere di quella
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venne Lucia [II SCENA] che mostra di non aver
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altro. Tra tanto, Lucia che non dormeva sopra il
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persuaso dall’estreme novelle che quella gli disse: cioè
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quella gli disse: cioè che per il meno la
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il suo, con questo che la andasse a chiavar
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ch’altrimente moreva: il che, per le cose che
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che, per le cose che erano passate della magica
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medesmo festa dell’effetto che vede del suo incantesimo
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belli allisciamenti e vezzi,che questa sofistica Vittoria dovea
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Gio. Bernardo; ma ecco che [XIV SCENA] colui viene
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sopra il proprio negocio, che Lucia sopra l’altrui
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determina de le occasione che dovean prendere, come le
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in abito di Gioanbernardo, che spirava amor dal culo
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suoi disgusti; sin tanto che, [IX SCENA] venendo fuori
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è costume di que’ che ardentemente amano, con tutte
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il legame del scrupolo che Carubina, insolita a mangiar
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è pur da pensare che desiderasse più d’esser
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più d’esser vinta che di vencere; però gli
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più remoto. Tra tanto che passavano questi negociii, Scaramuré
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a persuadere a Bonifacio, che l’incanto avea, per
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la sua libertà. Il che facendo, [XVIII SCENA] con
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Capitano, riceve, da quel che non era novizio nell
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Scaramuré, in quel modo che posseva, a ingenocchiarsi in
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ch’impetrorno da lui che si contentasse di farli
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concessa con questa condizione, che Scaramuré facesse di modo
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Scaramuré facesse di modo che venessero la moglie Carabina
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XXII SCENA]; sin tanto che, [XXIII SCENA] dopo aver
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sue corne, e, allor che pensò gioir de sua
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amor di Bonifacio, concludendo che l’inamoramento de l
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proposito; ed è verisimile che, quindi partito, fusse andato
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è sopragionta da Sanguino che si burlava di lui
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mostra parte del profitto che facea Bartolomeo: cioè che
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che facea Bartolomeo: cioè che, mentre lui attendeva ad
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mostra con sue raggioni che non v’è meglior
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onesta matrona nel raggionar che fa con m[esser
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studio di suo marito, che l’avea distratto da
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mostra anco la diligenza che teneva in sollicitar gli
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suo’ Dei, a fin che gli restituissero il suo
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un certo pulvis Christi, che non si trovava altrimente
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non si trovava altrimente, che facendolo Barto[lomeo] medesmo
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vengono Consalvo e Bartolomeo che si lamentava di lui
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per incontrarsi con alcuno che le slegasse, giunsero al
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Gio. Bernardo e Carubina che andavano oltre: i quali
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a chi inviarrò quel che dal sirio influsso celeste
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ed ore più lambiccanti, che dicon caniculari, mi han
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re, imperadore o papa che mi levarrà questa candela
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campo dell’animo mio, che, dopo aver attrite le
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assottigliatogli il stile, — acciò che la polverosa nebbia sullevata
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quello, — con acqua divina, che dal fonte del vostro
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intelletto. Però, a tempo che ne posseamo a toccar
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d’acqua viva. Adesso che, tra voi che godete
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Adesso che, tra voi che godete al seno d
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d’Abraamo, e me che, senza aspettar quel tuo
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aspettar quel tuo soccorso che solea rifrigerarmi la lingua
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bene, per farvi vedere che non può far quel
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far quel medesmo caos, che il mio amore, con
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dispetto, eccovi la candela che vi vien porgiuta per
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porgiuta per questo Candelaio che da me si parte
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molti, e fargli vedere che non è al tutto
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delle quali è detto che “Regnum Dei non possidebunt
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non possidebunt”; e ditegli che non goda tanto che
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che non goda tanto che costì si dica la
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me la pagarranno. E che non goda tanto con
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a farsi più grasso che non è; perché, dall
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Ricordatevi, Signora, di quel che credo che non bisogna
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di quel che credo che non bisogna insegnarvi: — Il
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annichila; è un solo, che non può mutarsi, un
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mutazione è vera, io che son ne la notte
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il giorno, e quei che son nel giorno, aspettano
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men sordido ed insipido che goffo. ¶ Bonifacio, dunque, nell
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ignora] Vittoria, ed accorgendosi che non possea reciprocarsi l
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reciprocarsi l’amore, — del che era la caggione che
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che era la caggione che quella er’amica, come
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servitore a trovar Scaramuré che gli era stato descritto
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SCENA] Gli sopragionge Bartolomeo che con certo mezzo artificio
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marioli, ed un scolare, che studiava sotto Manfurio, che
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che studiava sotto Manfurio, che da parte aveano uditi
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ruffiana con un presentuccio che Bonifacio mandava, e ne
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decima, e poco mancò che non vi fusse sopragiunta
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pensier sopra un dubbio che gli lasciò Gio. Bernardo
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non molto può capir che voglia dir orefice. Mentre
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ingannavano le meschine, pensando che l’amor gli avesse
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tanto tolto l’intelletto, che non avesse sempre avanti
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della mente il proverbio che gli udirrete dire nel
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castelli in aria, presupponendo che questa fiamma d’amor
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e fonder metalli, e che questo martello di Cupido
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potesse almen tanta moneta, che, fallendo col tempo l
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pasce di que’ venticelli che gonfiano la panza e
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V SCENA] sopraviene Sanguino, che, per quel ch’avea
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viene Bonifacio con Lucia, che lo contrista, tentandolo di
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cose importanti con dui che sopragiunsero. [II SCENA] Questi
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Che vol dir danari? che vuol dir danari? vadano
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misera me, meschina me, che mal’ora t’ha
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in cqua, non so che fantasia l’abbia presa
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fantasia l’abbia presa, che non ha altro in
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ha altro in bocca che: “M[esser] Bonifacio mio
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mio ardore!” Vi giuro che, — son quindici anni ch
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giù sopra un coscino che tiene abbracciato con ambe
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le braccia, e dire, — che me ne vien rossore
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negata; son certa, adesso che io lo bramo e
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per lui mi consumo, che me lo negarai. Ahi
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È possibile? può esser che lei dica questo? possono
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mi farete far cosa, che giamai feci in vita
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povera signora Vittoria mia, che pessima sorte tua! in
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ora, adesso m’accorgo che voi mai la amastivo
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mai la amastivo; e che in tutto Napoli non
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uh, oimè, desolata me! che rimedio potrò porgerti, poverina
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io non credesse quel che voi dite, ma mi
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dite, ma mi maravigliavo. Che influenza nova del cielo
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cielo può esser questa che mi voglia faurir tanto
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mi voglia faurir tanto, che quella mia signora la
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mostrata non manco cruda che bella, quel petto di
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Io li dissi: “Folla che voi siete, voi gli
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voi gli farete dispiacere. Che dirà sua moglie? che
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Che dirà sua moglie? che dirà tutto il mondo
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dirà tutto il mondo che vi vedrà? Ogn’undirà
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vi vedrà? Ogn’undirà: — Che novità è questa? è
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me si udirà dire che voi desiderate ch’egli
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tanti segni d’amore che voi gli avete mostrati
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a me sola crudele, che possa lui venir a
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a me, quel bene, che non fai che mi
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bene, che non fai che mi sia lecito di
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mio? ¶ Lucia Voi sapete che, dove troppo cresce il
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gran novità e mutazione che vede in se medesma
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Maria per le anime che sono in purgatorio, che
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che sono in purgatorio, che io esser possa giamai
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ha fatto rincontrar qua. Che risoluzione vogliam prendere? Bisogna
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solaggiar quella meschina, dicendogli che vi ho visto e
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visto e parlato, e che sarrete tosto a lei
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di certo, e ditegli che questo è il più
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in tutta mia vita: ché mi vien concesso di
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ch’io tanto adoro, che tien le chiavi di
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mancar questa sera; atteso che lei non è per
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giamai avesti al core, — ché la veggio consumar com
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quale è il negocio che dovete fare? per suo
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sua casa. Voi sapete che le vicine, sino a
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più satisfazione della Signora, che con questo si persuaderà
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con questo si persuaderà che voi amate ancora il
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accomodare una barba posticcia che sii a proposito. ¶ Lucia
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questa faccia di strega, che fa tanto che non
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strega, che fa tanto che non viene? Oh, la
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col tanto aspectarti. Vedi che passarà la comodità che
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che passarà la comodità che questa sera abbiamo per
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1582
d’avantaggio di sorte che ella tutta s’infiamma
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pensato un’altra cosa che molto mi piace, ciò
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mi piace, ciò è che gl’improntiate vostra gonnella
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serviggi: ed a fin che non sii conosciuta al
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anco perché, negli abbracciari che gli faremo far al
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aspettar il lume, tanto che possan far per una
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Sì, ma bisognarà pure che lei lo risaluti e
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parola; e sarà difficile che non la venghi a
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mondo! Io gli dirò che parli piano e sotto
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muro, son de vicine che odono tutto quel che
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che odono tutto quel che si dice llì dentro
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da vicini. — Chi è che viene? ¶ Lucia M[esser
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Più presto trovarai costui che l’angelo Gabriello. ¶ Bartolomeo
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Madonna portanovelle, accordaliuto, per ché gli angeli non sono
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scusar quelli. ¶ Vittoria Forse, che ci va troppo per
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t’ha disseccato, tanto che facilmente la rabbia ti
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voi, s[ignora] Vittoria, ché vi porto ogni rispetto
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a me? Vi par che questa ingiuria che dite
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par che questa ingiuria che dite a lei, non
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1582
Io burlo con Lucia che più mi tenta, si
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non è peggio lingua che la tua, che ti
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lingua che la tua, che ti sii mozza, lingua
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tela. Di metalli dicono che il più grave è
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sciolto, leggiero e isnello che questo. Non ogni peso
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peso ed ogni cosa che ne s’aggionge, ne
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ne trova una tale, che è tanto lieve che
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1582
che è tanto lieve che, quanto è più grande
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come ucello senza piume, ché chi lo vuol prendere
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per cqua. Ti giuro che, adesso veggendola, mi son
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ha parsa cossì bella, che mi s’è tanto
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gonfiata la vena maestra, che non posso più dimorar
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sa trovar quella raggione che giamai vi fu: ancor
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è buono. ¶ Bartolomeo Tanto che volete dir a nostro
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costei per altri affari che per quei che voi
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1582
affari che per quei che voi credete. ¶ Scena 6 ¶ Bonifacio
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de danari: son certo che sarà questo il proemio
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1582
la fine non voglio che femine sappiano più di
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1582
me). — Ben venga Lucia. Che mi porti di nuovo
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1582
Padre. ¶ Lucia Io dico che la nostra signora Vittoria
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Questa è la vita che possete donargli, e che
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1582
che possete donargli, e che gli promettete? voi menate
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in suspiri e lacrime, che, si voi la vedrete
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compassion di lei. ¶ Bonifacio Che? ha bisogno di danari
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bisogno di danari? ¶ Lucia Che vol dir danari? che
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1582
co i stivaletti nuovi, che s’ha fatto rubbar
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Domino Magister, ben veggio che siete sapientissimo, e non
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1582
incisor di crumene! Tenetelo, ché ne porta via gli
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con gli argentei! ¶ Barra Che cosa, che cosa v
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1582
argentei! ¶ Barra Che cosa, che cosa v’ha egli
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Però, abbiam lasciato, acciò che vi facciate passar la
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1582
de rigore. ¶ Manfurio Oh, che non è punto mio
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familiare, ma un ladro che mi ha rubbati diece
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Il mariolo, al mariolo? ché non so che diavolo
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mariolo? ché non so che diavolo de linguaggio avete
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usato. ¶ Manfurio Questo vocabulo che voi dite, non è
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1582
scudi. ¶ Barra Or, vedete che avanzate co le vostre
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1582
latrino e trusco, credevamo che parlassivo con esso lui
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1582
con esso lui più che con noi. ¶ Manfurio O
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1582
ruota attrite! Oimè, forse che non me gli ha
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ha tutti involati? Or che dirà il mio Mecena
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intentionem”. ¶ Barra Io credo che si contenterà. ¶ Manfurio O
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copia di malfattori! Forse che non l’ha tutti
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perché è fuggito colui? che ha egli fatto, quel
500
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non so come vuol che si chiama il signor