parolescritte
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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Catena Fiorello, Picciridda, 2006

concordanze di «ci»

nautoretestoannoconcordanza
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a pasta.» ¶ Alla fine, ci avevo fatto l’abitudine
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ordinarie necessità. Nella prima, ci trovavo misere manciate di
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diceva così. E io ci credevo. ¶ Un forte scossone
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la mia disperazione, non ci lasciavano scampo. ¶ Il papà
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grida di Pietro che ci distraeva con le sue
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poi, arrivati al dunque, ci abbracciammo tutti insieme, facendoci
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accettare il passaggio che ci avevano offerto – o meglio
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Nonna, andiamo, che Nora ci aspetta.» ¶ Cercavo di distrarla
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a tal proposito. «Dio ci guarda, e se non
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io che la nonna ci eravamo messe a tavola
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Nora, intanto, dal terrazzo ci parlava con un tono
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saliranno ancora. Ma non ci pensare. Ci daranno notizie
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Ma non ci pensare. Ci daranno notizie appena arriveranno
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per compensare qualcosa che ci mancava. Mi sarebbe piaciuto
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un figlio all’Università» ci stava dicendo. Quella, insomma
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pieno delle forze, non ci pensi. Io ero così
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proseguivo dritta e non ci badavo. Una donna piacente
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più serio: «Tuo padre ci tiene, vuole che studi
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problema da risolvere, piuttosto ci girava intorno fino a
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di andare via, Nora ci aveva rivelato una triste
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amore ¶ L’informazione che ci aveva dato Nora non
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Io e la nonna ci svegliavamo verso le sei
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era la mia strada. Ci legava una sincera confidenza
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ho imparato che non ci sono forme di amore
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al cielo. Ma che ci fosse il sole o
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vita. ¶ Con quella convinzione ci era montato sopra, e
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sentimenti in parole. E ci dimostrava con i fatti
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lo sconfinato bene che ci voleva. Quando rientrava dalla
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farne un uso parsimonioso. ¶ Ci voleva una gran pazienza
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e per nostra fortuna ci era riuscito. ¶ Quando la
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figlio. «Nel mare non ci sono caverne, caro mio
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nei Carabinieri, almeno così ci avrebbe dato la prova
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momento che il papà ci fornisse le prove concrete
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inizio che lei non ci sarebbe mai andata fino
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promesso: «Va bene, ma’, ci penseremo. Con calma. Non
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mentre le annaffiavo io ci parlavo, perché mia madre
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quei tre gradini che ci separavano dalla strada, mi
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Eh sì, certo! Non ci credo che stanno sempre
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un bagliore improvviso e ci svergogna ancora prima di
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indugiare su di me. Ci stavamo urlando qualcosa in
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un costume da bagno ci pensavamo un bel po
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eleganti e le donne ci sapevano fare con i
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accertarsi che nella cartella ci fosse il panino preparato
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essere preoccupata. ¶ Lei stessa ci spiegò che, a differenza
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musica di cui lei ci parlava mi avrebbero fatto
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stesso rispetto, la Pizzitto ci invitava a godere anche
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per niente al mondo ci avrei rinunciato. Avevo proprio
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di classe. ¶ Certo che ci andavo d’accordo! C
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la mia fortuna. ¶ Insieme ci divertivamo a inventare nomi
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le mattine – sia che ci fosse la pioggia, che
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e l’ingresso, dove ci entra un armadio piccolo
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gentilissimi. Appena arrivati qua ci hanno ospitati a casa
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Cucinavano per noi e ci davano molti consigli. Sono
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posto dove fanno spedizioni. Ci sto da una settimana
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basta un maglione. Già ci mettiamo i cappotti, e
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una scuola italiana dove ci sono figli di nostri
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meritavano niente, anche se ci davano le uova tutti
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insieme. E poi ricordati, ci sarà un perché se
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In casa nostra non ci si annoiava mai. Erano
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per la “questione Teresa”, ci ritrovammo a discutere ancora
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nascosta per anni. ¶ «Vergogna! Ci mittìsti ’a cupiteddra che
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trofeo alle persone che ci avevano giudicato dei falliti
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supplicarlo di continuare ancora, ci fu un istante in
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tutte le volte che ci capitava di stare insieme
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l’affetto. Nella vita ci sono problemi più seri
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senza nomu!» ¶ Donna Peppina ci tenne ad informarci che
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che le hanno ordinato.» ¶ Ci diede spiegazioni che non
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così così, tanto poi ci avrebbe pensato lei a
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frevi!». ¶ Io un po’ ci credevo di non essere
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Franca dice che forse ci vediamo in estate. Se
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sono carina. Io non ci credo, però lui ha
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ieri. E per viaggiare ci vogliono i piccioli, dove
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parenti e amici che ci vogliono bene. E io
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due. E allora, o ci lasciavate tutti e due
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parte del mondo, oppure ci portavate entrambi in Germania
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e disse: «Lucia, che ci fai qui? Ma dov
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zia di lasciarmi entrare: ci avrebbe pensato lui nel
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un beneficio necessario perché ci permette di non impazzire
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della Ia C. ¶ Dopodiché ci radunò nell’atrio perché
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ritardare tuttu ’stu tempo? Ci hai pensato a me
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di scomparire nel nulla. Ci eravamo salvati solo io
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alla tempesta solo perché ci eravamo rifugiati in una
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da sola anche lei, ci era rimasta un po
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stesso. ¶ Entrando nel salone, ci colse di sorpresa la
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sedia nell’altra stanza, ci poggiò sopra alcuni cuscini
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responso delle urne e ci aveva lasciati liberi. La
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molti farmaci per curarla. Ci esortò a non pensare
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però che la razionalità ci aiuti a non cadere
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per capirci. Certi sentimenti ci sono e basta. Spesso
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patimenti, io rimanevo zitta. ¶ Ci eravamo sedute sul letto
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dall’ultima volta che ci eravamo viste. ¶ Incrociandomi, si
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Il destino. Già, io ci credevo. ¶ Adesso si era
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in mezzo a loro ci siamo pure io e
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giro per casa. Così ci mettevamo a giocare insieme
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certe giornate di maggio. ¶ Ci avviammo in paese al
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Capitanati dalla professoressa Pizzitto, ci saremmo esibiti davanti al
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sarebbero venuti a Natale. Ci speravo, tutto qui. La
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della cornetta. Stiamo bene; ci manchi; c’è freddo
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aveva abitato lì. Volendo ci si arrivava anche a
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possibilità di distrarsi. ¶ «Ma ci sono anche gli altri
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tesoro. ¶ «Se Dio vuole ci vediamo a Natale, picciridda
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pure i sospiri che ci infilava in mezzo, per
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nell’ultima visita che ci aveva fatto, non si
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sfida la sorte. Non ci vuoli tràsiri ’nta testa
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tu stai tranquilla, che ci vado io a ritiràri
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solo una scusa. Non ci credo che in questi
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secondo lavoro. E poi ci sono quelli che il
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che spero che presto ci riuniamo tutti e non
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riuniamo tutti e non ci lasciamo più. ¶ Vi abbraccio
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arrivo delle feste natalizie ci aveva chiesto di scrivere
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passare quest’anno non ci sarà, perché la mia
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lo stesso perché non ci faremmo caso. ¶ Apparecchierei una
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la tovaglia rossa, e ci metterei sopra tante candele
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per le occasioni importanti. Ci metterei vicino anche un
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d’argento, e sotto ci nasconderei i regali per
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che non possono venire. Ci dobbiamo rassegnare e accettare
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Speriamo che almeno insieme ci divertiremo un po’, anche
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blu cobalto. Nel tragitto ci confidò che per acquistarla
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tanto una piccola soddisfazione ci vuole. Voi che dite
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e quando lo zio ci disse che sarebbe arrivato
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io e la nonna ci sedemmo a tavola con
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scuola e invece non ci vai, e t’ammucci
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momenti difficili. In questo ci assomigliamo in pieno. E
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che noi eravamo innamorati, ci sposammo lo stesso, facendo
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nel momento in cui ci fu da registrare nostro
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anticchia di distrazione, e ci distruggiamo il futuro. Dio
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Noi bene, anche se ci mancate tutti. ¶ A Flörsheim
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difficile, ma non impossibile. Ci diamo una mano a
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volta, le sue amiche ci lasciavano nel bel mezzo
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dare a un mendicante, ci passarono davanti la zia
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all’orecchio: «Ciao Rita! Ci vediamo presto…». ¶ Davanti alla
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ai saluti, sua madre ci implorò: «Venite a trovarla
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me, la zia Franca ci disse che sua sorella
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affinché quel trillo familiare ci sorprendesse al più presto
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batteva più forte. Non ci si emoziona sempre allo
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di nuovo insieme. Dai, ci siamo quasi, è maggio
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al palazzone grigio che ci ospitava ed emanava odori
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stata certa musica che ci invitava ad ascoltare e
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chi c’è scrittu?». ¶ «Ci sono i saluti della
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molto tempo. Ogni volta ci portava dei regali bellissimi
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baci colmi d’affetto, ci declamava sempre D’Annunzio
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mare, mamma. È bellissimo. Ci sono i turisti che
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amici del papà. Loro ci andavano a pescare, e
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della zia Franca. ¶ Noi ci vediamo presto, lo so
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vaglia che il papà ci spediva erano tutti uguali
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che prima o poi ci avrebbe coinvolti, pensai a
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mezzo a quelle scelte ci finiva di tutto: sentimenti
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con l’ultima mareggiata; ci aveva procurato del polpo
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evitai di domandarle se ci fosse un problema con
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e passo dopo passo ci avviammo verso il paese
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e guardavo il cielo. ¶ Ci giungeva stemperata un’eco
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pochi minuti. Lì Turi ci stava aspettando, e con
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per il bene che ci voleva. ¶ «Donna Maria, i
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tuo padre lo stesso. Ci manchi a tutti, Lucia
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sentirti sola, che noi ci siamo sempre. Il nostro
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facevano sembrare dei manichini. ¶ Ci chiamarono alla rinfusa, perché
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felice, si vedeva che ci mancava qualcosa, dopo la
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arrivano i tuoi genitori. Ci vediamo l’anno prossimo
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la terza, e poi ci sono gli esami e
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mette a piangere? Non ci pinzari propriu.» ¶ La Generala
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allegra. ¶ «Prima o poi ci andremo nella sua città
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in tedesco – e quasi ci faceva un pensierino sull
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segnate sul suo percorso. Ci trovavamo nel pieno della
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un Dio che non ci lasciava scampo. Frustandoci a
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bisogna stare attenti quando ci sono di mezzo i
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Così, mano nella mano, ci mischiammo alle tante teste
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vedere, e quanta meraviglia ci offriva San Giovanni. ¶ E
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adulti della mia famiglia. Ci sono barriere che nessuno
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per verificare che non ci fosse nessuno in strada
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per tu, nei quali ci eravamo confidate molti segreti
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alle sue resistenze. Stavolta ci sarei riuscita. Mi ero
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alle labbra. Ma che ci fa con quel coso
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freddo. Mi pari ca ci mittisti tuttu, picciridda!» ¶ La
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due di bagagli. Dentro ci aveva ammassato tanta roba
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alba. E ora che ci penso, era così pure
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vecchio maledetto. ¶ Ma poi ci pensai su qualche istante
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e tutti e quattro ci avviammo verso la stazione
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superfluo. ¶ Nel tragitto non ci sarebbe mancato nulla: avevamo
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Così, allungando il passo, ci avviammo verso il binario
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pronto il treno che ci avrebbe portate fino a
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le ordinò: «Làssila stari, ci penzu io! Non ti
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poco prima di partire, ci aveva dato precise direttive
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le emozioni intense non ci sono sempre parole adeguate
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sguardi intensi, e poi ci sedemmo a tavola. Insieme
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io e mio fratello ci sdraiammo sul letto della
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della sua stanza e ci raccontammo a vicenda le
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lì. ¶ Ma se non ci fossero stati i miei
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venuta a galla». ¶ «Non ci pensare più mamma.» ¶ «Hai
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avidità, e quando mai ci sarebbe tornata? Solo grazie
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Papà e mio fratello ci aspettavano fuori. ¶ Le sere
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cose animali città»; e ci pensavo anche durante le
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in Sicilia. ¶ «Ma tanto ci vediamo presto» ci rassicurò
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tanto ci vediamo presto» ci rassicurò durante il tragitto
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di quante cose belle ci sono nel mondo» aveva
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opportunità di quella vacanza. ¶ Ci salutammo promettendoci di non
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quindi dopo pochi giorni ci saremmo rivisti a casa
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sul treno, il distacco ci sembrò comunque triste, malgrado
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bene. ¶ Con Pietro non ci separavamo mai, giocavamo e
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non perdere le abitudini. Ci sedevamo sul divano in
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a casa il papà, ci sedevamo tutti a tavola
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suo lavoro con noi. Ci raccontava delle pareti che
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durante le processioni, né ci si lasciano asciugare i
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Immediatamente gli chiesi cosa ci fosse dentro, e lui
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amore è vero, non ci si sogna di metterlo
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noi e i parenti ci fu un lunghissimo rimbalzo
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commoventi, e tanti amici ci avevano già inviato dal
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se la stessa vergogna ci avesse accomunati. Entrambi bisognosi
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giorni tutti e quattro ci abbuffammo senza freni, perché
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senza freni, perché ognuno ci mostrava anche col cibo
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nella casa di Flörsheim ci fosse oramai anche una
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Una mattina la mamma ci informò che, come promesso
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nessuno della mia famiglia. Ci avrebbe pensato lei a
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labbra. ¶ Quando la mamma ci raggiunse, si era già
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ruga profonda. ¶ La zia ci guardò entrambe con un
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via da questa desolazione». ¶ Ci vedevo molto del suo
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lamenti con i quali ci assillava quando uscivamo insieme
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io e la nonna ci eravamo messe in posa
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una magia per sconfiggerlo. ¶ Ci lasciavano sul fornello spento
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se abbiamo fatto bene. Ci portiamo dietro questo rimorso
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se in qualche modo ci era cascata dentro senza
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Roma, qualche anno dopo, ci aveva inviato una lettera
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che stava bene, che ci pensava spesso, e che
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nelle nostre varie ipotesi, ci avevamo preso in pieno
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Da lì in avanti, ci saremmo dovute preoccupare solo
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solo del nostro futuro. Ci abbracciammo, piangendo senza vergogna
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piangendo senza vergogna, e ci sembrò di strappare un
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spesa all’estero, e ci andarono ad abitare solo
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Ogni estate noi figli ci tornavamo con l’intento
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ai loro sforzi, ma ci sembrava sempre e comunque
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nostri. Nel mare che ci appartiene, si alternano carrette
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troppe domande, ma non ci si abitua mai. ¶ A
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cose da imparare. Semmai, ci sosteniamo a vicenda quando
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cui compare la nonna, ci commuoviamo entrambi. Non so
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dietro quell’impeto distruttivo ci fu – mal governato – l