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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Marone, Un ragazzo normale, 2018

concordanze di «ci»

nautoretestoannoconcordanza
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poco a Carnevale e ci troviamo in una strada
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dopo che un pallone ci aveva tagliato la strada
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sua vita. Io stesso ci ho passato molti pomeriggi
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in sosta finché non ci ritrovammo fradici di acqua
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nuove scarpe prima che ci mettessimo a tirare calci
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palla fra i piedi ci ritrovavamo! ¶ Oltre alla salumeria
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gennaio ottantacinque, dato che ci eravamo imbattuti in lui
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rispose: “Semmai un giorno ci facciamo un giro insieme
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domandai innocentemente. ¶ “Tua nonna ci ha detto che sotto
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e i detti popolari ci aiutano a comprendere meglio
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diversi, Sasà e io ci integravamo alla perfezione. Il
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giorno in casa non ci potevo stare, quindi tanto
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le nostre famiglie “popolari”. Ci accomunava, insomma, lo stesso
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invitato a casa sua. Ci riuscimmo grazie a un
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alla velocità con cui ci spuntavano i peli sul
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tuffò in auto. ¶ “Uagliò,” ci chiamò donna Concetta dall
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andavo al bagno e ci restavo finché le gambe
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me e lei non ci fosse stata quella maledetta
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tanto nonno Gennaro neanche ci ascoltava più e aveva
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giusto, nonostante il vento ci costringesse a indugiare con
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gli ho detto che ci sarei andato io. Lui
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le conseguenze nel caso ci avessero scoperto, ma, soprattutto
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svelto verso la videoteca. Ci infilammo nel palazzo e
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all’interno del cortile. Ci calammo i berretti in
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stavamo là dentro e ci portano dietro le sbarre
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ago, lo avevo rassicurato, ci sarebbero state le tracce
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Né, guagliuncè, e che ci fate qua dentro? Siete
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il momento giusto e ci sedemmo uno di fronte
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è fuori per consegne, ci sono io,” rispose quindi
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non ammetteva repliche. Viola ci guardava confusa. ¶ “Forse dovremmo
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ne sei un esempio.” ¶ Ci fu solo un istante
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a guardare mamma che ci fissava dalla soglia e
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mio amico: “Prometti che ci pensi?”. ¶ “A cosa?” ¶ “Ad
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usciti. ¶ “In bagno insieme ci vanno le femmine!” era
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in fretta di quanto ci rendessimo conto e lui
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tranne nonna Maria, che ci aveva salutato dalla finestra
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di partecipare al casino. Ci eravamo infilati nella Simca
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sentenziato tornando a casa. ¶ Ci è andato molto vicino
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tornato quello di sempre, ci vedevamo il pomeriggio e
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e parlavamo di tutto, ci scambiavamo le solite figurine
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volta tanto. Non mi ci avete portato da bambina
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la sua arroganza e ci appariva ovattata, con le
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mondo là fuori, che ci mette un attimo a
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vedere, nonostante oggi non ci sia il sole. Questa
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esperimento fu un disastro. Ci chiudemmo nella camera da
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la prima volta che ci azzuffavamo. ¶ “Mi ha rubato
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neanche l’aveva ascoltata, ci aveva acciuffato per le
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per le braccia e ci aveva obbligato a sederci
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Bologna.” ¶ “A Bologna?” ¶ “Già.” ¶ “Ci ho messo dieci ore
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aprì. “Ecco, vedi? Qua ci scrivi un tuo pensiero
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replicò indispettito. “Scommetti che ci riesco?” disse subito dopo
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piedi, ma io neanche ci facevo caso perché il
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stesso. Pochi passi e ci ripensai, corsi indietro e
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parla in latino e ci piace stare con i
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pilota. E se non ci riuscirò, diventerò benzinaio!” ¶ “Benzinaio
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dei borbottii in lontananza ci annunciarono che di lì
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il grigio. ¶ Nel salone ci venne incontro il loro
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ogni cosa che Fabio ci mostrava. Non so se
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fatto che Viola non ci fosse che mi sedetti
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Il pilota, invece, neanche ci salutò e scomparve nel
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Viola il mio amore. “Ci sono dei momenti nei
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di dire quello che ci passa per la testa
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Scrivere è più semplice, ci permette di dire cose
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volti senza nome che ci lasciamo alle spalle. ¶ “Mimì
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tiemp’ dietro all’ammore, ci arrefondi e non ti
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di un locale e ci intrufolammo nelle viscere della
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della Stadt, la città; ci mancava l’aria, e
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della cassata siciliana che ci portava il signor Scognamiglio
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l’avevo detto che ci stava dicendo ’na bucia
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testa bassa e neanche ci rendiamo conto di quanto
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rendiamo conto di quanto ci costi la rincorsa, nemmeno
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ti preoccupare per me, ci vediamo domani.” ¶ Chiamò Beethoven
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tavola con i fiori. Ci stringiamo e trascorriamo una
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Lei sembrava sbigottita. “Non ci credo.” ¶ “Non ti direi
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nostro gioco, quello che ci impegnò e ci legò
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che ci impegnò e ci legò durante tutta quell
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seguito? Prego, di qua, ci sono le altre stanze
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commentato lui, “ma che ci stanno a fare sulla
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dalla finestra in agguato ci fosse un esercito di
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in un certo senso ci sentivamo protetti, lontani da
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delle cose. Ciò che ci rende umani, e per
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potenti di cui disponiamo, ci ampliano la mente, ci
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ci ampliano la mente, ci fanno crescere, ci migliorano
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mente, ci fanno crescere, ci migliorano, a volte ci
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ci migliorano, a volte ci illuminano e ci fanno
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volte ci illuminano e ci fanno prendere nuove strade
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fanno prendere nuove strade, ci permettono di cambiare idea
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permettono di cambiare idea, ci danno il coraggio di
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caro Mimì, quello che ci rende davvero grandi e
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Mimì!”. ¶ “Perché? Ogni tanto ci intratteniamo a chiacchierare, mi
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regalato un’agenda. E ci siamo pure recati a
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Viola eravamo ormai amici: ci vedevamo quasi ogni giorno
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perché non nel salotto?” ¶ Ci avevo riflettuto un attimo
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pieno di mobili”. ¶ “Mi ci porti?” aveva allora chiesto
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scuola, infatti, la sera ci ritrovavamo tutti giù in
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Lo avevo seguito e ci eravamo riuniti ai fratelli
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ai fratelli Iacobelli che ci attendevano sul muretto poco
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possibile. ¶ Una volta dentro, ci eravamo guardati attorno circospetti
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risposto con un sussurro, “ci sentirebbero.” ¶ Lei mi aveva
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in casa e lei ci faceva trovare i biscotti
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Uno, che volevano tutti. Ci dirigemmo nell’officina dove
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possiamo fare quello che ci pare, ci ubriachiamo, facciamo
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quello che ci pare, ci ubriachiamo, facciamo scherzi telefonici
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scherzi telefonici...” ¶ “Se papà ci scopre, sono guai!” esclamai
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testa per molto. ¶ “Non ci scoprirà nessuno, stai tranquillo
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degli scherzi telefonici e ci raggiunsero all’esterno canticchiando
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disse, “datemi un cacciavite.” ¶ Ci guardammo straniti e lui
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lentamente al suo posto. ¶ Ci eravamo diretti verso una
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guardandomi intorno impaurito. ¶ Se ci avesse visto qualcuno, sarebbero
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piacevano e chissà cosa ci avrebbe ricamato: che erano
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lasci stare a quella? Ci sono tante ragazze belle
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in quel periodo non ci fosse stata la nonna
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in fretta e non ci rompete le scatole, ché
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come fai? Tu non ci vedi!” dissi solo. ¶ “Non
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dalla sua casupola. Non ci eravamo più parlati dopo
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ma ti prometto che ci divertiremo un mondo, non
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Ué, grande Mimì, che ci fai sotto il sole
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Ho il cane...” ¶ “Embè? Ci può vivere un gatto
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mio silenzio, aggiunse: “Insomma, ci ho pensato e... diamine
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Siamo soli, nessuno che ci disturba... dai, proviamo, ché
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da walkman. “Vanno bene?” ¶ Ci sarebbero volute delle cuffie
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pareva fosse troppo rumoroso. Ci riprovai, ma a cosa
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sfere e sorrise: “Non ci saranno altri tentativi, Mimì
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un paio di pomeriggi ci dedicammo a giocare alle
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l’album Panini. Così ci aveva regalato alcuni dei
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cerchio sul pavimento, loro ci si infileranno di corsa
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ad avvicinarsi; il gatto ci fissava a distanza, guardingo
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la sua Panda e ci caricò in auto, destinazione
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non seguirla se non ci fosse stato Sasà e
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fino al bancone dove ci sedemmo. ¶ “Che cosa gradisci
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sguardo serio. “E che ci hai fatto?” ¶ “Ho comprato
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glielo toccava. Qualche volta ci tentava papà. “Loredà, perché
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È una vita che ci vai dietro...” ¶ Mi rigirai
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lui ubriaco. ¶ Sotto casa ci salutammo all’americana, con
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pensi? Dicono che lì ci sia un mare che
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dopo poco. “Quante stelle ci sono stasera!” aveva esclamato
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la mia: “In realtà ci sono sempre, ne puoi
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frega di quante stelle ci sono in cielo! E
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alquanto difficile, anzi impossibile, ci sono studi...” ¶ “Scherzavo,” aveva
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ai tanti perché che ci accompagnano...” ¶ “Sei esagerato,” mi
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Devo andare, domattina papà ci sveglia all’alba, abbiamo
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un bacio sul naso. “Ci vediamo a settembre, mi
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di cambiare linea. “Mimì, ci facciamo ridere appresso dalla
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bisogno di gente che ci creda, persone che aspirino
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l’unica cosa che ci permette di vincere la
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di vincere la morte, ci avevi pensato mai, piccolo
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la morte. ¶ No, non ci avevo mai pensato, altrimenti
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piedi. Gli sorrisi e ci demmo il cinque, come
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considerando che nostra madre ci ha avuti da giovane
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nel mio petto. ¶ “Io ci sarò sempre,” dissi allora
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riguardano!”. ¶ “Ecco, adesso ti ci metti pure tu,” avevo
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avere un ideale che ci guidi a compiere le
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chello che vuò, io ci ho provato”, ed era
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salimmo in auto e ci allontanammo sventolando fazzoletti ai
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fazzoletti ai nonni che ci salutavano commossi dalla finestra
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oppure si girava e ci sorrideva. Bea in quei
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tardi. A un casello ci imbattemmo anche in un
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vetro, che il leone ci zompa al collo!”. ¶ “Loredà
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cultura in questa casa ci sarà sempre spazio!”, e
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cultura in questa casa ci sarebbe sempre stato spazio
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e allora nostro padre ci ordinò di restare fermi
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metri da noi e ci scrutavano guardinghi. Un esemplare
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erano i nonni, che ci strinsero forte, quasi piangendo
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perché lui non mi ci aveva mai portato, ma
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aveva Fabio e che ci faceva sentire veri calciatori
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fare da grande, Mimì, ci hai già pensato?” ¶ “Lo
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che nel mio futuro ci siano spazio e libertà
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Mimì, il mio lavoro ci ha permesso di avere
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che è normale? Non ci vedo nulla di normale
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almeno esteriormente. ¶ “Ma come ci riesci?” ¶ “A fare che
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riprenderlo, ma lui disse: “Ci vuole tuo padre, a
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mettiamo?” ¶ “Loredà,” rispose lui, “ci ho pensato... io ho
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i miei giorni non ci sono più. Una trentina
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ergevano i girasoli, che ci davano le spalle perché
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è il dondolo, non ci sono sedie, nessuna piantina
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su questo strano mondo ci restano per parecchio, aveva
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che della vita non ci si può fidare fino
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solo per accertarmi che ci sia una parabola che
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Ai primi di settembre ci ritrovammo tutti riuniti nei
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a spiegare: “Qui sopra ci sono dei soldi per
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del padre, ma Angelo ci aveva detto che il
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giro di un anno ci perdemmo di vista. Non
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seppure fossimo tanto diversi, ci eravamo supportati e sopportati
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eravamo supportati e sopportati, ci eravamo appoggiati l’uno
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gli ultimi gradini che ci avrebbero condotti nel mondo
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e aveva detto che ci saremmo dovuti incontrare presto
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cenno fatto alle donne, ci avviamo con non poca
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miracolo avviene comunque.” ¶ “Tu ci credi?” volli sapere mentre
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dalla calca. ¶ “Boh, non ci ho mai pensato,” rispose
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potesse convincersi che non ci fosse alcun sisma, Bea
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terra si era fermata, ci eravamo fissati attoniti un
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fangosa e dissi: “Dai, ci sono io qui, non
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giorno.” ¶ “E Sasà?” ¶ “Non ci vediamo più...” ¶ Si girò
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le cose, chiarire. Altrimenti ci si perde senza sapere
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la camorra, per quello ci sono i giudici e
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ha smesso di piovere. Ci vediamo presto allora”, e
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pomeriggio all’aperto, ma ci eravamo resi conto subito
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quanto di più vicino ci sia a un eroe
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il signor D’Alessandro ci fissava senza remore. “Ma
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L’odore di smog ci raggiunse mentre Viola replicava
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della nostra amicizia, se ci tieni così tanto”. ¶ Lei
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a noi: “Ragazzì”, e ci offrì anche un sorriso
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vuie giuvine! Stateve buone, ci vediamo domani...”, e sparì
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entrare nel palazzo. Quando ci trovammo di nuovo soli
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trovammo di nuovo soli, ci risedemmo e lei tornò
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volta sul terrazzo. ¶ Forse ci saremmo baciati per tutta
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la sera e poi ci saremmo finalmente fidanzati, e
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e Viola e io ci ritrovammo separati, e mio
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l’agente immobiliare mentre ci dirigiamo verso la porta
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un chewing gum e ci guarda di sottecchi. Le
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morte del mio eroe ci trasferimmo anche noi. Papà
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suoi giorni neanche più ci riconosceva. Nel giro di
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a tutto quello che ci eravamo detti con Giancarlo
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come avrebbe detto papà, ci tendono la mano e
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tendono la mano e ci tirano su per condurci
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di prendere. Da secoli ci raccontano le loro storie
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le loro storie e ci permettono di entrare a
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le cose, se non ci evitano di cadere, l
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l’importante è che ci aiutino ogni volta a
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vita. E poi, ancora, ci sono una macchina da
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fuori dal negozio e ci si siede sopra. Quindi
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perché del suo assassinio ci sono voluti dodici anni
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garbo che lo contraddistingue. Ci siamo conosciuti proprio mentre