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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giuseppe Marotta, L'oro di Napoli, 1947

concordanze di «ci»

nautoretestoannoconcordanza
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fatto sapere che non ci eravamo separati mai, che
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l’acqua nei portafiori; ci si avvia infine verso
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fianco? Ma forse non ci sono città e villaggi
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lo ricordo come se ci fossimo separati soltanto ieri
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tuo ufficio; che ti ci lascino o no, e
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anni. Tre mesi prima ci eravamo trasferiti a Napoli
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come un’altra, che ci portò in un qualsiasi
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di acquasanta, la vecchia ci seguì a Napoli; mi
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si rifiutava di morire. ¶ Ci eravamo appena allogati nella
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sempre una finzione, che ci domandi» disse stancamente. ¶ Mia
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sua laurea» non aggiungevano: «Ci penseremo noi». A un
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La casa in cui ci trasferimmo era uno stanzone
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e ancor oggi, se ci ripenso, mi sento il
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fece altrettanto con noi, ci collocò su tre sedie
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la sua mano e ci avviavamo. Era lunga la
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prete. ¶ «Don Aurelio, non ci seccate» replicò mia madre
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Peppino è così delicato... ci sono tante vedove con
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né allora né mai ci avrebbe dato un secondo
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una parola, senza guardarci, ci scompigliava i capelli, ci
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ci scompigliava i capelli, ci spiegazzava i vestiti che
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e con l’aristocrazia; ci sterilizzò anzitutto, nel senso
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al conte di M., ci pensava ma non sapeva
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straniero ad entrambi finché ci separa, continui, suddividendo bene
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tosse di mio padre, ci mandarono dal più vicino
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di caffè e noi ci smarrimmo nei vicoli. Un
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voglio. Per interminabili minuti ci sentimmo orfani; intuimmo ciò
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domani toccherà a me... ci stai?» è il pensiero
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lo protessero da me. Ci separammo allora e per
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dileguavo; una sera che ci incontrammo faccia a faccia
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anni, ben di rado ci siamo visti. Fu e
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rimane, un assoluto distacco; ci sappiamo ancora vivi ed
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essere che don Eugenio ci riportò a casa in
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nei cassetti in cucina, ci sono sempre un pizzico
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sale e olio, mi ci provai due volte a
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immaginare di averlo fatto; ci si siede, infine, e
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Ah se vostro padre ci vedesse», nient’altro; aveva
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nonna a mia madre, ci pervenne da chi sa
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un galantuomo; anche quando ci lasciasti non lo fui
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provare. Maria, Ada, noi ci ritroviamo alla mia o
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in noi e veramente ci ricongiunge. Siamo ancora i
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sensazione che passi leggeri ci si avvicinino e care
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avvicinino e care mani ci sfiorino è simultanea in
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si diffonde nella stanza. ¶ Ci parlerà in dialetto ¶ Quando
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come una vela mentre ci rincorreva sui nitidi marmi
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rincorreva sui nitidi marmi; ci sto anch’io diceva
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in quel casto odore ci accapigliavamo ferocemente per ghermire
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Leggeva nei nostri cuori, ci amava e ci capiva
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cuori, ci amava e ci capiva. In certi pomeriggi
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del terreno il nolano ci opponeva una strenua resistenza
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Gennaro, addosso: se non ci rompeva le costole, se
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addentare bambini. Eccolo che ci sovrasta, rovina su di
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con le sue dita. Ci assolverà, ne sono sicuro
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assolverà, ne sono sicuro. Ci parlerà in dialetto. ¶ Il
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noi senza mai consumarsi, ci sopravvivono come gli anelli
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viole, e così scrivo. Ci sedemmo per terra, ai
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nuca e basta. Non ci dicemmo una parola; questo
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desideri sprizzano dovunque. Noi ci amammo, io e Carmela
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suoi capelli. ¶ Uscii, quando ci separammo (dei sette veli
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Carmela che mi aspettava. Ci nascondemmo, scendendo qualche scalino
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di cantina. Nemmeno allora ci dicemmo niente; stavo con
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tanfo d’argilla che ci investiva ogni tanto. Sorrido
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quel grembo di muro ci sorprese, molte sere dopo
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di noi il fiammifero ci scorse. Lo seguimmo in
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casa B., fin dove ci disse di fermarci, fin
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un patibolo. Che uomo. Ci domandò se potevamo giurare
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della risposta che ebbe, ci schiaffeggiò coscienziosamente e mi
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la mia attenzione. Ma ci siamo; il visitatore sorride
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chiudeva un occhio, se ci accadeva di scrivere qualche
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da noi compilato. ¶ Io ci pensavo mentre facevo la
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impaginazione del giornale che ci avrebbe rivelati al mondo
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signora, in quel tempo. Ci osservò attraverso l’occhialetto
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gomito dell’altro, e ci riconoscemmo. ¶ Roberto Bracco, Diego
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Petriccione, Ferdinanao Russo non ci accolsero meglio; d’altra
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distribuzione della materia quando ci giunse una sua cartolina
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strabismo. ¶ Che importa? Noi ci vuotammo le tasche per
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numero. Ubaldo G. M. ci esortava a scrivere almeno
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a un certo punto ci fece un cenno. Ciascun
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che delle disgrazie non ci si possa disfare: chi
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dottori di Casoria non ci capivano niente, lo portai
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via Nuova Capodimonte, ma ci vuol altro. A una
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medesimo «tramonto sul golfo» ci suggerì di cantare e
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impietosita dai nostri dolori ci dice: fidatevi di me
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io nel mio funerale ci voglio proprio una musica
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onorarci, don Carmine, non ci fate torto... Per l
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la maturità che veramente ci rende adatti alla mortificazione
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accarezzava la tovaglia. ¶ «Non ci servono notizie vostre» disse
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o a Tangeri; ma ci vuol altro per mettere
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nonno, essendo impiegato borbonico, ci teneva al doppio nome
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sul vaporino di Capri. Ci vuole l’intenditore estero
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io vivo esclusivamente quando ci penso un giorno prima
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montagne, indovinate che notizie ci sono sotto quel fumo
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via Conte di Mola, ci appassioniamo all’enigma: ha
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di tutto il mondo ci perdonino di essere un
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un fauno sull’erba. «Ci siamo» diceva. La contessa
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vi diventa patetico se ci si lascia prendere. ¶ Il
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Questo è il punto. Ci vuole l’evidenza che
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Sentii dire, ma non ci credo, che per le
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Per qualche minuto non ci sentimmo respirare; un rovescio
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di un coabitante?». Risposi: «Ci siamo, sì, sì, voglio
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dico: morirete don Ersilio? Ci sono un inferno e
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sacrilega: anche lo “sfregio” ci può apparire come una
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considerazione. ¶ Voglio bene, perché ci son nato, al mondo
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è perché d’improvviso ci ricordiamo, trasalendo, che a
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sentito esplodere nello stomaco, ci si avviava verso casa
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pesce”; o più semplicemente ci si rincorre strillando e
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accorte di noi e ci guardavano. Fin dal giorno
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Una primissima infanzia: Dio ci considererà bambini nonostante tutto
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che negano o annuiscono; ci credete, ieri ho proprio
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presso il Castello Sforzesco, ci stava giusto giusto. ¶ In
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Giovanni, donna Filomena Sgarro ci custodiva i panni per
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La vostra protezione?!». Che ci si creda o no
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ragione di maledirlo? Non ci penso nemmeno; quanto a
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fiasco di vino. Quando ci vuole ci vuole, disse
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vino. Quando ci vuole ci vuole, disse. ¶ Condivise la
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al punto che non ci si doveva sorprendere se
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nel successivo sabato. ¶ «Non ci può essere imbroglio. Aggiudica
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nasce o si muore, ci si sposa o si
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imprecisi peccati, come sempre ci accade quando il sovrannaturale
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accade quando il sovrannaturale ci sfiora, sfilavano pallidi e
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impiccato nel retrobottega; dovunque ci fosse da agire in
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non capiva che bisogno ci fosse di ricorrere alla
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col quale, come gestore, ci si può sempre rifare
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fruttivendolo don Aniello Scala: «Ci siamo, Concerta, prepara i
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il mio don Aniello ci pensasse per tutto l
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dove deve andare e ci va; la sua memorabile
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sempre luce consegna, sempre ci si sente, allontanandosene, come
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subito le nostre mamme ci staccavano dal seno e
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staccavano dal seno e ci mettevano in bocca un
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per mungere, o non ci penserà mai più. Intanto
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ogni tanto i baffi, ci ripensava, tendeva l’orecchio
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pigrizia; vinta la timidezza ci si misero poi d
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stemma se lo avessi, ci classificava nelle botteghe e
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Le innumerevoli alternative odierne ci straziano, invece, rendono fatale