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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paolo Cognetti, Il ragazzo selvatico, 2013

concordanze di «ci»

nautoretestoannoconcordanza
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anni. Fino ai venti ci avevo trascorso tutte le
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il 25 aprile, quando io ci arrivai, non c’era
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suddiviso in alloggi e ci guadagnavano qualcosa con gli
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bel pezzo della mia: ci ho abitato per una
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perché le bestie che ci passavano non invadessero i
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a volte mi chiedevo: ci sarà stata davvero un
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gli dissi, stai tranquillo, ci penso io a te
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resti della mulattiera e ci appoggiai sopra una tavola
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quattro paletti di larice. Ci avvolsi intorno una rete
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sacco a pelo e ci entrai. Scoprii di non
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mio zio, e che ci vuole? Facciamolo. Loro erano
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in mezzo ai pascoli ci sembrò di sentire il
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sforzò di essere ospitale: ci preparò un tè caldo
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preparò un tè caldo, ci prestò altre due pile
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i tentativi di conversazione, ci augurò buon viaggio e
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augurò buon viaggio e ci accompagnò alla porta. Più
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è cosa da poco. Ci incontriamo troppo spesso, senza
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uno per l’altro. Ci incontriamo ai pasti tre
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dichiararci guerra a vicenda. Ci incontriamo in posta, alle
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al camino; viviamo ammassati, ci intralciamo e inciampiamo uno
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questo io e lui ci incontravamo meno. Quando veniva
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esistenza ai margini e ci viveva a modo suo
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sci. Ma in fondovalle ci stava male, era troppo
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in altezza perché non ci stava), un piccolo e
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giaciglio vicino alla stufa, ci guardò, venne a prendersi
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allo stato selvatico. Eppure ci tenne a spiegarmi che
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in compagnia, certe volte ci organizzavamo così: io salivo
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nello stile dei montanari: ci versò sopra mezza tanica
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molti metri di distanza. Ci sedemmo nell’erba a
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seracchi del Monte Rosa, ci calavamo nel profondo dei
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una slitta; e intanto ci passavano accanto quei seri
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rimorchio traballante. Nel fienile ci lanciavamo le balle e
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quelli che sua madre ci vietava, e in soggiorno
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Poi l’aveva finita, ci aveva passato un’unica
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aveva capito che non ci avrebbe mai abitato. Troppe
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a cui era appeso. Ci buttai dentro un po
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d’agosto, ma non ci fu niente da fare
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spallata spalancandola. ¶ Gli occhi ci misero un po’ ad
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pistola giocattolo. Che cosa ci faceva lì dentro una
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proseguire. “Il peggio che ci possa capitare”, aveva commentato
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E al locandiere, che ci chiedeva ridacchiando come ce
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In quell’agosto piovoso ci riunivamo sempre lì: sulla
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simmetriche. Era convinto che ci fosse qualcosa, in lui
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il sacco a pelo. Ci entravo nel buio più
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perché le visite non ci piacessero, ma perché quelle
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mondo di sotto e ci portavano sue notizie, notizie
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quota. Che il lago ci fosse o no, dopo
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e qualcosa di più. Ci assomigliavamo troppo per non
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delle relazioni, il che ci portava entrambi a grandi
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o forse Andrea, che ci era nato, sentiva il
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Qualcosa mi diceva che ci sarebbe riuscito. ¶ C’era
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incrociavano. Questo, anziché turbarci, ci fece sorridere, perché a
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lui, mentre gli altri ci raggiungevano. Ne avevamo divise
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dei monti. ¶ E forse ci sono più stelle ¶ e
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che dall’altra parte ci fosse modo di scendere
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pendio chiedendomi che cosa ci fosse di là, sperando
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al crinale finché non ci fui davvero, e da
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succede alle cose che ci lasciamo indietro nella vita
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dopo un po’ che ci abitavo. Se non si
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boschi. ¶ Avevamo scoperto che ci piaceva andare a camminare
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era tutta per noi. Ci fermavamo ai piedi di
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Andiamo su di lì?, ci dicevamo. Poi salendo incontravamo
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salendo incontravamo camosci che ci fissavano sorpresi, prima di
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e voi che cosa ci fate quassù a quest
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al nostro passaggio e ci ricordavano che non eravamo
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vedere come stavo. Non ci incontravamo da un po
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amava l’autunno che ci spinge di nuovo ad
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aveva idea di come ci fosse salito, ma certo
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scrollando le spalle. Presto ci avrei fatto l’abitudine
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lui, alla desarpa non ci pensava proprio: spavaldo dichiarò
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l’ultima volta che ci eravamo riempiti il muso
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fucili a tracolla. Non ci avevo mai pensato, che
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giù in fondo e ci ho infilato i piedi
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vuote da un pezzo, ci eravamo ridotti a comprare