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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930

concordanze di «ci»

nautoretestoannoconcordanza
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serii. ¶ — Ma in licenza ci sei mai stato? ¶ — No
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fino, sui capelli ondati ci teneva infilzata una pèttina
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seccaricci, sul ponte gli ci s’erano incarniti gli
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smaniava, gli si narrò: ¶ — Ci fu un’orrido nano
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denti: sulla fronte tumefatta ci aveva una pesca viola
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muro. ¶ — Pensa che se ci levi il rispetto sei
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pareva che di giorno ci s’intanasse la notte
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che quando poco lungi ci rompeva il mare placido
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rompeva il mare placido ci fu imporporato un cardinale
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Trascurati, tanto umida che ci si spengevano le candele
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lo mandano a domani ci vuole il cucchiaro. ¶ Da
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gallina spaurita, poi parve ci si posasse di colpo
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casa della signora Dina ci sembrò disteso un morto
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delle famiglie. Molti prevenuti ci avevano inciso il loro
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su di un pancaccio ci facevano il Sant’Antonio
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dei secoli il Redentore ci avevano messo il busto
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come nodi d’olivo ci si sarebbe accoccata una
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perchè in quell’antro ci si davano convegno tutti
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della vita. ¶ La domenica ci si rappattumava una famiglia
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sono ammoscati che tu ci vedi. L’altro dì
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Ciuca. ¶ — Maiale. ¶ — Allora, domenica ci si trova sotto il
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Falso e spia che ci vedi anche di notte
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di coltello, a traito ci hanno scritto sul pozzo
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a esser cieco non ci pensava nemmeno, era un
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nel cortile del Casone ci facevano il teatrino dei
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nella su’ Casa non ci mangerei nemmeno una noce
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tarmolati: ¶ — E pensare che ci si riduce così anche
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mi sono mai piaciute. Ci tengo quel quadro là
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scorti perchè le famiglie ci esponevano gl’infermi e
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gl’infermi e nessuno ci transitava. ¶ La padrona, nell
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delle dita. In uno ci teneva un anello con
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e con la padrona, ci si divagava il Santo
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Cataletto! — commentò un’altra. ¶ — Ci vorrebbe per chi ha
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le tu’ budella mi ci faccio un ciarpino. ¶ — Sulla
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fungo prete. ¶ Nel Casone ci correva spesso la bara
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pose sul petto ansimante, ci accoppiò sopra le mani
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nodo di quercia ove ci si sarebbe spezzato il
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con lui, i vortici ci porteranno al mare. Io
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chiese, per le Sagre ci si rampica sui monti
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Nella testa pareva gli ci fossero date le pucette
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li aveva lunghi e ci ungeva la lesina prima
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un cappello da pellegrino ci applicava un impalpo sicchè
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un fondo di galera. Ci fa mettere veleno anche
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una cocca della giubba, ci sgusciò sopra un occhio
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recitarono: — Che Maria Santissima ci dia la grazia di
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grugno che par gli ci siano date le tarme
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mai ai nostri porti ci fosse un ponte, questo
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al viso. ¶ — E tu ci faresti bene il secondino
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Sulla linea del Sud ci sono gli emigranti a
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riportano. Qui un piatto ci sarà anche per te
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per te. Nella cuccetta ci sono i velacci abbisciati
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caligo e nebbia lui ci sentiva il Mondo. ¶ Dalla
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arranca, vira, ammaina e ci trovammo a riparo di
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del Volturno. ¶ — Appena là ci fucileranno. ¶ — Non sta a
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or di Rosei, ¶ se ci avessi a tornar più
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avessi a tornar più ci anderei, ¶ ma, v’avverto
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quella spiaggia indegna ¶ se ci avessi a tornar più
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avessi a tornar più ci anderei ¶ qualor che il
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sua parte: — Bimbe, scendete, ci calunniano tutte. — Le scale
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Col gogio noi non ci si muore — disse una
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stesa sul prato fiorito. Ci faremo sette spade, tre
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poi rispose: — E perchè ci siete venuti voialtri? ¶ Il
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uno spolverìo di faville. ¶ — Ci ritornereste a casa vostra
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ricchezza!.... ma noi che ci contentiamo di vivere si
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nemmeno la terra che ci ricoprirà. Voglia Iddio che
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tu sei un compagno, ci ho incolto appena ti
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di qui a là ci fosse un lastricato mi
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fosse un lastricato mi ci metterei sopra col carretto
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si irruppe nella stanza, ci costituimmo in tribunale: pallido
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libri. Giù sul carretto ci si è accecato. Lui
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etichetta da sublimato. ¶ Costì ci conducevano a sbadigliare anche
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quando se li rimise ci stette come un nocciolo
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a dì ¶ che domani ci ho da partì. ¶ Una
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su di uno tu ci poni la tua corporatura
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corporatura, sull’altro noi ci si mette tanti napoleoni
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levi su, purchè tu ci consegni la pietra. Ebbene
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sponda opposta del fiume, ci fu uno che disse
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scamalate, dai pesi che ci ha portato sopra, le
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bene. Nella mano pietosa, ci metto volentieri il mio
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si troverà gli assassini, ci fingeremo muti e sordi
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per vendere la cenere? ¶ — Ci caveremo gli occhi per
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Sull’ossa dei miei ci sarà buttata l’erba
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provvida pianta la quale ci offre il suo fogliame
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corpo di Nicodemo. ¶ — Se ci condurrete bene — fece tradurre
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Tu uccidesti Nicodemo! Tu ci condurrai sul luogo del
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ella è interrata. Qui ci lascio la mia giovinezza
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scolava: — Alla guerra non ci si può andare in
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Hai un viso che ci si farebbe sopra un
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dinanzi a noi non ci rimarrebbe barba radicia. ¶ — Tieni
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Tarmito una giubba che ci stava dentro due volte
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gambe, un berretto che ci affogava e un paio
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scarpe dove i piedi ci stavano a veglia: — La
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vi manderemo al fronte. ¶ — Ci sono già stato. ¶ — Ebbene
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sono già stato. ¶ — Ebbene, ci ritornerete. Intanto passate alla
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diamoci il cinquanta. ¶ — Noi ci s’alza. ¶ — E io
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sull’Indie Nere: qui ci dicono all’indie nere
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sono sì grandi che ci flagelli con questa penitenza
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l’è morta la ci stia ¶ quando l’ero
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in prigionìa ¶ non mi ci volle mai cavar. ¶ Sona
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li sopporteremo come voi ci avete comandato, anche se
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avete comandato, anche se ci doveste bruciare sull’ossa
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testa sul pietrame angoloso, ci sono gli schizzi delle
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uscito il mare? ¶ — Non ci sono ne barche ne
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mare triestino, io mi ci sono perso col bastimento
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dal vaiolo nero. ¶ — Ma ci vedi? ¶ — Sì, anche la
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Quel vento che ti ci ha spinto te. ¶ — La
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paese a quelli che ci domandavano: Partite per la
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pane dallo stomaco mi ci levo volentieri per farlo
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di pel gattino, dice: — Ci siamo. ¶ — E nessuno ci
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Ci siamo. ¶ — E nessuno ci si leva! ¶ — La morte
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umiliate. Di là, dove ci hanno condotti con le
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Come saprai qui vicino ci sono sepolti Andronico e
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di ritornare in linea ci si potrebbe trovare. Il
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al giorno del riposo ci condurranno tra i falaschi
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acqua sulle lame abbozzite. ¶ — Ci voleva anche la luna
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un paradosso. ¶ — Qui non ci arriviamo. ¶ — Sarebbe come se
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consacrata. ¶ — Io sulla sassaia ci vedo anche quella — rispondeva
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vita è tanto amata, ci se ne accorge alla
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creò il mondo gli ci avanzò un mucchio di
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Pensa che questo pietraio ci ha da seppellire anche
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all’inferno, dove sicuramente ci troveremo, urlerai: Così non
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confitti al nostro orgoglio ¶ ci muoviamo in giri eterni
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ruote in ferrei perni ¶ ci muoviamo in giri eterni
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occhi sulle schiezze e ci ricoglieva su la carne
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il destino. ¶ — Basta che ci guardi un uomo s
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usciva dalla stalla: là ci distribuivano l’anice. ¶ — Quello
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vecce. ¶ — Ma le pollastre ci sono? ¶ — Tre. ¶ — Tre? ¶ — Sì
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sopra. Sono acquai. ¶ — Noi ci si vuol levare anche
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Sulla faccia infiammata le ci avevano fatto un impacco
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un quidde, prezzi non ci sono, tanto anche se
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sono, tanto anche se ci si mette tutto l
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stirate di gambe. ¶ — Tu ci vuoi far cascare il
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non lo sapete che ci sono le ore adatte
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barattolo e i pensieri ci diacciarono dentro. Il Tarmito