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Pantaleo Carabellese, Il problema della filosofia in Kant, 1938

concordanze di «ci»

nautoretestoannoconcordanza
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il problema del se ci sia la filosofia, del
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i mistici la filosofia ci sarà, ma non ha
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In questi atteggiamenti non ci sono dubbi circa l
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ed immutabile. ¶ Nel Rinascimento ci siamo accorti che con
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passato, non si cammina; ci siamo accorti che siamo
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viene dal mondo che ci circonda. ¶ A rompere la
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tale c'è: che ci sia un conoscere matematico
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la fisica pura; esse ci sono proprio come scienze
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della sua stessa esistenza: ci sono infatti tante metafisiche
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è come scienza: ciò ci sarà chiaramente detto dalla
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possibilità di qualcosa, noi ci mettiamo dinanzi ad esso
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una qualch'altra scienza ci sia – nasce il porsi
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gli altri. ¶ Questo Kant ci fa capire chiaramente fin
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siccome solo da ragione ci potrebbe essere necessità, così
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essere necessità, così questa ci sfugge in modo assoluto
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causa che di esse ci fa assistere alla genesi
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alla essenza, tale necessità ci è somministrata, fatta presente
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dalla esperienza, la quale ci pone a contatto diretto
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problematico della metafisica non ci risulta esplicitamente. Kant lo
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basterebbe. Per fortuna (pag. 38) ci è data una certa
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pura e fisica pura): ci è data come scienza
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e non sul se ci sia una tale scienza
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nella conoscenza. ¶ Questa considerazione ci apre la via a
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realtà nella sua esistenza. ¶ Ci sono perciò due aspetti
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oggettivo (lez. IV) e ci si porrà in condizione
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Dobbiamo ora intendere come ci sia questa sinteticità apriori
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conoscere le cose e ci occupiamo invece del conoscere
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visibili enti, di cui ci si serve per necessità
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non è tale. Se ci sono intuizioni, per empiriche
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giudicativo). Se ammettiamo che ci siano intuizioni, e per
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innegabile, dobbiamo ammettere che ci sia un intuire puro
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il segreto della matematica ci è svelato. ¶ VII ¶ LA
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ha a sua disposizione. Ci troviamo davanti ad un
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noi risultante, sono spaziali. Ci deve essere lo spazio
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perchè queste due intuizioni ci sono date dalle due
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anche se matematici non ci diciamo), e poi andiamo
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sè, perchè altrimenti non ci sarebbe potuta essere questa
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soltanto la mia dottrina ci salva dalla allucinazione. Il
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perchè solo il sentire ci porta al punto in
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reale esistenza; altrimenti non ci sarebbe il mio sentire
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partenza l'esperienza. ¶ Finora ci siamo occupati del mondo
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con la sua legge ci fa passare dall'astratto
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necessità e quindi non ci sarebbero leggi, perchè l
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apriori nè aposteriori dunque ci risulterebbe la legalità della
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sè; ma la legalità ci risulta, dunque non è
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Ma questa legalità non ci sarebbe, se non ci
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ci sarebbe, se non ci fossero le cose di
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legalità di cose che ci risultano esistenti, e che
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del conoscere in quanto ci mette in rapporto con
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Cioè questi esistenti non ci risultano che nel senso
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trascendentali: apriori. Questa trascendentalità ci consentirà l'apriorità; laddove
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laddove l'esperienza non ci farà perdere la sinteticità
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esperienza). ¶ Da che cosa ci accorgiamo che c'è
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di noi e non ci sarebbe il tavolo (e
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il tavolo (e non ci saremmo, aggiungo, neppure ciascuno
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l'universale e necessario. Ci sono tanti motivi in
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Obiekt è ciò che ci sta di fronte, fuori
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mi fa dire: non ci sono solo io come
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presente il problema che ci occupa (quello della fisica
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fine supremo del volere, ci troviamo davanti alla coscienza
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predicati del giudizio; quelle ci sono in quanto attribuiamo
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mondo rappresentativo, quello reale ci sfuggirebbe irrimediabilmente. La coscienza
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Kant certo questo non ci dice esplicitamente, ma non
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legit, collega le note, ci dà l'essenza della
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i concetti puri; ora ci resta da vedere quali
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essa non solo non ci allontana dalla realtà, ma
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dalla realtà, ma anzi ci mette in contatto con
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coscienza in generale non ci indica esplicitamente questi concetti
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questi concetti puri; però ci dà una indicazione secondo
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necessaria; incoerenza, perchè Kant ci ripete continuamente che non
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come l'oggettività che ci sono nella esperienza, provengono
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sono quei principi che ci danno la possibilità della
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fossero fondamentalmente uno, non ci potrebbe essere nè l
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circolo vizioso; par che ci sia circolo in ogni
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vizioso con la natura, ci sia come natura una
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rapporto causale pel quale ci sono gli eventi, come
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sè e fenomeno: «Se ci sono i fenomeni ci
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ci sono i fenomeni ci sono i noumeni che
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contingente e passeggero – perchè ci devono essere il principio
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esperienza si presentano necessitanti; ci han fatto così credere
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la purezza delle categorie ci tendeva il tranello: interpretavamo
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soltanto le essenze che ci dà l'intelletto in
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quelle del senso che ci dà il mutabile ed
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diventare dopo. Che non ci siano difficoltà e durezze
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fede in qualche modo ci sia della filosofia, nella
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Con la metafisica (pag. 130) ci troviamo davanti a concetti
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senza l'altro. Perchè ci sia questa reciprocità, i
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umanità comune; altrimenti non ci diremmo tutti uomini (tutti
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di comune. Quando però ci riferiamo a Dio, cioè
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sua entità, laddove non ci troviamo che dinanzi alla
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dalle condizioni all'Incondizionato, ci spinge verso di questo
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di questo, ma non ci può dare, nella conoscenza
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di cui la ragione ci attesta l'esserci e
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ragione non solo teoreticamente ci attesta che gli enti
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è, ma anche perchè ci dà un modo di
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pura e solo essa ci permette di essere morali
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Mancando la critica non ci si domandava fino a
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Kant, due scienze metafisiche ci possono e ci devono
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metafisiche ci possono e ci devono essere: con la
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E allora, dice Kant, 1) ci sarà una metafisica della
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universale e necessaria. 2) E ci sarà anche una metafisica
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non c'è, perchè ci sono tante metafisiche; per
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da me in poi ci possa essere o no
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Prendo le due che ci sono, la matematica e
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allora perchè mai Kant ci parla con la Critica