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Pantaleo Carabellese, Il problema teologico come filosofia, 1931

concordanze di «ci»

nautoretestoannoconcordanza
1
1931
nella sua affermativa purezza ci risulta la stessa cosa
2
1931
filosofico, la filosofia non ci sarebbe neppure in questi
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1931
di riferimento. ¶ Quel che ci è di essenziale nella
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1931
vedere, che là dove ci deve essere la scienza
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1931
una scienza. Perchè scienza ci sia, bisogna che quelli
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1931
e come, che esso ci sia? Questa domanda costituisce
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1931
Critica vuole risolvere: che ci sia scienza e quindi
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1931
Kant è indubitabile, perchè ci sono la matematica e
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1931
tutte le altre, che ci siano state o ci
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1931
ci siano state o ci saranno, sono fatte scienze
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1931
giudizio sintetico a priori ci mostra, per così dire
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1931
sensibile. ¶ Kant, quindi, non ci dice, e non può
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1931
conoscere, che come essere ci risultava, era lo stesso
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1931
a priori che egli ci presentava, importava anche elementi
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1931
suo problema, perchè non ci dava la possibilità della
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1931
o sopprimerlo proprio perchè ci risulta di impossibile soluzione
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1931
ricerca, solo perchè questa ci ha portato invece che
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1931
ritrovata impossibilità invece non ci riconduce a quello scetticismo
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1931
all'indagine stessa? ¶ Nè ci si dica che questo
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1931
possibilità che una filosofia ci sia. ¶ Questa riduzione doveva
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1931
Critica e metafisica, non ci ritroviamo senz'altro in
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1931
essere? ¶ «La filosofia trascendentale, ci si dirà, importerà forse
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1931
ciò che la Critica ci insegna proprio con lo
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1931
che vogliamo conquistare, e ci spogliamo di quella duplice
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1931
quella duplice astrazione cui ci sottoponiamo per fare della
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1931
in sè si realizza; – ci risulterà: 1° il carattere teoretico
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1931
soggetto si realizza, non ci basta più e non
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1931
priori della Critica kantiana ci dia la scienza metafisica
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1931
vedeva. ¶ La scoperta concretezza ci disvela finalmente con chiarezza
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1931
oggettività, nella Critica non ci poteva esser posto per
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1931
l'uno. Il che ci è confermato dall'uso
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1931
noi, per idealisti che ci professiamo, quando concepiamo l
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1931
esso questa più non ci sarebbe, l'oggetto è
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1931
la contraddizione. Se questa ci sia nel concreto, è
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1931
concetto che il realismo ci aveva fornito dell'oggetto
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1931
e sulla quale non ci stancheremo di richiamare l
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1931
Kant stesso di questa ci dà. ¶ In Kant infatti
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1931
conoscere umano è giudicare, ci fa osservare Kant, e
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1931
l'oggettività vera che ci risulta è soltanto quella
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1931
è soltanto quella che ci è data nel soggetto
41
1931
quello che qui sommamente ci importa di notare – fu
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1931
che tale coscienza comune ci dice e cioè (§ 11) che
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1931
la Critica di Kant ci fa capire che non
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1931
alla coscienza volgare. ¶ Quando ci si è poi accorti
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1931
empiricità, perchè come tale ci sia, importa quel presupposto
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1931
cfr. cap. V) non ci resta altra via che
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1931
possiamo dire trascendentale, giacchè ci risulta quando, mediante lo
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1931
bisogna averlo presente, quando ci si rifugia, giacchè, è
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1931
L'esame di esso ci metterà in grado di
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1931
non importa. Anche perchè ci importa molto relativamente quel
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1931
la maggior foga che ci riesce di mettere, anche
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1931
E tanto meno quindi ci saranno i principi di
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1931
eticamente agente. ¶ Kant non ci dice se questo io
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1931
ragione; bensì la ragione ci è per aiutare la
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1931
da questa sintesi condizionata ci nasce per la prima
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1931
vuole farsi intendere, non ci parla soltanto dell'opposizione
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1931
quella che costituisce lui. Ci sono quindi le altre
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1931
semplicemente nel pensato, non ci sarebbe più ragione perchè
59
1931
basta; e Fichte non ci avrebbe dato quella genesi
60
1931
uso linguistico. ¶ Queste affermazioni ci aprono la via a
61
1931
soltanto l'uso linguistico. Ci interessa di esaminare anche
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1931
malcapitato quando grida: «Qui ci sono io», voglia soltanto
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1931
probabile che il «qui ci sono io» sarebbe accompagnato
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1931
dell'egoità pura, Fichte ci ha detto. ¶ Fichte non
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1931
di vero, che, quando ci si sforza di superare
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1931
coscienza comune che tutti ci lega nella nostra reciproca
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1931
razionale: la coscienza comune ci impone le cose fuori
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1931
l'animo umano, non ci sarebbe mai stata barba
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1931
sofismi a priori, non ci si salverebbe in nessun
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1931
in nessun modo, se ci fossero; perchè non potremmo
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1931
non sono a priori. Ci saranno se mai degli
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1931
specus, theatri, fori, non ci possono essere degli idola
73
1931
e che per «noi» ci risulterà che la stessa
74
1931
la stessa coscienza comune ci libera dal pregiudizio della
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1931
fuori di noi, e ci addita il concetto di
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1931
che cosa in verità ci è nella coscienza comune
77
1931
in essa, come tale, ci sia detto pregiudizio. ¶ E
78
1931
qualunque» è essenziale che ci si ricordi, se vogliamo
79
1931
quel che la filosofia ci vuol fare intendere come
80
1931
questa che ancora non ci risulta, e che, nella
81
1931
in cui siamo, non ci riguarda. ¶ Sappiamo quindi soltanto
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1931
ma la cellula che ci dà ragione della vita
83
1931
con la sua legge ci dà ragione dell'ordine
84
1931
e più profonde considerazioni ci farà fare lo scienziato
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1931
suo primo apparire; egli ci dirà. Le cose non
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1931
unificante. Basta che egli ci dica come il preteso
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1931
ha un concetto; questo ci dà soltanto un oggetto
88
1931
coscienza, concetto il quale ci rimenerebbe alle stesse conseguenze
89
1931
essere. ¶ Nel primo caso, ci saremmo persuasi che non
90
1931
questa. La quale perciò ci riproporrà con implacabile tenacia
91
1931
soltanto la cosa, non ci è neppure possibile, una
92
1931
sulla cosa in sè ci hanno aperto gli occhi
93
1931
vano il lavorio filosofico: ci portò alla scoperta dell
94
1931
Ma anche questa via ci è preclusa per la
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1931
nè l'altra soluzione ci è consentita. L'una
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1931
del realismo, perchè Kant ci ha fatto accorgere della
97
1931
dunque, quello che non ci risulta, che cioè dei
98
1931
Presupponiamo soltanto ciò che ci risulta, la coscienza razionale
99
1931
consapevole dell'oggetto. ¶ Come ci si presenta allora, nella
100
1931
o in questo non ci sia affatto e sia
101
1931
che l'universale che ci risulta come oggettivo è
102
1931
concepire. Kant per primo ci fa capire questo abisso
103
1931
è la cosalità stessa, ci si presenta proprio come
104
1931
e nel quello che ci troviamo di fronte ed
105
1931
a salire; nel secondo ci si ferma a mezzo
106
1931
di una universalità che ci priva di quelle senza
107
1931
con la sua contraddizione, ci aveva cacciati, è abbandonabile
108
1931
Nella coscienza concreta non ci sono io e cose
109
1931
sono io e cose; ci sono bensì soggetti ed
110
1931
così posto sia insolubile: ci rimanderà continuamente dall'uno
111
1931
ma bensì anche che ci sia una cosalità (essere
112
1931
vi mostrerà che cosa ci sia di vero in
113
1931
è il pluralismo relativistico. ¶ Ci si può, infatti, dire
114
1931
ed allora, come esplicitamente ci avete già detto, ammettete
115
1931
torneranno a distinguersi». ¶ Non ci fermeremo sulla prima proposizione
116
1931
con la cosa e ci libera da una parte
117
1931
nella loro morta stasi ci importano, vedremo allora con
118
1931
unificante che la coscienza ci attesta essere l'essere
119
1931
essere in sè. E ci appare allora anche chiaro
120
1931
di coscienza che già ci risultava essere l'oggetto
121
1931
una proposizione vuota che ci costringa a completarla hegelianamente
122
1931
oggettività che voi così ci regalate, non soddisfa la
123
1931
la sola certezza che ci dà la coscienza, è
124
1931
pregiudizio è il realismo, ci si dice, pregiudizio sarà
125
1931
pericoli che essa costa, ci ha resi padroni del
126
1931
che, scevro di tempeste, ci darà sempre approdo tra
127
1931
Di quella natura, che ci è data dalla esperienza
128
1931
di cui appunto Kant ci ha mostrata la possibilità
129
1931
concreta che la Critica ci ha scoperta. Quindi proprio
130
1931
nel suo autoconcepirsi logico, ci dà il concetto del
131
1931
nel modo in cui ci risulta, cioè nella psichica
132
1931
dottrina kantiana non solo ci autorizzava, ma che anche
133
1931
autorizzava, ma che anche ci imponeva. ¶ Senza questa critica
134
1931
in nome di essa, ci imporranno la loro cosa
135
1931
esigenza che la coscienza ci dà in quel che
136
1931
della conoscenza che essa ci procura (singularium cognitio degli
137
1931
dell'esperienza; facoltà, che ci dava la cognizione del
138
1931
coscienza d'altra parte (§ 40) ci presenta come esperienza proprio
139
1931
quel concetto come falso ci impone invece l'esame
140
1931
il realismo da millenni ci presenta? ¶ Chi ci ha
141
1931
millenni ci presenta? ¶ Chi ci ha seguito nella nostra
142
1931
perchè in essa non ci sia l'esigenza di
143
1931
esperienza, e dall'altra ci apre, più profondo e
144
1931
solo fosse, neppure questa ci sarebbe. Perciò la cosa
145
1931
Bisogna che nello sperimentare ci sia l'uno e
146
1931
quello che la coscienza ci impone, non è la
147
1931
è allucinazione se vi ci sentiamo costretti. Questo pregiudizio
148
1931
quella unicità oggettiva che ci si presenta come assoluta
149
1931
ragione; l'astrazione non ci darà mai l'universale
150
1931
mai l'universale, non ci darà che il generale
151
1931
perciò l'universalità non ci sarà mai data dalla
152
1931
natura, non ha assolutezza, ci appare quindi come contingenza
153
1931
in cui se non ci faceva bella figura la
154
1931
metafisica così salvata non ci era più. Più salva
155
1931
concretezza, alla quale egli ci menò. ¶ La critica della
156
1931
alterità nella coscienza comune, ci mette in grado di
157
1931
concetto che il realismo ci dava della esperienza, ha
158
1931
l'inganno in cui ci tira il sopraccennato pregiudizio
159
1931
singolarità della cosa reale ci si chiarisce come un
160
1931
questo o puro quello, ci sforzeremmo di superare l
161
1931
che la coscienza comune ci presenta nella esperienza, senza
162
1931
coscienza comune. Essa infatti ci dice che la cosa
163
1931
quell'Oggetto assoluto che ci è risultato come tale
164
1931
diceva Platone, e Rosmini ci ricorda e torna a
165
1931
reciproco. ¶ O dualismo, dunque, ci si dirà, e quindi
166
1931
raggiunto questo, se non ci conserviamo nella contraddizione e
167
1931
finitezza, cioè se non ci contraddiciamo noi stessi proprio
168
1931
e cioè negativo, e ci ricondurrebbe necessariamente alla coscienza
169
1931
che il pregiudizio realistico ci impediva di vedere. ¶ L
170
1931
soggettività, ecco quel che ci dice la coscienza concreta
171
1931
la coscienza concreta, quando ci mette in evidenza la
172
1931
della filosofia. Impossibilità che ci costringe a rivederne l
173
1931
rivederne l'errore, non ci autorizza a proclamarne la
174
1931
morte. ¶ E l'errore ci si è reso manifesto
175
1931
esigenza che la coscienza ci disvela quando riflettiamo su
176
1931
ciò non qui. Ora ci importa solo vedere che
177
1931
proprio in quanto assoluto, ci si presenta, appunto perciò
178
1931
come cosa in sè ci risulta sostanziare il concreto
179
1931
Unico. ¶ E questo non ci sarebbe bisogno che fosse
180
1931
così con questa dichiarazione ci si dispensa dal vedere
181
1931
la dogmaticità o erroneità; ci si dispensa dal vedere
182
1931
superabile posizione. ¶ Ma così ci si dispensa insieme dal
183
1931
che di siffatte bende ci si possa servire eliminando
184
1931
inesistenza. ¶ Noi dunque non ci sentiamo di profittare di
185
1931
questa dichiarazione, perchè non ci sentiamo di usufruire di
186
1931
reali che la esperienza ci offre. E, invece, dell
187
1931
esistenza che l'esperienza ci prova, può darci e
188
1931
darci e bene esaminata ci dà, perchè deve darci
189
1931
di fede. Pur non ci si fonda su questa
190
1931
l'esperienza stessa, non ci sarebbe più luogo a
191
1931
dalla fede, se mai ci sono, non sono certo
192
1931
La cosa reale esistente ci mena sempre ad un
193
1931
non basta; questo non ci darà mai il punto
194
1931
profondo abisso della coscienza ci testimonia l'esistenza: ivi
195
1931
stessa, esistenza ma documento, ci sarà sempre chi vorrà
196
1931
tradizionale. Essa stessa però ci fa scorgere che quando
197
1931
vuotarsi del suo oggetto; ci fa scorgere cioè che
198
1931
ragione. ¶ Ora se noi ci fermiamo su questo aspetto
199
1931
che, a tutta prima, ci par ben lontano da
200
1931
filosofo classico dello scetticismo ci abbia data la dimostrazione
201
1931
argomentare successivo o precedente ci dirà tutto quello che
202
1931
non l'esistenza; non ci dirà l'esistenza, perchè
203
1931
questo «più» di Kant ci avvia a spogliare l
204
1931
soggetto puro così come ci è risultato in quanto
205
1931
possibile che nella coscienza ci sia l'essere in
206
1931
problema filosofico. ¶ Questo, quindi, ci fa intendere meglio la
207
1931
religione. Perchè coscienza concreta ci sia, bisogna che la
208
1931
essere. Di questo non ci può essere altro, perchè
209
1931
che la coscienza comune ci dà, non è cotesto
210
1931
Concreto che quella distinzione ci trasforma e ci fa
211
1931
distinzione ci trasforma e ci fa comprendere mostrandoci l
212
1931
impostazione tradizionale giacchè almeno ci fa abbandonare l'esistenza
213
1931
sè. ¶ Quando dunque noi ci siamo affacciati a quella
214
1931
la critica del concreto ci ha scoperta e sappiamo
215
1931
lo stesso Kant non ci fa una bella figura
216
1931
concretezza di Dio non ci fa affatto uscire dalla
217
1931
il problema di Dio ci fa uscire dalla trascendenza
218
1931
uscire dalla trascendenza e ci mena alla dimostrazione della
219
1931
non possiamo non porre. ¶ Ci si può opporre: «Con
220
1931
a dire che non ci può essere verità senza
221
1931
fuor di strada, e ci mettiamo invece nel cammino
222
1931
fondo nella essenza: Dio ci risulta, ma non sappiamo
223
1931
da questo. La filosofia ci mena a Dio che
224
1931
assoluto immanente allora non ci si potrà presentare più
225
1931
ammetter la quale – non ci pare che ci sia
226
1931
non ci pare che ci sia via di mezzo
227
1931
soltanto sommari od occasionali, ci sono in tutti i
228
1931
uniscano tali entità. Non ci si accorge che invece
229
1931
con tal somma egli ci ha data? Se tale
230
1931
ricercare se eventualmente non ci debba essere nella filosofia
231
1931
la sbrighi lui, se ci tiene, come dice, alla
232
1931
ce la dipinge, non ci fu mai, e quindi
233
1931
come filosofo, anche se ci sono degli idioti tra
234
1931
tale contributo. Se oggi ci sono persone vive ovvero
235
1931
di lui i discepoli ci vengono facendo conoscere, ci
236
1931
ci vengono facendo conoscere, ci rende sempre più dolorosa