Giacomo Leopardi, Canti, 1837

sol io. ¶ Dammi, o ciel, che sia foco ¶ Agl

e il senso. ¶ Al ciel ne caglia: a te

dalle abbiette genti ¶ Il ciel fatto cortese ¶ Dal rimembrar

affanni ¶ Cosa veruna in ciel, se nell'aprica ¶ Terra

onde sì torvo ¶ Il ciel mi fosse e di

insieme ¶ Per lo libero ciel fan mille giri, ¶ Pur

Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno ¶ Appare

era ¶ Pur fisso in ciel che quei sudori estremi

quando il meriggio in ciel si volve, ¶ La sua

premio ai pii dal ciel si rende. ¶ Impallidia la

morte. All'una il ciel mi guida ¶ In sul

Or non aggiunse ¶ Il ciel nullo conforto ai nostri

La più degna del ciel cosa mortale. ¶ Altri, quasi

sotto ¶ Ogni clima, ogni ciel, si chiama indarno ¶ Felicità

e primo ¶ Dono del ciel, ma grave, amaro, infesto

Di natura e del ciel, fecondamente ¶ A noi la

conceda ¶ Tanta ventura il ciel; ti faccia un tempo

e piagge ¶ Sotto limpido ciel tacita luna ¶ Commoverammi il

Spente le stelle in ciel. ¶ Pur di quel pianto

novella età? ¶ Se al ciel, s'ai verdi margini

faticosa tela. ¶ Mirava il ciel sereno, ¶ Le vie dorate

fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, ¶ Silenziosa

suo giro lontano, al ciel confina; ¶ Ovver con la

ma caro ¶ Dono del ciel; consorte ¶ Ai lùgubri miei

pace e vecchiezza il ciel consenta. ¶ Ai fervidi, ai

e disiato. Apparve ¶ Novo ciel, nova terra, e quasi

la terra e il ciel miro e sorrido. ¶ XXX

più viva ¶ Immagine del ciel. Misterio eterno ¶ Dell'esser

Alla prole vegnente il ciel destina. ¶ Fortunati color che

La terra e il ciel, come sfavilla il guardo

nove ¶ Felicità, quali il ciel tutto ignora, ¶ Non pur

utero tonante ¶ Scagliata al ciel profondo, ¶ Di ceneri e

intorno. ¶ Allor mirando in ciel, vidi rimaso ¶ Come un

Ha questa luna in ciel, che da nessuno ¶ Cader

che l'aurora in ciel fosse ridesta. ¶ O care

rinnova. ¶ S'apre il ciel, cade il soffio, in

oscura ¶ La sembianza del ciel, ch'era sì bella

etate, ¶ Come destina il ciel nostra ventura, ¶ Di giorno