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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Dante Alighieri, Divina Commedia, 1321

concordanze di «cielo»

nautoretestoannoconcordanza
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ne la corte del cielo.] ¶ Lo giorno se n
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ho di lui nel cielo udito. ¶ Or movi, e
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ne la corte del cielo, ¶ e 'l mio parlar
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isperate mai veder lo cielo: ¶ i' vegno per menarvi
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malizia, ch'odio in cielo acquista, ¶ ingiuria è 'l
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tempo morto, ¶ veggendo il cielo a te così benigno
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arte ¶ che mostri in cielo, in terra e nel
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Lascian' andar, ché nel cielo è voluto ¶ ch'i
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quando i cavalli al cielo erti levorsi, ¶ che nol
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cui minaccia ¶ Giove del cielo ancora quando tuona. ¶ E
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là sotto 'l freddo cielo, ¶ com' era quivi; che
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parte cadde giù dal cielo; ¶ e la terra, che
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ha dritte verso 'l cielo, ¶ trattando l'aere con
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testo ¶ che decreto del cielo orazion pieghi; ¶ e questa
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ghiotti andavan pur al cielo, ¶ pur là dove le
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che più tardi in cielo è torto. ¶ Colui che
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altra creatura, giù dal cielo ¶ folgoreggiando scender, da l
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o richiamo. ¶ Chiamavi 'l cielo e 'ntorno vi si
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abbaglia ¶ la famiglia del cielo», a me rispuose: ¶ «messo
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ogne pianeto, sotto pover cielo, ¶ quant' esser può di
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mostri altrui; ¶ ché nel cielo uno, e un qua
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recate ¶ pur suso al cielo, pur come se tutto
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male aver lutto. ¶ Lo cielo i vostri movimenti inizia
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nostri diretri ¶ rivolga il cielo a sé, saprai; ma
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li due occhi del cielo. ¶ Poi cominciò da tutte
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la terra e 'l cielo, ¶ femmina, sola e pur
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il settentrïon del primo cielo, ¶ che né occaso mai
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perpetüe nozze fa nel cielo, ¶ Pietro e Giovanni e
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tal voce uscì del cielo e cotal disse: ¶ «O
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Paradiso, escono verso il cielo.] ¶ 'Deus, venerunt gentes', alternando
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parvemi tanto allor del cielo acceso ¶ de la fiamma
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Quinci rivolse inver' lo cielo il viso. ¶ CANTO II
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l'auttore pervegnono al cielo de la Luna, aprendo
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tratta di quello medesimo cielo de la Luna e
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spiriti che sono in cielo di sotto vorrebbero esser
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come ogne dove ¶ in cielo è paradiso, etsi la
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dove in quello medesimo cielo due veritadi si manifestano
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non hanno in altro cielo i loro scanni ¶ che
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Dio; ed entrasi nel cielo di Mercurio, e qui
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Canto VI, dove, nel cielo di Mercurio, Iustiniano imperadore
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cara gioia ¶ del nostro cielo che più m'è
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nome mio; e questo cielo ¶ di me s'imprenta
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si sigilla. ¶ Da questo cielo, in cui l'ombra
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per palma ¶ in alcun cielo de l'alta vittoria
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Frati Predicatori parla nel cielo del Sole; e qui
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Ne la corte del cielo, ond' io rivegno, ¶ si
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m'era suso in cielo ¶ cotanto glorïosamente accolto. ¶ Poi
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seno ¶ basta del nostro cielo e notte e giorno
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sé due segni in cielo, ¶ qual fece la figliuola
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dedutta ¶ e fosse il cielo in sua virtù supprema
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che la destra del cielo allenta e tira. ¶ Come
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si torce, ¶ dico nel cielo, io me ne gloriai
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tra i cantor del cielo artista. ¶ Io mi rivolsi
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mio girare intorno ¶ col cielo insieme avea cresciuto l
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io che, se 'n cielo altro reame ¶ la divina
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che tu se' in cielo? ¶ e non sai tu
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sai tu che 'l cielo è tutto santo, ¶ e
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le strade tra 'l cielo e la terra, ¶ onde
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vinse, ¶ per entro il cielo scese una facella, ¶ formata
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e come stella in cielo in me scintilla». ¶ Come
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ha posto mano e cielo e terra, ¶ sì che
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canto ¶ risonò per lo cielo, e la mia donna
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che rinovella ¶ seguendo il cielo, sempre fu durabile. ¶ Opera
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sua meta; ¶ e questo cielo non ha altro dove
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che sono nel nono cielo e il loro offizio
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quel punto ¶ depende il cielo e tutta la natura
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a meno, ¶ in ciascun cielo, a süa intelligenza». ¶ Come
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e come stella in cielo il ver si vide
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quando 'l mezzo del cielo, a noi profondo, ¶ comincia
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amor che queta questo cielo ¶ accoglie in sé con
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E la regina del cielo, ond' ïo ardo ¶ tutto
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de la donna del cielo e li altri scanni