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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Salvatore Di Giacomo, Novelle napoletane, 1914

concordanze di «cielo»

nautoretestoannoconcordanza
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toccavano la volta del cielo. Tutto ad un tratto
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Il mare ed il cielo egualmente, limpidi e dolci
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levò gli occhi al cielo, s’accarezzo il mento
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occhi non vedevamo del cielo che una sottilissima striscia
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sopra di me il cielo aperto, la carrucola da
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che si staccava dal cielo. La chiamai dolcemente, ella
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un povero quadrato di cielo interrotto da graticolati o
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la loro posizione in cielo e i loro uffici
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guardandola si credeva in cielo. Anzi, se adempieva esattamente
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ai quattro lati del cielo e si sparpaglia uno
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in un cerchio di cielo. Ma appena la mia
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bisogno di sole? Un cielo già bigio, un vento
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colline, l’azzurro del cielo e del mare, poter
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mia testa vedevo il cielo agitato quanto il mare
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dai quattro venti del cielo; dovunque si gridava essere
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temperatura fresca, sotto un cielo stellato. All’alba arrivammo
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alzò gli occhi al cielo, pronunciò un’orazione che
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serviva per dipingere il cielo, un pettine col quale
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alzando le braccia al cielo, e strascicando il piede
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fece più fredda, il cielo più pallido. Noi eravamo
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levò le mani al cielo. ¶ – Mio povero Tartaglia, – gli
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si dilatò sopra il cielo, e tutto l’orizzonte
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ste qu es in cielo, san Vincenzo eo nomme
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alzando un braccio al cielo. ¶ – Se è così non
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se avesse toccato il cielo col dito. Nel pomeriggio
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una temperatura fredda, il cielo grigio, e le donne
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tutti i fulmini del cielo si scaricherebbero sulla montagna
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suo ombrello verso il cielo. ¶ Toniello s’era un
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una costellazione caduta dal cielo; più in là, il
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cima, e fulminavano il cielo; luccichii fiammeggianti passavano come
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alzò le braccia al cielo, gettò per terra il
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all’aria aperta, col cielo sul capo, ed un
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di persone sotto al cielo: quelli che hanno paura
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Sorrento, fra mare e cielo. ¶ – Ha imparato a leggere