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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giuseppe Marotta, L'oro di Napoli, 1947

concordanze di «città»

nautoretestoannoconcordanza
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forse non ci sono città e villaggi di tombe
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considerazione, forse. ¶ Ecco una città e un popolo ferocemente
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doveva diventare la mia città. ¶ Per tre mesi la
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dovuto asciugare tutta la città lavata dalla pioggia; spolverò
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pomeriggio d’estate, sulla città bagnata e ardente il
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Lei risiede in una città dove io non ho
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che vaga per la città, anche i bambini. Se
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genitori? L’intera immutabile città, dalle scogliere in cammino
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compratore. Ho fatto una città gobba e regina. L
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Torretta e perfino dalla città alta; quanto al piccolo
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cominciamo ad abituarci alla città di Napoli è già
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adulti percorrono tutta la città per andare a vedere
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cresciuto in un’altra città s’intende che i
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dirigono sgroppando verso la città alta. Vi formicolano i
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dopo tanto silenzio la città soffiava il suo dolore
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l’idea di una città edificata in corsa da
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i “guappi”. Esistono, nella città vecchia, corrosi palazzetti che
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rendeva utile alla sua città e temeva Iddio. Avrebbe
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mitologica la mia cara città. ¶ Don Vito ¶ Un altro
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nella mia lacera convulsa città tutti i mestieri conducono
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Vicaria nella nostra pazza città di Napoli, vi dispiace
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il destino della sua città che spesso non ha
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accigliata nel cuore della città; intorno a lei “pazzarielli
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ormeggiarsi ai pini della città alta e quella di
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i dolciumi. Lasciata la città, don Luigino liberava da
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tutto. Suona mezzanotte; la città in festa sembra consumarsi
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al telefono da una città lontanissima, aspetta di conoscere
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si è allontanato dalla città e finge di non
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Su quanti balconcini della città i piccoli avvocati, i
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più remoti vicoli della città, presso ogni portoncino o
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Immagino che nessun’altra città abbia avuto, come Napoli