Carlo Emilio Gadda, L'Adalgisa, 1944

un attimo paradisìaco. ¶ Magari col cipiglio e con l

a oro «Facchino patentato»; col naso patentato dalla grappa

roggia Vanzàga: poi leste, col sacco, e nero stivaletto

sull’uscio: di latta, col titolo della ditta: con

sebbene fossero stati convertiti, col loro entusiastico assenso, in

la storia della lotteria, col viaggio in Palestina per

la storia della lotteria col Santo Sepolcro primo-premio

piena tranquillità d’animo, col Virginia tutto cenere agonizzante

Enrico Tazzoli pencolò muto, col collo nel laccio: a

era stiacciato un dito col martello, imballatore d’occasione

di Luigi, 1851). L’omettino col diavolo in corpo, e

diavolo in corpo, e col pepe in culo, è

Il coso, il Vendemmiaio, col suo fiuto di volpiccia

d’argento, regalando «assegnati», col trinomio, ai più solerti

un sistema di fognature col piano elaborato negli anni

per «campagnolo del suburbio»; col vezzeggiativo «bovisòtt». ¶ 16 «Il carnovale

e le negoziature cittadine, col tentare alle godùle della

devoto rispetto: in contrasto col gridio e l’avventatezza

Homo Cipriano de’ Marpioni, col crescere della prole, aveva

non averne un’idea; col ricavarvi perfino dei bagni

palazzo Brügna,3 passato poi col tempo, per via di

per poi finir magari col lavarglielo, odorarglielo, baciarglielo: e

domenica – erano state ricevute col titolo di zia, se

il più profumato magari: col rischio di rompersi una

Nobilis Homo in persona, col rischio di acciaccargli un

appieno e di appropriarsi, col massimo rendimento, il più

occhi sfavillanti di collera, col fare di una Noailles

tintoretteschi). Una volta lì, col pretesto del pisello e

nella urgenza dell’ora, col rotolare dei tram, fuora

e pieni di omaggi, col bocchino intirizzito a cul

la gamba, nervoso lui! col suo cravattino di direttore

sguardo accorato e umiliato, col fare servizievole, dimesso, e

dopo dodici culle filate col nastro rosa! E magari

Con puro cuore, e col sommesso abbandono delle anime

fra quei politecnicali prodotti, col tetto tutto gronde, e

buona bocca a braccetto col Califfo: e anche la

stireria e la cucina; col tinello detto office: (la

difatti avea fuso, insieme col platino, e anche col

col platino, e anche col ferro: e smoccolàtili anche

dromedario. Tagliato a bocconcini, col «cuchillo», e adibitovi uno

matematiche a Pastrufazio, e col sussidio del calcolo, dimostrato

ogni volta al trattore, col dire che quello gli

venti volte il costo, col pretesto che arrivava dall

il buon dottore frustandosi col bastoncello il polpaccio. «E

di poi pienamente assaporante: col magazzino dello spirito a

Lindoro s’era liquefatto col di lei borsino. ¶ Austero

eran conquistati una scialuppa col coltello alla mano, levantini

rimessi a nuovo, stradipinte, col riso delle bassaridi aperto

si gargarizzavano, baritonali, glabri, col collutorio dei ricordi: vantando

greco, inetti alle istorie, col cervello sotto zero in

di là dell’oceano «col suo ingegno e la

piuttosto piena e massiccia, col bocchino di carta d

farsi intendere, gridava Mayerlìng, col tono con cui avrebbe

concordata la settimana avanti col ragionier Ghiringhelli: lo avevano

della cucurbita novembrina, aperta, col manico del suo stelo

rasata sul solino bianchissimo, col naso rosso dalla stizza

sinistro stesso, in una col suo bracato motore, aveva

mezzo giù: scornato, avvilito: col fare di un gatto

Perchè me son stravakàa col triciclo?... Ci pensa già

lei la vedova Borella, col suo bastone, col lorgnone

Borella, col suo bastone, col lorgnone, col borsone, messasi

suo bastone, col lorgnone, col borsone, messasi in cammino

i suoi peccatuzzi stitici, col porger orecchio a quegli

l’ancia dell’oboe, col fare d’un quattordicenne

o forse della vita col v maiuscolo, della vita

Parevano dei cerbiatti venuti col vintiquàter. Il Luciano e

della loro millenaria poltrona, col parletico ne’ ginocchi, nelle

insieme con il rosario, col fazzoletto, col quagliotto,48 con

il rosario, col fazzoletto, col quagliotto,48 con la busta

la busta dei toscani, col lilipuziano breviario, forse ci

in un famoso controconsulto. Col Della Giudecca, mi sembra

e le figlie: Giovanna, col marito dottor Carlo Baffi

dottor Carlo Baffi, Teresa, col marito Umberto Barbisoni, e

galoppata di Libitina53 – disorganizzerà col codazzo de’ suoi erbaggi

voce e d’anima. Col dottor Piva, che, nei

Brianza, o ne’ laghi: col parafulmine della villa, che

parere un po’ preciso. Col custode della villa, che

si dimanda Garbagnati Prudenzio. Col gatto del Prudenzio. Col

Col gatto del Prudenzio. Col cane-lupo a pensione

paìno. L’autista, rivenendo col taxì vuoto al posteggio

vocabolo denunzia: se pur col difetto di una t

Accaparrato mediante feltro»: cioè col deporvi il proprio cappello

a Zurigo) ha denominato col curioso nome di entropia

trascorrere in attitudine reverente, col cappello in mano) sopra

ogni passo. La groppa, col filone della schiena, faceva

a piedi, il blasone, col fornir foraggio agli intendenti

e delle moto Guzzi,5 col pericolo di vedersi ribaltato

lunga frusta a mano col groppo delle redini, già

aveva «assistito», cioè pòrto (col miglior garbo) le sue

da sole a ombra col travenire del nuvolo: poco

un due dita, piaggiò col magnificar l’atto la

voci, come a scuola: col tono con cui dai

abbiamo detto.... ma sì!... col garzone del macellaio.... che

dettagli, di dover finire col davanti.... con lo scollo

disgraziato?», disse l’Adalgisa col cervello alle beneficenze de

volgeva, andando, si rivolgeva: col sorriso nel volto. Quell

globo aereostatico ad aria (col fuoco dentro) denominato mongolfiera

vittoriosa d’ogni obiezione: col postulare dovunque, davanti a

parte, che ciondola, e col piumacchio nivale; un moretto

che dicesse un cioccolattino col rosolio.... sì, proprio, col

col rosolio.... sì, proprio, col rosolio! «con delle piume

il colpo. ¶ Il colpo col povero Carlo. ¶ «Hai da

Oh! allora sì! ¶ Oh! Col suo Carlo «era una

dormicchiassero: e lui dietro! col suo retino, bravo! come

un mondo da perforare col pensiero: traverso generazioni e

per matto.... Di giorno col retìno.... con le sue

ma doveva averlo inebriato col suo profumo, come l

a sua volta oscillava col polso, «una volta che

i ragazzi avevano chiamato.... col suo nome. ¶ Le voci

volta, se li appuntì col gesto largo dello zuavo

Códega....». (Era donna Eleonora, col Leopoldo in serpa servitore

zii. Ma ne avevano, col negozio. Gli anni passarono

mestiere: distrattolo dal banco col comandargli una qualche quisquilia

come un pappagallo vestito, col suo bravo mazzo di

ragazze e le seggiole col residuo emisfero di quel

tu-tù, tu-tù, col ferro e col ferro

tù, col ferro e col ferro, animosa, «.... se rìs

protestare il povero Carlo col calamaio in mano, guardandoci

cünt de la Vercelina col tò inciòster, va foeura

quatr’or de sira.... col sòfegh che fà.... Perchè

guance, come si fa col gatto quando siamo in

E finì vittoriosa. ¶ Finì col povero Carlo, e a

purtroppo, non potè averli col lutto: per quanto è

lucidar bronzi ed ottoni col Sidol.54 Ed ecco, improvvisamente

con le gite e col C. A. I.: frequenze

cristallòfile. Orologi a cucùlo (col cucùlo che non funziona

insetti, specie farfalle. Soldati col keppì d’incerato, e

matematico Koenig: il quale, col sussidio del calcolo, reperì

scarabeo vi son celebrate col numero del 16 dicembre 1942, fascicolo

La scritta metteva capo, col filo dell’i finale

vendere», incidenze diverse: monelli col pallone, mutande abbandonate da