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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950

concordanze di «col»

nautoretestoannoconcordanza
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Queste cose si capiscono col tempo e l’esperienza
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cantare, giocare al pallone; col buio, fuochi e mortaretti
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in mezzo, portava tutti col clarino. ¶ Nora gridò che
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che si dice, ascoltava col mento poggiato sulla ringhiera
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averci dormito, mangiato, zappato col sole e col freddo
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zappato col sole e col freddo, caricando i mobili
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uscio – la stessa corda col nodo pendeva dal foro
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Rimase a guardarmi, rincalzando col piede i rami e
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lo presi un giorno col Cavaliere, sotto, davanti alla
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banchi per i ricchi, col nome d’ottone… ¶ – Piú
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figlie del sor Matteo col cestino. La Mora era
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donna e la spedisco col figlio in paese. Voglio
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boschi. Lassú erano vissute col vecchio e coi figli
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anno c’era venuto col carro un ragazzo a
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dottore e il pretore col sindaco per riconoscerli, ma
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di arrivare alla stazione 37 col buio e dormirci. Faceva
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un cavallo, un cavallo col carretto su dei ciottoli
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lui ce l’aveva col parroco che gli aveva
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devi tenere i contatti col mondo. Non avete dei
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che aveva la carrozza. Col vecchio non sarebbe successo
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all’Angelo e discorrevo col Cavaliere –, ma le facce
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alle figlie, che uscivano col parasole e quando stavano
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nella riva stavo sempre col sopraffiato che mi chiamassero
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per qualcun altro, parlò col Consorzio, andò lui fino
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fu Cirino il servitore, col permesso del massaro e
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la bestia nel cortile col buio, sotto le stelle
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e stavo caldo. Poi col sole arrivavano la Serafina
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avevano qualcuno serviva lei col grembialino, l’Emilia a
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sbucò la signora, nera, col medaglione al collo e
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la cesta rotta chi col sacco, e nudi pescavamo
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canne, sbucò fuori Cinto col fagotto d’erba. Ci
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un bel coltello chiuso, col fermaglio. ¶ – Sí? – disse Cinto
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suonatori e di contratti col prete, che sembrava suo
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che mi disse che col treno si va dappertutto
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vent’anni. Quando passavano col parasole, io dalla vigna
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mi comprai un coltello col fermaglio, quello che mi
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finiva che l’aspettavano col fazzoletto legato intorno al
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gli aveva detto che col suo piede era impossibile
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era chiusa. Ero solo, col cane e coi manzi
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matrimoni scombinati, di cascine col morto in cantina. ¶ Dall
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Traversò adagio, toccando prima col piede. Poi gridando a
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erano in gamba, che col loro pianoforte, coi romanzi
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loro pianoforte, coi romanzi, col tè, coi parasoli, non
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e andarsene a spasso col parasole, cosí ben vestite
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parlavano con la Serafina, col massaro, avevano paura dei
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guidava sembrava un carabiniere, col cappello lucido e la
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l’amore a Genova col figlio del Conte. Poi
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con la forchetta e col cucchiaio. Soltanto, essendo tra
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biroccio tornò l’indomani col figlio del medico che
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un mazzetto, si batté col frustino sullo stivale e
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nel cortile del Nido – col buio gli invitati non
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sala trovai una ragazza col grembialino bianco, che mi
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la strada. Quando partiva col parasole verso Canelli, era
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si prendeva la borsa col ricamo dentro, una grossa
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su affrettando il passo col nostro, stringendomi piú forte
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Quando l’aveva visto col coltello, aveva detto «Carogna
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e ce l’aveva col prete. Poi aveva visto
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Le vecchie del Morone, col velo in testa, andarono
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Bianca, era in buona col podestà e con la
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domenica andavano a messa col velo nero in testa
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in bocca. I conti col massaro e con noialtri
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le commissioni a Canelli col nostro cavallo, e alla
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ma dovetti starci. Scesero col cestino della merenda, coi
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gli piantarono quattro frustate col manico sulle gambe di
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si asciugò il sudore col fazzoletto rosso. – Dovrebbero correre
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i preti, i ragazzi col camiciolo, le vecchie, i
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fatto la maestra. Ma col tipo che lei era
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che Santa era scappata col suo capomanipolo a Alessandria
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muretto e mi guardò col suo occhio testardo. Scosse