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interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Catena Fiorello, Picciridda, 2006

concordanze di «come»

nautoretestoannoconcordanza
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rimaneva intrappolato e deluso come non mai. ¶ Tenta ancora
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appena adolescente venissi consegnata come un pacco nelle mani
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della mia esistenza, comportandomi come un soldatino alla guerra
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dal primo vagito era come se non fossero mai
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telefono, e per donne come lei, piene d’orgoglio
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già riempiti di lacrime, come era prevedibile. ¶ La partenza
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ossa ’i mottu. ¶ «Ma come fanno a sapere come
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come fanno a sapere come sono fatte le ossa
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stessa di sopportarla. ¶ Avevo come la sensazione che la
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abbracciava attaccandosi al collo, come le scimmiette che avevo
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mancava, non avrei saputo come spiegarlo. Nello spazio di
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noi si era palesata come l’unica possibilità di
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mia mano che tremava come una foglia in un
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una sporta di stoffa, come se avesse paura di
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potrete costruirvi una casa come tutti i cristiani che
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gelosi delle proprie sofferenze, come se solo il condividerle
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tuo zio Santo? Scappato come un ladro, di notte
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ad hoc, che aveva come oggetto il suo desiderio
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mangiare perché sei triste come me?» ¶ Cercavo di scorgere
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la cena, la nonna come sempre pretese che mettessi
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o tre minuti, e come previsto scoppiai davvero, avendo
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di imporsi al prossimo come un gigante. Sì, proprio
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vuoi per altre stranezze come i fantasmi parlanti. In
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figuratevi per una combattente come la nonna, che per
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male di te, ricordatelo come insegnamento, è solo per
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bellezza a farmela percepire come l’eroina indiscussa di
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mai sposato un uomo come Salvatore. Il suo volto
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in fondo è buona come il pane. Anche quando
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abituata a vederla avvilita come un cane bastonato. ¶ L
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diventava verde e morbida come nei disegni che avevo
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mi svegliò alle sei, come se niente fosse accaduto
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che mi stava aspettando. «Come stai?» mi domandò ancora
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era dolce e candido come le zollette di zucchero
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hai vietato, mi dici come fate a campare?». ¶ La
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quella frase più volte, come un’accusa implicita rivolta
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quel tipo di voglia. Come se il lavoro fosse
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resto, parlava del coraggio come di una dote che
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e di mio fratello. ¶ Come tutte le mattine, e
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era nemmeno un cugino, come nel caso mancato di
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sola il mare, così come Nora da sola guardava
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nell’utilizzo delle posate, come se il solo maneggiarle
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lui, dal letto, gridava come un ossesso per il
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festeggiamenti in spiaggia, assiepati come sardine.Era un modo
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avrebbero macchiato la faccia come neve caduta per miracolo
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era su di giri come non mai, evitava di
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la Germania lo percepivo come un tradimento ingiustificato. ¶ Un
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la zia Franca, che come sempre aveva colto la
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comportarmi con mio fratello come se fossi stata la
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la Germania? O, visto come poi erano andate le
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poteva permetterselo? Meglio fare come diceva lei, altrimenti sarebbe
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dare consigli, e parlava come se tutte le donne
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mia madre stava attenta come un cane da guardia
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indossare le calze scure, come se stessimo andando al
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mi arrivò all’orecchio come acqua nel deserto. ¶ Ecco
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non era più triste come i primi giorni. ¶ «Mangia
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di scuola non andò come avevo previsto. A causa
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intanto guardava noi alunni come animelle in cerca della
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delle bidelle più cattive – come Nora, Emilia e altre
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appreso dalla nonna e come sempre lei trovava le
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piedi nella sabbia. Era come rientrare nel binario giusto
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e passatempi ¶ La porta, come sempre aperta, mi permetteva
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interessata. ¶ D’altronde, donne come mia nonna si annoiavano
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magari usando la forza, come facevano tanti mariti. Invece
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di me. ¶ Li consideravo come fratelli, anche se avevamo
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Giacomo faceva il pescatore come il padre, e Giovanni
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io cercavo di evitarle come la peste. Anzi, non
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conoscenza, la signora Filippa. Come promesso, difatti, Donna Peppina
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se non la presi come tale, e mi sembrò
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trovato subito lavoro. Prima come muratore per qualche giorno
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il freddo. Non è come da noi, che basta
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con una zampetta storta come quella di Nora, aveva
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aveva proposto quei lavoretti come se mi stesse offrendo
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il detto recita: “Stupida come una gallina”.» ¶ E di
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avevano capito che persone come mio padre rischiavano di
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quartiere. Il proprietario, chissà come mai, l’aveva parcheggiato
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scoscesa, senza nessuna cautela, come se fosse stato costretto
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quando sentii un lamento, come di dolore. Mi preoccupai
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serrati. Era mezza nuda come il suo complice, e
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coperte. ¶ Vedendomi, ancora attaccati come un unico pezzo di
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perché una brava ragazza come Maria si fosse trovata
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raccontato la storia di come mia madre mi ha
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l’evangelista, da sola come sempre (e avendo un
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senza pensare a scemenze come il romanticismo o i
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che non avevamo richiesto, come a scusarsi di qualcosa
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lei» mi disse sorridendo, come faceva sempre quando si
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mi alzai anch’io, come se il morto fosse
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ho già spiegato descrivendolo come un semplice passatempo, e
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gente attonita, e poi, come un sasso che rotola
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scuro intorno alla testa. Come diventano buffi i defunti
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papà e caro Pietro, ¶ come state? ¶ Noi bene. In
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ve lo posso dire come diventa! Voi lo sapete
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tanto bene a Maria come prima. Secondo me lei
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lei non è brava come penso, e visto che
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sapere che fa e come va a scuola ¶ Mandatemi
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scuola. ¶ La zia Franca, come già aveva fatto per
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di te, voleva sapere come va a scuola. Io
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proposito di Natale?». ¶ «Ma come fanno a venire, figghia
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il coraggio di dirmi come stavano le cose. ¶ Invidiavo
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scrivi, telefoni, mi parli come se niente fosse. ¶ E
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voce greve e rauca, come il suono di uno
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nella sua fragile pochezza, come una di quelle bambole
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invero, mi stava aspettando come una furia. ¶ Sotto una
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mi farai morire. Ma come ti viene in mente
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il cielo era nero come la pece. ¶ Feci un
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e i bambini gridavano come disperati prima di scomparire
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implorando. Ma anche lei come tutti gli altri era
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mio cuore batteva forte come i flutti sulle case
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Natale.» Aveva detto così, come se stesse parlando di
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tutta. Diventò prima pallida come una morta, poi paonazza
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arrossire e a sventolarsi come se all’improvviso sentisse
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capirono la situazione, così come le altre clienti del
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me lo faceva giudicare come un tipo perbene. ¶ A
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madre e le racconti come vanno le cose qua
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emigrare era un po’ come perdere l’identità, il
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più voglia di uscire come facevo prima, però ricamo
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e gli occhi cerchiati, come se qualche minuto prima
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Sei stata da Nora? Come sta, povera figghia?» ¶ «Sì
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sempre le cose vanno come vorremmo noi. Le persone
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settimane. Pur non credendoci come prima, dentro di me
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una persona «studiata», e come tale sapeva di avere
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che valide per esprimersi come meglio credeva, non sottostando
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to’ matri!» ¶ «Ciao mamma, come stai?». Fu l’unica
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non essere preparata. ¶ «Ma come facciamo, Lucia? Proprio adesso
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padre. Un uomo buono come il pane, una persona
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non dimenticava di ricordarci come gli piacesse bere il
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era sempre stata descritta come cattiva-cattiva-cattiva. ¶ Non
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punto cominciavamo a ridere come due stupide. E non
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Stupenda. ¶ «E allora, Luciuzza, come stai? Vieni, gioia mia
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un pacchetto di caramelle. Come risposta, lei mi aveva
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un occhio alla porta, come mi aveva insegnato la
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sua sorella, chiedo sempre come sta e lei mi
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paura di stare male come lei. Ma come si
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male come lei. Ma come si fa a non
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e non mi arrabbio come prima. Vi voglio bene
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una passeggiata sul lungomare, come avevamo immaginato, e neppure
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niente di tutto questo. Come premio per l’arrivo
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non è un animale come gli altri, lui sembra
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che dire: «Chi sei? Come ti chiami?». Forse, se
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di inferiorità. Non ero come gli altri, insomma. ¶ Quella
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per gradire. In serate come quella nessuno pensava a
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qualche difficoltà. Lo sai come funziona. Anzi, tu non
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miei, di sicuro, emigranti come loro. Qualcuno cantava e
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stare serena per lavorare. Come se non bastasse! ¶ «Buon
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poveri. Perché lontani è come avere una brutta malattia
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avevi ripetuto una promessa come una filastrocca, e io
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cane stava invecchiando, proprio come lei. Solo che, aggiungeva
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avrebbe compiuto sessantuno anni. ¶ Come mi sembrava vecchia! Usava
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desiderio di farsi percepire come le sagge di casa
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Funzionava più o meno come per la paura della
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tuttavia piacevole, mi dissetava come nessun altro. ¶ Mia cugina
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punto la nonna, attenta come d’abitudine, le domandò
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il contenuto, si commosse come una bambina. Le scese
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non avendo argini, sconfinano come il deserto. ¶ Quando mi
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scomoda posizione di fingere. ¶ Come stai? ¶ Quannu torna a
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gli onori del caso. Come premio, le toccavano anche
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e io divento triste, come succede alle vecchie della
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i pigghiu. Certo, tu come tua madre non hai
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lo so. Ho visto come guardi le famiglie dei
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presto un porco egoista. Come tutti gli uomini, d
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Sappi che di farabutti come quella disgraziata di cui
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di primavera ¶ Cara Lucia, ¶ come stai? Noi bene, anche
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anche se non è come in Sicilia, che già
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non riuscivo a ricordare come all’inizio quella di
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aveva cominciato a piangere come un disperato. ¶ Quella macchia
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E ancora, ragazze vestite come se dovessero partecipare a
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file di lettini occupati come il suo. E adesso
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invocare la clemenza divina, come se fosse la panacea
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mi disse: «A scuola come va, Lucia? Qualcuno chiede
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primavera. ¶ Lì dentro, chiusa come un angelo calpestato, c
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sete improvvisa. Erano funerali come uscite tra amici. D
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presto sarebbe tornata pimpante come prima. Ma quando la
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narici. ¶ «Ciao, Luciuzza mia. Come stai gioia?» ¶ La tua
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perché arrivava da dentro, come una preghiera scaturita dalle
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in classe, lo ricordo come se fosse ieri, smisi
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Re, Do, Sol. Di come mi sentivo abbandonata da
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Mi, Mi, Mi. Di come avrei voluto fermare il
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odiavo la zia Pina, come invece le facevo credere
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uno sfogo senza freni, come se stesse parlando a
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pancia improvviso (una scusa come tante), e così potei
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sguardo e mi sorrise, come per dire: «Lasciala stare
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la sera ¶ ti sien come il fruscìo che fan
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del loro amore. ¶ Chissà come si svolgeva il tutto
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guardarono per qualche istante come pistoleri pronti all’azione
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tempo prima, ed era come un gioco di prestigio
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se stessa, e faceva come le pareva. Non le
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i bagni al mare come i turisti e voglio
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la storiella del destino come una novena, io manifestavo
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l’Argentina e, così come facevano i miei, gli
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andrò alle superiori!» ¶ «Eh, come corri. Piano, picciridda, piano
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alle spalle. La mamma, come sempre bellissima, sorrideva. Indossava
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di segreti e aspirazioni, come quella di comprarsi un
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che non conoscevano, descritta come un enorme bosco incantato
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dal sesso più forte, come ripeteva la nonna nelle
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Pensavano di essere affascinanti come le dive del cinema
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Germania. Vivevo ogni attimo come preparatorio a una contentezza
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testa, facendomi sentire libera come un uccellino. ¶ E anche
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lei si sarebbe arrabbiata. Come conoscevo gli ostacoli insormontabili
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di cotone leggerissimo, azzurro come il cielo. ¶ Stavo sbagliando
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quella mattina, anzi, è come se fossi ancora lì
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della coppia, meditai su come avrei convinto la zia
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di riuscire: l’amore come l’odio è spesso
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la fronte gli grondava come se avesse affrontato una
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senza il vestito azzurro come il cielo – e adesso
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con una spugna lercia come lui. ¶ Io non parlavo
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e puzzavo anche io come la fogna. ¶ Mi intimò
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mie gambe, mi disse come un automa: «Stai zitta
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taluni casi arriva proprio come liberazione dopo tanti affanni
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volta quel divano vecchio come lui: era lì che
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della mia vita. Poi, come se nulla fosse, lui
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mi percorse la schiena. ¶ Come acceca la luce quando
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buco nero. E galleggiando come meglio potevo, cercavo di
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pazienza. Orgogliosa di «mostrarmi come si fa», alla fine
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che si erano comportati come fratelli nei loro confronti
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nonna. ¶ Rita, Nora, chissà come si sta da voi
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Eravamo in abbondante anticipo, come sempre, ma a casa
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e la zia, calma come sempre, cercò di rassicurarla
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espressione. Ora appariva nero come le nuvole che d
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lei prese a sfottermi come era solita fare in
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i viaggiatori erano vestiti come se andassero al ristorante
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una scossa alla monotonia. Come da noi d’altronde
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volevo credere alla felicità – come a Leto, prima di
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torte al formaggio erano come pane e pomodoro da
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una prerogativa del Meridione. Come l’abitudine a stare
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Lo scroscio dell’acqua come unica voce intorno a
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Pietro! Mi raccontava di come si fosse dovuto difendere
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gente non era pettegola come a Leto, e le
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dove sono stata trattata come una ladra. Ma il
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era eterogeneo, e non come avevo immaginato io, di
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gambe che si dimenavano come anguille. E il mio
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Il carico era pesantissimo come all’andata: stavolta c
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infilata nella sua testa come un mantra: «A cosa
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se poi si vive come le bestie?». Lei e
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vogghiu bbeni», sorprendendomi di come la mia timida e
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preoccupazioni della nonna. E come dargli torto? ¶ Ora, per
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futuro. Del resto, per come la vedeva la mia
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per noi figli. Evitavano come la peste di farsi
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emigranti – che comprendevano parole come lontananza, sofferenza, dispiaceri. Mettevano
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attenti è facile intuire come va il mondo. E
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io tanto avevo detestato – come mia madre e mio
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lo zampino della nonna. ¶ Come tutti i pomeriggi a
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perché Pietro lo maneggiava come se si trattasse di
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umidi e vestiti eleganti come solo di rado facevano
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complice, pur non volendolo, come se la stessa vergogna
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nonna: «Non tutto è come sembra, picciridda». Fino a
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me e Pietro che, come al solito, facevamo capricci
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mamma ci informò che, come promesso, sarebbe scesa in
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perché stavolta non era come nei mesi passati, che
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giorno di quell’estate. Come un tuffo dall’alto
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vuoto e non sai come reagirà all’impatto. Il
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ancora sporca di fango. Come un verme. ¶ Non so
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per niente sentirla parlare come una dannata, senza Dio
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sua contentezza mi appariva come un paradosso. Potevo giustificare
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che «non tutto è come sembra». ¶ Perciò, dov’era
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Qualcosa non quadrava. ¶ Ma come? ¶ Prima la nonna aveva
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divertito a sputarmi fuori come un ragno molesto. ¶ La
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che trovava in bagno, come se il papà potesse
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lingua tagliente e dura – come la immaginavo nella mia
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rassicurava – sudata sulla fronte come non l’avevo mai
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casa, mano nella mano, come se niente fosse. Io
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invece, non era affatto come pensavo io. ¶ «Quand’è
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semplici, e non sapevamo come comportarci. Sbagliare è la
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uscita dalla sua vita come una comparsa qualunque. E
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famiglie. ¶ «E il papà come l’ha presa?» le
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senza poterne uscire. Per come la vedevo io, però
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po’ di pace. Lavorava come cameriera in un grande
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via d’uscita. ¶ E come mai solo le donne
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mobili. E invece, svelto come al suo solito, Santo
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dalla porta principale (semiaperta come sempre) e le aveva
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e a non piangere come una mocciosetta qualunque. Ordini
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mia carne, ad accettarlo come parte fondamentale del mio
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all’inizio, ma poi, come diceva lei (sì, sempre
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con la zia Franca. Come mi era sembrata grande
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nascondersi dietro scuse plausibili, come «Non ce la faccio