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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giuseppina Torregrossa, Cortile nostalgia, 2017

concordanze di «come»

nautoretestoannoconcordanza
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L’ammuino lo seguiva come un’ombra: prima Valle
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che rimbombavano sulle balate come tamburi. La gonna a
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attorno alle gambe magre come la bandiera di uno
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che è gente normale, come te, come mamma». ¶ Il
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gente normale, come te, come mamma». ¶ Il giorno dopo
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arrabbiò e si comportò come un caprone: «Chi ci
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padre le aveva trattate come le galline di un
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ché la libertà è come la cioccolata, se non
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mi ha mai insegnato come usarla.» ¶ «Se ti avessero
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Se ti avessero spiegato come fare, magari non sarei
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le guance si gonfiavano come quelle di un rospo
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faceva tonda e soffice come un pupazzo di neve
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S’incamminarono poi sottobraccio come due anziani coniugi che
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parola, lo lasciò fare come al solito, ma l
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a reprimere salirono su come cadaveri dal fondo di
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con un gesto intimo, come se si trattasse di
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da quel giorno, sottomessa come una schiava di guerra
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guerra.» ¶ Melina si fermò, come se volesse offrire a
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ora sono libera.» ¶ Fu come se l’avesse aggredito
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non la divertivano più come una volta. ¶ Quell’agosto
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i pensieri si rarefacevano come sogni dilatati, che svanivano
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rispose. Si sentiva abbattuta, come una di quelle falene
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donna si doveva comportare come un uomo? ¶ Aveva bisogno
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banditi, le emozioni stigmatizzate come il peccato originale. La
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lacrime dei vecchi sono come i guaiti dei cani
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per la prima volta come una liberazione. Non vedeva
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freddo, chiacchierando e confidandosi come vecchie amiche. Certi giorni
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strana. Io mi sento come se lo fossi sempre
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pallosissime di canti gregoriani?» ¶ «Come sei antica. Vieni, dài
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sfuocati alla luce incerta, come del resto i sentimenti
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si stropicciò le palpebre, come per cercare una visione
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Già, Irina… A proposito, come sta?» ¶ «Bene. Lavora, guadagna
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di sparire nell’aria, come quel filo di fumo
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piccole volute e svaniva come se non fosse mai
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nude, dalla pelle lucida come le balate del marciapiede
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per quei corpi ostentati come carne sul bancone del
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notte pensò alla suora come a una superficie riflettente
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bagno senza fare rumore. ¶ «Come sono cambiato» disse specchiandosi
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sonno. Io non so come usa qua. Fatto come
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come usa qua. Fatto come mio Paese.» ¶ La russa
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continuare la sua vita come prima. ¶ «Che ci fai
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accartocciato su se stesso, come un bambino violato, era
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né riuscì a immaginare come fermare il processo di
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si svegliò di soprassalto. Come in trance, uscì in
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scale fino al mikveh, come fosse una bestia ferita
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Suor Antonella arrivò leggera come una carezza. Nell’umidità
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Africa. Quel quartiere era come le sabbie mobili, impossibile
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parole uscirono dalla penna come petrolio dal pozzo. Un
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pieni di palline rosse, come alberi di Natale fuori
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loro un bambinetto nero come un coccio di fumo
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tono di rimprovero. «Non come a certi picciotti che
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capelli chiari, lisci lisci come ’na scupazza.» ¶ «Io credo
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suoi occhi tondi sporgevano come palle da biliardo. ¶ «Va
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donne coalizzate e solidali. “Come le contrasto?” si chiedeva
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si squagliavano in bocca come gocce di rugiada. ¶ «Dovresti
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insegnare a mia figlia come si cucina» disse Mario
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guance scarne. Sembrava fragile come quella fruttiera di cristallo
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la strada della fiducia, come quella dell’amore, passa
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Cuoceva in forno grande come casa e profumo beloooo
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pulita, lei beveva. Era come favola…». ¶ La russa all
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aspetto delicato però mangia come un vastaso e mezzo
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Lei aprì lo sportello, come lui aveva detto di
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ondine corte e soffici come fossero smetana. ¶ «Mi piacerebbe
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rosicchiò le loro anime come un tarlo il legno
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umidità, biancheria stracciona. Svettavano come prismi di luce le
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a che erano lucide come specchi, a che si
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tenevano i petali stretti come braccia incrociate davanti al
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ortaggi. Solo i pomodori, come grumi di sangue rappreso
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edificio tetro e squadrato come un carcere. Sulla facciata
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Le ossa le dolevano come se avesse l’artrosi
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feste comandate. Si chiedeva come fosse possibile voler bene
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striscia di cute rosea come quella di un porcellino
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lei era stata trattata come una “piccola ochetta”, i
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cosce, unite all’inguine, come per proteggere un tesoro
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alcune scintille si dispersero come stelline di carnevale. Tirò
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fili si distribuirono disordinatamente come una evanescente ragnatela sulle
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espressione un po’ tonta, come se si fosse appena
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Seee, sei proprio sbirra, come tuo padre!» la prese
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pelle fu una fiammata, come quando si passa vicino
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testa, si sono aperti come la coda di un
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le fischiava nelle orecchie come vento a primavera. ¶ Erano
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allungato su di lei come una coperta soffice, continuando
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secco nelle sue viscere, come di ramo spezzato. Stefano
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ragazzo si era afflosciato come un cappotto senza stampella
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trovata dentro se stessa come in un labirinto sconosciuto
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quel suono ligneo rimbombava come un’eco sinistra. ¶ “Non
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e a nessun altro, come la bocca, le mani
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Le calze chiare brillarono come fossero intrise di pagliuzze
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è veleno.» ¶ «Attenta a come parli» la minacciò Caterina
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strana» sussurrò Caterina, quindi, come gravata da un peso
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problema?» chiese Clotilde. ¶ «E come lo campo?» rispose Caterina
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d’improvviso stanca. Lentamente, come se avesse perso l
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con un sospiro. ¶ «Oh, come fa l’amore ’sto
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quelle sere a capire come sono fatta, che ora
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Vuoi dire che sai come si fa a…» Clotilde
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che ruzzavano sul letto come cuccioli appena svezzati. Le
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uno stigma, una maledizione, come la femminilità per la
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testa piena di ricci come una signorina, le corde
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alcune nuvole bianche distese come sarde allinguate sulle cime
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stivali aderirono alle gambe come calze. ¶ «Questi e li
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girava su se stessa come fosse una ballerina sul
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ogni direzione. ¶ Teresina rimase come una cicogna azzoppata su
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una bella vasata proprio come nella poesia» la incoraggiò
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sempre stata così, grevia come la calia» aggiunse. Afferrò
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faccia parola con nessuno. Come le ho già detto
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segreto. Ma parlarne era come aprire la porta all
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Mario la sentì vicina come quando era tornato ferito
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ragazzini puntavano i piedi come muli riottosi. ¶ «Non ci
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carattere irruento. ¶ Teresina arrivò come al solito spintonata dalla
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guardò l’orologio: «Puntuali come un treno svizzero» disse
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aver paura.» Le parlava come aveva visto fare a
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di Teresina e sobbalzò come còlto di sorpresa. ¶ Maruzza
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stoviglie, strofinò tutto intorno come se potesse con il
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Il padre la trattava come se fosse una picciridda
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cantargliele le cose per come stavano, non è detto
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lei era stata usata come scudo, ostaggio, mediatrice. “No
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chiesa, “io non farò come mia madre, e i
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un buon marito. Certo, come padre lasciava un po
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diagnosticato quelle brutte malattie. Come si cambia con l
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e invece si comportavano come aguzzini. ¶ Mario e Melina
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alloro, le foglie frusciarono come se volessero accarezzarla. Gli
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Il marito aveva urlato come un ossesso e ancora
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brillavano indicando la direzione come stelle comete. ¶ Zà Enza
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in tante piccole rughe, come un pupazzo di cartapesta
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sussurrò poi alla vecchia. ¶ «Come andiamo?» chiese Melina. ¶ «Insomma
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mentre la luce ricadeva come una pioggia di petali
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le polpette per cena, come vi parono?» Teremun, un
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I capelli erano fitti come il pelo di un
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era grasso e soffice come una sfincia di San
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il divertimento per lavoro, come il conte Ruggero. L
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e una domestica indiana, come se all’Albergheria mancassero
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Quella chiuse gli occhi, come per annuire. ¶ Poi qualcuno
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tipa corpulenta e nera come la pece. Teneva per
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tirò un respiro profondo, come se prendesse la rincorsa
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Ti scappa!» esclamò Melina, come se all’improvviso le
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Vedi, anche tu soffri come loro, perciò sei così
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I mugolii scomposti rimbombavano come tuoni nella cappa del
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sacca scura e vibrava come fosse abitata. ¶ Quella cominciò
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allargavano dietro le lenti come acqua fuori dal recipiente
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cosa si occupasse e come impiegasse il tempo, era
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giorno a orari stabiliti, come facesse la ronda alla
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erano messe a chiacchierare. ¶ «Come è arrivata qui?» Era
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s’erano fatti piccoli come capocchie di spilli, aveva
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i piedi sulle balate come un toro che si
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Maruzza fece un salto, come se uno spillo puntuto
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mise attorno al collo come fosse un gioiello, corse
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veloci, i talloni sollevati come per spiccare il volo
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momento la teneva stretta come un tesoro prezioso. Invece
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le cinse le gambe come se volesse stritolarla. Quella
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di Natale. Erano proprio come li aveva descritti il
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viso piatto e largo come il fondo di una
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levò un’onda cupa come il brontolio di un
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strana vibrazione si allargò come una cascata di acqua
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Il pavimento si muoveva come un mare in tempesta
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i capelli s’insinuava come un vento leggero il
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interurbane costavano di meno. ¶ «Come state?» urlavano a turno
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nei negozi?» ¶ «Non è come in tempo di guerra
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notte chiamò pure Ninetta: «Come state?» chiese con voce
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a Mario, che parlò come se si fossero salutati
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vita riprese a scorrere come sempre. Melina tornò al
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il mondo intero. ¶ “Minchia, come gli rode” considerò Mario
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nsignati» urlò un poliziotto. ¶ «Come gli spercia di fare
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gli occhi cerulei, tersi come il cielo quando tira
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ora si abbassava umile come un giunco sotto la
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ferito le faceva pena, come del resto la cagnetta
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grande incastonato nel quartiere come una gemma preziosa in
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a una personalità eccelsa come quella, lei abbia compreso
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uno dei suoi uomini: «Come va con gli stranieri
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modo di accorgersi di come in tanti anni era
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pesava sul suo futuro, come del resto sul destino
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il suo corpicino che come un ramoscello a primavera
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allora che Melina arretrò come spaventata di fronte a
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diversi. Alcune erano scarne come crisalidi, altre si erano
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dei cappotti. ¶ «Lo sai come nascono i bambini?» le
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le mie sorelle. Funziona come per le lettere raccomandate
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panna, che rimane liquida come una pisciata di cavallo
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ma all’improvviso cresceva come pasta lievitata; qualche volta
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l’addome si sgonfiava come un palloncino bucato; le
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ragazza non sapeva nemmeno come usarli quegli strani pezzi
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piovvero su di lei come grandine ipocrita, insieme con
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con l’aceto. Acida come un pomodoro andato a
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perdere sangue ogni mese come avessi un rubinetto aperto
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arrotolandosi su se stessa come un riccio spaventato. ¶ «Be
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dentro le orecchie. ¶ «Ma come? Non vuoi sapere come
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come? Non vuoi sapere come nascono i bambini? Ma
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imbastitura e la scuce, come se quella cosa lì
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storto che puoi sistemare come ti pare. E tu
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agirono sulle sue forme come le mani di un
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degli occhi. Voleva essere come tutte le altre: carina
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inferiore. ¶ «Buongiorno, don Gaetano, come mai qua?» domandò Mario
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poteva raccontare un orrore come quello? Mario si sentiva
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sbirro” fischiò più volte come una pallottola. Il tono
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un filo di grasso, come si fa a cuocerlo
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che d’estate brillava come un arcobaleno fiorito. Adorava
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prendersi cura degli altri come una piccola donna. ¶ Capitolo
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tasca, le gambe scomposte come se fosse il capomandamento
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quanto bruciava. Così, pallido come un calamaro e battendo
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era piovuta dall’alto come si addice a un
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quel corpo già martoriato come una mandria di bufali
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un fratello per lui, come si permetteva quel miserabile
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di avvicinarsi. ¶ «Non importa come vivi, pezzo di merda
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pezzo di merda, ma come muori» ebbe la forza
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vocazione, tornando a comportarsi come un gagà capriccioso; la
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che si faceva pagare come Michelangelo. Aveva venticinque anni
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che la rendeva attraente, come un sole appena scomparso
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speranza di essere amata come una diva del cinema
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così buffo. Un tipo come te non si vede
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gli dava ai nervi, come del resto la prestigiosa
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pugni sul tavolo, furioso. ¶ «Come gli è venuto a
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accarezzargli dolcemente la nuca. «Come mai il piccolino mio
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baci sulle sue guance, come si fa per consolare
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assumersi una qualche responsabilità. ¶ «Come lo hai saputo?» ¶ Indicò
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Roberto Matranga, meglio conosciuto come Aranciu Pilusu, è stato
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al capezzolo, succhiando avido come un neonato. ¶ Lei sentì
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Lei provò a rigirarsi come trafitta da una sensazione
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posizione; e d’improvviso, come se non avesse scelta
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avrebbe voluto abbracciarlo Moro, come si fa con un
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Le cose non stanno come sembrano. A Iddu prima
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l’uomo che qui, come in ogni continente, anche
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il limite della legge, come disposizione generale, è un
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battaglione, ma non più come carabiniere semplice: ti ho
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intelligenza. Farai un anno come carabiniere scelto e poi
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chiamare Carabiniere scelto, ’azzo!» ¶ «Come le spera il cuore
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a chillo, ’o presidente, come lo conosci? Tu sì
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si attaccò al corpo come una seconda pelle. ¶ A
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mi chiede ogni mattina come stai. Va a finire
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Maruzza rimase a guardarlo come se ne avesse paura
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attraversavano il fondo rossiccio come saette in un cielo
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volume, due irresistibili tirabaci come grasse bolle del Bichat
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da sembrar veri, comparivano come per magia. ¶ Ah, che
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del maestro Manzi, puntuali come a scuola arrivavano i
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alle partite di calcio come sugli spalti, talvolta volava
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L’invidia si diffuse come un gas venefico. ¶ Melina
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lieve dentro di lei come un uccellino spiumato. ¶ * * * ¶ Nei
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suo permesso gli bruciava come uno sfregio. Lui evitò
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punto di vista era come una randagia: non usciva
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felice da sentirsi piena come un uovo fresco. Altri
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petto e il cuore come una bolla d’aria
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a destra e sinistra come aveva visto fare alle
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quello l’aveva sbucciata come una pesca matura. «Sembro
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finestre. Si abbracciavano imbarazzati come adolescenti, e facevano l
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si dava ogni volta come se fosse l’ultima
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pizzo gli faceva orrore, come incendiare un negozio o
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qui tutti mi conoscono come Taccitedda. Sono un piccolo
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non avesse obbedito, di come i sentimenti per lei
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e in un quartiere come questo. Lei mi capisce
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di un padre.» ¶ «Eh, come stai facendo… Quante famiglie
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l’umidità veniva su come lingue di fumo dai
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della natura si sentì come una formica al cospetto
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trasparenti che rotolavano dabbasso come perle su un piano
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erano fragili, indifese, proprio come lui. Le ripose in
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che le voglio bene.» ¶ «Come mai allora non chiedi
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ma non mi vedete come sono secco? I colleghi
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fili dal riflesso blu come un cielo senza luna
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nemmeno una, è muta come un pesce!» ¶ Mario era
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lui, alto, magro, serio come un reverendo protestante, riuscì
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incapace di proseguire. Impalato come uno stoccafisso, guardava da
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e parlava di sé come fosse il presidente del
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Mangia a mamma, senti come sono buone.» ¶ La picciridda
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zizzì» squittiva l’altra come un topolino impaurito. ¶ «Brùm
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le trapanava la testa come una virrina, si rintanava
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Aveva finalmente abbastanza “sordi”, come li chiamava lei, per
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occhio. ¶ Melina era arrossita. Come si permetteva quello scostumato
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luci al neon brillava come un ectoplasma. Le scale
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in quei casi gorgoglia come se avesse una pancia
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io…» ¶ «Mi fa vedere come funziona?» chiese Melina incuriosita
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magari una massaia, proprio come lei, signora». ¶ Melina lo
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rintanata nella sua casa come un pesce in un
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rinunce. ¶ Un fragore improvviso, come se una pila di
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mani giunte sul petto. ¶ «Come ti chiami?» ¶ «Roton.» ¶ «Che
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che gli stranieri parlano come se avessero una patata
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un morto di fame.» ¶ «Come sei arrivato qui?» ¶ «Cos
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ho proseguito verso sud.» ¶ «Come hai fatto a entrare
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pentita della sua generosità: “Come mi è venuto di
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Lei strizzò gli occhi come se non capisse. ¶ «Noi
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cambiali.» Roton le spiegò come fare, non per niente
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non sono tutti cristiani, come dite voi; ci sono
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ché i poveri sono come i ladri: cittadini del
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biancheria. I bambini ridevano come matti dei suoi piedoni
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a freno la nostalgia, come d’altronde le donne
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finché tutto fu lucido come uno specchio. Il marito
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bella tonalità di verde, «come la speranza che non
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ma erano felici, e come rinunciare alla lucida luna
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fino a Santa Chiara, come una nuvola troppo pesante
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che le diventavano neri come l’inferno. ¶ “Mamma Africa
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e quel richiamo aleggiava come un’invocazione. ¶ «Ma quanti
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e guardo fuori allallata come una scimunita?» ¶ Maruzza calò
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Emanava una fragranza dolciastra, come di vaniglia. ¶ «Adesso mettiamo
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Uccidere una femmina è come estirpare la radice della
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a telefonare alla moglie: «Come stai? E il bambino
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insieme a te.» Poi, come se ci avesse ripensato
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alla radice delle cosce come su un’alta scogliera
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avrebbe in futuro pesato come un macigno sul suo
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cogliendolo di sorpresa. ¶ «Maruzza, come mia madre, e speriamo
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tra le guance rosse come pomi, i capelli folti
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Maruzza, risuonò nella casa come una pioggia di monetine
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al cielo, sorpreso. «Ma come ti viene in mente
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aveva le pupille ristrette, come un animaletto braccato. ¶ A
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ragionare?» La mano aperta come se volesse picchiarla. Ma
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mano alla visiera. Rimase come un baccalà in quella
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consolati tanti di uomini come lui, timidi e bisognosi
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le labbra sulla fronte. ¶ «Come siete caldo. Non è
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tra quelle minne morbide come ricotta. Un profumo dolciastro
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le pieghe del tessuto come papaveri in un campo
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i suoi seni oscillavano come batacchi di campane. Mario
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era sentito così virile. «Come siete forte» lo incitò
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espandersi, il corpo dilatarsi come fosse aria, fuoco, magma
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bollente. ¶ Improvviso e violento come una saetta arrivò il
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gli occhi si chiudevano come un sipario. Cessavano i
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si spegneva di botto come una candela consumata. ¶ «Se
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sue guance piene tremarono come gelatina. ¶ Zia Ninetta dal
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qualche giorno per vedere come reagiva Melina, ché megghiu
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picciridda cammina!» urlò. «Sarà come dice il dottore, ma
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cristallo che Melina teneva come una reliquia. ¶ Legata al
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difenderla. ¶ «Sì, ma fa come una taddarita.» ¶ «Su, dammi
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viola. Puntava i piedi come se volesse crescere, si
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ripiegandosi su se stessa come un riccio e cominciò
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tirandosi dietro l’altra come fosse morta. ¶ La madre
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essere perfetta. Invece traballava come la gattina a tre
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la gola è rosea come un’albicocca. Manco un
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oscillava avanti e indietro come le scimmie della villa
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della poliomiel… polomel… o come cazzo si chiama!» Gli
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quelle ali trasparenti, così come aveva distrutto con la
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cielo muovendo gli occhi come una salamandra. ¶ Le donne
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di Marsiglia e candeggina, come il lettino e le
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la sua giacca scura, come le scarpette di lana
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fu lesta a capire come evitare le situazioni spiacevoli
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La voce era arrivata come un soffio dentro l
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Siete scesa dal Cassaro come una regina torbida e
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un soldato e sorrideva come se lo conoscesse. Quello
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spiegò ad Antonio. ¶ «E come si chiama?» chiese lui
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vivide si muovevano appaiate come lucciole. ¶ «Come hai fatto
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muovevano appaiate come lucciole. ¶ «Come hai fatto a trovarmi
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tutti.» ¶ «Allora sai anche come mi chiamo e com
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sempre desiderato una donna come te» le disse Antonio
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ad accarezzarla. Lei reagì come fosse una ragazza, i
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afferrarla. Il cuore cigolava come un carretto sulle balate
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respiro gli diventava affannoso come un treno a scartamento
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e cominciava a mugolare come un canuzzo abbandonato. Era
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avviluppando zia e nipote come una melassa appiccicosa. ¶ Appassionata
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e lanciava sguardi penetranti come fossero coltelli. Dedicava molta
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labbra carnose erano rosse come la passione che cercava
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specchiava di frequente, vanitoso come una signorinella. Il suo
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troppo e si comportò come se nulla fosse successo
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allagò il petto e, come un fiume tumultuoso, si
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Lui distolse lo sguardo come faceva con i cani
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cercò di aggirarlo. ¶ «Sordo come tutti i garrusi» continuò
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tipo compatto e puntuto come un chiodo. ¶ Mario sentì
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armature di ferro, che come guerrieri vegliavano sulla incolumità
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ragazzo si fece duro come pasta di vetro. Era
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una tensione estrema; vibrava come un elastico tirato allo
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mi sorrideva, mi tentava come il serpente con Eva
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e tulle; gambe solide come colonne, inguainate in calze
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le cosce di una come quella» lo informò il
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sulla sfilza di O, come se ogni vocale in
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mà, mi capita uno come mio padre… Meglio un
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e la testa ovattata come in un sogno. Si
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si fermarono. Mario tremava come se avesse la febbre
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frasi lapidarie che suonavano come un punto e basta
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Il pizzo la fasciava come una seconda pelle e
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occhi di Melina, neri come la pece e assenti
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la pece e assenti come l’aria. ¶ Nella saletta
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fuori un rumore gracchiante, come una sfilza di consonanti
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striate di giallo. Bruciava come lava incandescente l’idea
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prima la televisione.” ¶ Ragionava come la pastorella che andava
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vicine l’avevano accolta come una figlia; in fondo
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Trastevere gli andavano incontro come pietre miliari. Ne contò
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di vetro. ¶ «Non fare come me che poi non
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nipote che camminava impacciato come un soldatino caricato a
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quell’ora era nera come inchiostro, anche se in
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nella sua città allegra come mai l’aveva vista
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e Mario allora scattò come un felino davanti alla
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Melina angusto e scabroso come un mucchio di cocci
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vetro, si scoprì solo come non lo era stato
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lingua appiccicata al palato come avesse mangiato un limone
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ricambiare, ma si comportava come una bambina impacciata. Mario
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e provò a sculacciarla, come aveva visto fare a
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consuetudini serene, non sapevano come costruirla. Talvolta, per sfuggire
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si sentì al riparo come in un bozzolo caldo
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lungo; i pantaloni fluttuavano come in assenza di gravità
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e piazze smisurate, risuona come un colpo di cannone
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a piangere. Si comporta come una picciridda e a
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democrazia che andava nutrita come fosse un neonato sottopeso
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Se lo sono dimenticato come stavano prima?” ¶ Aveva davanti
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frasi sul foglio bianco. Come fili di una trama
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d’accordo. Lo senti come scalcia?». ¶ Mario arrossì e
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erano poi così vecchi come pensavano, avevano l’uno
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senza un motivo apparente. ¶ Come un filo sottile e
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si era spalmata ovunque come vernice lucidante. ¶ In cattedrale
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in preghiera, facce nere come la notte si alternavano
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monili di oro massiccio, come usava al loro Paese
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testa una buffa acconciatura come ali di un angelo
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po’ invecchiati, ma fieri come una coppia di regnanti
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faceva impazzire di gelosia. Come se le avesse letto
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che palpita e freme come una donna appassionata. ¶ Si