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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Marco Missiroli, Atti osceni in luogo privato, 2015

concordanze di «come»

nautoretestoannoconcordanza
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cappelletti e raccontava di come l’utero sia il
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solo allora avevo saputo come andava il mondo e
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andava il mondo e come sarebbe andata la mia
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e due lapislazzuli opachi come occhi. Le donne lo
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si sarebbe fatto vedere, come si erano fatti vedere
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con la Peugeot 305 carica come un mulo e mamma
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con un monoplano scassato. Come lui anche mio padre
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di indiani. Mi chiese come mai gli indiani, dissi
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e nessuno di loro. ¶ – Come hai dormito, ometto? – chiese
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presentarono di colpo, vestiti come il giorno prima. Lei
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le tenevo sullo stomaco come i morti. Sentivo il
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Le ragazze mi guardavano come un compagno a cui
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mia famiglia bislacca, di come avessi imparato a leggere
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a mamma e di come papà avesse tentato di
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sua collera, e di come certe volte la sua
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erano andate per metà come si deve e per
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cose che erano andate come si deve: io e
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che provava a trattarmi come un amico di vecchia
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Björn!, e si spegneva come un giocattolo senza carica
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invece dei miei genitori. Come stavano, a proposito? ¶ – Si
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Poteva avere settant’anni come cento. Alzò la testa
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mamma qualche anno prima come investimento e per le
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prese la sua razione: come ci si sente a
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mi trovavo bene, e come andavano le cose in
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nuvola e gli occhi come l’oceano, sempre più
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piaccio alle donne? ¶ Sorrise come si sorride al proprio
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l’alchimia della carne. Come mai allora veniva ignorata
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del protagonista di Buzzati: come aveva potuto crepare di
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crepare di solitudine? E come aveva potuto, l’altro
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goffaggine. Mi imbarazzavo per come ero io, e mi
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e mi imbarazzavo per come era lei. Insistente e
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E ora, nouvelles vagues, come pensate di addentare il
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sferzava. Ballava il charleston come una farfalla. Ogni sabato
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e cominciò a scrutarmi come si fa con le
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incontro: si chiamava Somerset, come Maugham, lo scrittore che
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vederti il seno. ¶ Rise come mai l’avevo sentita
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baciò sul­l’orecchio come faceva quando ero piccolo
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modo più quieto possibile. Come se la pazienza nell
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ferri, nero e gonfio come una palla da tennis
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assegnato dal professor Clement come chiaro esempio di società
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viso era scoperto, disteso come prima di una partita
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punta dell’orecchio, piano, come aveva fatto lui con
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di seta, niente nero, come ci aveva sempre detto
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altra camera che usava come ripostiglio: mi assalirono migliaia
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miei funambolismi, essere Toro come ascendente tramutò i miei
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compimento. Mi ero dato come termine ultimo i vent
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che mi lasciavano banconote come ringraziamento, un mignolo sfiorato
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si davano da fare come conigli. Il mio amico
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tavoli. Chiedeva al fratello come stavo, se avevo bisogno
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rise lei. – È stato come essere al cinema – sparecchiò
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lei me la arraffò come rubasse. Iniziò così, un
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mai visto tante galline come a Parigi. Questi visi
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Mi mozzò il fiato, – Come sai di Marie? ¶ – La
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crepare sotto la neve, come era stata intollerabile la
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Marguerite Duras. ¶ – È furba come Miller? ¶ Scosse la testa
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L’amante mi apparve come un romanzo strabiliante per
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custodiva la mia illibatezza come una creatura in via
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la disco, l’assistevo come autista per Parigi e
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letteratura, per lei libri come Lettera al mio giudice
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aveva trovato un lavoretto come correttrice di bozze in
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spesso, non quanto e come i primi tempi: lei
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carte, e le nostre, come nessuno dei due avrebbe
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La farfalla nera danzava come ai bei tempi, inarcava
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sé. Seconda violazione. Tremavo come prima di un amplesso
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per qualche tempo, così, come un lento su sottofondo
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le era piaciuto per come si muoveva, mi raccontò
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lui l’aveva baciata. Come baciava? Lei fece una
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fianco e la baciai come meglio potei, il brasiliano
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le labbra, troppo sottili, come l’aveva toccata? Glielo
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che l’aveva toccata come fanno gli uomini. Sul
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a succhiarle il capezzolo. Come succhiava? ¶ – Normal. ¶ Le slacciai
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tale e quale a come l’avevo lasciata, ha
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emaciata. Mi abbracciarono stritolandomi come facevamo da bambini. In
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ogni stimolo. ¶ – Lei saprà come resuscitarti. ¶ – Rien à faire
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nigeriana sulla trentina. Chiese come mi chiamavo con voce
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di essere deriso per come vestivo. Papà aveva uno
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Special che chiamava Assunta come sua nonna. Era color
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rivoluzionario. A lui confidai come Milano può essere bella
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servivo ai tavoli. E come disse uno dei primi
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pausa pranzo. Mi domandavo come un vecchio in doppiopetto
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un vecchio in doppiopetto come Leoni e la sua
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alle anatre del Naviglio. Come l’Holden di Salinger
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braccio e mi chiese come mi chiamassi. ¶ Lo guardai
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Lo guardai stranito. ¶ Insistette: – Come ti chiami? ¶ – Libero, – sfuggii
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mai visto un signorino come lui, Lorenzo invece era
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per spronarmi. Frank Zappa come ricostituente generale. Una sera
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a casa e fu come entrarci per la prima
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di aprirlo mi pesava, come mi atterriva lo studio
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continuai al suo servizio come un soldato. ¶ Poi la
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sulla scrivania: In bilico come Larry, come Larry troverò
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In bilico come Larry, come Larry troverò la meta
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per parlare, il seno come orpello, le natiche per
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Frida l’aveva usato come ufficio temporaneo, poi come
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come ufficio temporaneo, poi come rifugio per la siesta
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Deux Magots che usavamo come spogliatoio, la cucina di
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portò dietro quell’intimità, come quando chiedevo a Monsieur
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una pausa pranzo disse: Come il rifugio di Anne
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Dov’era una liberazione come quella della protagonista? Dove
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e rimase immobile, ingessata come quando lavoravamo, la Fiorucci
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puoi allunga le mani. Come penultima riga scrisse: Ti
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Ti saluta Lunette. E come ultima: Mi manchi anche
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di Frida e di come custodisse qualcosa di non
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a testa. Mi raccontò come aveva perso le gambe
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il distacco dal fidanzato come un’opportunità perché eravamo
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di Bach e di come il mal d’amore
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pouf diventò solo mio, come un bracciolo della poltrona
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spalla mentre parlavamo di come si prepara la tartare
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Milano non è mai come la Fiorucci. Le dissi
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insistere con una ragazza come Frida? Non esisteva risposta
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ritroverò. E adesso dimmi: come stai? ¶ Il tuo Grand
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mia vocazione, la sessualità come estuario di vitalità, ma
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non si voltò, era come l’avevo trovata la
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fulminata, proseguimmo per Missori, come poteva non averlo letto
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di Marie e di come avessi iniziato a leggere
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serio, mi raccontò di come avesse letto sul serio
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teneva gli occhi chiusi come soffrisse, mi abbuffai finché
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con lei, tenendola stretta come si tengono stretti i
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cercò Mastroianni. Mi guardava come fosse cieca, mi passò
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si giravano a guardarla come i francesi, peggio dei
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tonno era il qualcosa, come lo sarebbe stata la
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un caffè da Moscatelli. Come la sosta trafelata sulla
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Quella sera dormimmo vicini come nel pomeriggio e io
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sollevai appena, e fu come se tutti gli impeti
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sciarpa che lo strozzava come un boa. Mi voltai
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niente. ¶ Mi raccontò di come lei e papà si
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di Deauville, e di come lui passasse ogni tanto
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era Frida. Mi chiedeva come stavo, raccontò delle pressioni
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al lavoro e domandò come mai non avevo risposto
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dipinto. La guardai, ancora, come poteva stare bene nel
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raffreddato una pellicola straordinaria come Lunette aveva esaltato il
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testa a una lettrice come Anna. Disse anche di
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fino ai Navigli, filava come il maestrale, la parcheggiammo
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viste per un aperitivo, come potevo non averla portata
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di dedizione. Si adattò come poteva alle mie esigenze
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avevo un’intuizione su come provare a educarmi. Gliela
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l’aveva colpito per come lo faceva sentire a
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di nuovo e spiegò come riconoscere il verso giusto
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pisello – e mi mostrò come andava srotolato premendo sul
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sempre – ansimò mentre mostrava come l’anello doveva rimanere
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Frida. Si stupì di come fossi diventato coscienzioso e
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una turista e di come lei gli avesse concesso
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si mise sull’attenti come il soldato Joker, imbracciò
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chiesi di domandarmi aiuto come aveva fatto in quei
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della noia. Eros svuotato come le altre tacche. Il
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bistrot e si divertivano come ragazzini. C’era una
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ricevuto metà dei soldi, come li avrei usati? ¶ – Tasse
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Che effetto faceva? Era come quando da bambino sogni
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nutriva le mie immaginazioni, come potevo chiudere il cerchio
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sistemò dietro la scrivania come fossi uno studente e
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sul bordo del materasso come quando ero bambino, mi
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che mi era mancata come nessuno. Ci appoggiammo alla
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per amore, e per come scopa. Oltre l’eros
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ad accoppiarmi per strada come un cane e a
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mi buttai sugli americani come mai avevo fatto: i
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contraddizioni attraverso i rituali, come me, che mi masturbavo
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Aveva ragione: Parigi tornava come un’epoca perduta, Marie
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un’epoca perduta, Marie come un’amica sognata, Lunette
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un’amica sognata, Lunette come un amore inimitabile. Ma
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in osteria per sapere come stavo e per proporre
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uomo riuscì a dire Come puoi buttare tutto, Elena
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piedi fino a casa, come potevo buttare tutto? ¶ Fu
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l’eroe della normalità, come il timido della compagnia
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i Lunedì al sole, come un film delizioso che
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Geppetto. Affe volle sapere come andava a finire la
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per fare una domanda, come aveva fatto l’indianino
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sotto casa. Anna mangiava come un camionista: una girella
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presentai e raccontai di come mi era arrivato in
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L’avevo già scalzata come insegnante prediletta, mi sentivo
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Lang, un cinesino muto come un pesce che si
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della Vigilia. E io come stavo? ¶ Io affrontavo giorni
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Non parto più. ¶ Whitman, come la Duras, ha un
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al centro della schiena, come a sorreggerla, poi intorno
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alla bocca. Mi raccontò come le sue tette le
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il termine presenza-bassorilievo come tributo a chi c
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spalle e il petto, come mi ridisegnasse, si inginocchiò
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io rimanevo sbigottito da come lei tenesse insieme voracità
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averne trovata un’altra, come la scimmia che salta
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debiti di famiglia, lavorava come rappresentante di materiali termoisolanti
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sua giovinezza era finita, come la nostra, la mia
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palazzo di gelato, di come l’insegnamento tirasse fuori
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mia madre e di come fosse stato anomalo. ¶ – Richiamala
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Rimasi allibito e sollevato, come potevano lasciare andare tutto
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al diavolo Giurisprudenza per come mi ero sentito con
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Centro e forse per come li facevo sentire io
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un negozietto del Marais, come stava il suo ometto
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si teneva le mani come afferrasse un tempo perduto
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voleva un primo incontro come niente fosse. La pregai
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la letteratura. E lei come lo aggirava? Con il
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bisous e le chiesi come stava. Se la cavava
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colpa e mi chiedevo come Anna stesse vivendo un
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sulla Rolls-Royce comprata come auto da tutti i
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per sua madre, per come se n’era andata
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mano e gliela strofinò come per scaldarla, si scusò
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il tagliando sarebbe tornata come prima. ¶ – Meglio di prima
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omissioni alle domande su come vivessi davvero. Spiegò come
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come vivessi davvero. Spiegò come ero riuscito a conquistare
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soldi che mise via, come feci io quando vendemmo
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Piazzolla, Vecchioni, Guccini e come ultimo Il cielo è
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fiorentino in viale Bligny. Come quando dissero che Anne
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l’amavo anche per come difendeva la povera gente
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gli uomini la pretendevano come l’avevo pretesa io
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e lei mi scacciava come una mosca per poi
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vicina ai genitori, di come andarsene le lasciasse una
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Mi sforzai di immaginarla come un corpo di consumo
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per il suo matrimonio. Come testimone scelsi Antoine, prima
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che avrebbe voluto ritrovarla come un tempo. Era diventato
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pomeriggio gli avevo spiegato come erano andate le cose
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riavvicinammo male e mai come prima. Una sera Lorenzo
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modo per riscattare papà, come Anna avrebbe ritrovato sua
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punto successivo. Lo giocò come fosse l’inizio dell
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il campo può contare come restarci. L’uscita gioiosa
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Marsell le chiedeva sempre come stesse il suo ometto
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sono nato schiavo, è come se lo sono perché
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Abramo. Presi quelle parole come un buon indicatore del
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il punto della situazione. Come stavano Anna e il
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vedevo mamma nella bara come Vardaman e gli altri
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generosa, il sorriso travolgente. ¶ Come potevo io, suo figlio
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addormentata sul divano, seduta come guardasse la televisione, con
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di Addie Bundren, e come Addie Bundren anche mamma
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niente di più difficile. Come unica concessione, portò con
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giocò l’ultimo punto come fosse il primo. Sfidando
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Saint-Vincent-de-Paul, come da sue volontà. Lo
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Li fissai, in fila come soldati, la pasta schiarita
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il dolore spariva. Chiesi come mai fosse finito addosso