Francesco Biamonti, L'angelo di Avrigue, 1983

insostenibile. E Morte sparsa come una promessa sulla sofferenza

un po’ di cronaca (come furono loro stessi a

in compagnia. ¶ Teneva circolo come alla domenica; un uomo

me fais plus souffrir!» come se fosse stato vivo

a un pendio ripidissimo, come una grande farfalla dalle

d’ulivi era grigio, come un austero approdo. Il

l’aveva mai ricordata come adesso gli appariva: sul

mattina gli era parso, come in una ricaduta del

sul muro, sulla calce, come accordati al silenzio ipnotico

mare alto e muto come un cielo. ¶ Una zona

del pomeriggio il cielo come al solito febbricitò sul

veda o ricordi. Ma come si fa a ricordare

Ne parlava già stancamente, come di fatti lontani, di

meglio rinviare. Forse stasera, come ieri su quelle rocce

Destinato a restare troncato. ¶ Come le dispiaceva che vi

all’ora della sfortuna. Come tutto era andato diversamente

era andato diversamente da come s’era augurata, quando

crinale vibrò nel sole, come un maroso artigliato dal

ad Avrigue? ¶ – E lei come si chiama? ¶ – Gregorio. ¶ – Ah

tante. ¶ – Ho capito... È come san Tommaso: crede solo

Gli ultimi ulivi magri come farfalle cedevano ai cespugli

una passione antica, antica come il furto e la

me fais plus souffrir» come se Jean-Pierre avesse

che cos’ha? ¶ – Orbo come santa Lucia... Lo facessero

Passeggiare fa bene, – aggiunse come tra sé, – l’aria

un malato. Non sono come quelli che ho visto

memoria, alti e trasparenti come il vento, che nell

silenzio! – disse il cameriere. – Come avrà fatto Martine Haillier

chi l’ha comprato? ¶ – Come? non lo sa? Da

che si rispetta è come un croupier... Messieurs, faites

non lo guardò nemmeno come si guarda un fissato

ancora compagnia. Non so come spiegarle. ¶ ... ¶ – Lei è capitano

altro morire. ¶ E allora, come a tranquillizzare, Gregorio disse

malato. ¶ A mezzogiorno passato, come spesso accade dopo la

serena, il sole ebbe come un tremito, offuscato da

la sua luce rude. Come era vero quel cielo

il cuore in pace. ¶ 4. ¶ – Come hai dormito? ¶ – Mi pare

Ricordava d’essersi alzata come una sonnambula sul far

Jean-Pierre aveva varcato, come lei, la porta tenebrosa

assottigliava e si alzava, come per prepararsi alla sera

V’era un cielo come questo di adesso, tormento

Mont-de-Marsan. Sa come sono le donne: fanno

di vascelli». ¶ E adesso come credere ch’egli avesse

è stato un assassino. ¶ – Come chi ha messo il

perdeva nel suo io come in una nube? ¶ – Lasci

leggero rimprovero lo aveva come offeso, – non ne so

niente, – disse l’altro, come in un moto di

triste routine, signora! È come andare per deserti, – affermò

cielo. Solo le erte come quella, o piú tremende

nell’insonnia si sentiva come invasa da qualcosa che

piangere, ma a fuggire come se qualcuno lo braccasse

Si muoveva a scatti, come in un volo o

rupi di questa costa? ¶ – Come puoi pensare, Martine, una

bel vento del mondo. ¶ – Come ci saremmo capiti... Peccato

che la morte straniva, come se fossero stati una

Pierre molto bene (e come poteva negarlo se era

sopra gli ulivi: muri come lapidi del passato, quasi

marittime: a toni alti come singhiozzi seguivano suoni in

cresceva un’erba dura come spago e cespugli che

Andava lento ma sicuro come gli antichi portatori di

vuoto, né si lasciava, come un marinaio, assediare dal

In bocca al lupo! ¶ Come tutto pareva facile in

cespugli a pini bassi come pini mughi. Deviò verso

splendere per qualche giorno come una cascata o un

la sua gentilezza abituale, come se avesse dovuto o

Venne un soffio strano, come un rumore di frana

occhi. ¶ Fuori era sereno come uno specchio e Laurence

ripassare le loro conversazioni, come già aveva cominciato a

rivide il volto deluso, come di ritorno (o strappato

piuttosto che vederlo ricomparire come su uno schermo. Non

mezzogiorno, dietro la pietra come i conigli. ¶ Era un

non gli era nuovo. ¶ – Come va la vita? – chiese

gennaio me li riducevano come l’albero di san

poi chiese: ¶ – E adesso come sono finiti quei begli

che sembrano soldati. ¶ – E come si comportano? ¶ – Da gentiluomini

case alte e unite come un costone. ¶ Questa strada

strada, riparata, coi vecchi come ora allineati al sole

al punto di partenza, come quando lo aveva visto

la testa sulla roccia come su un guanciale. Che

può sentire la libertà come una croce. Ma sei

funerea una gioia rude, come se avesse varcato le

si riposa, prende respiro. ¶ Come non ricordarla! d’estate

vento leggero le trascinava come farfalle. Poi andò a

a gambe rigide, lenti, come inclinati... ¶ Il Santo nudo

ad Avrigue – dove antica come il furto era la

singhiozzo. ¶ Grave e segreta come la vita sul passo

mulo. Andava di fretta come un’anima in pena

piovigginava nel vento. ¶ E come l’altra volta una

ne parlavi al presente! come di un vivo. ¶ – Sembra

pronto a quelle vere come a quelle false! ¶ Ecco

nel braccio, andava svelto come un «passo doppio» la

Ferrat. Ma inutilmente aspettò, come ferma su un varco

tardi. ¶ – Non vuoi parlare... come è andata? ¶ – Mi sono

suoi capelli barbagli ramati, come da un’ala... Com

Martine gli aveva parlato come se pregasse. ¶ Al di

hippies, erano toxicos randagi come ce n’è tanti

Se la cavava benissimo... come barista. ¶ – Non è del

cerulei sempre piú piagati, come insanguinati. ¶ Egli e Gregorio

se stesso. Era già come assente «y entre sueños

spalla scabra e spiovente (come la sua del resto

che paga con preghiere... Come questi coi loro canti

E dopo un poco, come se si fossero accordati

vento, luccicavano al sole come pietre. ¶ Si domandava intanto

sole. Passeggiavano a gruppetti come grandi rondoni per le

Prediligo la pietra soffusa... come dire? lucente come velluto

soffusa... come dire? lucente come velluto. Non mi interessano

aveva imparato a destreggiarsi come i capitani di Camogli

Non c’erano donne come Laurence, laggiú... ma infine

tetti del Barrio Gótico, come qui dai paesi, arroccati

un eccesso di pietà, come se non fosse esistito

Gli venivano frasi lunatiche, come sul mare, piú adatte

il gioco parecchie volte. Come s’animava! Lanciava occhiate

straziate. Aveva gli occhi come allucinati nel fumo. Ad

largo era nero e come incavernato. Sussurravano i pini

Un tempo in situazioni come questa egli viaggiava verso

un azzurro arso e come stanchi d’indagare, un

Si accostò a lei come ci si appoggia alle

ha saputo? – egli chiese, come sbloccato e illanguidito da

venuta comunque, – ella disse, come per tagliar corto. ¶ Sembrava

rivestiva al buio. Era come un invito a far

casette attraversate dall’alba come da una tremolante agonia

già soffici, si andava come sul velluto. ¶ Oh, se

quel ragazzo la dominasse come un incredibile crepuscolo? ¶ Sentí

non la vita intera, come dentro un sogno; e

sogno; e si domandava come succedeva, perché forse era

il bar dell’olandese come erano d’accordo. ¶ Ulivi

degli slanci strampalati? ¶ Seguiva come un automa e con

di costoni, un serro come un veliero di rocce

un fatto che cresce come una pianta... Ti ho

E andava con foga, come prima camminava. ¶ – Vuoi ripetere

tempo superbo, egli disse, come di primavera. Loro non

spalla, dormiglioso e tranquillaccio come certi mari: era la

pendagli. Due ritardatarie andavano come il vento. Il pastore

chiaro e grigio perla come i vicini monti di

Passione antica, del resto, come l’animo umano. ¶ Etes

era dura per uno come lui che aveva cominciato

lui che aveva cominciato come mozzo sulle navi di

quei miraggi non sapeva come difendersi il pilota automatico