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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Egisto Roggero, I racconti della quiete, 1896

concordanze di «con»

nautoretestoannoconcordanza
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aria, che dal mare, con secchie di nebbia, attingon
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madre ed ho anelato, con un brivido di passione
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inabissava nel viale deserto con un sordo fremito che
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accanto a me e con le sue lunghe mani
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viveva a Santa Galatea, con la figliuola, ci trascorreva
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Io stava invece molto con Agata, nella Biblioteca. Giacchè
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fondo grigio degli scaffali con la purezza di un
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vecchie reliquie, le sorridevan con le loro vetuste civetterie
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giorni dopo era solo con Agata nella Biblioteca, quando
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smarrita ed indecisa, poi con un grido di pianto
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che mai, ebbe terminato con aria costernata più presto
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non disse altro e con gli occhi lacrimosi mi
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famosa Università che divide con le belle rive del
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tutti gli studenti che con me dividevano quell’anno
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Il professore?... – e aspettai con aria interrogativa. ¶ Sul volto
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vedere. ¶ La ringraziai grato con lo sguardo. Ella sapeva
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nella sua lingua materna, con la sua boccuccia di
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tranquilla, accarezzandomi il volto con lo sguardo di que
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buon professore von Nörten, con un altro proposito oltre
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concedeva di portarvi via con me. ¶ Ella non rispose
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il mio professore! Oh, con che accanimento egli si
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d’allora in poi, con me nei suoi prediletti
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veniva paternamente il professore con due altri suoi degni
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che ci passavano accanto con i loro marmocchi biondi
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loro marmocchi biondi e con grandi mazzi di erbe
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in mano, ci guardavano con un vago sorrisetto di
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bel paese del sole con la mia piccola amica
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la grossa lampada accarezzava con la sua luce discreta
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aveva stretto la mano con tanta dolcezza, segno era
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che a straziarmi ancora con i miei calcoli sbagliati
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unita nel mio cuore con il mio amore.... ¶ Tutta
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telescopio, mentre il Professore con l’ardore del dotto
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E il Professore, presa con insolito atto affettuoso una
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mattinata estiva quando io con Delfina, Franz e il
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che portavo nel cuore con me, nella mia Italia
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ripeto in mio cuore con la vostra dolce voce
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erta corona di sassi con cui finiva il colle
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Il viaggiatore mormorò, solamente con voce malferma: ¶ — Apri, Max
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volto il visitatore. ¶ Poi con la rugosa mano tremante
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per incominciare. ¶ Max tornò con le chiavi e si
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tanto tempo aveva anelato con secreto terrore di sapere
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parlare lui, lui solo, con le cose che avevano
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e ove non ricordò, con misteriosa penetrazione, rievocò e
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rivedeva tutta, così. Sola con Dio. Povera anima fiera
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mano; tremava di rivedere, con quella della madre, l
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poi salutò anche quella, con la mano. ¶ La grossa
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riposarsi.... Ma il visitatore, con la mano, accennò che
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a soffocarli, per salutarlo con le loro amiche rame
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povero sior Tonino guardava, con un vago senso di
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Sior Tonino lo sbirciò con un muto sguardo riconoscente
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Questi s’intrattenne alquanto con lui, parlandogli de’ suoi
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che stavano in gruppo con le signorine in fondo
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gli parlò a lungo con bonomia, piena di benevola
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Oh, Nenè.... – fece egli, con voce mutata.... Ma fortunatamente
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fece bene perchè Nenè con un guizzo gli era
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sior Tonino! – mormorò. ¶ E con gli occhi tristi guardò
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Nessuna altra abitazione divideva, con la mia, la completa
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fiore che la incorniciava, con un macinino da caffè
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ed egli amorosamente, pazientemente, con somma arte e perizia
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aveva finito per godere con lui la voluttà con
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con lui la voluttà con la quale mi offriva
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a quella bella signora con le ali che tutti
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se n’era andata con esso, l’entusiasmo s
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figliuolo chè ne andasse con esso a caccia della
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a caccia della fortuna, con l’altro s’era
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vecchia reliquia a dividere con lui la pace de
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E la spinetta, insieme con l’enorme fascio degli
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pennacchio di fiori rosei con l’aria di persone
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di quadretti, ritratti, stampe con l’effigie di vecchi
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se la rideva bonariamente, con la sua aria di
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dal paese. Ritornatovi vidi con mia grandissima maraviglia un
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gambe all’aria e con certi volti mostruosi e
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entrò pianamente nella stanza, con il berretto in mano
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si coprì il volto con le mani e mandò
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ho voluto non rapirti con la forza, ma farti
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toccata in singolar tenzone con il nobile conte Oldrado
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dormon quiete ancor esse, con le loro grandi foglie
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sulla roccia; egli lambe con i piedi caprini l
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ora tutto in fiore: con le corolle aperte e
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amica mi aveva rievocata con sì dolorosa vivezza. Vedeva
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amica mi aveva rievocato, con gli occhi ancora pieni
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ancora pieni di lagrime, con la stessa passione nella
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morticino e iniziare intanto con il curato le formalità
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paese che mi guardava con tanto d’occhi stupiti
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collinetta: vi si giunge con una stradella selvatica, fra
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conoscevano la piccola tomba con la bianca lapide spedita
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interrogai collo sguardo. ¶ — Venga con me – disse il curato
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una bella rosellina bianca con le sue manine e
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le donne mi salutavano con gli occhi umidi e