parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «con»

nautoretestoannoconcordanza
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1998
due o tre volte con la mano l’intero
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1998
i giorni la stendevo con cura in fondo al
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chiusa un’ultima volta con fragore. La sentivo vibrare
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si addormentavano nella teca con quei loro occhietti di
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l’un l’altro, con gli occhietti socchiusi negli
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stava facendo le abluzioni con la testa affondata nel
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nuovo, rispondeva a tratti con una piccola risata, mentre
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Ziò scambiava qualche parola con il visitatore, distrattamente, prima
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fucile, molto piano e con gli occhi quasi chiusi
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il proiettile si conficcava con un gemito pneumatico nel
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Il visitatore si complimentava con lo Ziò, muovendo qualche
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per mano da vecchie con il volto seminascosto dalla
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le velette, sembravano tessute con fili di rame incandescenti
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erba, cominciava a conversare con la visitatrice, la guidava
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la vecchia toccare furtivamente, con un solo dito, la
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volta, rimetteva a posto con piccoli calci la ghiaia
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le mani in bagno con grande animazione. Si scambiavano
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posate, quelle d’argento con lo stemma, nei piatti
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ancora nella sua stanza con la sarta, che le
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tanto verso le finestre. Con la testa chinata sopra
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all’indietro e premendo con forza i polsi sopra
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venivano spaccati in mezzo con le posate adatte. Si
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uccideva la Dea, sbattendoli con forza contro il pavimento
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tenere fermo il piatto con tutte e due le
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le scale della villa con la pentola piena di
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Anche se, a guardarli con attenzione da lontano, pareva
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le resche del pesce con un’unghia, faceva saltar
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gli occhietti dalle teste con l’aiuto di uno
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l’unto dalle mani con un fazzolettino. La sarta
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degli spigoli dove, incrociandosi con altre pieghe, formavano cuspidi
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cena, la sovrapponeva tirandola con tutte e due le
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a piangere allarmata, rimanendo con le braccia levate e
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a memoria i viali con la ghiaia e anche
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girava in pigiama e con un bicchiere d’acqua
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dopo avere preso confidenza con la propria stanza. Poi
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teneva stretta la sarta con tutte e due le
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già iniziando a staccare con la forbice fiocchi di
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del davanzale. Li toglievo con la mano spenzolandomi dalla
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dalla finestra, li allontanavo con un soffio. Rabbrividivo, quando
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per qualche istante, frugando con gli occhi nell’oscurità
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un po’ nella penombra, con gli spuntoni dei peli
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camminando sopra la ghiaia con lo specchio in mano
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nel fogliame, aiutandosi anche con spostamenti calcolati dello specchio
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di tempo nell’aria con la mano. Potevo intercettarlo
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intercettarlo quando si connetteva con il raggio visuale che
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ghiacciaia, stava ferma e con lo specchio ben sollevato
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sollevato nello spazio. Ispezionò con le dita le pareti
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di foglie. ¶ Si guardava con occhi così strabici che
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mano l’uomo arrivato con la macchina scoperta. Ero
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cinta, si confondevano quasi con i rampicanti. A volte
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Non si poteva dire con certezza se si stavano
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Ziò si guardava attorno con aria un po’ assonnata
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le sue piccole dita con le mie. ¶ Un istante
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di sfiorarlo, a volte, con le dita o col
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il disco era terminato con uno scatto, la musica
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Il Nervo aveva acceso con un rombo improvviso la
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scambiando un ultimo bacio con l’uomo impolverato, che
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salutare sempre più piano con la mano. ¶ L’albero
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dov’erano stati trasportati con il treno. ¶ Bortolana si
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stava aggirando nel cortile con il grande orologio per
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c’era lo Ziò con la callista. Passando di
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il parco. La callista, con un asciugamano di spugna
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Dovevo schermarmi la tempia con la mano per vedere
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callista cominciò a saggiarlo con un oggetto tagliente estratto
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di capire che condividesse con me il timore di
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falangi. Se le fissava con stupore, sollevando di tanto
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la callista li raccolse con una scopina e ne
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nello stesso tempo guardare con la coda di entrambi
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un colombo, bianco e con le penne della coda
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dalla serra lo Ziò, con voce emozionata. ¶ Poco dopo
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sulle proprie gambe. Teneva con una mano il fucile
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la poltroncina di vimini con l’altra. Il Nervo
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aperto, ci guardava dentro con animazione, lo scuoteva con
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con animazione, lo scuoteva con forza e frammenti di
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Il Nervo stava chinato con grande animazione sulle gabbie
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sue mani. Lo circondò con tutto il braccio, corse
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prima di venire inghiottiti con un rapido scatto delle
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più grossi e trasparenti, con una zampetta sollevata per
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l’un l’altro con il becco. ¶ «Eccoli! Eccoli
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la porta delle scuderie con il grande orologio per
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cunicolo, reggendosi ai pioli con una sola mano, perché
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una sola mano, perché con l’altra teneva abbracciato
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la colonnina della bifora, con l’orologio di fronte
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emettendo un leggerissimo rantolo con la gola. Dal cortile
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cielo agitando il grembiule con le mani. ¶ Bortolana si
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era acceso una sigaretta, con le mani tremanti per
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agitazione. Cercava di attirare con dei piccoli versi gutturali
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spenzolato oltre la bifora, con uno strano verso nasale
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lontano del davanzale schermato con la rete. Indugiava ancora
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avvicinava un po’ troppo con la mano per incitarlo
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primo colombo penetrò finalmente con un saltello nel varco
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lo afferrò in fretta con la mano, per staccargli
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e penzolante, altri arrivavano con strani oggetti impigliati tra
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vedendo che alcuni arrivavano con gli occhi così chiusi
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I colombi stavano zampettando con mille piccoli versi sul
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di cominciare a spegnerla con cura nel padiglione annerito
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di luce. L’uomo con gli occhiali era girato
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distintamente ai lati. Infilzava con la forchetta le foglie
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deserta. Scesi in cortile con la valigia, che il
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che il Nervo fissò con una cinghia di cuoio
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sua scarpa stava lottando con il pedale, che sussultava
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motocicletta. Soltanto l’uomo con gli occhiali mi girava
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mi girava la schiena con ostentazione. E continuava a
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lampione, aggrappato al palo con le sole gambe, a
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testa, me la premette con forza contro il proprio
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faceva scattare il cavalletto con un colpo improvviso delle
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la nuca dell’uomo con gli occhiali, che rimaneva
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La motocicletta lo scavalcò con un lieve sobbalzo, s
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Ora la motocicletta sobbalzava con violenza, il mio sedile
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fosse fermato a premerlo con violenza e un gran
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di colpo nella luce, con le foglioline e l
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volte duelli di velocità con altri motociclisti, per non
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Il Nervo si gettava con tale concentrazione all’inseguimento
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lembo della mia veste con la mano, perché svolazzava
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stava gridando il Nervo, con la testa tutta girata
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di più, mi puntellai con i piedi per raggiungere
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Nervo l’aveva spenta con la consueta carezza alla
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avanzare tastando le pareti con le mani. Ci girai
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dentro i suoi mattoni con le loro mille sfrenate
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avevano cominciato a cinguettare con fragore, svegliati di soprassalto
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vertiginosa. Mi guardavo intorno con gli occhi spalancati, fermo
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esterna. ¶ Si guardò attorno con stupore, stringendo un po
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lungo la scaletta. Fissava con occhi così strabici i
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fondo alla scaletta, pose con esitazione la punta di
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di preciso, ma vedevo con stupore che si stava
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aveva ricominciato a raderla con la macchinetta attorno alle
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fila di stalle vuote, con i portoni di legno
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traballanti, senza neppure tenermi con le mani. Salivo lentamente
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resistenza, quando dovevo afferrarlo con la mano. Con la
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afferrarlo con la mano. Con la schiena puntata contro
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lì vicino. Mi pulii con la mano la veste
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di luce del cortile, con un rastrello in spalla
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l’impazienza, mentre armeggiavo con i pesanti catenacci. ¶ Poi
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aprì, l’uomo manovrò con decisione nella stradina. Doveva
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infangato e impolverato, entrò con decisione nella villa. ¶ Pochi
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proprio sotto la villa, con la Dirce. ¶ Stavo tornando
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stessero parlando tutti assieme con la bocca nell’acqua
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porose che facevano corpo con la finta roccia. Tenevo
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sollevate, e lunghi fili con le spine penzolavano qua
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prima di venire isolato con il nastro. Alcuni chiedevano
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di fronte alla villa con il Nervo. Un po
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aveva smesso di danzare con la Dea, era salito
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villa, ne stava scendendo con in braccio lo Ziò
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due facce erano premute con forza l’una contro
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scorreva bene. Lo scuoteva con forza, lo colpiva più
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sala studio, apriva quasi con furia il suo sacchetto
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la ributtava nel piatto con espressione amareggiata. Stritolava nel
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marmellata, prima di staccare con infinito disgusto la pellicina
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in aria, lo guardava con ostentazione mentre gocciolava. Anche
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punti diversi contemporaneamente. Modificava con le mani la curvatura
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corta e l’uomo con gli occhiali attirava la
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che pareva volesse incendiarsi con essa tutto il volto
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in avanti il corpo, con i gomiti sul freddo
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gli parlava. L’uomo con gli occhiali s’inclinava
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un tratto l’uomo con gli occhiali. «Dov’è
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percorre?» ¶ Oscillava nell’aria con violenza, il priore doveva
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Era quello dell’uomo con gli occhiali, che doveva
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la mano di lato, con spavento, per toccarlo. Era
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essere visto dall’uomo con gli occhiali, che stava
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le coperte. L’uomo con gli occhiali era già
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in mille modi diversi con le mani. E ancora
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alla tentazione di soffiarsi con fragore il naso in
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o averne inizialmente avuta, con un soffio quasi impercettibile
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ora si stava spostando con fragore appena al di
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da ogni lato. Fuggiva con la sua grande testa
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di fresco, le colpiva con forza, all’improvviso, si
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altre. Bisognava poi rovesciarle con l’aiuto delle dita
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luce. La sfioravo rapidamente con la lama, che diventava
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tranquillamente toccare e sfiorare con le dita, come un
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di fronte al tabernacolo con lo sportellino spalancato. Ci
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scarpe. Sfioravo il gradino con le dita, a volte
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Le guardavo, ogni tanto, con uno sguardo diagonale, e
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non perdere i collegamenti con l’altra parte, com
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la particola appena spezzata con fragore, e potevo distinguere
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a tempo per seguirlo con la patena verso la
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immobile e in attesa, con una piccola ostia già
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il padre priore reggesse con la mano sinistra, invece
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del lucido da scarpe con una leggera pressione della
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volta mentre la riponeva con cura nel tabernacolo imbottito
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tratti in modo tale, con la bocca non completamente
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suo volto. Mi bloccai con i piatti sulle braccia
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alto tutto lo spiraglio, con un gesto preciso, conclusivo
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gesto preciso, conclusivo, correndo con due dita dalle unghie
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passò lentamente. Ero salito con un libro di preghiere
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intorno alla nuova costruzione, con il libro di preghiere
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già verso di lui con la veste svolazzante, lo
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e la richiusi, cingendola con una cintura elastica sfilacciata
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sul suo alto cavalletto, con una ruota un po
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della vecchia costruzione. Camminavo con fatica attraverso i suoi
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i piedi l’uno con l’altro, come in
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il metronomo, che ticchettava con un tempo di quattro
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fatto un gesto complesso con le braccia, per dire
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vi si aggrappava affannosamente con tutte e due le
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battere più volte e con insistenza nella bocca della
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porzione di radicchio, afferrandola con la mano e sollevandola
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e sollevandola nell’aria con le sue foglioline tutte
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stavolta, aveva addirittura portato con sé la propria seggiola
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se non vuoi...» disse con aria rispettosa. ¶ La sua
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contrario, consegnato. ¶ Ero rimasto con le braccia penzoloni. L
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leggere?» mi chiese, fissandomi con grande serietà. ¶ Aveva il
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fece un gesto risoluto con la mano, come per
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concluse a voce alta, con aria distratta, quasi spazientita
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studio, cercavo di coprirlo con qualcosa, perché non si
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lo toglieva di mano con delicatezza. ¶ «Oh, grazie... dev
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pareva che mi aggirassi con troppa insistenza attorno a
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cominciato a portarlo spesso con sé perché mi capitava
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per un istante, reggendosi con le sole gambe. “Non
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giù senza le mani, con gli occhi molto abbassati
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le labbra. Si richiuse con forza, i denti stretti
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perché lo stava percuotendo con forza sulla schiena. Il
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spalle, sussultava gettandosi quasi con la faccia nel piatto
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Continuavo a mangiare piano, con gli occhi sbarrati dentro
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risata del Gatto riprendeva con i più disparati e
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in una generale risata, con una nota infinitamente più
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1998
si voltava a guardarlo con stupore. Capivo che stava
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sfiorava anche solo leggermente con un angolo della salvietta
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anche se l’uomo con gli occhiali aveva cominciato
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1998
aveva cominciato a tossire con insistenza in fondo al
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1998
coperte, ci entrava anche con la testa, per non
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1998
anche quando l’uomo con gli occhiali aveva superato
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1998
adagiato sotto le coperte, con la testa fuori. ¶ Mi
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1998
po’ meglio nell’aria, con le mani puntate nelle
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1998
e mi accorgevo talvolta con orrore che mi stava
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1998
si allontanava da me con aria quasi amareggiata. Si
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1998
tempo calciasse la palla con furore, colpiva violentemente ogni
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strada, saltava per colpire con la testa il pallone
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suo volto, lo colpiva con la dentatura sghignazzante. Si
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1998
dentatura sghignazzante. Si accalcava con gli altri alla base
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a gomitate, quasi volesse con questo esercizio distrarre per
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1998
guardare severamente l’uomo con gli occhiali, perché non
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1998
i tigli. L’uomo con gli occhiali si allontanava
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1998
di segnare un punto con un colpo particolarmente fortunato
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1998
appesantiva e le impastava con l’acqua si sbrindellavano
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venir voglia di frantumarle con gli occhi socchiusi, sotto
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1998
alle strette l’uomo con gli occhiali, perché lo
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1998
si fermava a parlargli con durezza sotto i tigli
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1998
stessa scorgevo l’uomo con gli occhiali trafficare attorno
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nascondeva quasi del tutto con la schiena, ma mi
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Anche il suo rapporto con gli oggetti era cambiato
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1998
la prendeva a volte con il comodino, quando il
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guardavano entrambi da terra, con le teste in fiamme
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1998
accelerare i loro colpi. ¶ Con un ultimo sforzo, il
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1998
la forma dell’uomo con gli occhiali, che stava
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1998
si tolse la veste con movimenti molto lenti, si
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1998
distesamente, sottovoce, guardandoli ciascuno con una faccia differente. ¶ Ebbe
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1998
giorno prima. L’uomo con gli occhiali aveva annodato
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Era infinitamente più difficile, con quel complesso campanello multiplo
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1998
perfette linee rette, lanciandolo con movimenti precisi della mano
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1998
dell’altare. L’uomo con gli occhiali si era
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1998
inamidata, sulla veste rossa, con bordature che trasparivano dai
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1998
ultima volta l’uomo con gli occhiali, mi parve
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1998
gli altri stavano intonando con forza l’Alleluja. Mi
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1998
priore muoveva gli avambracci con difficoltà, quasi imprigionato dai
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1998
e ci andava su con i piedi e forse
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1998
altare, manovrava le mani con fatica. Spuntavano appena dal
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1998
alto dell’altare, incandescente, con qualche grano d’incenso
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1998
parte. Fissava la carbonella con occhi che sembravano assonnati
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1998
mano di scatto. Afferrò con due dita la carbonella
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1998
forse non la stringeva con abbastanza forza perché ricadde
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1998
ultima volta, l’afferrò con un gesto furioso della
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1998
della bruciatura, si girò con una torsione quasi completa
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1998
non doveva averlo scosso con forza sufficiente perché ciascuno
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1998
e mentre l’inghiottiva con tutte e due le
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1998
cominciava già a staccare, con tutti i cerchi incendiati
265
1998
del torrone. L’uomo con gli occhiali, che neppure
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1998
vedevo più l’uomo con gli occhiali. Feci un
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1998
meglio, me li stropicciai con le dita per togliere
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sagoma inconfondibile dell’uomo con gli occhiali. ¶ Avrei voluto
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1998
mio posto. L’uomo con gli occhiali stava seduto
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1998
sciolta, e fumava intensamente, con gli occhi chiusi e
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1998
cortile. Lo vedevo appartarsi con il vicario nella vecchia
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1998
padre priore stava battendo con forza le mani in
273
1998
di nuovo. L’uomo con gli occhiali, che doveva
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1998
se ne stava coricato con le mani dietro la
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1998
lavava i piedi, intanto, con un filo d’acqua
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scivolare giù dal letto con la metà superiore del
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1998
testa capovolta potesse comunicare con un’altra testa capovolta
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1998
esempio, mentre stavo inginocchiato con le mani giunte ai
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1998
e a saperlo individuare con precisione si poteva anche
280
1998
quando colpiva il pallone con la testa, i capelli
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1998
per cercare il pallone con lo sguardo, ma riuscivo
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1998
due squadre si lanciasse con grida di vittoria verso
283
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seminarista sordomuto. Colpiva tranquillamente con la testa il pallone
284
1998
all’improvviso, aveva colpito con una riga chi stava
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1998
un po’ in avanti con la testa, avrei potuto
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in chiesa a esercitarsi con l’armonio. Venivano infatti
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la sala studio. Ascoltavo con la testa ancora chinata
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in fondo alla piscina con gli schettini ai piedi
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ricopriva i tavoli, toccava con le dita le puntine
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pescare la fetta bagnata, con due dita nel brodo
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priore interruppe il silenzio con un cenno improvviso della
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a parlare. L’uomo con gli occhiali era arrossito
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del soffitto. Nessuno parlava con l’uomo con gli
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parlava con l’uomo con gli occhiali, anche il
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vidi che l’uomo con gli occhiali stava camminando
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lo chiamò a sé con un cenno, serio in
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volto. Li vedevo discutere con animazione, l’uomo con
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con animazione, l’uomo con gli occhiali aveva ripreso
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vidi che l’uomo con gli occhiali stava salendo
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mano una valigetta molle con due manici. Quando fu
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indicò uno all’uomo con gli occhiali, che ci
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sulle ginocchia, fece scorrere con emozione le cerniere. Alcuni
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Poi vidi che apriva con emozione ancora maggiore il
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ancora usato. Lo richiuse con cura, ascoltando il suo
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camerata silenziosa. Si avviò con gli altri verso lo
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vedere che l’uomo, con la testa adagiata sul
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seguivo il sacerdote reggendo con una mano la patena
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successiva, mentre stavo seduto con gli schettini ai piedi
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sentii che stava mormorando con sforzo l’uomo con
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con sforzo l’uomo con gli occhiali «e arrivare
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forte, guardandolo nella penombra con la faccia paleolitica. ¶ E
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stava dicendo l’uomo con gli occhiali «e guardavo
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Avevo toccato la ringhiera con la mano. Nello stesso
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cielo, mentre stavo seduto con gli schettini ai piedi
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ne stava solo e con le mani in grembo
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serrate nel cortile, inseguendosi con maglioni di lana nera
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dal freddo. ¶ L’uomo con gli occhiali si aggirava
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sembravano filtrare quei giorni con sempre maggiore intensità, si
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palla di neve scagliata con forza da un punto
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bottiglie esplose. ¶ L’uomo con gli occhiali continuava a
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avvicendavano all’inginocchiatoio. Seguiva con gli occhi quelli che
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delle tempie. Lo guardavo con la coda dell’occhio
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teneva ferma la testa, con tre dita irradiate alla
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ma fissava il pavimento con grande intensità, quasi vi
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L’altro prefetto stava con la testa inclinata, mentre
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un paio di volte con grandi scatoloni che si
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e ben distese, ma con le dita incastrate e
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che continuava a salire con la testa arrovesciata e
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di imbrigliargli il polso con entrambe le mani per
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l’altro prefetto ritornò con un piccolo verso contro
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il Gatto. Non so con quale gesto riuscì ad
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dei bottoni della veste con un unico gesto della
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ritornavano verso la camerata con la salvietta gettata sulla
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rovesciati. Alcuni letti, urtati con violenza, dovevano spostarsi qua
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là graffiando le mattonelle con le zampe. ¶ Mi affacciai
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comodino e lo rovesciavano con grande fracasso di lamiere
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bui, e molti restavano con gli occhi sbarrati, la
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di creare un ponte con la spina dorsale. ¶ Mi
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giochi dell’eternità. ¶ Raggiungevo con la salvietta sulla spalla
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bottoni già slacciati, entravo con la testa e le
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era un semplice stanzone con due file di inginocchiatoi
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fissassi sul corpo spostandomi con gli occhi abbassati attorno
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Uscivamo dalla piccola quinta, con una curva vicino ai
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sue parti. Lo seguivo con la patena, mentre gli
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improvvisa bruciatura. Lo seguivo con gli occhi mentre asciugava
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raccolto, scegliendo il posto con cura perché poteva capitare
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compiere lunghi giri diversivi con l’intento di raggiungere
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Noctem quietam. Mi slacciavo con un unico gesto calcolato
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po’, lavandomi le mani con la saponetta, il cielo
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al sonno. ¶ 2 ¶ L’uomo con gli occhiali ¶ Il mattino
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notare un uomo alto, con gli occhiali, che si
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l’uomo stava aggrappato con entrambe le mani a
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alla fine, e terminavano con le sue parole anche
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priore stava parlando affannosamente con il Gatto. ¶ «È ancora
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chiedendo. ¶ Il Gatto annuì con un cenno nervoso della
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padre priore lo attendeva con impazienza, rosso in volto
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inviava cenni di saluto con le mani. Venivano in
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il Gatto. Passeggiava conversando con gli occhi socchiusi, sollevato
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sollevato. ¶ Non era difficile, con una piccola smorfia infinitamente
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alla regola del silenzio con un semplice cenno della
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facevano arrivare i piatti con il cibo. Bisognava sussurrare
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padre priore era arrossito con violenza, le sue teste
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vecchia costruzione. ¶ L’uomo con gli occhiali era ancora
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gironzolando dietro il cancello con aria indifferente, ma osservava
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riuscivo a scorgere, vidi con stupore che il Gatto
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Gatto e l’uomo con gli occhiali stavano parlando
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ancora chiuso. L’uomo con gli occhiali scuoteva leggermente
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vidi che l’uomo con gli occhiali era sempre
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Stavolta era l’uomo con gli occhiali che parlava
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ammutolire. ¶ Poi l’uomo con gli occhiali scomparve per
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dormire silenzioso e immobile, con le ginocchia asimmetricamente rialzate
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dopo il sonnellino, vidi con stupore che l’uomo
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stupore che l’uomo con gli occhiali era tranquillamente
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e si guardava attorno con grande meraviglia, mentre alcune
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a sua volta inginocchiato, con tutte e due le
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a guardare l’uomo con gli occhiali. Lo sorprendevo
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gli occhiali. Lo sorprendevo con la testa per aria
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sulle sue pupille. Sfiorava con le dita uno spigolo
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i tigli. ¶ L’uomo con gli occhiali li seguì
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chi fosse quell’uomo con gli occhiali. Ponendomi a
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impercettibile moto in avanti con la testa. ¶ Poi lo
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sapere che l’uomo con gli occhiali era un
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ci raggiunse, l’uomo con gli occhiali osservava ogni
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occhiali osservava ogni cosa con aria stralunata. L’avevano
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cisterna dell’acqua prendendolo con due sole dita, per
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ultima volta l’aliante con la mano. Adesso mi
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là dentro alla rovescia, con la schiena contro la
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era arrossito di colpo con violenza, perché da dentro
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recitando il padre priore, con la bocca vicinissima alla
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quei buchini?” mi chiedevo. “Con un segmento di filo
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facendo esercizi di respirazione con le braccia...» ¶ La sera
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come se stesse parlando con se stesso. ¶ Era chiamato
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sala studio, mentre stavo con la testa appena rasata
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i gradini dell’altare con le scarpe da ginnastica
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dormitorio, camminava a braccetto con l’altro prefetto lungo
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Correva verso l’officina, con gli schettini ai piedi
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per guadagnare tempo. Tornava con un nuovo favo di
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i lineamenti. ¶ Mi giravo con la sola testa verso
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a occhi chiusi. Stava con entrambe le braccia rovesciate
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al proprio posto reggendoli con una sola mano, frusciavano
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fece un gesto minaccioso con la mano. ¶ Scendevamo pian
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carne attorno alla forchetta, con le maniche della veste
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continuava a sussurrargli qualcosa con animazione crescente, rimaneva indietro
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nel mangiare, doveva recuperare con due o tre forchettate
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irrigidisse all’improvviso. Stava con le mascelle serrate, non
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indicando inequivocabilmente al Cavatappi, con un unico cenno rapidissimo
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una mano mentre parlava, con quel pettino dai bordi
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dai bordi seghettati, mentre con l’altra si passava
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tanto in tanto qualcuno, con la mano, anche il
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tra di loro sottovoce, con la mente altrove, qualcuno
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preparava già spiritualmente, camminando con la fronte aggrottata sotto
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priore continuava a guardare con ansia l’orologio. ¶ Osservavo
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erano sempre interminabili. Attraversavano con la testa rasata il
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rientrava quasi di corsa, con gli occhi rossi. Stavamo
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di pane che rotolavano con fragore, cominciavano un istante
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i suoi soliti segni, con le mani...» ¶ «E il
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orecchie.» ¶ «E cosa fa con le altre dita?» ¶ «Le
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padre priore si spostava con emozione crescente nel cortile
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a lungo gli occhi con le dita, e intanto
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altro seminarista stava tornando con la testa un po
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mie spalle, e scendevo con le ginocchia sul segmento
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era andato a sedersi con un saltello sopra il
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il davanzale. Si reggeva con una sola mano, non
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il suo volto controluce. Con l’altra mano si
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tratto, scendendo dal davanzale con un salto. «Forza, adesso
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sghignazzare. ¶ Stavo in silenzio, con la testa girata, cercavo
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la stola in grembo, con tutte e due le
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senza parole, a tratti, con tutti e due gli
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ripreso a farsi vento con la stola. I miei
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priore si spostava ingobbito, con le teste in fiamme
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padre priore era entrato con lui nel macchinone ancora
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fissava una ruota qualsiasi, con gli occhi spalancati. Il
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capitava che cantasse «Crucifige!» con la voce in falsetto
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domandasse «Quid est veritas?» con la stessa potente voce
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canto riprendeva a snodarsi con infinita lentezza. I chierici
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di nuovo a camminare con i volti ancora accaldati
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e isolati, da sbriciolare con il tocco più lieve
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canto del Passio procedeva con enorme lentezza, pareva non
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a Pilato. «Non parli con me? Non sai che
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un sandalo battendoci sopra con una pietra. La luce
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che gli stava tirando con due dita la pelle
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correre, reggeva il manubrio con una sola mano e
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ape arrivava volando stordita, con le zampette cariche di
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si spostava nel cielo con il suo guscio brulicante
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sollevata per non inciamparci con i piedi. Le api
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di cacciarlo fuori aiutandosi con lo spegnitoio, mentre il
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sul tabernacolo, lo serrava con tutte le dita, da
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apriva lo sportellino dorato con le braccia quasi immobilizzate
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bocca spalancata. Le colpivo con la patena dorata per
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dal pene appena circonciso con l’aiuto di un
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muovevano il piccolo uncino con grande precisione, i fili
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Mi girai a guardare con stupore, verso il cancello
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poi rovesciate più volte con una grande vanga. ¶ Raggiunsi
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Mi spostai un po’ con i piedi, provai a
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di una grande motocicletta con il sidecar. ¶ “La moto
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tratto. ¶ Continuavo a guardarla con gli occhi molto stretti
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sostituite le vecchie manopole con altre più nuove e
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si poteva chiudere ermeticamente con la chiave, e anche
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larga e tutta sagomata, con due piccole conche una
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armonio continuava a venire con insistenza dall’interno. “Chi
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seminaristi ascoltavano attentamente e con la fronte aggrottata. Finché
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finestre, schermandosi gli occhi con la mano per riuscire
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sentii che stava dicendo con la testa tutta girata
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si tagliavano l’una con l’altra a velocità
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gli altri seminaristi stessero con gli occhi abbassati e
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vecchia costruzione, si fermavano con gli occhi spalancati dietro
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del suo coperchio sbattuto con forza sulla tastiera. ¶ «Cosa
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la sua mano giocherella con le frange della tenda
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e di confondersi rapidamente con gli altri nel cortile
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stringendo il solo coperchio con le dita, se tenerlo
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stringerlo contro il petto con tutte e due le
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denti. Il Nervo stava con la testa girata da
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a pieni polmoni, camminando con la giacca slacciata lungo
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tratto, si fermò. ¶ Stava con la testa girata, ma
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un po’ isolati e con il volto in fiamme
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di confondersi di nuovo con gli altri che stavano
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lassù senza neanche tenersi con le mani, capivo che
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parte quella grande motocicletta con il sidecar...» ¶ «Che cosa
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all’altra, si spostavano con la faccia girata verso
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a toccarle. ¶ Lo calibrai con la mano, muovendomi verso
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Albino continuava a rimestare con la forcella sotto la
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accanto alla massa. Seguivo con gli occhi l’instancabile
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reggendoli per le cinghiette con una sola mano, verso
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la serra spenta e con la porta ancora spalancata
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per gli ultimissimi saluti, con un bicchiere d’acqua
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stavo già per riempirla con tutte le mie cose
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era pronta e sigillata, con la sua cinghia. Mi
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padre priore era chinato con entrambe le teste sul
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anche qualche seminarista salito con la scusa di prendere
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essere intenti a giocare con un pallone così soffice
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fondo al letto. Guardavano con curiosità verso di me
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stessi. Continuavo a guardarlo con gli occhi quasi chiusi
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era più l’uomo con gli occhiali, il suo
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mi riaddormentavo di colpo, con la testa ancora tutta
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tuorlo d’uovo scagliato con forza contro la parete
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lontano, se mi vedeva con la testa girata verso
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letto vuoto dell’uomo con gli occhiali, prima di
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un’incontenibile emozione. Stavo con la testa girata verso
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e sollevando le tapparelle con fragore, neppure quando avevano
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cassetti dei comodini, battendoli con la mano se stentavano