parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli increati, 2015

concordanze di «con»

nautoretestoannoconcordanza
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arrivato dopo un po’ con la veste sbottonata, senza
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colpire tutti e due con il rovescio della mano
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corsa fuori, in silenzio, con i piedi nudi. Era
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piena notte, ha afferrato con una sola mano la
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zampe sul pavimento, lui con la testa e la
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confetti che io stessa, con le mie mani, avevo
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priore e del vicario, con la sua mano che
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a infrangere i confetti con i denti, me li
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Gliel’avevo fatto io, con le mie mani, con
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con le mie mani, con le stesse mani che
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del suo corpo direttamente con il mio corpo, con
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con il mio corpo, con le mie mani, le
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mani, le braccia, non con quella stupida fettuccia metrica
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e se lo calzava con le stesse mani che
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chiesina stavano già cantando con le bocche spalancate e
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era entrato a capofitto con la sua testa che
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e il Gatto, io con la mia veste rossa
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abbagliante che si torceva con fragore nelle sue pieghe
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gli scopriva la chierica con il rasoio prima dell
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anche se era giorno, con la scusa di ordinarmi
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io gliel’avevo accarezzata con le mani, gli avevo
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mani, gli avevo allargato con le dita i lembi
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nostre teste facendo ruotare con fragore le loro grandi
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gli chiedevo, gli bisbigliavo, con la testa vicino alla
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baciarmi e a morsicarmi con la sua bocca bagnata
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nessuno diceva niente, restavano con gli occhi sbarrati nei
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nudi, la pietra sacra con la reliquia su cui
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cui mi ero seduta con il mio culo caldo
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nero prima di scendere con un salto. Però una
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lui aveva preso niente con sé. Eravamo solo io
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il corpo tenendoli stretti con le mani dentro il
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e per incernierarci ancora, con le mani, le braccia
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dello stesso mondo. “Vieni con me!” gli dicevo io
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irruzione dentro di me con tutto il suo corpo
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piccole stanze, rifugi...» ¶ Sto con gli occhi aperti, sbarrati
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l’esofago del piumante con un tronchese, ti vedrò
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periferie dove allora vivevo, con una lattina di birra
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improvviso. Mi ha guardato, con dolcezza e con enorme
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guardato, con dolcezza e con enorme stanchezza. “Che Paese
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ha voluto tenere sollevata con la sua morte la
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ha guardato a lungo, con la sua grande testa
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terrore!” gli ho detto, con la mia voce roca
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la mia voce roca, con la mia grande bocca
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appena gettata in avanti con il corpo e la
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testa, quasi a filo con la lastra buia del
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filo del telefono tranciato con un coltello dove le
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mentre camminavo da solo con la testa in fiamme
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in questa strada buia, con la testa tutta bagnata
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colpito qualcosa, più volte, con una sbarra di ferro
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è gettata là sotto con la testa ricoperta dal
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corpo legato al suo con la cinghia e avvolto
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è acceso di colpo, con un rombo, e che
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il suo piede nudo con le sue dita nude
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la tavoletta dell’acceleratore, con esaltazione, con furia. E
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dell’acceleratore, con esaltazione, con furia. E che poi
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spostarsi improvvisamente in avanti, con un rimbombo, nel tempo
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un’altra rampa, passando con le sue enormi ruote
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a manovrare il cambio, con forza, con rabbia, all
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il cambio, con forza, con rabbia, all’inizio di
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l’uno all’altro con la cinghia per non
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separati, tutti e due con gli occhi sbarrati, le
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sta gridando. «Ti porterò con questa bomba morta dentro
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un boato, colpendolo ripetutamente, con forza, col palmo della
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muso, manovrando il cambio con furia per far salire
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neri che si muovono con furore sulla pedaliera. ¶ «Dove
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le grido, per coprire con la mia voce il
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nel dormitorio in penombra, con la testa sollevata un
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soltanto, dopo un po’, con la sua voce roca
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anche lei allo schienale, con un sospiro. «Tu non
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legato a lei e con il corpo avvolto nel
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senza girare la testa, con la sua voce roca
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passo tastando le pareti con le mani, prima di
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e lo stava guardando con gli occhi spalancati nel
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vedevo uscire mentre stavo con la testa girata verso
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verso il suo letto, con gli occhi socchiusi, tra
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vicinissimo alla mia testa «con le scarpe infilate direttamente
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dove ero appena salita con un balzo, a piedi
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candele nuove nei candelieri, con gli stoppini mai accesi
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mi stringeva la mano con la sua, che pulsava
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nel cuore della notte con le gambe che ci
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tremavano per l’emozione, con i corpi nudi sotto
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mia grande bocca nera con la sua che tremava
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aprirla, e per entrare con la sua bocca e
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la sua bocca e con la sua lingua dentro
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avesse cominciato a sparare con il fucile contro i
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fosse addormentato di colpo con il fucile in mano
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saldate. Così, invece che con le mani, abbiamo cominciato
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abbiamo cominciato ad accarezzarci con le bocche, coi denti
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neri che sembravano carbonizzati, con qualche ape che ci
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slacciati della sua veste, con le mie mani morbide
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accarezzava e mi stritolava, con le mani, la bocca
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forte, quando è entrato con violenza dentro di me
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sottovoce, mentre eravamo avvinghiati, con emozione, nel buio... L
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per venire a bruciare con me. Scrutava i lineamenti
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senza fiatare, lo graffiava con le unghie, io sentivo
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e ci accarezzavano convulsamente con i corpi nudi, nel
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accostarsi ancora di più con la sua testa e
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la sua testa e con la sua bocca, da
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turbine della morte. ¶ «Cominciamo con le solite, piccole cose
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persone ammazzate all’inizio con asce, martelli, bastoni, poi
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che costringono le madri con i neonati in braccio
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i denti d’oro con le tenaglie, le enormi
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precipitarmi giù in strada con l’ascensore e unirmi
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ero affacciato, che stavo con la testa oltre lo
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Si stavano tenendo stretti con le braccia e le
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sentivo, e li guardavo, con gli occhi sbarrati, nel
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su un muro, oppure con la pelle a brandelli
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nei loro lettini bianchi, con le testoline pelate, durante
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poi mi ha fotografato con il suo corpo dopo
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turbine sollevato da lei con la sua corsa in
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ai miei occhi, rimarrà con il suo giovane corpo
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tenuto sollevato un po’ con le mani, le chiazze
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i contorni del mondo con la sua radiazione luminosa
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mie mani sono incernierate con altre due mani. ¶ Guardo
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chi sei?» le domando, con la testa girata verso
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nella corsa, mi guarda con i suoi grandi occhi
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e intanto mi sorride con tutto il suo volto
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il suo volto lanciato, con le sue vaste labbra
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Principessa?» le domando ancora, con enorme emozione. ¶ «No, sono
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capelli» mi risponde sorridendo con tutta la sua testa
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la velocità della corsa, con la sua voce roca
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due faglie si scontrano con fragore e avviene una
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della resurrezione che chiedono con le loro vocine di
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dentro la morte, parlando con un scrittore di un
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che andava in giro con una bambina coreana sopra
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improvviso la Suora Nera, con la sua voce roca
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forte verso di sé, con la sua mano nera
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correre vicino a me con la testa puntata in
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tirandomi verso di sé con tutte le sue forze
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non è voluto risorgere con cui erano incernierate e
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risponde. «A fare presa con la pianta e con
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con la pianta e con le dita nude dei
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vibrano e si colpiscono con le loro lamiere morte
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della mente “e saliva con un balzo, si spostava
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inginocchiato sul primo gradino, con il mio turibolo che
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da quel foglio azzimo, con una leggera pressione delle
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a me, che piangeva con tutte e due le
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uno dei letti vicini, con la testa appena rasata
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è dentro la morte, con la testa un po
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mi attira a sé, con la mano e col
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alla Suora Nera, indicando con l’altra mano il
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dei suoi capelli scendere con fragore dall’alto avvolgendo
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traino, e ha avvolto con quella i nostri due
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morte. E che poi, con tutte e due le
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una giornata di lavoro, con il calice in una
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di particelle in combustione con le loro labbra dipinte
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si aprivano al piano, con la sua luce accecata
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saldamente per mano. ¶ «Vieni con me!» mi grida d
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grido allora senza fermarmi, con la testa girata verso
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suoi passi che scavalcano con un balzo le zone
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ci sono a filo con le strade, dalle vetrate
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mano, alla mia sinistra, con forza. ¶ Giro la testa
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stringendo a sua volta con forza, dall’altra parte
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di lato per tirare con ancora più forza, e
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risorto mentre si gira con infinito stupore a guardarmi
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risorti. ¶ «Ecco, lui adesso con la sua corsa sta
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correre al mio fianco, con la sua mano incernierata
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Lui li sta trascinando con la sua corsa cieca
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che si è sollevato con la sua corsa. Crescerà
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mi tiene per mano, con la testa inclinata nella
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irresistibilmente dopo un po’, con la voce che trema
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Lei mi ha fotografato con il suo corpo e
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il suo corpo e con la sua vita e
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la sua vita e con la sua morte, adesso
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sbilanciato in avanti e con la testa girata per
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dei morti, stavamo mangiando con la nostra morte la
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dentro altri corpi morti con la furia dei nostri
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dentro la loro morte con la nostra morte, abbiamo
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e allora correremo fuori, con le radici dei nostri
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morte, e terranno sollevata con la loro morte la
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incontrare, ti potrai congiungere con la sposa dei morti
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dei morti e scaturiscono con tutti i loro corpi
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la morte, stavamo guardando con i nostri occhi morti
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la morte, stavamo chinati con le nostre teste morte
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stavamo digitando sulle tastiere con le nostre mani morte
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mani morte, stavamo muovendo con le mani i nostri
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mi muovevo nel mondo con il mio corpo che
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suo volto che tremava con violenza per contenere dentro
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era anche quell’uomo con gli occhiali che arrivava
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anche quel seminarista sordomuto con la testa ricoperta da
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e dentro questo buio con la mia lucina che
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buio. Il mio rapporto con questa vita si è
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così disperatamente un passaggio con il residuo del mio
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Sarei rimasto in silenzio, con le lacrime agli occhi
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prete sordomuto seduto immobile con la stola sopra le
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stola sopra le spalle, con gli occhi chiusi, nel
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in quel mondo deserto, con la testa in fiamme
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avrebbe provato a spingermi con il muso, per vedere
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devo stare ogni volta con tutta la mia vita
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la mia vita e con tutta la mia morte
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mie spalle, mentre fendo con il corpo e col
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subito, in ogni forma, con ogni pretesto: razziale, etnico
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tutto avvolto nelle bende, con il corpo martoriato e
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poter creare il mondo con la resurrezione. Deve vivere
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che vagano nello spazio con i loro dèi vivi
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tu spezzi questo cerchio con la resurrezione» ho provato
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sono riuscito a domandargli con un filo di voce
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che deve tenere sollevato con il peso della sua
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mi ha chiesto ancora, con la sua voce infinitamente
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ma a bassa voce, con dolcezza, tranquillo. “Perché?” ho
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tenere sollevata la vita con la mia morte, perché
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ripetuto la sua voce con dolcezza, nel buio. “A
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dalla pietra, dal buio, con la sua bocca quasi
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scacciato, assente, eppure percepivo con inconcepibile risalto la presenza
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il sonno dei morti, con il mio carico di
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ho quasi gridato, muovendo con fatica la mia povera
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le ho srotolate girando con le mani intorno al
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mi è parso, toccandola con le dita dalle ossa
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della tomba. Ho tastato con le mani. Non era
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case lesionate dal terremoto, con delle coperte impolverate sopra
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risorgere dalla morte chi con la sua morte mi
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morte. ¶ Sono entrato, spostando con le mie mani la
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riuscito a dirgli soltanto, con la mia bocca sfasciata
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la mia bocca sfasciata, con la mia voce che
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chiesto dopo un po’ con dolcezza, dal buio. ¶ «Sono
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risorgere» gli ho detto con la mia voce che
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voce mi stava dicendo con dolcezza dal buio. ¶ Mi
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gli ho detto incontrollabilmente, con le lacrime agli occhi
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fare argine alla morte con la mia morte. Se
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fare argine alla vita con la mia vita?» ¶ Non
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a sciogliergli piano piano, con dolcezza, le bende. ¶ Mi
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detto un’ultima volta, con dolcezza. «Io non risorgerò
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questo momento sto parlando con qualcuno nel buio, siamo
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a domandare nel buio, con il corpo gettato in
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2015
che sono ancora seduto, con un piede da una
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di fronte a me, con la mano tesa, e
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terremotate dei morti, salgono con i loro movimenti sismici
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sconnessa. ¶ Lui la colpisce con un calcio. Anche l
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lui tiene sempre stretta con forza la mia mano
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I morti mangiano?» grido con enorme stupore all’uomo
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si spostano tenendosi stretti con le mani e le
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senza smettere di correre, con la testa girata verso
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2015
mi grida. ¶ Lo guardo con gli occhi sbarrati. ¶ «Ma
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nel continente dei morti, con la testa girata verso
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dei grattacieli dei morti, con gli occhi spalancati e
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anch’io?» gli domando, con la voce che trema
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le lacrime dagli occhi con l’altra mano per
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morte! Io non entrerò con la mia morte nella
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si spostavano nella notte, con le loro luci, mi
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buio, che si confondevano con i poggiateste. Anche i
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eri in piedi, ferma, con gli occhi socchiusi, le
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sorride ancora di più, con la bocca, con gli
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più, con la bocca, con gli occhi. ¶ «Perché, sei
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2015
sei geloso?» ¶ «Ma poi con che cosa li fotografi
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lei mi guarda, sorridendo con gli occhi socchiusi, le
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sei morto?» mi chiede con dolcezza. ¶ Non so risponderle
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linea dei miei occhi. Con le dita di tutte
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completamente, in modo proporzionale, con abbandono totale, nel continente
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solo dentro la morte con tutta la mia vita
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sarà un tutt’uno con un simile smottamento di
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immaginato gli uomini vivi con i loro scienziati vivi
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catastrofi, epidemie. Però ormai, con lo sbalorditivo aumento demografico
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sbalorditivo aumento demografico umano, con l’incontrollabile aumento della
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sollevato dall’altra parte con il proprio peso il
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stanno fronteggiando la morte con la loro tecnologia che
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pornografia dei morti! Adesso, con questa tracimazione che comincia
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morti che girano ugualmente con le borse piene di
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caso, salgono e scendono con gli ascensori, suonano alle
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loro, lacerano le buste con le mani, coi denti
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sposta sotto di me con sempre maggiore violenza. I
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il coito e sbattuti con ancora più violenza gli
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si vedono ugualmente e con enorme evidenza le spaventose
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inclinata in avanti e con i cardini fuori dal
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2015
ascoltavo la tua storia con le lacrime agli occhi
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nel buio più fitto, con la sua testa ben
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alta, ma grida, grida con le lacrime agli occhi
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così profondo e allagato con il quale i morti
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lì dentro? Falla finita con quella pantomima della morte
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quella pantomima della morte con la quale mi hai
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2015
quasi dal gridargli, muovendo con fatica la mia bocca
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2015
altre cose da dirgli, con la mia povera bocca
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2015
sua voce ha bisbigliato, con dolcezza, dal buio: “Io
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2015
in silenzio, stavano sciogliendo con delicatezza le bende in
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2015
voce mi stava dicendo con dolcezza, nel buio. L
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stava dicendo sottovoce, sorridendo con dolcezza nel buio. ¶ Sono
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2015
asinello, che era legato con una corda all’esterno
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2015
ad abbassare ripetutamente e con violenza la testa. Gli
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2015
ho chiuso la bocca con le mani, prima che
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dei borghi vicini, romani con i loro ridicoli elmi
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i loro ridicoli elmi con il pennacchio che si
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2015
grida, qualcun altro tagliava con il coltello i lunghi
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ci trottava sopra scuotendo con emozione la testa ed
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2015
ed emettendo brevi ragli con la sua voce potente
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tappeto sempre più spesso, con tutto il peso della
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2015
saprei dire, stavano flagellando con furia il mio corpo
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2015
le vie di Gerusalemme, con il palo della croce
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2015
la morte, stavo accostando con la cruna della mia
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2015
della morte, stavo mostrando con sbalorditiva evidenza di fronte
289
2015
mente di domandare ancora, con la testa fuori, gridando
290
2015
diventare morti. Si gettano con i loro volti morti
291
2015
loro volti morti e con le loro frenetiche codine
292
2015
là, addormentati e atterriti, con le loro manine che
293
2015
non c’è più, con i loro occhietti sbarrati
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in mano il tagliando con il suo numero, come
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2015
da quale altra parte, con il suo corpo fotografato
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corpo fotografato e abbagliato, con il suo volto affiorato
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l’interno dei corpi con i raggi di luce
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i raggi di luce, con gli ultrasuoni, delle lastre
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arrivo davanti all’ascensore, con quell’abito da sposa
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fa cenno di sì, con la sua bella testa
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me, continua a guardarmi con gli occhi socchiusi, il
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dell’alba sono arrivato con la mia veste nera
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anche tu mi guardavi con i tuoi occhi che
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sei sollevata i capelli con una mano e mi
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orecchie!”. E quando ruotavo con la bicicletta attorno ai
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prima ancora, quando passavi con la zampa di gatto
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dai proiettili dello Ziò, con il pene appena circonciso
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interrompe, guardandomi da vicino con i suoi occhi socchiusi
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a staccarsi. Ho preso con una mano il tuo
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lo avevi appena liberato, con l’altra l’ultimo
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chinandomi sopra di te con la testa, e allora
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dall’alto della scaletta, con la torcia... Eravamo rimasti
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la grotta, la montagnola con la vasca e quel
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dietro l’altro, uno con la testa contro il
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colombaia, la mia casa con i pavimenti di cemento
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e poi a quella con il lettone e con
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con il lettone e con il soffitto sfondato da
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della villa, la serra con quel lucernario dai vetri
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la stanza di Turchina con l’abito da sposa
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uscita dalla mia casa con lo specchio, lo avevo
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me, ma da lontano, con la tua veste nera
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giravi intorno a me, con la tua bicicletta dal
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per riuscire ad arrivare con le mani fino alla
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punta dei piedi e con tutte e due le
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toccato un’ultima volta con le mani allungate al
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camminare verso la serra, con le mie scarpe basse
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poi davanti al gabinetto con la porta aperta, e
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che pullulavano a filo con l’acqua della vasca
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gli occhi, la testa, con la mia grande capigliatura
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volta sormontata dallo stemma, con quel rimbombo, e che
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il vestito dal letto, con due dita di ogni
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dita di ogni mano, con precauzione, perché non si
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da sposa, lo stesso con il quale ti ho
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dopo che sei arrivato con una nuova ondata di
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specchio. Mi sono girata, con le braccia ancora sollevate
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in mezzo al cortile, con la canna, e i
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brandello di carne rigettato con furia da un altro
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tutta la vostra relazione con ciò che percepite attraverso
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non avrebbe più relazione con l’immagine che vi
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li facevo volare via con un soffio, se li
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lenti, probabilmente le femmine con le trippe piene di
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piano della mia vita con un pugno altrettanto violento
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cominciata ventisei anni fa con Gli esordi e proseguita
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Gli esordi e proseguita con Canti del caos fino
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un modo di percepire con le superfici dislocate dei
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fuori dai finestrini bui con le loro facce morte
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fermarsi. Treni che corrono con i vagoni illuminati nel
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mai capitato di vederne, con le luci sfuocate per
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continuate a guidare sbadigliando con gli occhi socchiusi, velati
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dell’autista che guida con gli occhi come bendati
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al buio a guardare con gli occhi chiusi i
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schermo. Anche i teatri, con i loro palcoscenici pieni
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i piumini, li coprono con l’ombrello all’uscita
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i loro autisti morti con le mani già sopra
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le sale dei videogiochi, con le loro bolle colorate
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morti, gli internet point con le loro schiere di
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taxi che si fermano con le portiere spalancate davanti
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compenetrano le vostre spalle con le loro spalle soffici
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silenzio. L’autista guida con la testa un po
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di braccia stesse battendo con forza le spade contro
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a cui era unita, con cui era stata una
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seduti ai nostri banchi, con i piedi posati sugli
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aperti tra le mani, con i segnalibri colorati oltre
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a noi nella penombra con la sua grossa testa
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per convincerla ad andare con lui? E cosa avrebbe
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senso?”. ¶ Demone: “Vuoi venire con me?”. ¶ Angelo: “Vuoi venire
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me?”. ¶ Angelo: “Vuoi venire con me?”. ¶ La mia anima
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differenza?”. ¶ Demone: “Vuoi stare con la vita?”. ¶ Angelo: “Vuoi
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vita?”. ¶ Angelo: “Vuoi stare con la vita?”. ¶ La mia
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cosa!”. ¶ Demone: “Vuoi stare con la morte?”. ¶ Angelo: “Vuoi
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morte?”. ¶ Angelo: “Vuoi stare con la morte?”. ¶ La mia
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gli si accalcavano attorno con i libri aperti e
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facendo ruotare la testa, con la sua larga bocca
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provato ancora a dire, con la voce sempre più
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qui, vi sto parlando con un’altra voce, che
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queste carovane di macchine con le luci accese nel
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soffici. State già salendo con la valigia e lo
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finalmente!» vi sta dicendo con esultanza una voce. ¶ Voi
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sei?» provate a dire, con emozione. «Sei la cameriera
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non risponde. Vi guarda con gli occhi socchiusi, vi
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magnetizzata da una fessura, con le sue mani dalle
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sprofondato nei suoi pensieri, con le mani in tasca
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chiedere, anche voi gridando, con la testa spenzolata su
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provate a chiedere ancora, con la testa e il
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sono tracimati dalla morte con i loro eserciti morti
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tutti, vivi e morti, con i loro miti mortali
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mortali dell’immortalità e con i loro miti immortali
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saranno sparati per primi con le loro stesse armi
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che camminano guardandosi intorno con gli occhi aperti, sbarrati
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sulle loro ciglia, ricopre con il suo velo seminale
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tracimati che le percorrevano con i loro vessilli e
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coi loro labari cantando con le lacrime agli occhi
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più come una curvatura con la curvatura in tracimazione
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ci sarà, e allora, con gli occhi spalancati in
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e mio padre guidava con gli occhi chiusi e
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quella piccola casa nera con quella vecchia custode folle
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me lo dico soltanto con il pensiero, forse queste
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sarò, che si scontrò con Niobe, figlia di Tantalo
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a dire anch’io, con la testa tutta girata
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sfondo di quel santuario con un coccodrillo appeso al
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svellere, tentando di strappare con le mani e le
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dall’alto, mi fermerò, con quello strato di melma
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tracimatori e di tracimati, con i loro vessilli e
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i loro vessilli e con i loro peana, e
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su queste stesse pietre con il suo piccolo corpo
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suo piccolo corpo e con il suo grembo di
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degli eserciti dei vivi con le plebi di tracimati
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toccavano e si scontravano con le loro spalle soffici
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loro spalle soffici e con i corpi e intanto
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guardavano per un istante con i loro occhi da
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lungo questo canale seminale, con i loro codici genetici
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particella seminale di luce con il mio corpo e
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case silenziose e vuote, con il mio corpo da
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della mia piccola casa con un’unica stanzina per
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ogni piano, sono salita con i piedi su una
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a forza, sono uscita con la testa e col
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uno contro l’altra con le teste, coi corpi
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fiore delle nostre labbra con le loro corolle di
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istante per riprendere fiato, con un filo di voce
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su questi stretti scalini, con le nostre quattro gambe
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e poi le infilavano con una leggera torsione nei
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azzurro di paggio e con un mantello di velluto
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la testa per parlare con quelli che stanno aspettando
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parlare di queste cose con un bambino vivo, non
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risorti: guerra di Corea, con le continue tracimazioni sismiche
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col corpo per parlare con chi gli stava alle
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dalla lattaia poco distante con quel recipiente di alluminio
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si poteva far dondolare con una mano, e passavo
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la strada, piano piano, con i miei piccoli passi
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lo scalone era spento, con i suoi gradini bui
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per ore e ore con quei suoi attrezzi, nella
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stanza che doveva confinare con la camera blu perché
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Lo sento ridere piano, con la sua voce afona
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non può che suscitare con il suo stesso muoversi
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vivi per tenere sollevata con la sua morte la
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facendo frusciare la neve con i suoi passi in
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chi sei?» le domando, con la mia voce che
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provo a chiederle ancora, con la mia voce che
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e siamo usciti così, con il cuore in gola
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sfiorarci. Ma vicini, vicini, con i nostri corpi infinitamente
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che correva nel buio con i suoi mulinelli e
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ascoltato per un po’ con il cuore in gola
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ruotavano su se stessi con le mani sopra i
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vede incernierata alla mia, con tutte le sue dita
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morta incernierata alla mia, con il cuore in gola
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visione?» ¶ «Io sono tracimata con te nella vita che
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dopo, io sono tracimata con te nella morte che
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prima, io sto tracimando con te nella vita che
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me, si sta girando con tutto il suo giovane
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suo giovane corpo e con il suo abito seminale
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che sta venendo avanti con tutto il corpo verso
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parlare e a profumare con la sua bella bocca
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mi dice, mi sussurra, con la sua voce che
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che non si sente, con la sua bella bocca
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le sussurro anch’io, con la bocca contro le
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si tracima...» mi risponde con infinita dolcezza, precipitando. «Non
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sta tracimando. E cerco con le mie mani il
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ci aspettava sulla soglia con la sua giacca attillata
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succedendo adesso» mi sussurra, con la bocca contro la
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quella muraglia dipinta, tu con i tuoi passi che
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amore?» le domando ancora, con la mia voce che
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è questo» mi risponde, con la sua voce che
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morta che sta tracimando con il suo sposo dentro
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che io sto entrando con tutto il mio corpo
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corpo in tracimazione e con tutta la mia morte
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la mia morte e con tutta la mia vita
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mi sta abbracciando anche con l’interno segreto del
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sono morto» le dico, con la bocca sopra i
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sopra i suoi occhi, con la mia voce che
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morto...» mi sussurra lei, con la sua voce che
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le sussurro io, abbracciandola con tutta la mia vita
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la mia vita e con tutta la mia morte
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nelle acque, nel cielo con armi mai usate prima
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che io ho visto con i miei occhi venendo
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costruita da mio nonno con sassi di fiume, con
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con sassi di fiume, con la piccola macchina di
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guidava in silenzio e con gli occhi chiusi, dormendo
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e insanguinata del Grappa, con il suo ossario stratificato
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e Nagasaki, i bambini con le teste liquefatte e
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mai successo di staccare con l’unghia e di
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in mezzo ai boschi, con le piccole ruote che
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morte che viene prima, con un’arma in spalla
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che mi sta accarezzando con dolcezza il collo fradicio
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sta rispondendo Lenin, guardandomi con i suoi occhi allungati
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occhi allungati e sorridendomi con la sua bocca e
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la sua bocca e con l’intero suo volto
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accarezzare e a incernierare con dolcezza la testa e
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solo cantare così, sottovoce, con gli occhi socchiusi, nell
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morti!» mi risponde Lenin, con gli occhi socchiusi dietro
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Continuiamo a cantare così, con le bocche e le
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cantina...? Che ho vissuto con loro confinata a Ekaterinburg
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che mi sia gettata con lui dentro lo stesso
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sono gettata nel fuoco con lui per tracimare assieme
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fallirà!» le sussurra Lenin, con dolcezza, da dietro. ¶ «Perché
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più forte il volante, con tutte e due le
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tracimare dentro la vita con gli eserciti rivoluzionari dei
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la rivoluzione della vita con la morte e con
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con la morte e con la rivoluzione della morte
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testa e il volto, con infinita dolcezza, nel buio
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che allora Anastasia manovrava con furia per far uscire