Alberto Moravia, L'esperimento, 1942

si legò di amicizia con un suo vicino di

che i suoi rapporti con il mio amico inclinavano

si affrettava a raddrizzarli con qualche ironia o addirittura

qualche ironia o addirittura con qualche palese ostilità. Tuttavia

di bilanciare tanta disumanità con qualità non meno straordinarie

del mio amico, rispondeva con sufficienza che tale era

lo studente avrebbe cercato con il contegno imperturbabile di

imbarazzato; come ad esercitarsi con un’arma sopra un

cominciò; e per cominciare, con la goffaggine tipica dei

aveva raccomandato di procedere con ordine, ossia dal particolare

disgustato ma non vinto, con l’ostinazione di un

vinto e si felicitava con lui per lo splendido

del consueto, parve accettare con compiacimento questi agrodolci complimenti

profonda distrazione, gli assicurò con energia che il suo

si sentiva bene. E con queste parole si ritirò

più, appena lo salutava con un viso chiuso e

e alla fine confessò con un sorriso umiliato che

rumore sgradevole di risucchio con le labbra; questo era

minestra gli fece osservare, con un sorriso agro, che

più quel tale rumore con le labbra. Ma era