parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paola Capriolo, Mi ricordo, 2015

concordanze di «con»

nautoretestoannoconcordanza
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2015
buio dell’anticamera, pensando con disperazione che, se solo
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si limitò a indicarmela con un cenno brusco dicendo
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avevo vista da fuori, con le persiane rosse chiuse
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si indovinavano appena, chine con i loro stracci sul
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le gambe; mi truccò con la sapienza di un
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recidevano la chioma sostituendola con una parrucca per tutta
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suo braccio era marchiato con un numero, proprio come
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schiera di principi, tutti con uniformi grigio acciaio ornate
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ornate di teschi e con stivali che battevano contro
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agli schienali delle poltrone, con le braccia molli stese
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li accoglieva ogni volta con un sorriso vuoto, agghiacciante
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liberatori, accolse anche loro con quello stesso sorriso. Ricordo
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la mia mente, nascondere con tanta facilità il marchio
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una testa di morto con due tibie incrociate, un
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del mio rifugio chiedendo con voce timida di essere
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ne contemplavo il dissiparsi con una sorta di immobile
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dirò, senza saper stabilire con certezza se risalgano ai
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un divano, ad attendere con sguardo vacuo l’arrivo
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tirandosi addosso il lenzuolo con un gesto rassegnato, io
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naturale, volle schiarire ancora con una tintura e arricchire
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tutte le altre, consolandomi con il pensiero dei privilegi
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avessi potuto farlo lucidamente, con piena cognizione di causa
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insomma quell’ambigua somiglianza con la casa di prima
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se riesco a spiegarmi con chiarezza; ma la cosa
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e l’uniforme grigia con la testa di morto
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espressione. Se vuoi venire con me, Maestro, ti condurrò
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Comunque, ora sono pronta. Con le mie compagne consumo
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effetti lo sono. Scherzano con noi, con la signora
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sono. Scherzano con noi, con la signora che va
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una ragazza e salgono con lei, altri si attardano
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più e del meno con i camerati, a palpare
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provvede subito a punirla con uno schiaffo, senza che
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canticchiando addirittura le parole, con voce impastata: Prima un
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calca scomposta alle uniformi con le teste di morto
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cerchio assorto dei palchi, con le colonne e i
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di tutto, registrando appena con un’ombra di stupore
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schiariti dalla tintura, abbasso con un gesto meccanico la
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il fluire del tempo con i suoi avvenimenti. Che
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lungo il corridoio, lentamente, con una sorta di riluttante
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e allora potei vedere con chiarezza i loro volti
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spinse a coprirmi chiudendo con la mano la fragile
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sembrava attratto da noi. Con imbarazzo ci dissero che
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casa ormai era quella con le persiane rosse, la
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trovarsi tra coloro che, con la complicità o con
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con la complicità o con il silenzio, ci avevano
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al fiume, a condividere con loro la quieta routine
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figlia, che pur dedicandosi con meccanica perizia alle mansioni
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com’era a soffermarsi con pazienza sulle ardue disquisizioni
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conferenza (l’ho conservato con cura caparbia, in tutti
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tavolino già completamente vestita, con la cloche in testa
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avvicinarla, ma scivolerò fuori con discrezione, già durante gli
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averlo spolverato alla meglio con un lembo del grembiule
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madre seduta lì davanti con la schiena curva, in
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tavolino, e la mano, con brevi tocchi nervosi, scuoteva
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mamma senza voltarsi, coprendo con la mano il foglio
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lettere dal cassetto, e con uno strappo deciso sciolse
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di collegio a passeggio con il figlio in carrozzina
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a passi timidi scrutando con circospezione l’atrio illuminato
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tutto davanti a me con una nitidezza così soverchiante
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guardarti dritto negli occhi con caparbia, accusatoria fermezza, adesso
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tornare dopo qualche minuto con un altro uomo, in
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sarebbe accorso. Ero sola con quei due uomini in
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muto, scuotendo il capo con disprezzo a ogni mia
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turbare l’ordine pubblico con una bieca «provocazione»: ciò
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villetta dei quartieri nuovi con i muri azzurri e
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titolo una di loro, con disarmante naturalezza, come se
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che forse si domandavano con angoscia che fine avessi
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giorni, perciò posso dirti con certezza che ne trascorsi
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la mia famiglia. Quasi con gentilezza, mi dissero che
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non fosse obbligatorio portare con sé un simile corredo
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sorta di vagone merci, con le sbarre al posto
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cedere allo sconforto, immaginavo con tutte le forze che
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tu mi avresti accolta con imbarazzo, ma anche, nonostante
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ma anche, nonostante tutto, con gioia, dissimulando a fatica
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un tavolino o posato con negligenza sopra il bracciolo
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poeta. Ma voglio procedere con ordine, e non dimentico
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accalcarsi delle ore che, con spietata ostinazione, vogliono convergere
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so dirti, Maestro, se con quel «qualcuno» intendessi te
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ecco perché ho finito con lo sposare il dottorino
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osato rivolgermi a te con il «tu», come vado
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abiezione non lo farò con umiltà, te ne avverto
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sin d’ora. Anche con mio marito, cui pure
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tanto passava un ufficiale con il frustino in mano
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più, quasi volessimo confonderci con la terra. ¶ Eppure un
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mattino, mentre stavo uscendo con le altre dalla baracca
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Tu no. Tu vieni con me.» ¶ «E dove?» domandai
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vita di prima. Ancora con le lacrime agli occhi
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sotto il getto, accogliendolo con una sorta di beato
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a tu per tu con un collega di mio
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sue mani mi tastavano con meticolosa attenzione, e l
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di rivestirmi. Poi finì con calma di compilare i
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cui abitava il comandante con la sua famiglia. Il
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che devo lavorare?» ¶ «Vieni con me, non fare domande
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vecchia anticamera d’anteguerra, con mobili stile impero e
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lineamenti, sforzandomi di conciliarli con l’odiosa definizione di
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Dal mio volto, strofinandolo con energia, ero riuscita a
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attenzione. Parlavamo dei giochi con sua sorella…» ¶ «Con Sonja
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giochi con sua sorella…» ¶ «Con Sonja.» ¶ «No, signore, con
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Con Sonja.» ¶ «No, signore, con Lise.» ¶ «Con Lise… Io
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No, signore, con Lise.» ¶ «Con Lise… Io però credo
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Lo vede, signore, che con un po’ di pazienza
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dispongo per evadere, almeno con l’immaginazione, da questa
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dal treno, in divisa, con il volto ancora segnato
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faticoso, che io ricambiai con altrettanta fatica. ¶ «Kurt… Che
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in salotto a scambiarci con imbarazzo le solite frasi
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della nostra sorte proprio con lui, con l’amico
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sorte proprio con lui, con l’amico più devoto
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stessa cosa; inutile accrescere con nuove preoccupazioni la stanchezza
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locale tranquillo e appartato, con il cui gestore sono
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io fui d’accordo con lui, sebbene l’idea
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una rinfrescata. Mi trucco con gesti incerti e un
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grande, come li distoglierebbe, con istintivo pudore, chi vedesse
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la storia. Mentre camminavo con lui sulla riva del
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volerlo, alla berlina sfoggiando con tanta temerarietà la sua
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padrone, mi faccia parlare con lui.» ¶ «Impossibile, signore.» ¶ «Impossibile
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il maître si allontanava con riluttanza per eseguire la
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accampare scuse?» ¶ «No, signore; con tutto il rispetto per
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veniva a compiere quotidianamente con le sue braccia e
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aver tentato di «stimolarlo» con mezzi che risultavano sempre
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del Grande Poeta, sempre con quel misto di curiosità
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per quanto lo sfogliasse con attenzione, non riusciva a
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segno, una crocetta tracciata con tocco discreto accanto al
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che lesse e rilesse con crescente perplessità, non poté
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inviandomi una semplice busta con dentro un fiore come
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un fascio di rose con un biglietto. Le aveva
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ma qualche volta) penso con angoscia ai pericoli cui
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come noi possono ottenere con la tessera annonaria: farina
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della panetteria, una locandina con il programma delle conferenze
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imbarazzo presentandomi a teatro con la mia stella gialla
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una grazia, una felicità, con qualcosa che ormai non
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da spingermi a osservare con una sorta di nostalgia
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ho seguito finché potevo con lo sguardo mentre scendeva
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da divertircisi, persino, insieme con la sorella Lise. ¶ «I
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di Lise. D’oro, con i brillantini incastonati, le
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che non li avesse con sé quando siamo scesi
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orecchini non li aveva con sé, e io vorrei
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Lise: lei è qui con me.» ¶ «E per chi
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ridono.» ¶ «Quali altri?» ¶ «Quelli con le camicie brune. E
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farebbe appunto, per tranquillizzarlo, con un bambino di dieci
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tremavano e si arrabbiò con se stessa per essersi
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sconosciuto. Stava disteso immobile, con le zampe rigide, ed
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cose fatte e sarà, con ogni probabilità, assolutamente superflua
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di mio padre, evitavo con cura di prendere le
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da cui le scrivo, con la tappezzeria rosa e
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dov’è, a osservare con limpido distacco lo svolgersi
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per combattere la paura con il più prezioso talismano
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soltanto una busta vuota con il nome del mittente
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l’impressione di vivere con due persone diverse: l
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incantato dal quale accoglieva con arrendevolezza le piccole cure
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malattia l’aveva ridotto, con la bocca storta, articolando
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sostituendo spesso l’una con l’altra secondo ignoti
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Non posso proprio, pur con tutta la buona volontà
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voglio.» ¶ «Non scomodiamola, signore, con un po’ di pazienza
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imparato presto a eludere con disinvoltura simili domande. Doveva
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a giudicare dalla frequenza con cui il suo nome
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volta, molto tempo fa.» ¶ «Con Lise?» ¶ «Sì, certo. Con
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Con Lise?» ¶ «Sì, certo. Con Lise.» ¶ IV ¶ Mi ha
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sono sempre sentita sola: con fierezza, persino con una
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sola: con fierezza, persino con una sorta di piacere
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a dircelo stamattina, quasi con vergogna. ¶ «Mi sembra di
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però non siamo cani, con tutto il rispetto per
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abbassarla, dovette far forza con entrambe le mani. È
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che papà portava sempre con sé quando usciva per
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padre negli ultimi anni con la speranza di richiamare
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una mattina di Natale, con un biglietto sul quale
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lo aveva guardato appena, con un mezzo sorriso, prima
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su una tela vergine con aria di sopportazione o
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ritratto a diciott’anni, con il bianco abito da
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ingiallita biancheria da letto con le iniziali ricamate… Quale
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è avvenuto per gradi, con spietata, incalzante regolarità. Dalle
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lungofiume, che solevo percorrere con Tristan al guinzaglio e
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qualche mese fa, accarezzato con mesta speranza, di fuggire
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di seta grigio perla, con un ricamo di strass
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2015
vecchio grinzoso e canuto, con la schiena curva e
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dalle partite a pallone con i coetanei e dalla
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solo di rado, e con una sorta di tediata
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stessa seguitava a compiere con paziente devozione durante le
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e senescenza avevano prodotto con la fulminea facilità di
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un aspetto addirittura misero con i loro vestitini sgualciti
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portate tutte a letto con sé coricandosele a fianco
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memoria di chi? Insieme con i reperti familiari, ne
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una cassa semisfondata spiegandone con reverenza la seta sbiadita
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una festa da ballo. Con un misto di commozione
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di nuovo a spiccare con la grazia di una
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ninfa sono io! E con impazienza, con ardore aprii
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io! E con impazienza, con ardore aprii il volume
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tante volte avevo pensato con invidia negli anni passati
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sostituirla in cuor suo con il più calzante sostantivo
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inizio l’aveva fissata con aria smarrita, come qualcuno
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case bianche e nere con sguardo ottuso, sforzandosi di
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vero?» disse infatti contemplando con aria fiera quello schieramento
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lei, signore? Scommetto che con sua sorella Lise non
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un simile trattamento) e con la vita che si
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Come farà lei, soprattutto… Con l’aria che tira
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povera Ruth fu licenziata, con una liquidazione generosa che
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formale, come si fa con una che «non è
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aveva accolto quella notizia con sollievo e insieme con
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con sollievo e insieme con una sorta di oppressione
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ammutoliva nella sua poltrona con un misto di rispetto
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brano e quello soltanto. Con un accanimento ossessivo, persino
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un accanimento ossessivo, persino con rabbia. Lei non l
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entrò in salotto e con mano incerta sollevò il
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padre: «Basta, ti prego, con questo notturno…». Ora, insperatamente
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e sollevò il coperchio con il gesto deciso e
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congiuntivo, un modo verbale con cui Sonja non era
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indicava la posizione precisa con la stessa perentorietà di
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di tranquillizzare il cane con qualche carezza, le letture
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giù dal letto, insieme con la moglie. Non so
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a meno di ripensare con gratitudine alla nobile assurdità
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eccomi qui. A scriverle con due cani da guardia
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è precipitato fuori ringhiando), con quelle rosse, torreggianti colonne
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Lei però era lucida; con la coda dell’occhio
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parte del mondo, ripetendo con vana ostinazione una domanda
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soffitti intonacati di bianco con le loro rose di
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malapena nella rilegatura, aggrappandosi con la forza della disperazione
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segnalibro, che Sonja riconobbe con un tuffo al cuore
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bellezza salverà il mondo? ¶ Con un moto di rabbia
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in cui si trovava, con quelle immagini ancora negli
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riferirla al vecchio,» mormorò con indignato sarcasmo «sai quanto
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che aveva sempre portato con sé, come un fragile
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che fissava l’obiettivo con un’espressione di tranquilla
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guardava in macchina sforzandosi con aggraziata goffaggine di serbare
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a ricordarsi di lui. Con un gesto meccanico, alla
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professore di matematica concludeva con trionfale freddezza la dimostrazione
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teorema. ¶ «Ma come…?» domandai. ¶ «Con un bastone, credo. Potendo
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scostando piatto e tazza con un gesto di cupo
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mandarci una grande cesta con spumante, dolciumi e frutta
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ambulanza che, questa volta con la sirena spenta, percorse
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osservare la sua città con l’occhio benevolo e
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per giocare a scacchi con gli amici.» ¶ «Certo, signore
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quasi sorridendo la fretta con cui un tempo, aggrappandosi
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quando il commesso tirava con aria di esperta disinvoltura
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Bentornato, signore» mormorò lei con un sospiro. Peccato che
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e i palazzi cittadini con le loro file di
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Sonja trovava difficile contemplare con lo sguardo del turista
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signore» disse al vecchio con voce velata; e poi
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anche nella sua corrispondenza con la ninfa. Ora all
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quale scopro di trovarmi con la mia famiglia e
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la mia famiglia e con tante delle persone più
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fondo non esprime altro, con i più smaglianti giri
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mio padre?» ¶ «Per parlarne con te, innanzitutto. Ma se
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nemmeno, scusami, di sposarmi con te. Forse un giorno
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nel suo lutto alcolico, con un odio confuso e
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interpretazione del tutto incompatibile con il pieno rispetto che
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madre; sicché la respingeva con fermezza, o meglio, non
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particolarmente maligno di curiosità, con le guance rosse di
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ancora vivo. Seguiva poi, con qualche scarno e poco
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restia e la guidò con perentoria fermezza verso lo
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di segnare i libri con quegli energici tratti di
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2015
padre, che si atteneva con più discrezione all’uso
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2015
già suonando il campanello. Con il permesso del demone
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2015
si voltò a guardarmi con gli occhi lucidi. Io
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2015
Ma che ci fai con quell’ebreuccia?» gli hanno
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2015
ho afflitta di nuovo con i miei problemi. Che
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2015
alla morte dovevano avvicinarsi con allegria, ritrovando il più
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2015
martoriare il loro strumento con le dita deformate dall
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2015
mai indotta a derogare. Con il vecchio, però, non
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2015
schermo, e sembrava accogliere con la più equanime indifferenza
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2015
scusi, Sonja, ma vedo con dispiacere che lei non
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2015
così, ci ha spiegato con un volto irriconoscibilmente serio
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2015
infilata un grembiule e con il mio aiuto ha
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fu cautamente trasferita, insieme con i bicchieri e la
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impegno, esercizio… Rifletta pure con calma; intanto, per ingannare
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la guardò in silenzio con aria confusa, come se
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una tazza, per affrontare con più lucidità il seguito
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quelli di un galeotto con i ferri al piede
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dobbiamo tenerci al passo con i tempi. Come fa
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2015
del resto: ho studiato con attenzione i suoi ultimi
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2015
gettar via quell’occasione con tanto disprezzo. Quando gli
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2015
ma si viene apostrofate con uno sbrigativo: «Dica»… Be
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2015
il significato. La porta con il cerchio verde, i
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da un infermiere; quella con il cerchio rosso, dall
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2015
minacciosamente chiusa; oltre quella con il cerchio giallo, quasi
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2015
diceva a se stessa con dispetto. Non è mio
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compassione umana… ¶ La porta con il cerchio giallo si
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queste cose potrà consultarsi con la caposala. Ora devo
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2015
lì, steso sul marciapiede, con il rivo di sangue
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di rapporti, in fondo, con ciò di cui andiamo
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2015
domanda. ¶ «Moo…?» disse stringendo con forza la mano di
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2015
ascoltava ogni sua parola con un’attenzione addirittura spasmodica
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2015
di una lontana somiglianza con quelle in uso nel
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2015
del linguaggio che feriva, con la sua eterna incertezza
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2015
me lo dirà dopo, con calma.» ¶ «No… Sonja… semaforo
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che guardasse dall’alto, con ironia, a quella devastazione
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2015
faccende domestiche, di uscire con Tristan per una passeggiata
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care fanciulle» esordì, usando con un certo sforzo quell
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sforzo quell’espressione scherzosa con cui si rivolge a
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proprie preoccupazioni. Ora invece, con una mortificazione che quasi
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Ma con la figlia, con Sonja, era forse diverso
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soltanto il gesto frettoloso con cui, dopo averla messa
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fuggisse. Avrebbe voluto rammentare con più precisione le parole
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mia madre cura personalmente con dedizione un po’ pignola
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la tappezzeria della stanza con i suoi scipiti motivi
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piccolo al grande male, con dovizia di esempi clinici
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che ho lei, Maestro, con cui parlare di certe
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le cinse la vita con le braccia; ma a
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non disse nulla; semplicemente, con un moto brusco, si
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permalosi datori di lavoro, con quale tono cantilenante, a
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è, quando torna porti con sé lo straccio della
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nome che si ripeteva con ossessiva monotonia sui dorsi
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un ricordo vago, sfuggente. Con chiarezza vedeva soltanto la
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alludono in mia presenza, con goffa galanteria, ai «dolci
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slanciata e affascinante signorina con la cloche, ma non
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la mia passeggiata mattutina con il cane e ho
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viuzze del centro cittadino, con le sue chiese bianche
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verdi cupole di rame, con i caffè dalle cui
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intenso della cioccolata calda, con le vecchie, familiari botteghe
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non l’ha portato con sé quando…» ¶ «Quando, che
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e chiuse la tenda con un gesto brusco. «È
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esiste più, a completare con un certo sforzo gli
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ginnasiali; e a sopportare, con sforzo anche maggiore, quei
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Ma ora basta, signore, con le domande strane.» ¶ «D
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la sua ninfa tiene con minuziosa precisione il computo
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saprei fare a parole, con la vibrante evidenza che
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al pianterreno, né captare, con il suo udito ormai
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aveva provato ad accostarsi con un misto di rispetto
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opere complete di Schiller, con le loro sontuose rilegature
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aveva preso dallo scaffale con l’intenzione di servirsene
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posto il volume, allineandolo con precisione agli altri per
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cena?» le aveva detto con voce impastata. ¶ «Sì, ora
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replicato il padre accogliendo con un riso un po
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lascia trattenere. Di nuovo, con un gesto grave e
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quello stato.» ¶ «Quale stato?» ¶ Con un sospiro, Sonja lasciò
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nitida e azzurra giocava con le stoviglie di porcellana
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inselvatichiti dei roseti spuntavano con temeraria fiducia le prime
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della colazione, Sonja avvolse con cura un plaid intorno
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pazienti; e quei rapporti con l’università che tanto
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salotto, seduta sulla dormeuse con un suo libro tra
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solito, gentile rintocco) trasalii con violenza, e il cuore
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mi fissò di nuovo con quello sguardo grave e
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cui vorrei parlare innanzitutto con te. Perché non facciamo
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per il vialetto, evitando con ogni cura di incontrare
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io sarei andata incontro, con la mia famiglia, sotto
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gli occhi a terra con aria avvilita. «Felice e
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ti prego, Adela, rifletti con serietà sulla mia proposta
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Per parlare di questo con mio padre?» ¶ «Per parlarne
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immagine della casa, azzurra, con le bianche finestre all
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bianche finestre all’inglese, con il bovindo proteso verso
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abusando della sua pazienza con quello che deve apparirle
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nel ridotto del teatro: con lei, oso dire, anche
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il modo di manifestarsi con la più quieta evidenza
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la riva del fiume, con lo studente al fianco
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Maestro, ero sola, sola con i suoi versi che
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di provincia la quale, con tutto il cuore, ha
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il giardino e osservare con un tuffo al cuore
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che ora la fissava con aria freddamente scrutatrice dalla
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arcigni, che sembravano intagliati con l’accetta nel viso
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disse senza sorridere; e con un ultimo sforzo Sonja
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precedente aveva voluto tappezzare con una delicata fantasia floreale
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si slanciava in avanti con i suoi piccoli vetri
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Sono abituato a parlare con franchezza, quindi le dico
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vecchio scorse le referenze con aria di approvazione, fredda
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riprese la lettura. Infine, con un gesto brusco, posò
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eccessive. Se ha letto con attenzione l’annuncio, ricorderà
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a ridere. «Potrei sapere con chi ho l’onore
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minima intenzione di intavolare con lei una trattativa d
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udita parlare. ¶ Si rassicuri, con ciò non intendo alludere
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disposizione e a studiare, con esiti mediocri, l’altrettanto
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Perdoni la sfacciataggine, ma con chi altri potrei parlarne
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chi altri potrei parlarne? Con le mie amiche? Con
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Con le mie amiche? Con lo studente di medicina
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lo studente di medicina? Con mio padre, tutto preso
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dal suo ambulatorio, o con la mamma mentre prepariamo
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indistinta, sino a confondersi con il vago luccichio che
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proveniva dai vetri. «Portami con te» gli gridai; ma
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arredamento era stato sostituito con mobili più modesti, adeguati
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e ogni volta, affacciandosi con lui nelle varie stanze
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aspetto più al passo con i tempi e avesse
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possibilmente fare buona figura, con i pochi, sconclusionati ingredienti
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da pranzo e cenò con lui, quasi in silenzio
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rimasta lì, quasi paurosa con la sua vuota superficie
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che Sonja aveva sopportato con fastidio, senza presagire quanto
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dopo che ebbe vuotato con misurata avidità il primo
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carrozzina al letto e con mano esperta, protetta dai
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avessero costretto a rimpiazzarlo con il gelido, funzionale letto
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bordo del letto, e con una mano le accarezzava
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per trattenerla. «No» gridò con tutto il fiato. «Portami
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tutto il fiato. «Portami con te.» ¶ Al risveglio, non
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di aver osato troppo con la mia richiesta e
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porta in sé, e con cui addirittura si identifica
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quali aveva potuto capacitarsi con certezza, da bambina coraggiosa
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a quei suggestivi reperti con un misto di curiosità
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specie quando ad affacciarsi con così lancinante evidenza nella
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oppresso dal caldo. ¶ Ma con la figlia, con Sonja
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scritte «dopo la briciola», con ogni probabilità non erano
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dovuto decidere se prenderli con sé o nasconderli di
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sua discesa agli inferi con uno strano miscuglio di
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opposto da suo padre, con la laconicità di un
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erano già state sgombrate con cura consentendo ai superstiti
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tutti i bambini fortunati, con mamma e papà. Papà
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giardino: adagio, o forse con violenza, ma noi dormivamo
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piede vi scivolasse sopra con riluttanza; e riesco a
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amiche che mi cullano, con il loro scroscio, da
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Il vecchio la fissava con gli occhi sgranati, come
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Mi dispiace,» disse articolando con sforzo le sillabe «mi
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piselli? Quella buona, sai, con il prosciutto…» ¶ «Certo, signore
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a prepararla.» ¶ Si alzò con fatica, vincendo uno strano
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stato scaraventato a riva con una pioggia di ciottoli
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ricordato, senza saper collocarla con precisione nel tempo: un
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femminile, che poi ripiegava con inesperta goffaggine e infilava
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visto uscire di casa con in mano la piccola
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scorrere su di sé con la più assoluta indifferenza
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piccoli e grandi espedienti con cui gli uomini si
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lui l’aveva fissata con uno sguardo perplesso, come
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qualche tempo si svolgevano con cadenza settimanale; ma non
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padre aveva avuto pietà. Con i pensieri altrove (confusamente
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successi alla scacchiera (e con le montagne, con le
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e con le montagne, con le donne, volendo prestar
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quella casa per condurvi con comodità quasi esagerata una
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che ora spiava quasi con fastidio dalle finestre di
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Sua madre aveva finito con lo scrollarsela di dosso
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Il vecchio la guardò con l’aria di chi
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rammentò che stava parlando con un ragazzino di dieci
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domanda Sonja dapprima reagì con un moto di rabbia
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la guardò negli occhi, con un’espressione stranamente preoccupata
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dormire, se ho litigato con qualcuno.» ¶ «E con chi
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litigato con qualcuno.» ¶ «E con chi avrei litigato, signore
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avrei litigato, signore? Non con lei, voglio sperare.» ¶ Il
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cura di lei accompagnandola con premura lungo la china
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vecchio l’aveva seguita con lo sguardo: uno sguardo
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succhiare il latte. Allora, con un sospiro, tornò indietro
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minuto si addormentò, portando con sé nel sonno un
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in soffitta, aveva separato con cura dalle minute di
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lettere, ne aveva seguito con fede disperata il sottile
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in due pile distinte con la fredda e meticolosa
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da basso e tenerli con sé; mentre gli altri
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sembrava che la scarpata, con le sue asperità, neppure
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un vecchio volume rilegato con un numero romano impresso
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vento le porterà via con sé invece di lasciarle
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mangiano abbastanza facilmente anche con la dentiera, e nella
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che vi si esprimeva con sempre più categorica insistenza
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fantasma di una bambina con gli orecchini d’oro
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suoi morti erano lì con lui, coricati su quel
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a metà, che getta con sapiente alternanza le sue
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di aggredire il presente con furia cannibalesca. ¶ Salì sull
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nei quartieri nuovi recando con sé una valigia semipiena
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sera, a casa, cenò con discreto appetito: in un
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occasione per rileggerle finalmente con calma, senza bisogno di
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la valigia che aveva con sé, la trovò piena
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e delle sue condizioni con una chiarezza di cui
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borsa e di portare con sé. Davvero per risparmiare
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ormai inaffrontabile, di raccapezzarsi con i caratteri a stampa
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sono contenti?» ¶ «Una bambina…» ¶ Con la punta del dito
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istante, il vecchio scrutò con estrema attenzione lo sgranato
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si volse verso Sonja con un sorriso trionfante. «Ho
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la mia mano annaspando con le dita sul bianco
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come meglio si può, con le proprie forze, su
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loro stessi l’offerta con qualche ninnolo o suppellettile
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se n’era lagnato con Sonja, che subito aveva
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scomoda; ma l’infermiera, con qualche professionale reticenza, le
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inteso: guardava in alto, con una sorta di felice
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rettangolo di plastica rifletteva con la purezza di uno
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pensato commisurando quella distinzione con la durezza e modestia
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fissi alle sue stelle, con un respiro appena più
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la macchina la registrasse con un gran dispiego di
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fosse comuni dell’Est. Con discrezione, uscì dalla stanza
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forte; come sempre, ma con una consapevolezza nuova, era
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qualunque cosa, di tendere con fiducia quel braccio dai
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bambole che hanno dormito con me quando ancora ero
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schermografia… E il vestito con il ricamo di strass
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avrebbe continuato a farlo, con assoluta noncuranza, quando Sonja
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e morire ogni volta con lei, con mio padre
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ogni volta con lei, con mio padre, con il
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lei, con mio padre, con il vecchio. Con tutti
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padre, con il vecchio. Con tutti loro. ¶ XII ¶ Il
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dei tanti cipressi che con le loro fronde sempreverdi
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viale dopo aver salutato con una stretta di mano
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diventato più sicuro. ¶ Aveva con sé la valigia nella
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che aveva voluto prendere con sé come ricordo, a
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in tailleur verde muschio, con un cappello a cloche
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perché nei mesi vissuti con il vecchio aveva risparmiato
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città, non a visitarla con la metodica coscienziosità della
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aveva dubbi, avrebbe guardato con lei, avrebbe finalmente visto