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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matilde Serao, Il romanzo della fanciulla, 1886

concordanze di «con»

nautoretestoannoconcordanza
1
1886
labbra, come per piangere, con una smorfia che le
2
1886
drizzato il capo tacendo, con un’aria di conoscitrici
3
1886
scritturarsi, malgrado che declamasse con una grossa voce stridente
4
1886
gruppo ascoltava la musica, con le sopracciglia spianate e
5
1886
un moto di disprezzo con le labbra e Gelsomina
6
1886
indecisa, poi andò attorno con piattello di stagno. Cercava
7
1886
non riuscivano. Giusto, era con loro Matilde Cipullo, maritata
8
1886
borghese che era scappata con un nobilotto spiantato e
9
1886
ragazze di sua conoscenza; con tutti i giovanotti che
10
1886
come si collocava facilmente con uno spiantato, e dopo
11
1886
gruppi, aveva parlato sottovoce con due o tre mamme
12
1886
anche, le due Fusco con la Costa e la
13
1886
avendo un numero altissimo, con sua profonda soddisfazione: la
14
1886
capelli disciolti sulle spalle, con certi scialletti-asciugatoi di
15
1886
rimodernati, le scarpette tinte con l’inchiostro per nascondere
16
1886
di settembre. Alte, nitide, con un tremolìo vivo scintillavano
17
1886
mandolini e voci cantanti, con lunghe nenie sentimentali: per
18
1886
di visetti freschi, giovanili, con la frangetta di capelli
19
1886
nei quadri del Giorgione, con la treccia grossa raccolta
20
1886
per file, le ragazze con le ragazze, le mamme
21
1886
le ragazze, le mamme con le mamme e i
22
1886
e i giovanotti dietro, con la tuba sulle ventitrè
23
1886
senza fine, chiamandosi, rispondendosi, con le file che ogni
24
1886
chiara e il cappello con la piumetta tremolante; le
25
1886
innamorato, o il corteggiatore con la forte fiducia di
26
1886
ella un po’ indietro, con gli occhi bassi, i
27
1886
paio, infarinate di cipria, con le gole brune scoperte
28
1886
erano arrivate allora allora, con certi abitini nuovi di
29
1886
rosa, che si adattavano con la tinta bruna del
30
1886
tre, i capelli annodati con un nastro rosa. ¶ — Sembrano
31
1886
Pasquale vestite di bianco, con certi nodi di velluto
32
1886
alsaziani di velo bianco con nastri neri, con le
33
1886
bianco con nastri neri, con le sopracciglia tinte, e
34
1886
sera si era unita con la Jovine, affogata in
35
1886
col collo troppo corto, con un colletto troppo alto
36
1886
di chi la conduceva con sè, in carrozza o
37
1886
a braccetto, guardavansi intorno con quella meravigliosa potenza visiva
38
1886
che ella voleva sposare con Enrichetta Caputo, una buona
39
1886
si mise a parlare con Eugenia Malagrida, la grassona
40
1886
rodevano, esse avevano litigato con la Cipullo da quando
41
1886
voluto far la pace con loro, le trovava troppo
42
1886
sola di esse discorreva con Peppino Sarnelli, un avvocato
43
1886
senza scambiare una parola con la vecchia dama di
44
1886
accompagnava dovunque: tacevano, assorbite, con gli occhioni fissi su
45
1886
Cipullo giunse, tutta scalmanata, con Giovannino Pasanisi, di Salerno
46
1886
isolata, silenziosa, guardandosi intorno con tutte le sue forze
47
1886
conversazione, l’uomo chinato con amore verso la donna
48
1886
idillio si andava svolgendo, con una certa lentezza. Annina
49
1886
stato fatto a Palermo, con una pompa immensa, coi
50
1886
invecchiamento. Pareva un’altra: con la morte del sorriso
51
1886
era rientrata in core con la sciagura. Invece dall
52
1886
ostinata, ferrea, nella lotta con Maria di Miradois aveva
53
1886
gomiti sopra una sedia, con la testa fra le
54
1886
era stata sempre buona con lei, per Eva, che
55
1886
casa: un giovinotto morto con un colpo di rivoltella
56
1886
era entrato nel monastero con Eva si staccò dal
57
1886
badessa, una vecchietta curva con una grande croce gemmata
58
1886
alla porticina: quattro monache con le candele accese erano
59
1886
Tese la mano, giurò con voce tranquilla: prese la
60
1886
Irrefrenabilmente, Anna Doria piangeva, con un piccolo singhiozzo secco
61
1886
sul petto, la coprirono con una coltre di velluto
62
1886
cadavere, fu incensata, benedetta con l’acqua santa; le
63
1886
acqua santa; le monache, con la croce, giravano in
64
1886
richiusa, mentre la monaca, con le altre, orava: Ego
65
1886
verso il salone, gridò con voce stentorea: ¶ — Trentasette! ¶ Un
66
1886
origine inglese, parlava sommessamente con Margherita Falco, la sua
67
1886
una creatura gentile, sottile, con un par di occhi
68
1886
Annina Manetta, quieta, quieta, con la sua aria tranquilla
69
1886
due sorelle De Pasquale con la madre, le due
70
1886
signor Canavacciuolo, facendosi vento con un ventaglio cinese, di
71
1886
vestita di tela cruda, con un colletto alla marinara
72
1886
vedere il collo bianco, con le scarpette di copale
73
1886
un insieme poverello poverello, con cui ella riusciva ad
74
1886
vestita come una serva, con un cappello disfatto e
75
1886
valoroso, stentando a vivere con la magra pensione, si
76
1886
entrata nel camerino, scordandosi con la noncuranza delle persone
77
1886
centesimi: e già guardavano, con scambi di saluti e
78
1886
barattare il suo numero con quello di un giovanotto
79
1886
restavano ancora a chiacchierare con le Galanti, madre e
80
1886
sorriso ironico, si sventolava con un numero del Piccolo
81
1886
sulla sedia, ridendo sottovoce con l’amica sua, Annina
82
1886
in casa alle tre, con una fame da lupo
83
1886
salivano sino al gomito, con l’ombrellino dal manico
84
1886
propria, a due cavalli, con la cameriera e la
85
1886
di salvataggio, un paniere con la colazione. Vestite con
86
1886
con la colazione. Vestite con un gusto eccezionale, ombreggiando
87
1886
certi larghi cappelli originali, con una grazia fiera che
88
1886
eleganti: e si allontanavano, con la maestra di nuoto
89
1886
sul loro conto. Già, con le loro pretese, diceva
90
1886
a un grande silenzio, con la loro grande aria
91
1886
passare. ¶ Anche le Galanti, con Enrichetta Caputo, si avviarono
92
1886
cuciture, senza goletto bianco, con un corno di corallo
93
1886
cappello di paglia nera, con una penna rossa tutta
94
1886
romantica di cantante espressiva, con la testa un po
95
1886
sorriso estatico sulle labbra. Con una voce flebile, falsa
96
1886
guardava il suo innamorato con gli occhi pieni di
97
1886
della luce elettrica, ballando con Mario Capece: ma i
98
1886
tarantella, tutto serio, parlava con donna Natalia Muscettola, la
99
1886
matrimonio d’Innico Althan con Eva era stato stabilito
100
1886
Chiarina si trovava bene con l’anima sensibile e
101
1886
nei loro paltoncini oscuri, con la veletta abbassata sugli
102
1886
che entrava, tutta sola, con le guancie cariche del
103
1886
che ella stessa componeva, con una veletta bianca, che
104
1886
Domandalo dunque a Tecla, con cui sono venuta e
105
1886
era venuta anche lei con una giacchetta di lana
106
1886
tutta alamari e cordoni, con un berretto di astrakan
107
1886
per amarmi, — soggiunse Tecla, con la ostinazione profonda di
108
1886
insieme col papà e con Maria Gullì-Pausania, la
109
1886
in carrozza, Eva. ¶ — Era con tuo fratello Innico, Chiarina
110
1886
sua futura nuora, udendo con quanta reverenza ella parlava
111
1886
ricco: Eugenia d’Aragona con sua madre putativa, la
112
1886
fresca e sterile, e con Giulio Vargas; si dovevano
113
1886
lungamente, parlandosi sottovoce, sorridendo con intenzione. Giulio portando la
114
1886
una dopo l’altra, con quella effusione chiassosa che
115
1886
sedere in un cantuccio, con Giulio, tutta beata, scambiando
116
1886
Giulio, tutta beata, scambiando con lui, ogni tanto, una
117
1886
parola, crollando il capo con dolcezza, mentre Maria Gullì
118
1886
e andando a unirsi con Giulia Capece. ¶ Eva si
119
1886
veder entrare sua madre con Innico Althan, ma la
120
1886
erano arrivati Giovannella Sersale con sua sorella Candida Montemiletto
121
1886
pensiero, pareva quasi, che con uno sforzo inaudito, ella
122
1886
più essa si accompagnava con Felicetta Filomarino, la triste
123
1886
dolore: ma usciva sempre con sua sorella e con
124
1886
con sua sorella e con suo cognato, con sua
125
1886
e con suo cognato, con sua sorella che le
126
1886
Era entrata Angiolina Cantelmo con sua sorella Maria e
127
1886
sua sorella Maria e con suo padre: non più
128
1886
felicità: ella parlava poco, con una voce fievole, ma
129
1886
Althan la circondarono, guardandola con una grande tenerezza, non
130
1886
mano, ella si appartò con tutte quelle che erano
131
1886
state sue amiche, avendo con ognuna di loro una
132
1886
Sannicandro, guardando la sposetta, con certi occhioni pieni di
133
1886
Olga: io ci verrò con Peppino: tu vi sarai
134
1886
la sposa, guardandosi attorno, con gli occhi trasognati di
135
1886
rispose sullo stesso tono, con accento doloroso la sposina
136
1886
i fiori sui divani, con mal garbo. Un senso
137
1886
nel mare della vita, con tanto pericolo di naufragio
138
1886
parlando come in sogno, con le labbra tremanti e
139
1886
ma, si entrava solo con un biglietto d’invito
140
1886
arrivava vestito di nero, con la cravatta bianca che
141
1886
rosso, appoggiata all’inginocchiatoio con la faccia tra le
142
1886
aristocrazia napoletana si riunisce con tanta solennità, in una
143
1886
matrimonio di Elfrida Kapnist con Willy Galeota, questo matrimonio
144
1886
matrimonio di Peppino Sannicandro con Maria Gullì-Pausania solo
145
1886
la nostalgia, lo spleen, con tutto questo cucito! i
146
1886
d’Aragona, che portava con sè i sessanta milioni
147
1886
coi Borboni di Spagna, con gli Orléans di Francia
148
1886
casa, a colazione? Finitela con questi bimbi senza camicie
149
1886
un giro di waltzer con Eva, diede quattro baci
150
1886
grande, grosso, quasi colossale, con un torace spazioso e
151
1886
la bianchezza dei colli, con certi cappelloni di paglia
152
1886
e fanciulle, che salivano con una certa paura, non
153
1886
e attaccava i ballabili con una certa foga militare
154
1886
una certa foga militare, con una furia di soldati
155
1886
vestita di lana bianca, con un cappello tutto piumato
156
1886
tutto piumato di bianco, con un paio d’orecchini
157
1886
senza respirare un momento, con gli occhi lucidi, le
158
1886
deliziosa, poi gli diceva, con un tono carezzevole: ¶ — O
159
1886
lasci ballare. ¶ Questo, detto con quel grande languore sentimentale
160
1886
chiacchierare e di ridere con Innico, un giovanotto alto
161
1886
che portava l’uniforme con una grande eleganza, e
162
1886
ella a Innico, guardandolo con gli occhi emananti soavità
163
1886
mai.... ¶ — Allora bisognerebbe imbarcarsi con chi si vuol bene
164
1886
vestita di broccato rosso, con le scarpette di raso
165
1886
di perline d’acciaio, con un cappellino rosso, piccolissimo
166
1886
tutto lucido di perline, con questo vestito di un
167
1886
cui molte erano scandolezzate, con quell’aria di zingarella
168
1886
di zingarella sempre arruffata, con quegli occhioni selvaggi e
169
1886
ballando tutta la sera con lei, parlandole sottovoce, non
170
1886
come se nulla fosse, con la serenità delle ragazze
171
1886
occhi il suo cavaliere, con una seduzione muta e
172
1886
guardava da lontano, sorridendole con gli occhi umidi di
173
1886
le corse, questa scioccheria: ¶ — Con quante bestie vai alle
174
1886
avevano finito per istallarvisi, con le due Sannicandro, vestite
175
1886
di rosa, che mangiavano con la golosità delle adolescenti
176
1886
della gelatina dolce; insieme con loro Anna Doria si
177
1886
vestita di drappo azzurro, con le maniche e il
178
1886
goletto ricamato d’oro, con i capelli arricciati e
179
1886
l’altra, trattenendola. ¶ — È con lei, nevvero? Dove? Ci
180
1886
venir presto, per ballare con lei: e con la
181
1886
ballare con lei: e con la sua aria di
182
1886
andato via dalla spiaggia, con Luigi Muscettola, il fratello
183
1886
il fratello di Eva, con Lodovico Torremuzza, il siciliano
184
1886
come se volesse viaggiare, con la corazzata, pei mari
185
1886
mostrato la sua cameretta, con la finestrella, dove una
186
1886
prora: ivi l’ammiraglio, con la sua larga faccia
187
1886
bocca e sul mento, con le fedine brizzolate, appoggiando
188
1886
di Miradois ci rinunziò, con un attuccio adorabile: ma
189
1886
braccia, stringendo le labbra, con una ruga che le
190
1886
non ballava, li guardava, con uno strano sorriso sulle
191
1886
trottola, ballando alla perfezione, con Giulio Vargas: ricordo di
192
1886
maligna vecchia zitella. E con una certa morbidezza tutta
193
1886
Costa, una alta, snella, con un bel collo bianco
194
1886
Torelli si era fidanzata con un impiegato telegrafico e
195
1886
n’era venuta via con la faccia stravolta e
196
1886
entrò, vestita di nero, con un velo di crespo
197
1886
mise a discorrere piano con la vice-direttrice: le
198
1886
lassù, dove era andata con le altre ausiliarie. Non
199
1886
piccoli e grandi, frugava con le dita irrequiete dentro
200
1886
l’altro; — rispose Tecla con la sua voce un
201
1886
come va? — domandò sottovoce, con una inflessione affettuosa, Eva
202
1886
altre ragazze; — soggiunse Eva, con una filosofia inconscia. ¶ — Sarà
203
1886
scandolezzata. ¶ — Più un cappellino, con un pappagallo verde impagliato
204
1886
mai! — esclamò Giulia, quasi con le lagrime agli occhi
205
1886
Tanto, era povera, nobilissima, con la famiglia carica di
206
1886
bambolette gentiline e rotonde, con certi nasetti all’insù
207
1886
due o tre saluti con Tecla, con Giulia Capece
208
1886
tre saluti con Tecla, con Giulia Capece e con
209
1886
con Giulia Capece e con Chiarina Althan e si
210
1886
mise al suo posto, con una misurata armonia di
211
1886
faceva il suo lavoro con una certa lentezza solenne
212
1886
una certa lentezza solenne, con un’aria di signorilità
213
1886
a un lavoro umile, con una disinvoltura affettata di
214
1886
animo, marcava la biancheria con tanta dignità di gesto
215
1886
sdutti. Elfrida fu accolta con una gradazione di sorrisi
216
1886
carità degli abiti. — Intanto, con queste contraddizioni, con lo
217
1886
Intanto, con queste contraddizioni, con lo spirito indiavolato di
218
1886
spirito indiavolato di Elfrida, con la sua inesauribile allegria
219
1886
straniera un po’ libera, con la sua simpatia di
220
1886
Olga, eh? — disse Eva, con la sua inflessione tenera
221
1886
Olga! — sospirò Giulia Capece — con tutti quei denari prendere
222
1886
persona delicata e alta, con certi occhioni azzurri pieni
223
1886
azzurri pieni di fluido, con le guance colorite di
224
1886
aveva detto una parola con nessuno; a chi gliene
225
1886
chi gliene parlava, rispondeva con un sorriso pallido e
226
1886
Bariatine, la bionda grassottella, con la bocca simile alla
227
1886
marita così presto e con tanto suo piacere, signorine
228
1886
trent’anni, magra, sgraziata con le guancie scarne malamente
229
1886
guancie scarne malamente colorite con un rossetto che preparava
230
1886
in mezzo alla stanza con aria trionfale. Le amiche
231
1886
datasi alla vita austera, con tutti i difetti dell
232
1886
la pazza, che litigava con la madre, violentemente, per
233
1886
in faccia, tutte pallide, con le boccuccie rigonfie dei
234
1886
a Giulia un cappellino con un gallinaccio impagliato sopra
235
1886
leggerissima, azzurra, rosa, crema, con le trine di vera
236
1886
su, col suo fuoco, con la sua fiamma di
237
1886
dava a quest’opera con la voluttà infinita delle
238
1886
ma non un marito con duecentomila lire di rendita
239
1886
alla passeggiata della riviera, con papà e mammà; e
240
1886
ella che aveva amato con tanto fervore Massimo Daun
241
1886
senza baciarsi, come istupidite, con la faccia rilasciata nella
242
1886
Le fanciulle ascoltavano, trasognate, con la sensazione di un
243
1886
tante bestie da soma, con quei tre miserabili franchi
244
1886
Non erano nominate nè con decreto regio, nè con
245
1886
con decreto regio, nè con decreto ministeriale: un semplice
246
1886
E in processione, silenziose, con un’aria decisa e
247
1886
numeri, una fatica immensa, con la paura continua di
248
1886
erano attivati quattro fili con Roma, due più dell
249
1886
era di tre ore; con Firenze, con Milano, con
250
1886
tre ore; con Firenze, con Milano, con Torino, vi
251
1886
con Firenze, con Milano, con Torino, vi era un
252
1886
La porta di comunicazione con la sezione femminile era
253
1886
alacremente alla macchina Hughes, con Genova, trasmettendo con una
254
1886
Hughes, con Genova, trasmettendo con una lestezza di dita
255
1886
dita di pianista emerita, con uno scricchiolio rapidissimo di
256
1886
la corda al congegno con certi colpi potenti del
257
1886
attivare un quinto filo con Roma e — onore insperato
258
1886
non aveva mai corrisposto con la capitale. A quel
259
1886
riceveva meglio, la Borrelli. Con le lenti fortemente piantate
260
1886
altra, come un uomo, con un movimento nervoso della
261
1886
E ricominciava a ricevere, con la bocca arida, le
262
1886
quell’ufficio: e corrispondeva con Peppina Sauna, una delle
263
1886
Salerno, che ballava, ballava con un ticchettìo infernale. Si
264
1886
Clemenza Achard, che combatteva con sette piccoli uffici sulla
265
1886
qualità nuovissime. Si soccorrevano, con amore, scambievolmente, d’inchiostro
266
1886
un fascio da darsi, con gli occhi lustri, le
267
1886
Dopo un ottobre dolcissimo, con un sole tepido di
268
1886
di novembre piovve sempre, con qualche intervallo in cui
269
1886
due o tre ore, con una monotonia di rumore
270
1886
tutta quella roba. Ma con Gaetanina Galante era difficile
271
1886
aveva prestato dei quattrini, con l’interesse: poco, venti
272
1886
a intervalli, si corrispondeva con grande stento. Alla sera
273
1886
capoturno e gli disse: ¶ — Con le isole, è guasta
274
1886
per una giornata. E con questa incertezza, la telegrafista
275
1886
sforzi inutili, provando, riprovando, con una costanza di coraggio
276
1886
una costanza di coraggio, con una rassegnazione tutta giovanile
277
1886
Non si corrisponde più con Benevento. ¶ — Che guasto vi
278
1886
tratto, mentre si parlava con Reggio, saltava fuori, sulla
279
1886
Non si va più con Reggio: vi è contatto
280
1886
Reggio: vi è contatto con Torre Annunziata. ¶ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . …In quel
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disse: ¶ — Non comunico più con la Sicilia. ¶ E si
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tutti gli altri paesi con cui era legato. Da
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non si sapeva nulla; con Benevento non si comunicava
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trasmissione. ¶ — Signorine, non toccate con le dita il metallo
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Borrelli, Borrelli, non scherzate con le scariche elettriche: potreste
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scarica elettrica si arrestava con un lieve movimento di
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rispondere da Cosenza, parlava con Maria Morra di quella
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si era felicemente maritata con un giovanotto di Salerno
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telegramma, — disse Caterina Borrelli, con la sua improntitudine. ¶ — Che
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male. Ricordatevi, signorine, che con giuramento avete promesso di
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in volto a nessuna, con gli occhi abbassati. Ella
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profilavano stranamente sui tavolini, con la loro ruota dove
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braccio movibile di acciaio, con la chiave per dare
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fatto, era punita prima con l’ammonizione, poi con
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con l’ammonizione, poi con la censura, una pena
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peccato più frequente, commesso con maggior gusto, perchè più
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chiasso. Immersa nell’ombra, con le spalle appoggiate alla
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poltroncina, ella parea dormisse con una manina bianca allungata
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vedevano che ella parlava con Foggia, per averlo fatto
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anche Olimpia Faraone parlava con Reggio, come al solito
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giorni, ogni giorno parlava con quel corrispondente calabrese, che
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egualmente, e quel parlare con un ignoto, a tanta
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minuto, monotonamente: ¶ — Direttrice, niente con Foggia. ¶ Ma Caterina Borrelli
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niente. ¶ E Faraone, tranquilla, con la voce strascicata: ¶ — Si
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strascicata: ¶ — Si va bene con Reggio: non vi è
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immobili, chi sonnecchiando, chi con la fronte fra le
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le mani, chi discorrendo con la vicina a voce
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Tutto questo senza pompa, con una dolcezza silenziosa, con
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con una dolcezza silenziosa, con una naturalezza affettuosa tale
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Talvolta esse diventavano brutali con lei, che era molto
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a chi glielo chiedeva con poca delicatezza. Quando la
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Pellegrini, poi siamo andate con mammà, mia sorella e
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Sì! A quell’ora? con tutta la buona volontà
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disse quella subito, ma con voce tremante, — la matrigna
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ecco, — fece l’altra, con un dispetto bambinesco. ¶ — Fortunata
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Il Monarcato, che cominciava con le parole: sino a
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a quando, e finiva con le parole: in un
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dell’articolo, le parole con cui principiava e con
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con cui principiava e con cui finiva, insomma le
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si era fatto amico con tutti. Di estate sedeva
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nulla: ella lo guardava con una tenerezza infinita, senza
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glielo dirò, — soggiunse poi, con voce secca. ¶ — Anche per
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principio, che si discutesse con lui. Di giorno, col
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di sera, nella penombra, con quegli occhi nerissimi e
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e fieri d’inquisitore, con quel suo ronzare fra
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ronzare fra le macchine, con quella voce cheta cheta
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che non voleva risposta, con quel suo abbrancare improvviso
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Festeggerà il Natale; pranzando con la vice-direttrice. ¶ — Borrelli
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viene il direttore.! — esclamò, con accento desolato, la Borrelli
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come aspettando, guardandola freddamente, con la dominazione tranquilla degli
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girava attorno ai tavolini, con una lentezza che faceva
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sottovoce, senza gestire, ma con una forza e una
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ella ascoltava tutta intenta, con gli occhi abbassati, una
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cena e al letto, con un bisogno tutto animale
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aspetti, — rispose il direttore, con una grande severità, questa
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allo specchio di mezzo, con certi colpi di piumino
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deve vivere a contatto con gli uomini, senza che
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fortezze della virtù, invoca con ardente desiderio un conquistatore
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guardinga, move i passi con precauzione; e la sua
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volta: rammentate? Io rammento con tanta vivezza, con tanta
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rammento con tanta vivezza, con tanta intensità, che tutti
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un’eroina, ho rivissuto con le mie amiche del
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libri sono stati scritti con più amore, con più
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scritti con più amore, con più tenerezza, con più
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amore, con più tenerezza, con più passione di questo
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passavate nell’anima mia, con la faccia di un
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faccia di un tempo, con la voce di un
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il padre, l’ebanista, con la sua grossa voce
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giro il suo fornelletto, con le cogome sepolte nella
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prima. Se ne andava, con le lagrime agli occhi
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nel suo lettuccio caldo, con la guancia affondata nel
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per il corpo: dormiva, con la faccia tra le
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venuto giù sulla fronte, con le gambe immobili e
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Maria Vitale, tutta indolenzita, con un gran freddo addosso
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Niente, — disse l’altra, con la malinconia di una
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Mimì, eh? — insistette Maria, con la sua aria saggia
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di busto, senza fianchi, con le mani grandi, i
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però, — rispose la Scarano, con la mitezza delle anime
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Che freddo! — disse ella con la voce molle e
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e seducente. ¶ Si lisciava, con la punta delle dita
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speciale linea. La direttrice, con la sua scrittura rotonda
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senza lavoro e linee con molto lavoro, linee dove
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la seconda sorella. — Io con quel vecchione del corrispondente
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da crepare. ¶ — Io sto con Genova, — rispondeva la Markò
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Genova, — rispondeva la Markò con una voce che pareva
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idea di dover lavorare con quella noiosa di Serafina
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serva che la torturava, con un rifiuto villano, affogato
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Ella salutava col capo, con un sorriso amabile sulle
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suoi registri, pian piano, con la testa inclinata, come
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quadrettini bianchi e neri, con gli stivaletti a punta
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cappello e la testa, con un ombrello da pioggia
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direttrice, che scriveva sempre, con la sua posa composta
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chi bagnava d’inchiostro, con un pennello, il cuscinettino
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Direttrice, si va bene con Aquila. ¶ — Direttrice, al solito
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Maria Concetta Immacolata Santaniello, con le mani in grembo
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da telegrammi; Adelina Markò con le mani ficcate nel
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dormicchiava, chi chiacchierava sottovoce con la vicina, chi fingeva
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mistero doloroso, e disse, con un tono di orazione
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l’ordine della direttrice, con un egoismo placido di
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a ricevere, tenendo alta con due dita della mano
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le lenti sul naso con quel moto istintivo dei
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ripeteva ad alta voce, con tono solenne quelle parole
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alto impiegato telegrafico, vedovo con due figli, troppo vecchio
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si consolava, recitando insieme con lei la Celeste di
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sedute sopra un sedile, con due giovanotti corteggiatori che
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occhioni azzurri, andando via, con la sua bella mamma
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il suo bel fratello con la sua gentile fidanzata
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braccio, ma camminando allato, con le mani che si
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borbottato il vecchio Brown, con la voce fischiante fra
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aver bevuto dell’acqua con lo sciroppo d’amarena
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era venuto ad aggiungersi, con la sua aria scettica
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piccola delle Galanti, filava con un piccolo tenente, appostato
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crescevano, Carolina massimamente, arrabbiata con Carluccio Finoia, era diventata
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brevemente. ¶ Carolina lo guardò con tanta ferocia di sospetto
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le Galanti s’incontrarono con Eugenia Malagrida ed Enrichetta
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Malagrida grassa, ma composta, con la bonarietà della mercantessa
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Galanti alta, forte, robustissima, con un po’ di mustacchio
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ricominciare, la loro vita; con la esperienza dell’esistenza
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del pranzo dalla finestra, con un panierino: e si
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Finoia, per far pace con Carolina, ritrovandosi ancora una
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Carolina se ne andava con Carluccio, tutta gloriosa della
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un pianoforte verticale, piccolino, con la spalliera di seta
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più basse, più piccole, con la spalliera rossa, con
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con la spalliera rossa, con la spalliera nera: ecco
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Bisogna che si dichiari con me, hai capito? Io
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in uno specchietto verdastro con una ciera da ragazza
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di sei mesi, enorme, con una faccia estenuata di
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coltivava il canto buffo con grande successo, nei ballonzoli
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e l’aria ineffabile con cui si passava la
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trovavano poi tanto infelice, con tutti quei quattrini, e
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soprabito chiuso delle domeniche, con un bottone di camelia
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di fare la quadriglia con lui, se no, non
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Gennaro Mascarpone. ¶ Enrichetta cercò con gli occhi Arturo per
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occhi Arturo per ballare con lui il waltzer, come
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ballavano il primo ballo con l’innamorato o col
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Elvira Brown, Annina Casale con Federico Pietraroia, che le
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vide che Arturo ballava con Eugenia Malagrida, senza mai
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facendo tremare il pavimento, con l’allegrezza della gioventù
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nuovo di velluto nero, con Arturo Aiello, dall’aria
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buona, fate un giro con me — soggiunse lui, dolcemente
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quante felici di ballare con la persona che amavano
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parlava a Matilde Tuttavilla con molta enfasi, ed ella
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bere: una cucinetta nuda, con parecchi arnesi, un piattino
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scuro, dietro la tenda, con una stearica tolta dal
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già levata su: ¶ — Balli con me la quadriglia? — sussurrò
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una coppia: Gennaro Mascarpone, con la sfacciataggine del direttore
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non vedere le occhiate con cui ella gli chiedeva
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Enrichetta Caputo che ballava, con molta disinvoltura, con Ciccillo
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ballava, con molta disinvoltura, con Ciccillo de Marco, il
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e andò a confabulare con la signora Concetta Caputo
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signora Concetta Caputo e con Enrichetta, per avere almeno
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uno specchietto, un candelliere con la candela accesa. Mentre
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di ottone sporco, opaco, con un mozzicone di candelotto
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presentati a una dama, con due nomi di fiori
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aver ballato la quadriglia con la più bella ragazza
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del suo lettino, sottile, con una foderetta di una
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delle ginocchia a terra, con la smorfia di collera
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cavalieri e non ballò con nessuno; Federico Pietraroia arrivò
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Pietraroia arrivò a ballare con Elvira Brown; Eugenia Malagrida
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finiva; Matilde Tuttavilla parlottava con la signora Malagrida, ora
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lo specchio per colui con cui non voleva ballare
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lo specchio per colui con cui voleva ballare. Era
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maccheroni freddi e unti con cui doveva cenare e
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da nolo, senza cavallo, con le stanghe in aria
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molto tempo aveva convissuto con Franceschella, la sua serva
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amiche intime, famiglie intere con appendici di fidanzati, condotte
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una Venere di marmo con le braccia spezzate, tutto
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della pignatta, si circolava con difficoltà, tutti erano venuti
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difficoltà, tutti erano venuti con la speranza di prendere
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Le ragazze De Pasquale, con certi abitini provocanti di
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nera, scollati in quadrato, con le maniche di velo
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vedere le bianche braccia, con le treccie bionde sulle
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dell’anima, visto che con tanti omaggi, non si
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delle carte di musica, con un’aria sapiente, parlando
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tenendosi a braccetto, Caterina con gli occhiali sul naso
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Finoia accanto a Carolina, con Rocco Marzolla, un maestro
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messo fieramente sull’orecchio, con un bel sorriso di
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tutti veneravano, che chiamavano con rispetto la marchesa, senz
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di tela bianca, legata con uno spago. I due
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pesante! ¶ Gelsomina Santoro, elegantissima, con un vestito verde oscuro
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come un ufficiale, aspettava, con un fazzoletto di seta
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il manico della scopa, con due mani, come una
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il braccialetto d’oro, con uno zaffiro, si diceva
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zaffiro, si diceva, no, con uno smeraldo, e tremavano
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che guardò la gente con un cipiglio di sibilla
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Mimì l’aveva bendata con tanta larghezza! La prima
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una biondinetta così carina con la sua aria ingenua
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d’argento, smaltato nero, con la parola ricordo, una
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regalucci, impacchettati misteriosamente, suggellati con ogni cura. Erano ventaglietti
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uovicini di legno scolpiti con un ditalino di metallo
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Ida De Pasquale mostrava, con un piglio grazioso, il
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vacanza; e si incontrarono con gruppi di studenti che
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breve breve, si lasciavano con un cenno di addio
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offrivano loro, in due, con uno sforzo comune di
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Malagrida, padre, madre, figliuola, con Arturo Aiello, fidanzato di
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che portavan sul volto, con gli occhioni tristi pieni
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immensa terza lava che, con passo sicuro, inflessibile, scendeva
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di Chiaia, in su, con un balcone donde si
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al quale erano riunite, con altre ragazze, si vedeva
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nel pomeriggio, pallido, commosso, con le lagrime agli occhi
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l’albergo Washington, insieme con Maria Jovine: l’avevano
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Napoli non era piacevole, con quelle montagne, traboccanti lava
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era arrivato il Pungolo con le notizie. Enrichetta Caputo
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di salire sul Vesuvio, con coloro che erano venuti
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ritrovato il corpo, abbracciato con quello della sua fidanzata
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capelli, i libri legati con un nastro o con
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con un nastro o con una stringa di guttaperca
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cinquantina di alunne seguì con fiacchezza il canto mattinale
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guida e mi consola, ¶ Con angelica parola ¶ Di conforto
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terzo corso, convittrice, voltava con affettazione le spalle a
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esterna del terzo corso, con cui aveva litigato il
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libri e i quaderni, con lo stomaco appena riscaldato
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le lezioni a memoria, con una fatica immensa, ma
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a non scrivere limpido con la elle apostrofata e
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elle apostrofata e inchiostro con la gi; Maria Caressa
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le più tristi rimasero con la bocca chiusa e
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a vivere in casa con un’amante di suo
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quel fango e borbottava con quel suo fare di
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direttore — mormorò l’altra, con voce fievole. ¶ — Non ci
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aspettarlo? — E lo domandava con tanta dolcezza che Rosa