Marco Missiroli, Atti osceni in luogo privato, 2015

in caso di malinconia con barlumi di speranza. Suivre

dietro questo bastardino spelacchiato con gli occhi da topo

di Palmiro, la tenacia con cui mi aggrappavo a

sorrideva a me, continuavamo con i tre bisous, erano

la lampada, la trascinai con me sul divano letto

Marsell universitario la girava con la sua Bianchi cromata

copriva metà affitto e con il gruzzolo messo via

l’osteria, un buco con dieci tavolini di legno

aveva giocato a bridge con un fascista e io

mentre apparecchiavo i tavoli con tovagliette di carta gialla

Pessoa. L’unica assonanza con me era sulle donne

e sugli indiani. Provai con il foie gras, mi

gras, mi insultò. Provai con McEnroe, il tennis non

nome? ¶ Arrivavo da Leoni con gli occhi pesti e

le undici, a volte con Palmiro Togliatti, sempre con

con Palmiro Togliatti, sempre con l’Assunta che sgasava

genitori e l’appuntamento con la fidanzata di Mario

di servire mi fermavo con il notturno in viale

a piedi. Mi salutarono con sospetto finché raccontai a

e un angolo cottura con un frigorifero da hotel

steso sul sedile posteriore con Palmiro addosso, capii che

mai aperto, le scrivanie con i tarli, vecchi telefoni

scaffali carichi tranne una con mensole vuote e due

da Fiorucci, azzurra e con gli angeli, e aveva

pouf. Li aveva rivestiti con dei foulard indiani e

cotone e glielo disinfettai con lei che si rimetteva

Le fermai il fazzoletto con un po’ di scotch

mi sedetti sul pouf con la schiena appoggiata al

di andare al largo con il canotto e starcene

volte al giorno, tornava con gli occhi gonfi e

di comprensioni. Ci intendevamo con un’occhiata, io prevedevo

doveri e li svolgevo con buonumore. Alleggerivo e assistevo

fu un lavoro premiato con il massimo dei voti

la possibilità di successo con una donna in ambienti

tu. ¶ Andai al lavoro con la lettera di Antoine

sapevo: entrare in collisione con un’anima femminile diversa

avanti. Arrivai in osteria con quella verità e parlai

sistemato in un quadrilocale con la carta da parati

infissi anni trenta. Viveva con quattro gatti, tre chitarre

il biancospino si sposava con la placidità del Buddha

placidità del Buddha e con i cambi di rotta

di papà, della valigetta con i Fiori di Bach

anni era stato trattato con gocce floriterapiche al brandy

bocca e lei rispose con foga. ¶ Dipese dall’alloggio

primordiale. Quando finii sapevo con certezza che la mia

i capelli a chignon con uno spillone d’ambra

dissimulava la sua insospettabilità con la sudditanza al lavoro

sentirla. Brindammo ai saliscendi con Sangiovese e Libertango di

un uomo sulla quarantina con la barba e il

studio legale. Parlai io con uno dei soci, il

Lo strappo difficile avvenne con i Deux Magots e

i Deux Magots e con Marie: al Café organizzarono

Café organizzarono un brindisi con i clienti più affezionati

Mi schermai, non parlai con nessuno, per un primo

modo impeccabile e vestii con una sciarpa rossa di

frignai guancia a guancia con Marie. Evitavo di farmi

Adieu, e la disprezzai con tutto me stesso per

su un giardino interno con un ulivo. ¶ La prima

una cartolina d’epoca con le lavandaie dei Navigli

assieme a una cassetta con delle canzoni scelte da

maestosa e quasi stonata, con la sua scala da

da una famiglia borghese con un innato senso del

Mario era fidanzato, stava con Anna da sempre. Una

da sempre. Una ragazza con un cuore che non

ed era in regola con gli esami di Ingegneria

invece andava a zonzo con la sua Vespa Special

Vuoi venire? ¶ – Ho chiuso con le carte. ¶ Mi aggrappai

Alle chiacchierate al bar con il Bentivoglio sorseggiando China

Martini, e alle passeggiate con il Crespi. Il giorno

sistemavo uno schedario speciale con le strenne natalizie e

aveva mandato una cartolina con Betty Boop che ballava

era estinta. Andava peggio con lo studio. Negli ultimi

c’era un vecchio con un alano pigro, indossai

produrre endorfine e dopamina con regolarità si sarebbe trovato

inglese e il quarantenne con la barba incolta, accelerai

Chiese come mi chiamavo con voce gentile. Lei era

aveva giocato a bridge con l’amica di mamma

mio posto: uno stanzino con altri quattro ragazzi e

tailleur. Avevo una scrivania con una Olivetti, una penna

c’era una finestra con la tapparella di ferro

cui avevo visto Lunette con il motociclista mi ero

a uno studio legale con il compito di rigenerare

esistenziali. Vantava una laurea con il massimo dei voti

diritto. Stava per sposarsi con un tizio con le

sposarsi con un tizio con le Timberland che la

fine giornata. Era insipida, con occhi striati di verde

archivio dello studio. Parlavo con la segretaria, una madre

una madre di famiglia con le guance pendule, e

le guance pendule, e con Frida. Ci esprimevamo a

tranne quando l’aiutavo con la tapparella. Aspettavo a

mio eros: la pensai con concentrazione, ottenni un abbozzo

addormentai. ¶ In studio continuai con le fotocopie e un

e un sorriso, ricambiai con tre bisous sulla guancia

seduzione. Frustai il puledro con Frida Martini e ciò

dei vestiti al passo con i tempi e un

per riavvicinarsi al sodalizio con Venere. ¶ Tentavo il mio

lasciandole l’eccentricità e con me era sempre stato

scarpe di vernice e con un cravattino fantasia. Fece

di passare una serata con degli under 60. Ridemmo, mentre

farfalla nera. La fissò con incanto, a lungo, poi

e prima di andare con Emmanuel in cucina la

e mentre mi mangiava con le labbra dipinte da

Alla Sorbona mi scontrai con le reazioni sconcertate dei

scandalizzati della sua relazione con me, un italofrancese insipido

io, tendevo a controllarla con domande a trabocchetto: riusciva

arrivato e si tradusse con una domanda, una sera

ad andare a letto con qualcun altro? ¶ Lunette sorrise

Paul per due chiacchiere con Dio. Lunette conobbe padre

esami universitari mi presentavo con minor preparazione e suprema

Lunette annuiva e iniziavo con il movimento di liberazione

d’intesa. Barattammo amplessi con chiacchierate serali a letto

stupore, della solitudine vinta con l’impeto del corpo

furori quando la pensavo con altri. ¶ – L’eros pretende

riuscita a superare. Nemmeno con Jacques. Disse che era

mondo che voleva visitare con me. ¶ – Je dois étudier

un borsone della Spalding con le cinghie di corda

sul fondo dell’armadio con ancora l’etichetta Air

Lunette salì in aereo con un panama in mano

e a buon mercato, con il bagno in comune

Un colossal ben fatto con dettagli kitsch intelligenti. Musiche

la pashmina e passeggiò con il seno più esposto

si accorsero che ero con Lunette mi lasciarono passare

altri corpi, altri odori con cui l’America sbaragliava

C’era una biondina con un vestito succinto che

Un gruppo di ragazzi con l’aria esotica li

un giocatore di carte con un’irresistibile attrazione per

e ossuto, si agitava con la stessa leggerezza di

il sedere, scambiò posto con l’altro ragazzo, un

era un lungo corridoio con dei pisciatoi a muro

muro e quattro cabine con i cessi. Sentii che

le sale del museo con impazienza e passava oltre

opera su sfondo bianco con quattro linee curve che

era stato in bagno con il ragazzo. ¶ – Quoi? ¶ – Ti

i neri di Harlem con i loro sacchi portati

la aspettavo. La baciai con dolcezza e le sfilai

se le era piaciuto con uno sconosciuto. Mugolava di

lei mi aveva insegnato Con pazienza, amore mio. Tant

e non lo sostituì con niente. Se ne stava

nella società del maquillage con la buonuscita della pensione

che consumava la minestra con il cucchiaino da tè

dopo per un master con borsa di studio in

in finale al Pulitzer con una raccolta di racconti

mi sembrò diversa, avara, con le sue geometrie regali

Belleville, ferita e brulicante, con i suoi poveri diavoli

a Belleville e tornai con il notturno delle tre

papà, e i cappelletti con la scorza di limone

si voltavano più che con mamma e Marie, io

mai riferimento ai cinema con sua sorella, anche il

cuore e lì rimaneva. Con Marie eravamo d’accordo

la sessione di esami con una media del 18,8 su

dei giardini. Lunette arrivò con un mazzo di gerbere

sul divano e continuai con Rodari. Lei rimase sulla

spaventapasseri e del paese con la esse davanti. Sentivo

la farfalla nera continuammo con i Martedì al cinema

Martedì al cinema, e con gli istinti, senza sapere

veniva verso di me con le sue carte di

di spezzare il mazzo con la mano sinistra. ¶ – Pourquoi

a ridere e osservò con minuzia la posizione delle

Camus. Mi aveva fulminato con Il commesso, una storia

più tardive nel risvegliarsi, con più controllo e potenza

potenza durante l’atto. Con quell’incoraggiamento indossai la

turno dedicato all’Est, con i turisti cechi e

offrì una ragazza olivastra con gli occhi andalusi e

complicata, lei si ostinò con una smorfia di malizia

peur. ¶ Entrammo e ricordo con precisione un’anomalia: quel

sul collo e armeggiò con la cintura, tirai indietro

le mise da parte con cura. Lo strinse, e

ai testicoli, li sfiorava con il palmo, poi disse

aprì camicetta e reggiseno con un gioco di prestigio

impugnai, Pas vite Libero, con calma, guidò piano le

avanti e gliele baciai con precisione, infine da incontinente

Avevo rotto la simbiosi con me stesso. Ero diventato

e andò dentro, ritornò con L’amante di Marguerite

era pronta a riscoprire con Jacques ciò che sacrificava

strabiliante per la grazia con cui una donna osava

Tant pis mon amour, con pazienza amore mio, è

caduta del mio candore con dolcezza, e sotto la

re lo chef ammalato con ricette bella-figura, preparai

grottesco della nouvelle vague con un bicchierino di Pastis

Deux Magots, avevamo discusso con gli altri di Simenon

Lunette rincarò la dose con l’assoluto disprezzo per

in bocca, mi lavorò con la lingua finché mi

l’origine du monde con le labbra, e la

dentro di lei. Fece con calma, oscillò a destra

Mario, l’ho fatto. Con Lunette. Dillo a Lorenzo

a trovarmi a Parigi con Anna? Io sono inchiodato

mio vigore senza barriere, con l’assoluta meraviglia di

a una domenica sublime. Con questa consapevolezza iniziò la

si copriva gli occhi. Con lui non potevo parlare

sua madre preparava riso con ananas e pollo e

ananas e pollo e con tutta la famiglia ammucchiata

piano piano al rapporto con Lunette. La famiglia Lorraine

abbatté: Lunette si presentò con un morettino che nessuno

aveva a che fare con i movimenti politici studenteschi

per una faccenda urgente. Con la coda dell’occhio

Lunette che mi seguiva con lo sguardo. Fuggii per

ghiaia disegnai cinque cerchi con il piede. ¶ Andammo nel

vicino al Père-Lachaise con la carta da parati

entrare in un salotto con due divani piccoli e

di lei al mare con un’altra donna che

Jung e un giradischi con un disco dei Pink

Mi offrì un vassoio con delle prugne secche avvolte

L’avevo già visto con Lunette e gli altri

all’odissea di Antoine con un suo braccio intorno

portò via il piatto con i resti di pancetta

busto, lo teneva fermo con una mano. ¶ Se lo

mano. ¶ Se lo tolse con cura e lo ripiegò

poi me ne andai con un senso di leggerezza

sopportare i Deux Magots con il morettino di Lunette

sessuale che andava mutato con la circoncisione. Gli ebrei

Marsell acconsentì, – Sarò lì con te. ¶ L’operazione avvenne

un avvocato si rinforzarono con le ondate di razzismo

il morettino di Lunette con le scarpe inglesi, si

Antoine, che aveva capitolato con Marion, la ragazza corsa

così feci: mi confidavo con me stesso e passavo

fine settimana da papà. Con mamma mi limitavo a

di stringere un rapporto con me. Era un equilibrio

accaparrato il mio Bac con 16/20 e les félicitations du

Entrai in sala operatoria con papà ancora provato dalla

i punti di sutura con tintura di iodio e

curato tutta la vita con fitoterapia e Fiori di

diritto. Portai il libro con me all’ospedale, fissavo

la porta dell’obitorio con Orwell nella tasca del

avevano pettinato i capelli con un ciuffo abbassato. Glielo

sua seconda lingua, Sarai con me. ¶ E lo baciai

come aveva fatto lui con il suo bambino. ¶ Al

funzione e ripartirono subito con i genitori. C’era

dimenticato di lui. Procedetti con minuzia. Cominciai dalla camera

dietro trovai una scatoletta con delle bustine divise con

con delle bustine divise con cura, ne aprii una

un incontro al Café con Antoine e gli altri

all’altra di Parigi con la Peugeot 305. Elaborò la

e italiani che intrattenevo con un po’ di storia

e li facevo sorridere con la mia camminata timida

lezioni e mi seguiva con lo sguardo mentre servivo

qualcosa, se poteva venire con lui da me. Rinunciava

citofono sentii – Lunette – rimasi con la cornetta in mano

porta e l’aspettai con la testa tra il

Marsell? –, sfiorò il tavolo con lo stupore di una

e pepe, insalata valeriana con spicchi di arance, pomodori

davanti a un Café con i tendoni verdi e

Si stropicciava le mani con le mani, mi fece

si mise a confabulare con un cameriere e sparì

insieme a lui. Tornò con la mia ordinazione e

la mia ordinazione e con un ritratto in bianco

c’era un omino con gli occhiali tondi e

svelò di averlo acquistato con mamma qualche anno prima

amicizia e dei litigi con Camus. Mi svelò un

ritirata. E io rimasi con il mio Camus stritolato

rannicchiata sotto le coperte con l’abat-jour acceso

piano di sotto, tornò con un volume altrettanto sottile

sigaretta e la fumò con l’angolo delle labbra

ero seppellito a letto con il romanzo di Buzzati

incontri ravvicinati aveva avuto con le femmine? ¶ Rispose da

due baci alla francese con altrettante ragazze, uno strusciamento

Rimasi in silenzio mentre con il piede disegnavo un

e corsi a casa con chi mi avrebbe insegnato

complicità. Non averla sostituita con un’altra mi creò

giorno prima avevo provato con il dorso della mano

dorso della mano e con il cuscino, mi sentivo

Abitava in un condominio con due portinai e un

tutto. Abbracciai Camille e con una manovra delicata interruppi

dal fuoco e restò con le mani sulla testa

la Ville Lumière scalpitava con la sua brezza irregolare

o paura. Era comunanza. Con mio padre, i suoi

suoi capelli spettinati, e con chi trovammo davanti ai

di me e annuì con lentezza, lo aveva colpito

colpito. ¶ La veglia finì con un brindisi offerto dalla

ragazzo dell’ultimo anno con cui parlavamo nei corridoi

aveva a che fare con il terrore di rivolgerle

mi ritrovai da solo con lei. ¶ Chiacchierammo del più

silenzio e adesso irrompevo con uno stridore. Lunette smise

scrutarmi come si fa con le bestie rare. ¶ – E

Sostituii l’ultimo colpo con una carezza e intuii

non trovarmi da solo con lei. Riscoprii l’ironia

sorridere il nostro gruppo con garbo e tornavo a

nera. Diventai il solo con cui lei poteva rilassarsi

sottoscritto stupiva Mademoiselle Rivoli con interrogazioni decise. Tutti e

alle cure di papà. Con lui mi godevo la

un’ossessione. Le coincidenze con questa epifania furono due

Invece gli era capitato con una nuova inquilina del

informato di questa brunetta con cui si vedeva nel

gradini del Sacré-Cœur con l’affanno del pellegrino

la scuola? Sono passato con il 7 e mezzo, non

premio è il campeggio con gli altri e il

Dragon e in giro con la sua Vespa. Senti

ha detto di finirla con le telefonate internazionali. Volevo

Deux Magots, mi bloccai con la testa tra le

Quando smise mi ritrovai con un piacere impiccato. Nella

lui la bacia. ¶ Chiudemmo con quella bellezza. Il bilancio

vacanza contò un sodalizio con papà, settecento franchi vinti

gamberetti, uno sguardo ricambiato con un’inglese, innumerevoli spasmi

il suo. ¶ Lo capii con il liceo. Il primo

un nugolo di ragazzini con la pashmina al collo

nero e una biondina con la treccia e l

avvenenti, rimaneva una morettina con il sedere sporgente. Si

e parigino. Un nero con la erre moscia e

Cominciai a farmi notare con piccoli interventi e con

con piccoli interventi e con un silenzio intelligente. Per

pagella organizzammo un’uscita con i miei compagni di

del mio vecchio cane con una mistura di Fiori

non appagava l’occhio. Con lei seppi che mi

gelide. Provai a staccarmi con i miei silenzi, Camille

Andò peggio ad Antoine con Hélène: si sentì dire

schiuse, a labbra aperte con una punta di lingua

immaginavo storie d’amore. Con Mademoiselle Rivoli, con una

amore. Con Mademoiselle Rivoli, con una ragazza di terza

mi prende sottobraccio, vestita con un lupetto di seta

cena, mangiai lo spezzatino con i miei e ricordo

evoluzioni organiche e andavo con mamma in chiesa la

l’obbligo di confessarmi con il prete di Saint

che aveva fatto progressi con una turista americana affascinata

di leggere il futuro con le carte; Antoine mi

Mario. Entrambi avevano amoreggiato con due tedesche a Forte

mie lenzuola venivano cambiate con frequenza dalla donna delle

Remedy. Restava in poltrona con “L’Équipe” aperta o

a passeggiare e tornava con un vassoio di pasticcini

altra parte della strada con lo sguardo incagliato a

settimana. Io sarei rimasto con Emmanuel, se volevo potevo

una sorpresa: sarei andato con mio padre alla semifinale

papà. Si faceva vento con il giornale e fissava

nel Marais, mamma rimase con me nell’appartamento in

e lo avevo trovato con due scatoloni troppo piccoli

memoria del primo appuntamento con mamma. E così via

famigliare era finita. E con essa la mansuetudine. ¶ Cominciò

aveva poco da spartire con me, non era una

Scelsi la seconda vittima con facilità. Emmanuel diventò ancora

vuotai il sacco. Mangiai con la sua famiglia, appollaiato

appollaiato su uno sgabello con il piatto sulle gambe

ne andava in giro con dei jeans sfrangiati a

film, nelle riviste pornografiche con Antoine, in un volantino

gli addetti facevano arrivare con un montacarichi. ¶ Tornò con

con un montacarichi. ¶ Tornò con il romanzo, lo protesse

vecchio, premetti la carta con i polpastrelli, aveva le

eroici scelsi di battermi con la religione, di saltare

scuola e un pranzo con mia madre ed Emmanuel

disse – Impariamo dalla Francia con le sue ondate di

camera, Emmanuel la aiutava con i pantaloni alle caviglie

porta. Lui in piedi con gli occhi socchiusi davanti

mio? – aveva chiesto mamma con il rossetto fresco. ¶ – Tutto

liberazione. Avanti e indietro con costanza. L’inganno di

gelosia. Mi ero accanito con la mano un’ultima

Perché non sei venuto con Emmanuel? – chiesi a bruciapelo

miei comandamenti: avrei scelto con cura il mio migliore

andò in salotto. Restai con il volto affondato nel

per il roast beef con le patate al timo

il litorale dei parigini con le berline e i

ero un frutto acerbo con le spalle più strette

Lo aspettammo sotto casa con la Peugeot 305 carica come

una trentenne castano chiara con la pelle di luna

non vieni in macchina con me e Manù? ¶ Del

mi pulì le dita con una salviettina fresca, che

portato a piccoli incontri con Marie. ¶ Mi raccontò che

avevamo affittato una villetta con terrazzino e due camere

mentre attraversava la Manica con un monoplano scassato. Come

quattordici anni di matrimonio con mamma. ¶ Per la prima

sua complicità a carte con Emmanuel e offerto a

fuori – dissi. ¶ Papà entrò con Emmanuel, mamma si offrì

si offrì di restare con me. Chiesi e ottenni

le cabine degli stabilimenti con i nomi delle star

al suo, mi trattenne con le sue braccia calde

usare il braccio sinistro con una minima rotazione del

di immaginare situazioni realistiche con possibilità di fallimento: mi

al bar du Soleil con Marie, lei ha un

mi tira a sé con lo sgabello e invece

finestra dei miei genitori con la vergogna di chi

passeggiare, rifiutai i racchettoni con Emmanuel che si mise

si mise a giocare con mamma. Mio padre chiacchierava

mamma. Mio padre chiacchierava con Marie sulla battigia. Mi

Adocchiò Emmanuel che giocava con mamma. Anche papà li

un decennio. Mi lasciò con il suo secondo sigillo

verso sua moglie. Accanirmi con i puzzle avrebbe rimesso

e vidi arrivare papà con la faccia buia: mi

bionda. Era un taccuino con in copertina Arsenio Lupin

Milano l’avevo riempito con una ventina di scintille

Pellerossa accompagnano chi muore con il tamburo; Lucia, baciarla

finché papà spuntò fuori con la sentenza: i nostri

e tagliai il mazzo con la sinistra. Venne l

suo coup de théâtre con dettagli significativi. ¶ I miei

Mamma uscì dal bagno con l’acconciatura a mo

finché si inserì mamma con una filippica sulla Gauche

da fare i conti con Giscard d’Estaing. O

l’anno ancora prima con Lucia e Giulia. ¶ – Si

mi disse di sedermi con lei. Ubbidii, avevo paura

a cosa serviva insistere con una ragazza come Frida

scrivo vedo un palazzo con i mosaici intorno ai

è un uomo che con una mano annaffia i

annaffia i gerani e con l’altra si sistema

abbiamo mangiato le prugne con la pancetta e ti

tragitto restammo in silenzio con l’Assunta che borbottava

sostammo davanti alla villa con i fenicotteri rosa che

un vantaggio da usare con arte. Smise di ascoltarmi

e la zona nord con l’aiuto di Mario

gli occhi di Lorenzo con una nuova separazione, io

di mettere il resto con il contributo di suo

La mattina mi svegliai con l’eco di un

era finito nella tomba con papà. Ero diventato un

Leoni passò in ufficio con il suo doppiopetto a

rimarginato, se lo tormentava con l’unghia. Non sentivo

missione. L’avrebbe riconciliata con il nostro lavoro. Ne

fece, poi mi trascinò con lei. Iniziammo a spogliarci

lo impugnò di colpo con la mano, e con

con la mano, e con la bocca. Sapeva nascondere

il disagio, e io con lei. La stesi sul

dolce e accorto, poi con furia. Frida si aggrappò

rendeva meno ispida, continuai con la schiuma stesa in

peli che avevo, sciacquai con acqua gelata e completai

acqua gelata e completai con l’allume di rocca

Monsieur Marsell. Mi vestii con il completo che sceglieva

tre bottoni in frescolana con le spalline ridotte, indossai

se non avessi sfiorato con la coda dell’occhio

rue des Petits Hôtels con il numero trovato nella

sedermi a quel tavolino con lei, tenendola stretta come

nel suo cappottino nero con gli occhi stanchi per

solo Parigi aveva visto, con il montgomery di papà

di passare nel traffico, con il fiato a singhiozzo

mi rimisi a correre con la pasta choux che

letto era stato rifatto con le lenzuola pulite e

di prendere un caffè con lei. E lì, mentre

pranzo, al bar Crocetta, con la paura di essere

passeggiata fino al Duomo, con i piccioni che la

davanti allo Studio Leoni, con lei che si staccò

Deauville, al suo divano con Truffaut e al monolocale

a bere un bicchiere con lui e avrebbe continuato

secondo e ultimo giorno, con Marie malinconica per aver

aveva a che fare con una specie di paura

sposata a vent’anni con un compagno di liceo

per lasciare un biglietto con un titolo scritto di

la porta e rimasi con la schiena appoggiata alla

Monsieur Marsell andavano festeggiate con una pizza. Ordinammo una

dei miei romanzi e con la radio che faceva

colonna dei taxi, salii con lei e usai una

mentre Milano ci accompagnava con le sue luci giallognole

scendendo in Porta Romana con il suo pavé e

e un post-it con scritto È un invito

avevo intenzione di fidanzarmi con un’avvocatessa. ¶ – No di

Vanessa, spiccia e scheletrica, con un tatuaggio vistoso sulla

un cappello da uomo. Con lei discutemmo di socialismo

normanne, meglio se condite con il pepe, e del

Brera e corso Garibaldi con la casa della Laide

sulla testa, senza fretta, con io che mi voltavo

Disse anche di avercela con me: non avevo mai

tavoli inutilizzati. ¶ – Sai guidare con le marce, Marione? ¶ – Per

Special rimessa a nuovo con pezzi originali e vernice

preparato e si avverò con assoluta precisione: quando Lorenzo

rivisto “Una giornata particolare” con il nostro Marcello: mi

Ha a che fare con la polvere tolta dalle

alle terme di Budapest con le mie amiche d

le risate. Quattro tardone con la testa da bambine

mille chilometri di distanza con la paura di scegliere

per quel Natale pattuii con mamma di non tornare

a insistere sulla laurea. Con la stessa cadenza io

Era una donna intricata con un senso di dedizione

aveva fatto lo stesso con la sua fidanzata appena

appuntamento a casa mia con la sua Uno tappezzata

dell’Inter. La guidava con i comandi al volante

davanti all’altra. ¶ – Prova con me – Marika sorrise. ¶ Le

a vuoto del Panasonic con una punta di sadismo

più ostentavamo indifferenza. Continuai con le mansioni da schiavo

porta scostata o chiusa con lei dietro, rimanevo in

osteria, servivo ai tavoli con scioltezza e con due

tavoli con scioltezza e con due preservativi in tasca

sulla quarantina, alticcia e con la pelle di cartapesta

registrava le mie conquiste con una tacca sul bancone

il mio nuovo esistenzialismo con masturbazioni che mi facevano

abitudini private: le chiacchiere con Marika e le ragazze

in solitudine, a volte con i ragazzi e con

con i ragazzi e con Vanessa e le sue

al mio stesso modo. Con gli abitanti schivi e

il tavolo per bere con Philippe e infastidire le

ribattezzato la mia carne con incontri senza sangue. Ma

trasmettermi la sua atmosfera con cocciutaggine anche dopo. E

freccette e la tombola con in premio un cotechino

Avevo allestito l’osteria con luci intermittenti e abeti

Assuntina legata al palo con doppio catenaccio. Passò Frida

aver dormito sul divano con uno dei suoi gatti

cucina. Giorgio stava sfornellando con una papalina rossa, appena

agnolotti in brodo, lesso con mostarda e patate al

Bellissima. ¶ Passammo il pomeriggio con la coperta sulle gambe

quando racconta della serata con una turista e di

c’erano il risotto con l’ossobuco, il bollito

viveva in un appartamento con soffitti di sei metri

alcuni cugini, uno lussemburghese con cui parlai in francese

cercai nonna Olivia, parlava con il lussemburghese. ¶ – Davano Full

Conobbi così Anna Cedrini. Con un’imitazione del soldato

appena uscito dal lavoro con una collega – avvampai. ¶ Mi

E della mia. ¶ Mangiai con l’escamotage del cibo

incontrammo vicino al divano con le zampe da cane

Solo stasera. ¶ Mi guardò con tenerezza, e con astio

guardò con tenerezza, e con astio. Gli stessi sentimenti

presi così, senza protezione, con lei che agguantava la

costava meno e avveniva con schiettezza. Avevo accantonato pudori

una Jacaranda in Messico, con Monsieur Marsell che fingeva

ufficio 34. Anna stava parlando con uno studente, mi sedetti

al termine del colloquio con una maglia a collo

gli occhi sulle Clarks, – Con chi posso parlare per

e tornò in piedi con lentezza – Iscriviti – Mi fissò

Andiamo all’Anteo. ¶ Rifiutai con la scusa che dovevo

nuovo in facoltà o con nonna Olivia e tutta

parenti o una sera con Mario, io lavoravo sempre