parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Enzo Striano, Il resto di niente, 1986

concordanze di «con»

nautoretestoannoconcordanza
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1986
incenso dalle chiese parate con immense tende di velluto
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1986
gonna di teletta azzurra con bordure in raso ricamato
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1986
rossiccio del chitarrista. ¶ Saltava con gli occhi da un
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una pergola, un fornaro con camiciotto bianco, coppola di
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1986
malavitosi: piagati, monchi, storpi con stampelle, bende, ferite suppurate
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1986
recavano pappagalli iridescenti, gabbie con uccelli del Paradiso, guidavano
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porcellana bionda. Zariffi musulmani con lucide mani di ceramica
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1986
impugnavano minacciose scimitarre. Elefanti con baldacchini d’ebano, d
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dove assorbiva il sugo con un pezzo di pane
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qui don Pasquale Tria con suo padre, don Francesco
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1986
alla Salata, era piccola, con pochi mobili. Lavò in
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1986
più che adulte: Filangieri con la faccina magra, un
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estero, stava per sposarsi con la contessa Fremdel. Vecchio
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Serra. ¶ S’era truccata con cura, ma poco. L
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nobiltà” in velluto viola, con la pettorina per nascondere
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pressato molto nel serbatoio, con poca acqua. «Saporito» aveva
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Saporito» aveva detto Pascual, con la voce grave, l
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mentre parlava e tossiva con grassi rantoli catarrosi. ¶ Dietro
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bianca e d’oro, con l’altro teneva aderente
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cosa attraente il mento: con fossetta marcata, una bella
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vita randagia.» ¶ La guardò con aria un po’ rozza
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il capo, poi Pascual, con aria tollerante, esclamò: «Davvero
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primo scambio di discorsi con i Tria. ¶ Quando gli
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1986
in un appartamento attiguo con le quattro figlie zitelle
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in uniforme di gala, con le mogli: i colori
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Scarsi i fiori ma, con quel freddo, i garofani
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sussurrò, orgoglioso. Lei sorrise, con sforzo. ¶ «Brava. Brava» disse
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dietro una grata. Pensò con apprensione che, di lì
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fiammeggiava. ¶ La messa cominciò. Con sorpresa udì le note
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basso fantoccio che qualcuno, con malagrazia, avesse ficcato dentro
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papài avrebbe sofferto troppo. ¶ Con la coda dell’occhio
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giunte, moveva le labbra con tanta diligenza che vi
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servi schierati nell’ingresso, con parrucche, livree celestine, guanti
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le parve la osservassero con aria strana, mista di
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1986
settanta ducati» commentava. Oppure, con disprezzo: «Ha fatto lo
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1986
una spillino a girasole con smeraldo e una toletta
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1986
da Roma.» ¶ Lei rispose con un cenno del capo
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1986
capo, reprimendo la stizza. Con gesto brusco sollevò la
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al centro della tavola. Con ironia domandò: «E questi
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Pascual li fece notare con vanità e rispetto. ¶ «Lo
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nuove, di batista bianca, con soprattende in calicò giallino
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scudo di ferro blu, con angioletti e fiori di
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1986
fascia, sganciò la pettorina con gli alamari, sfilò giamberga
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frequente. Prese a baciarla con la lingua che sapeva
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sapeva di vino. Improvvisamente, con violenza estrema, strappò i
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1986
esperto, prepotente. La divaricò con un solo movimento della
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di lui. ¶ Seguì tutto con gli occhi della mente
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stessa intera, stesa, apertasi con inattesa docilità al gesto
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parve infastidita, ma sorrise, con cortese eleganza. ¶ «Se è
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pronto il suo matrimonio con Gaetano.» ¶ «Vuol dire che
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Non posso permettervelo» intervenne con aria truce Jeròcades, ch
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muratori.» ¶ Chiara lo guardò con alterigia. ¶ «Io parlo di
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vertiginosa.» «Ormai lui corre con le gambe della sorella
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sa soeur? Avec le con de la marquise de
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giornata nell’appartamento Lopez, con i suoi sventurati. Papài
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voluto lasciarle il baule con la biancheria, le sei
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acqua che poi spargeva con uno straccio. Dopo fatica
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dai Cassano, Cirillo corse con lei, il bel viso
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dicendo: «Venite a starvene con noi per qualche tempo
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1986
Ma come avrebbe potuto? Con rabbia smantellava se stessa
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sempre. ¶ Decise di parlarne con Vincenzo. Ripulì la casa
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Una fatica spazzolarli, ripulirli con ovatta intrisa d’olio
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lo traeva dal canterano con gesti incolleriti. ¶ 6 ¶ Come tante
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l’archeologo Mazzocchi...), scherzò con Sanges, ascoltò i pettegolezzi
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giri di petite-promenade con Primicerio, si sorrisero. Al
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di carta variopinte. ¶ Sedette con Vincenzo, Pagano, Chiara. Pagano
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indescrivibile: l’orchestra riprese con una sarabanda velocissima, volarono
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di niente.” ¶ PARTE SESTA ¶ 1 ¶ Con lei mutavano le cose
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progetto di sposare Lenòr con Miguelzinho. Lei pensava a
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Il piccolo bagaglio culturale con cui era partita le
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1986
popoli massima. ¶ Occorreva lavorare con intelligenza, infiltrarsi nel sistema
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1986
infiltrarsi nel sistema. Piegarsi con subdola, paziente sapienza a
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1986
re, si sarebbero scavati con le proprie mani la
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1986
Vincenzo le aveva prestato, con mille raccomandazioni, un opuscolo
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e fuori, dall’intelligenza con cui avrebbero tenuto i
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avrebbero tenuto i rapporti con la monarchia. ¶ Vedeva, infine
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1986
Si riparlava dell’Accademia, con appannaggio. Forse anche il
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1986
le arringhe. Aveva chiuso con Chiara Pignatelli, sussurravano fosse
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1986
come lui aveva fatto con lei nei momenti difficili
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un piattino d’argento con le cifre regali, i
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1986
senza sporcare» confermava lui, con allegra vanità. «I cavalli
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1986
come s’adda fa’ con le donne. Un paio
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proprio così, confondendo “imparare” con “insegnare”, come succedeva ai
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fronte pallida. La guardava con stima e ammirazione, un
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passi più difficili» soggiunse, con soddisfatta dolcezza. ¶ Nonostante Gennaro
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1986
tramortite, sfatte, s’interrogavano con gli occhi. Gli uomini
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invece, ragione le donne, con la loro strana sensibilità
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I lazzari li conosco: con un fischio, qualche tornese
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sono culo e camicia con il re. Ferdinando è
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non sta bene” pensò, con preoccupazione sincera. ¶ Restava Primicerio
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La divertì l’indifferenza con cui lo pensava. ¶ Primicerio
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gros tétons...” “Un bigliettino con tante grazie e basta
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fratello muratore?» ¶ La fissò, con sorriso arcano, senza rispondere
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a Napoli». ¶ «Bom» rispose, con istintiva ironia. “Uma familia
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di «La femme chic» con vestiti che mozzavano il
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aveva costruito un castello con fichi bianchi spolverati di
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salotto vuoto, trepidò, inseguendola con gli occhi. ¶ Le Loro
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Cosa avrebbe potuto presentare? Con chi avrebbe gareggiato? Perché
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emiciclo bianco eD oro, con podio, balaustra, sette sedie
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giustacuore chiaro. Le sorrise con bonomia, quasi a dire
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Perrelli, infine Baldassarre Papadia. ¶ Con raccapriccio s’accorse d
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e calzonetti bianchi. Rispose con lieve, un po’ goffo
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Chiara Pignatelli, la quale, con voce limpida, lesse un
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spettasse al re. Ferdinando con leggero cenno del capo
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San Carlo: più giovane, con aria stanca, distratta, quasi
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d’occhi del re, con aria seria. ¶ La testa
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al re, l’incrociò con quelli preoccupati di Chiara
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sua gloria. Li lesse con guance calde, bocca rossa
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La regina era pallida, con le occhiaie. Volle andarsene
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Napoli. Lei pure andò, con un piccolo crespo nero
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domandava a se stessa, con angoscia d’incamminarsi per
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segni ai quali riferirsi, con in più il brulicare
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figure terrificanti: uomini neri, con cappucci a punta, precedevano
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arrivare un terzo corteo, con un Cristo conciato in
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per Toledo un corteo con un uomo appeso a
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1986
a rotelle arrancavano, spingendosi con le mani in zoccoli
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e una santa Chiara con teste e mani di
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avesse potuto, avrebbe fatto. Con tutto il cuore. ¶ Questo
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Jeròcades giocava a scacchi con un vecchietto. Era palesemente
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a che punto stava con Primicerio. ¶ Costui infine comparve
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si comporta male» fece, con dispetto: Primicerio e la
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Più che mai scontenta con se stessa, stracciata dalle
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solito fragore di Toledo. Con una mano scacciò il
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Niente a che vedere con le ridicole scene immaginate
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mai aveva incontrato qualcuno con cui potesse aprirsi tanto
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o dipingere, ma affermava, con lealtà: «Solo per diletto
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le ingombrò la bocca con la lingua. Denudò il
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che lui invano forzava con le mani. Infine si
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al punto di colpirla con uno schiaffo. Inutile. ¶ Invano
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in bianco, eseguivano divinamente con archi e clavicembali le
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lo prendevano in giro con affetto. ¶ «Fai il doppio
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grassi muli grigi, bardati con coperte rosse, selle tintinnanti
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il dondolio dell’animale con sbiadite intermittenze del cuore
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non molto alte, piazzette con fontane, qualche villa. ¶ Bonito
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Una gran pergola, tavoli con panche, alcuni già occupati
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urlò: «Va all’inferno. Con quello schifo di poesie
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pace? Vovó voleva parlarne con titìo, chiamare il medico
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l’afa, ma anche con i venti del mare
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Una mattina si destò con voglia d’andare in
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barca. Come quella volta, con Vincenzo, per volare sul
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Certo se ne stava con la sua Mariangela, forse
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noi siamo mortali» osservò, con serietà improvvisa. «Abbiamo necessità
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accordo, quelle due!» proseguì, con disprezzo. «Le jour et
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s’aiment beaucoup. Sapete con qual pretesto ufficiale Maria
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che faceva il cerimonioso con Mariangela Carafa, sorella della
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Spesso mormorava: «Quando sarà con noi Sua Maestà la
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era allontanato. S’avvicinò con aria brusca; gettando su
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strideva. ¶ «Non dovete mescolarvi con quegli imbecilli» proseguì. «Quei
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un sorriso stento, ripeté, con tono caricaturale: «Dei Filaleti
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siete Arcade?» domandò, turbata, con guardingo rispetto. ¶ «Certamente» affermò
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signor de Montaigne» rispose con rassegnato fastidio. «Le pochissime
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e lui le fa, con la sua aria compunta
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absolument pas méchant» aggiunse, con nervosa sincerità. «Lui soltanto
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fatto fare un timbro con la firma? Tanucci lo
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Serra. «Ho impressione che con questa austriaca dovremo fare
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amico», e la biondina, con sufficienza: «Je préférerais du
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Tanucci preparava, d’accordo con Francia ed Austria, per
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nero per l’avventura con la bionda. «Illuminata o
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gioco tornava un gruppo con Galiani e Belforte. Belforte
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avete pulezzato! A ciacchetto con voi non gioco più
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perché ve la pigliate con Porpora? Solo lui allevava
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ocra, cravattone bianco ghiaccio con spilla. ¶ Lo guardò mentre
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re tornò da Portella con la sposa, per la
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memorabile, che lei applaudì con Sanges e gli altri
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chi mangiava e beveva, con piatti e bicchieri. ¶ «È
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di Chiara di Belmonte, con lune diamantine. S’intravidero
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re cadde a sedere con un: «Ah!» di soddisfazione
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il re. ¶ Verde campagna, con rocce, laghetti e fontane
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protagonisti. La prima donna con meraviglioso abito di broccato
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aiutiamo a emergere.» ¶ «Io? Con un sonetto? Dove pensi
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pensi si possa arrivare con un piccolo sonetto, Vincenzo
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rise lui. «Guarda che con Mariangela è abbastanza seria
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alto e in basso: con principesse e lazzare non
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loschi pendevano lanterne rossastre con un numero, davanti a
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abissi: se sarà, sarà con Primicerio. ¶ Stupefatta s’abbandonò
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bacche o foglie. ¶ Lavorò con impegno al sonetto chiesto
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re delle Due Sicilie con Maria Carolina arciduchessa d
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angoscia. Era come se, con l’atto di far
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dire (come faceva lei con gli altri, in sciocca
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amici e ai Filaleti, con firma dell’“inclita poetessa
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legata in marocchino verde con angoli dorati, segnalibro in
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scrivendo un libro» confidò, con voce bassissima. «Si chiamerà
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dolcezza che vi regna, con i tesori del suo
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chiese turbata. Jeròcades annuì con forza: «La regina, noi
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vostre alte ruine ¶ pianterà con la destra onnipossente ¶ l
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Jeròcades s’illuminò. ¶ «Verrete con noi, Lenòr? Ci verrete
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io rifletta.» ¶ Ne parlò con Vincenzo, il quale scuoteva
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matrimonio. Papài ne parlava con titìo, mamãe e vovó
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d’altezza, nonché assonanza con Eleonora, ed Esperetusa, allusione
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importanti. Oltre alla pergamena con la figura di Gesù
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di lettere e versi con tanti amici lontani. La
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le rispose. ¶ 4 ¶ La corrispondenza con Vienna l’eccitava. Era
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vuole inimicarsi nessuno, tratta con dolcezza, perché così vuol
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signore ma si scolpa con Dio e con gli
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scolpa con Dio e con gli uomini facendo visite
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Ah sì» approvò lei, con allegra aria materna, un
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di malizia, accattivante. Ma con voi sincero». ¶ «Grazie» rispose
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di sussiego. Improvvisamente domandò, con smorfia puerile di cui
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una signorina gradevole, istruita. Con buone capacità d’esprimersi
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Sardegna, o a Milano, con Maria Teresa, si sono
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allegra.» ¶ «Sì» disse lei, con sincero trasporto. «E voi
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vi verrò sepolta» aggiunse, con leggera civetteria di tenerezza
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castagna, seduti, ricucivano strappi, con curiosi aggeggi di legno
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arenile: una chiesa grigia, con due scale simmetriche sulla
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perciò vanno d’accordo con Ferdinando. Va a pescare
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Ferdinando. Va a pescare con loro, vende il pesce
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ci sarebbe da stupirsi. Con l’educazione che gl
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Tutti quelli che vedi con la faccia intelligente, gli
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vedo sono piccoli, sparuti. Con le gambe storte» si
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filetti d’oro, rosati, con cornici, timpani, festoni. Vetri
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l’acqua una banchina con in punta un castello
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basse, bianche, rosa, azzurre, con buchi per finestre. ¶ La
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é». ¶ Erano pescatori scalzi con berretti colorati, fusciacche. Tiravano
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banda di stoffa rossa con un pomo di legno
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tu pure» rispose Sanges. «Con la vela non tengo
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il vento v’entrò con tonfo sordo. L’uomo
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sedé a poppa, reggendo con una mano il capo
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il capo della scotta, con l’altra la barra
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dei Caracciolo... Sì, quello con le colonnine corinzie. Laggiù
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bolina, la paranzella scivolò con dolcezza a pochi metri
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in anfratti, tornava indietro con schiuma, ruscellava da strani
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1986
chiuse gli occhi. Barone, con abile colpo sulla boma
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poi una muraglia nera, con merli e cornicioni. Alla
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agitarono. Valicò la porta con animo sospeso: quasi di
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di lercio drappo nero con filetti argento. Vi tonfavano
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han diritto di morire con la testa mozza. Un
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finestra, mostrando seni flosci, con enormi capezzoli neri. ¶ Davanti
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mammelle grasse, pendule, mostrandole con allegra golosità alla folla
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da donna, suonavano, passando con rapidità prodigiosa dai tamburelli
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gettare il ventre avanti con colpo secco delle reni
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un gruppo di militari con giberne bianche che veniva
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A Napoli le avveniva con naturalezza così propizia da
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1986
di spartire pensieri, emozioni con un uomo caro, di
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1986
vi posasse gli occhi con lampi di ghiottoneria. ¶ Jeròcades
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1986
però, quando s’aggirava con la sua aria inquieta
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1986
giambergona d’azzurrissima seta, con jabot di mussola color
237
1986
olezzante, e ostentava anello con diamante a ogni dito
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1986
di seta bianco panna, con pettorina a fiori ricamata
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1986
di chiudere le lasse con ottonari, così scivolavano lisci
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1986
Spinelli di Belmonte Pignatelli, con un bellissimo abito di
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1986
il cocchiere armeggiava trafelato, con vettura e cavalli. Alla
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1986
La domenica mattina andava con le figlie a messa
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1986
spazzavano scale, cortile, vicolo con gli strascichi troppo lunghi
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1986
di Dio, altri fermavano con strafottenza accosto i palazzi
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1986
condussero altri, s’ebbe con regolarità un salotto del
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in ogni lingua possibile, con chiunque le capitasse a
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1986
occhi scintillanti. S’accollava con piacere le spese, in
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1986
aveva osato scrivere: cominciò con favolette alla Fedro, poi
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1986
la visita al Colosseo, con stile grandioso e, al
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sannita, inquartando una banda con cinque stelle bianche in
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1986
perse da tempo immemorabile. Con uno dei suoi smunti
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1986
di Vienna. ¶ Li divorò con intenerito stupore. Quei versi
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1986
stupore. Quei versi trattavano, con naturalezza, sentimenti che lei
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1986
gioventù, nel quale andava con penoso impaccio. ¶ E però
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1986
capo. Difficile immaginarsi sposata. Con chi? A volte meditava
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1986
desiderava sposarsi. Scrollava tutto con moto del capo, canticchiandosi
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1986
di versi che sgorgavano con facilità, ma apparivano irrimediabilmente
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1986
rievocò il fugace incontro con il re giovinetto alla
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1986
impartirle qualche lezione, ma con minore impegno. Le aveva
260
1986
nella cucina comune dove, con mamãe e tia Michaela
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1986
Fra l’altro,» soggiunse con aria maliziosa «al momento
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1986
dei convenuti andavano aspirando. Con rapida, nascosta occhiata, riconobbe
263
1986
a tubo. Parlava fitto con un altro, bassino, rado
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1986
stanca ma contenta chiacchierava con un giovanotto malvestito, dall
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1986
Eleonora Mendes» intervenne Meola con un inchino verso vovó
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Eeeh!» rise titìo, minacciando con la mano. ¶ «Giorda’. Non
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1986
intervenne Pagano, infastidito. Parlava con accento aperto, poco napoletano
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1986
Ma no» gli rispose, con durezza improvvisa. L’era
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1986
era parso che posasse, con aria tenera, da conquistatore
270
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poesie avrebbe letto? Quelle con accenni amorosi no, no
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dobbiamo illuminare le coscienze. Con la storia degli scrupoli
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Conforti girò gli occhi con disprezzo, Sanges intervenne. ¶ «Giorda
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Giorda’, la devi smettere con questi atteggiamenti. Qui, fra
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velo.» ¶ «Eh!» commentò Sanges, con divertito fastidio. «La verità
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sono verità» ribatté Giordano, con stanchezza. «E i pensieri
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di trattare tanto naturalmente con quell’uomo. ¶ «Niente affatto
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giorno, forse» disse lui, con aria misteriosa. ¶ Andò a
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trent’anni, alto, elegante, con un bel solino e
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lei, proruppe: «Basta, perdio, con questa Francia! Con i
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perdio, con questa Francia! Con i suoi... nouveaux philosophes
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schifo. E si trastullano con le utopie». ¶ «Sono le
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Ma quelli come te, con la mentalità di leguleio
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gruppetti. Cirillo chiacchierava sommessamente con Conforti. Lei vide con
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con Conforti. Lei vide con sorpresa faticosi sorrisi fiorire
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Di Cirillo titìo parlò con ammirazione. ¶ «È il migliore
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una cavalla bianca, ingualdrappata, con sopra il basto uno
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ti lascia scabra, indifferente. Con Sanges era successo così
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perché onesto» spiegò Vincenzo, con pacatezza. «Ma mi fa
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schioccò, lacerando l’aria con urlo di spaventoso trionfo
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oltre le piante qualcuno, con gigantesca lanterna magica, proiettasse
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ragazzi, quasi tutti scalzi con camiciotti, brachesse sbrindellate ai
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elmi di cartone dipinto, con pennacchi di carta colorata
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al postiglione, che spingeva con frustate cieche. ¶ Scesero, frastornati
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Antonio andò a parlamentare con uno di quei militari
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rispetto: faceva inchini, accennava con la testa. Titìo cavò
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in terra e minacciavano, con brutti gesti delle mani
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carrozza da città, verde, con rozzi fregi dorati agli
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Zizi’» gridò al cavallo, con voce sottile. ¶ Appariva prudentissimo
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un solitario palazzone bianco, con poche finestre illuminate. ¶ «Capo
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monzù» proseguì il vecchio, con amico rimprovero. «Non era
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destra e a sinistra, con cattiveria, e a lanciare
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di tre, quattro piani, con balconcini illuminati da torcioni
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trombette di carta, ornate con pennacchi. Tutti ne avevano
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pe perepé ¶ e travolgendo con insolenza quanti si paravano
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davanti. ¶ Attonita, affascinata, saltava con gli occhi da una
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ingorda. ¶ Vide un uomo con sudicio berretto bianco e
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incantata per la velocità con la quale colui toglieva
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pasta, che poi serviva, con rapidità impressionante, in piatti
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orcio, sventolava il fornello con una gran rosta di
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bestie. Gli uomini usavano con disinvoltura i muri dei
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santo Panaro.» ¶ Si procedeva con snervante lentezza. Sentiva le
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una sterminata, rosea costruzione con scalee di marmo nuovo
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carrozze, alcune di gala con stemmi, dorature, cristalli e
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vocetta del vetturino, recitante con frenesia: «Lo San Carlo
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un’altra carrozza scendeva, con stridore di freni. Finimondo
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muro, lei poté toccare con un dito quella pietra
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ragazzi scalzi e seminudi, con trombette. Se le picchiavano
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a lui faceva luce con una torcia. Capì subito
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viveva il portinaio Minichiello con numerosa e sudicia famiglia
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tapezzate da cambrì azzurrino con festoni. Sporco, stinto, chiazzato
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se fa aspetta’» diceva con voce di baritono Minichiello
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l’arrivo s’accorse con stupore che tutto appariva
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voci, richiami, canti. ¶ Uscì con mamãe per la spesa
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Una volta si trovò con tio Antonio dal marchese
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ridendo e tremando, caricavano con delicatezza sulle schiene i
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lucida, puntata da spilloni con teste di perla, enormi
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cantuscia di seta nera con sboffi ai polsi, corzé
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bianco e rosso, strascinava con aria da regina la
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accompagnavano due ragazzine scalze, con brocche d’acqua, scatoloni
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Si mise all’opera con gesti antichi, sicuri. ¶ Dagli
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del basso. Lo caricavano con pentole di coccio, setacci
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colorate che avrebbero scambiato con stracci, bottiglie, roba vecchia
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phaeton tapezzati di moerro, con a bordo tricorni gallonati
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s’imbatteva. ¶ Questo incontro con re Ferdinando le rimase
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trepidazione dentro. Si mosse con cautela. A casa s
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culo vostro» rispondeva Minichiello, con aria familiarmente provocatoria. Il
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fiume! Barconi tenuti insieme con spago, carogne d’animali
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la condusse in Laterano, con suo fratello José e
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padre, scotendo il capo con aria cupa. ¶ «Ma che
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questo avrebbe voluto conoscere, con precisione: perché i de
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ogni ballatoio. ¶ Amava ficcarsi con Miguelzinho nella folla a
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Vogliamo diventare Romani» spiegavano, con infantile malizia e tutti
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era passata a studiare con tio Antonio: latino, greco
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volta titìo la condusse, con Miguelzinho e José, alle
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Mamma» mormorò tio Carlos, con l’espressione infelice, malaticcia
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Anche per Miguelzinho?» lacrimò, con sospetto, tia Michaela. ¶ «Ma
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mio!» ¶ Vovó lo guardò con aria maliziosa. ¶ «Tu sei
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ha promesso di parlare con Sua Eccellenza il marchese
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vovó. Papài la sbrigò con un secco: «Mais oui
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Mio Dio, Clemente!» gridò con orgoglio vovó. «Voi Fonseca
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s’intratteneva per strada, con rabbonito clamore. S’udivano
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che i romani cantavano con belle voci chiare. ¶ Fra
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dignitosa, lo dicevano pure, con orgoglio, sua nonna e
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agitarla. Si scoprì. Contrariata con se stessa, s’obbligò
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né comunicarsi, sebbene frequentasse con serietà puntuale le funzioni
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Un giorno avrebbe parlato con lui. Ed avrebbe voluto
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da vovó, mentre scherzava con titìo. Gassendi, Giansenio le
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trasferiremo? ¶ Sospirò, si strinse con le braccine che cominciavano
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fosse grande e bianca, con mille cupole verdi di
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ritratto che vovó serbava (con stampe colorate di costumi
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le sarebbe piaciuto correre con questo bambino re per
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gli cadde in terra con rumore. Tutti e due
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vecchi casali stonacati, osterie con festoni di salami, formaggi
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una porta pretoria romana con tre fòrnici all’ingresso
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Le avveniva agl’incontri con gloria e antichità: viveva
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mentre la diligenza rotolava, con orrendi sobbalzi, sull’acciottolato
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Lei fissava il paesaggio con inquietudine. Non sapeva gran
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Mamãe cercava di rinfrescarla con un panno bagnato. ¶ 5 ¶ Meu
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D’un tratto vide con stupore, fra le canne
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strette da lacci rossi. Con lunghe picche andarono a
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qualcuno coprì il viso con un fazzoletto. ¶ Ora la
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la diligenza a girare, con stridio di martinicca, in
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bordeggiava un grande veliero con le ali spiegate, schiuma
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mentre la vettura frenava con rumore. ¶ «Aoooh!» si stirò
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minacciandoli in modo volgare con la baionetta, proruppe in
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diligenza. Il caporale salutò con la mano al cappello
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era cordiale, di gente con buoni sentimenti. Perché è
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cadente, gli abitanti guardavano con occhi stolidi e cattivi
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amorosamente coltivate, frutteti, vigneti, con canali d’irrigazione tracciati
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di fango e ciottoli, con coperchi di paglia), non
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strade si facevano pessime, con buche, pozzanghere, ciottoloni aguzzi
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dalle grosse ruote, ornati con tralci e foglie appassite
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carro. Reggeva un tamburello con sonagli d’ottone, nastrini
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e giù un tronchetto, con sordo, cupo strofinio. ¶ «Zùghete
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a Toledo, mentre rincasava con Graziella. Il re era
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Carolina s’era incrociato con il suo. O, invece
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era digiuna. Il piattello con la zuppa nerastra di
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battuta, ai margini prati con belle macchie di papaveri
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volano avanti e indietro, con regolarità, entrano nei pertugi
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altra pagnottina, la brocchetta con l’acqua. Scende con
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con l’acqua. Scende con cautela, beve un sorso
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spogliata nuda e lavata con secchi d’acqua fredda
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le regge la fronte con la mano ruvida: odora
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tumide. Parla italiano, ma con accento straniero, indurito sulle
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male.» ¶ Lei la fissa con occhi deboli, ma ironici
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La suora l’osserva con stupore, anche fastidio. ¶ «¿Habla
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un piattello di stagno, con una bella pigna d
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mormora la ragazza, aggiunge, con aria maligna: «Non lo
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ebbe forza di dire, con cipiglio, ai tre intendenti
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Pimentel de Fonseca» corresse, con durezza. ¶ «Signo’, tengo ’no
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Graziella. Questa lo fissò con gli occhi di fuoco
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intanto il vecchio, indicando con aria di schifo il
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rovina Napoli.» ¶ S’accostò, con fare più cerimonioso. ¶ «Signora
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Magnifica Comunità di Lugano, con relativi compensi al boia
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poco raccomandabili.» ¶ «Sarebbero?» rispondeva con alterigia, fissandolo negli occhi
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giamberga a fiori argento, con jabot ed engageants lussureggianti
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di violetta parmense. ¶ Sedeva, con aspetto annoiato, a un
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sua sinistra un cancelliere, con carta penna e calamaio
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antichissima: l’ingenua allegria con la quale accolse, mettendo
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per lei l’aveva: con quel saluto era cominciata
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la sua vicenda napoletana, con quel saluto finiva. Guidobaldi
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la fissava dalla soglia con faccia nuova, lietamente stupita
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È vostra.» ¶ La guardò con stupore enorme, anche per
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bella parola.» ¶ S’impiastrò con la carbonella. In un
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una bottiglia di vino con dentro un messaggio. Voi
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un messaggio. Voi risponderete con lo stesso mezzo.» ¶ «Ma
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loro. Forse perché Gennaro, con la cantata, aveva fatto
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nisciuno» rispose l’altra, con voce monotona, osservando la
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dovuto tagliare il collo con un falcetto a suo
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era arrivata puntualmente, insieme con un fazzoletto annodato, dentro
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faceva complimenti, poi arraffò, con occhi accesi. Travasarono il
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di tela cerata, stretto con spago da solachianiello. Ne
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foglietto su cui Gennaro, con grafia minutissima, in francese
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bottiglia tornò due volte, con notizie nuove. ¶ Sembrava incredibile
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del Santo Padre e con l’aiuto di san
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più. Nemmeno Graziella. Attese con ansia e tormento le
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scrutava donna Crezia che, con imbarazzo dispiaciuto, faceva segno
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DICIASSETTESIMA ¶ 1 ¶ Questo ’99 è cominciato con freddo polare. Ha dato
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l’è fatta lei, con l’uncinetto. Meu Deus
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che ti possa vedere, con cui parlare, in cui
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dell’abbandono copre tutto con il sollievo della propria
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le manda una ragazza con una bottiglina di caffè
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Alfieri non è tenero con la Rivoluzione» interviene, sorridendo
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degli Errori tolti”». ¶ «E con questo?» s’irrita Lomonaco
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non siano d’accordo con voi.» ¶ «Bene» ride Sanges
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Ora riparto.» ¶ Riappare, sconsolato, con alici salate, fiocchi di
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Ignazio, passando di corsa con una scodella. Gennaro si
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diavolo fa a resistere, con l’età che si
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notte il vulcano esplose, con boato spaventevole. Si spaccarono
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Regno. Ferdinando inviò Caracciolo con le navi all’assedio
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strazio, quando tornarono vascelli con a bordo feriti, mutilati
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ghigliottinato a sua volta, con Saint-Just e gli
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in questo enorme Largo con le forche: borghesi, nobili
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sempre. I primi venditori, con fiasche e barilotti. ¶ Tende
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corteo si fan strada con decisione brutale, quelli dei
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avanti la faccetta pallida, con allucinata dignità. Dietro di
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il condannato ad avanzare, con gesti cerimoniosi, inchini, gli
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disgraziato Vitaliani, lo tramortisce con un pugno in testa
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un senso» osserva lui, con un po’ di durezza
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vedere, no?» gli risponde, con curiosa fermezza. ¶ Sente bisogno
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Sente bisogno di guardare con attenzione il corpo d
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proprio meglio: ha apparecchiato con bicchieri invece che boccali
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salsiccia, “Acino” reca peretti con Lettere annevato. La stagione
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Gennaro, mentre “Acino” arriva con salsiccione abruzzesi rosolate a
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Se hanno sterminato Capeto con tutta la famiglia!» ¶ «E
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pochi che pensano...» ¶ Chiara, con moto nervoso, allontana il
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spalancati sulle poppe, scherzano con dei militari. Frugando il
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giacchetta in seta verde, con le falde, ma sotto
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loro.» ¶ Il giovane ride. Con aria ironica intona a
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tracciato: strani, come fatti con uno stecco bruciato. ¶ «Ils
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lazzari e ragazzi girano con ciocche alle orecchie, fermano
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fatta grassissima, pelosa: possibile, con i guai che le
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migliori eserciti d’Europa con i suoi scalzacani, sta
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noi dal generale! Torneremo con lui a liberare Napoli
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vuol fermare i Francesi con le preghiere» esclama Marra
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Buonaparte. ¶ «Eppure...» borbotta Cuoco, con la sua aria pedagogica
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si muore di fame. Con nove grana comprate un
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maccheroni. Anche il pane. Con pochi carlini frutta e
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e pesce a volontà, con mezza pezza siete un
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periodo d’occupazione militare: con relative conseguenze.» ¶ «Io non
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di Napoli. Vive, appunto, con lezioni di scherma. Avrebbe
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Jeròcades cercava d’interessarla con gli sciocchi misteri della
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e vispa che mai, con quel pazzo del marito
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sono vedova». ¶ Lui sorrise, con indifferenza. Le raccomandò di
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vertenza giudiziaria. Ne parleremo con Cuoco. È un peccato
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Se avesse forza, darebbe con la testa contro queste
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primo momento l’affrontarono con astio voluttuoso. ¶ «Lévate ’sta
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Tie’. Tie’» facevano, buttandole con sprezzo l’esile, sudicio
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tornava silenzio. ¶ Aveva ascoltato con batticuore lo spiegarsi delle
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il gran pavese, spararono con tutti i cannoni. Palazzo
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del mensuale sussidio assegnatole con dispaccio del 16 agosto 1779. ¶ Era
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Statti quieta. Dove vai, con quest’acqua? Assèttate e
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mangiare?» ¶ «Zi’ Vicienzo» dice, con voce un po’ rasserenata
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impestata, ma non mischio.» ¶ Con tono competente spiega: «Li
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è brutta, figlia cara, con quella faccia avvizzita. I
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giro: indossano divise nuove, con tricorni e giamberghe blu
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gesto, stringendosi il collo con le mani e cacciando
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s’affaccia la contempla con gusto: le piacerebbe crescesse
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davanti, cassette, secchi, vasi con le piante, qualcuno esagera
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presto salgono i crapari con gli animali tintinnanti, infioccati
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Grazie’, sienteme bbuono» esordisce, con tono pedagogico che rapido
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a ridere, la guarda con aria protettiva. ¶ «Tutti chi
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all’ommo.» ¶ Ghigna, insinuando con salacità: «Isso tiene lo
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scoraggiata e scontenta. Soprattutto con se stessa. ¶ Non si
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la piuma d’oca con le dita gonfie, rosse
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ma Graziella la guarda con protettiva dolcezza. ¶ «Tu si
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monaci in cotta ricamata, con ceri, portano il Santissimo
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nulla. Caracciolo voleva uscire con le navi, il re
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via. ¶ «Vengo io pure con te sulla barca» dice
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propone, d’un tratto, con aria tesa. Lui la