Marco Missiroli, Senza coda, 2005

Pietro si ripeté nel corridoio. Quando era entrato, suo

dalle pareti, finché il corridoio lo portò alla sua

stordire. Si affacciò sul corridoio vuoto, lo percorse al

piedi, strisciando lungo il corridoio. Il respiro nella pancia

Io lo sentivo dal corridoio e da dietro la

si aprì subito. Il corridoio adesso era di fronte

colonna al centro del corridoio, tutta rattoppata di fili

Carmine in fondo al corridoio spoglio e Carmine gli

Erano corsi silenziosi nel corridoio, passando davanti a tutte

and…” ¶ Le voci nel corridoio gli strozzarono le parole

dove poteva spiare il corridoio. Riapparve soddisfatto. ¶ “È salito

e due rividero il corridoio, la porta di ferro

fosse scomparso davvero dal corridoio. ¶ “È andato via. Vieni

lenti e trascinati nel corridoio. ¶ “Dai, vieni,” fece Luigi

si stava avvicinando nel corridoio. Il rumore regolare delle

marmo lucido. ¶ Arrivò al corridoio. C’erano quegli occhi

scomparire in fondo al corridoio. Assieme a tutte le

con l’orecchio al corridoio silenzioso. Quando fu sicuro

padre rimasero indietro. ¶ Il corridoio finì presto. Le porte

accorse della luce nel corridoio e della notte che

Poi prendo te nel corridoio. Poi te sul soffitto

una, nella penombra del corridoio. Poi le sue mani

sotto la cassapanca del corridoio. Lui ora andava a

in ogni angolo del corridoio e si fermò alla

tremava sussurrò: “Pietro…”. ¶ Il corridoio finì. ¶ Quando le gambe