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Luigi Pulci, Morgante, 1483

concordanze di «corte»

nautoretestoannoconcordanza
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1483
Dodici paladini aveva in corte ¶ Carlo, e 'l più
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di Natale: ¶ Carlo la corte avea tutta in Parigi
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e in detto ¶ la corte e Carlo Magno ed
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la sua parte; ¶ la corte tutta quanta se ne
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ch'i' in sua corte in Francia stessi o
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non tornerò in sua corte. ¶ Dimmi a Rinaldo mio
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io vengo adesso: ¶ la corte pare una cosa smarrita
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dì che di sua corte ¶ e' si partì, ch
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sozzopra ogni giorno ¶ la corte nostra, e fammi poco
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che distrugga te, la corte e 'l regno. ¶ Io
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ritruovo e riconduco in corte». ¶ Era dinanzi Rinaldo a
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mandato certo dalla eterna corte ¶ a liberarmi, e per
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andiam tapinando ¶ perché di corte Orlando s'è partito
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seco teneva in sua corte; ¶ e come Manfredonio alla
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baron, Caradoro, in tua corte ¶ da metterlo con questi
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volta come ¶ solevi in corte far del re Corbante
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Sol non amai in corte». ¶ E ricordossi allor di
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egli è sbandeggiato di corte; ¶ e dètte al re
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tanti altri baroni in corte. ¶ Per mio consiglio al
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volesti far villania in corte, ¶ per darti in ogni
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sì fatto compagnone ¶ in corte, se non usa di
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ed onorati da tua corte assai: ¶ la tua benedizion
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conobbi mentre erano in corte; ¶ or me n'avveggo
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così di Carlo in corte, ¶ dove fiorisce ogni gentil
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fier pagan di nostra corte, ¶ a tradimento quel Rinaldo
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lor giustificato. ¶ Tutta la corte s'avvïava drieto ¶ per
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pur de' baron di corte: ¶ - Carlo mi par che
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riposo: ¶ sente che in corte si facea gran festa
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la testa - ¶ della tua corte (che non puoi negarlo
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ché sempre in questa corte sono stata ¶ da Ulivier
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vedergli era tutta la corte. ¶ Morgante un tratto a
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io fui in tua corte ¶ de' tuoi baroni e
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ed Orlando; ¶ tutta la corte ne vien mormorando. ¶ Ma
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Ogni dì metti la corte a romore, ¶ e 'l
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intendo tenerlo in mia corte. - ¶ Namo alla fine dètte
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che si dovessi di corte sbandire, ¶ acciò che non
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Carlo un dì: - La corte nostra ¶ par tutta in
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giostra, ¶ per sollazzar la corte e 'l popol prima
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potessi venire. ¶ Tutta la corte piacer ne prendea. ¶ Gan
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Orlando s'era di corte partito. ¶ Gan gli diceva
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quel traditor che nostra corte ¶ vituperasti sempre e Carlo
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se novelle sapiéno ¶ di corte, e quel che i
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tristo, scelerato ¶ venire a corte, e già circa a
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servito, Carlo. - ¶ Tutta la corte per Astolfo priega; ¶ ma
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già tanto tempo in corte stato e in guerra
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e tutta la tua corte. ¶ Fa' che tu creda
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che guasta sarebbe la corte. ¶ Così furno alcun giorno
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parea vivo. ¶ Tutta la corte gran festa facea, ¶ perché
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e fu menato a corte a grande onore ¶ e
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che mai più in corte non istia il fellone
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cacciare nol sapea di corte. ¶ E cominciò di nuovo
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turbato ciglio ¶ che 'n corte più non lo vuol
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il pensiero. ¶ Tutta la corte di sdegno era piena
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Orlando non è in corte. ¶ Or questo è quel
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acciò che Orlando in corte ritornassi; ¶ e non tentassi
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Scaglione; ¶ tornò Gualtieri a corte, tornò Avino, ¶ tornò con
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mai più tornare in corte. ¶ E tuttavolta piangea Ricciardetto
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Ulivieri e tutta nostra corte, ¶ che mi soccorran prima
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per suo amor di corte m'hai sbandito: ¶ Astolfo
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a esso ¶ tutta la corte, assai di ciò contenta
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s'ordinava. ¶ Vennono a corte a Rinaldo davanti: ¶ in
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e tutta la sua corte! - ¶ Il popol si destò
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d'ogni cosa netto, ¶ corte le giunte, e 'l
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e disse che di corte era sbandito, ¶ e dava
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or non è in corte, ¶ né Ricciardetto, Ulivieri o
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Non debbe esser di corte di Falcone. - ¶ Disse Don
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allegra or la mia corte? ¶ Questo è colui per
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venissi presto armato a corte. ¶ In pochi giorni furono
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si fa ora in corte del mio padre? ¶ Che
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tutti saremo venuti alla corte, ¶ per fare il nostro
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venir come ladroni ¶ a corte in mezzo di venti
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tu vuoi venire ¶ a corte tu con la tua
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il signor governava sua corte ¶ con tanta infamia, ingiustizia
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adorna ¶ si mandi a corte presto, e pur ritocca
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e tu vegnate ¶ a corte presto: avvïatevi innanzi. - ¶ E
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si partissi di sua corte presto. ¶ Orlando seguitò pure
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cose, ¶ poi che di corte ti partisti, Orlando, ¶ con
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non resta. ¶ Tutta la corte con lo 'mperadore ¶ incontro
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pure Orlando di tua corte. ¶ Vuoi ch'io ti
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mosche. ¶ Mentre che in corte è il tuo caro
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traditor falso scacciato da corte, ¶ traditor, guârti, io ti
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piangeva tutta la sua corte; ¶ quivi Gherardo ignun può
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m'ha della sua corte, ¶ ed è qui il
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mi vedrà in sua corte. - ¶ Quando ebbe così detto
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Carlo tornò con la corte a Parigi. ¶ Gan per
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lo tenne in sua corte, ¶ perché l'alta regina
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vegna. ¶ Teneva Antea gran corte e baronia, ¶ e chi
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tu lo tenesti in corte come figlio, ¶ e riscaldasti
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ch'i' venni in corte, ov'io mi trovo
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è con Marsilio in corte, ¶ e molto in verità
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ché sai che in corte sua m'allevò quello
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e tutta la sua corte insieme accozza. ¶ Intanto, trapassando
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re Bianciardino ¶ presso alla corte di Marsilïone: ¶ il re
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dovuto, ¶ quanto in tua corte tu l'abbi onorato
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e tutta la sua corte ¶ e tutte le mie
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conte Gan con gran corte n'è ito ¶ al
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ch'egli era in corte giovinetto, ¶ molto pronto, leggiadro
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perché lo tenne in corte volentieri ¶ e molto fu
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che mi diè in corte e della ingiuria mia
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della Granata ¶ vengono a corte a Marsilio adorarlo, ¶ e
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fa' che la tua corte adorni ¶ e che tu
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opra, ¶ e tutta quella corte va sozzopra. ¶ Pensa, lettor
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e' menassi la sua corte adorna; ¶ e pure al
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animale ¶ se non che corte abbiam tarpate l'ale
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Dunque al palagio in corte dismontorno ¶ la prima cosa
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e tutta la sua corte, ¶ che si vorrebbe con
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tagliar più le parole corte, ¶ sappi ch'io fuggo
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patria sbandeggiato; ¶ Marsilio in corte sua m'ha ritenuto
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di stare in sua corte, ¶ Rinaldo gli rispose infurïato
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più volte perturbasti ¶ la corte del tuo Carlo a
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sù torno nella eccelsa corte. ¶ Alda la bella, che
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al volo mio son corte l'ali, ¶ acciò che
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io t'ebbi in corte! ¶ Che faren noi, o
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verità, tu eri in corte, ¶ per molte vie già
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a un grido la corte, ¶ che il traditor si
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Carlo Magno ¶ tenuto in corte sua Gan di Maganza
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non s'era di corte partito ¶ acciò che rïuscissi
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come e' voleva di corte partire ¶ e cercar tutto
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Gran pianto fece la corte di Carlo; ¶ Carlo gli
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partito; ¶ e redusse la corte e 'l suo governo
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chiamato il Maïnetto ¶ in corte ove Galafro l'ha
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tutti i paladin di corte; ¶ e come e' fu
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volte l'ebbe di corte scacciato; ¶ e come e
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m'ha nutrito in Corte, ¶ dove il pan de