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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950

concordanze di «cosa»

nautoretestoannoconcordanza
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lí per lí che cosa vuol dire non essere
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fino a Camo. Che cosa vuol dire? Un paese
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fece Nuto, – è una cosa da aggiustare. Perché ci
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sempre gli stessi. ¶ Che cosa mangiavano, bisognava sentire. Mi
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Nuto diceva che, prima cosa, suonando se ne portano
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era Nuto e che cosa faceva. Raccontò che quella
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molta e chi niente? ¶ – Cosa sei? comunista? ¶ Nuto mi
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l’uva o che cosa. Qui nel paese piú
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gliene parlavano cosí. Che cosa avrei detto ai miei
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quest’idea che una cosa che deve succedere interessa
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caprone, senza sapere che cosa succede di là dalla
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i mezzadri, di che cosa ha bisogno una vigna
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i rimorsi. Ma una cosa non mi perdono. Quel
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ultime cascine sperdute. Che cosa poteva esserci? Lassú era
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mi disse. – Fai male. Cosa gli metti delle voglie
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sappia quel che perde. ¶ – Cosa vuoi che se ne
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chi sta peggio, che cosa gli frutta? Se è
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era il meno – che cosa poteva fare? – ma in
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fischiettava, scuro in faccia. ¶ – Cosa c’è? ¶ C’era
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dopo tre anni che cosa si poteva riconoscere? Dovevan
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faceva faville. Chi sa cosa ne dicono i serpenti
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messicani cenciosi facevano una cosa che nessuno di loro
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le bande erano autonome. – Cosa importa, – disse un altro
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ne avevo abbastanza, che cosa ci trovavo in questi
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sa. La cagnetta. ¶ – Che cosa c’è di cosí
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non mi capacitavo che cosa fosse questo crescere, credevo
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cos’è, so che cosa vuol dire zappare o
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E posso dirgli questa cosa? Servisse… Bisogna prima che
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sono tutti dolori. Qualunque cosa uno dica, è lamentarsi
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l’avrebbe goduta, che cosa poteva farne? Ma stavolta
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quando aveva detto una cosa finiva: «Se sbaglio, correggimi
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andrai soldato tu, che cosa combini. Al reggimento ti
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paura, – mi diceva, – una cosa s’impara facendola. Basta
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volevano imbarcarsi. Un’altra cosa che sentii quel giorno
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discorrendo di ragazze. La cosa che non mi capacitava
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signore, gli piacesse una cosa simile mi stupiva. Allora
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E Nuto a dirmi: – Cosa credi? la luna c
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rosso dappertutto. ¶ – Ma allora cosa dice il parroco, che
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pensai soltanto a una cosa che l’Emilia ci
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la griglia chiesi che cosa c’era attaccato sul
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non avergli chiesto che cosa volevano dalle nostre ragazze
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non li adopera nessuno». – Cosa ne fai? – gli avevo
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E la ragazza? ¶ – Che cosa importa, – dissi, – ce ne
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mi chiedeva sempre che cosa volevo fare a Genova
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ma per lei una cosa sola contava – decidermi a
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una brava studentessa. Che cosa insegnasse non so; i
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sapere chi fossimo, che cosa avessimo veramente nel sangue
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Io non capivo che cosa potessero avere che non
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cominciai a chiedermi che cosa dovevano essere le stanze
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quattro anni, era una cosa da vedere. Veniva su
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Lei mi chiese che cosa volevo. Allora dissi che
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magnolia parlarne. ¶ Irene diceva: – Cosa vuoi? la contessa ci
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del padre. Fu una cosa che non si seppe
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Canelli, era felice. Che cosa si dicessero con quel
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vita di noialtri, che cosa resta? Per tanti anni
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nemmeno bene perché. Una cosa che penso sempre è
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tutto passato. La prima cosa che dissi, sbarcando a
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eri stufo di una cosa, di un lavoro, di
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sapeva dov’erano, che cosa avevano fatto; adesso, quando
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a Genova ho capito cosa sono i padroni, i
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nemmeno piú io che cosa credere, ma a Genova
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agli uffici, a che cosa sarebbe stata la mia
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mugolava come un cane. ¶ – Cosa c’è? ¶ Lí per
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non si ricordava che cosa facesse nella riva. Allora
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Io le chiedevo che cosa avevano fatto in Alba
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fatto in Alba, che cosa aveva fatto Silvia, e
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un ragazzo e la cosa finí lí. ¶ Quest’uomo
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a Genova. Un’altra cosa da decidere: portarlo in
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non sapevano dirmi che cosa Baracca volesse. Passando sotto