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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Luigi Alamanni, Tragedia di Antigone, 1527

concordanze di «cosa»

nautoretestoannoconcordanza
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un sepolcro, la qual cosa intendendo Emone figliuol di
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portiam la pena. ¶ Nulla cosa, infelice, nulla al mondo
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quella notte, non ho cosa udita ¶ Che più lieta
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mio sepolcro dare, ¶ Né cosa curo ch'avvenir mi
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chi nel mondo alcuna cosa ha cara ¶ Più della
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faria tacer, vedend'io cosa ¶ Ch'al nostro comun
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di' tosto oramai, che cosa è questa ? ¶ Messo ¶ Soglion
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fanno oltraggio. ¶ Ah nulla cosa più malvagia al mondo
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quello ? ¶ Messo ¶ Sgnor, nessuna cosa tra i mortali ¶ Si
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alte selve, ond'altra cosa ¶ Non si sentia né
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parve amaro; ¶ Pur ogni cosa alfin men dura viene
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spoglia, ¶ Né al miser cosa alcuna ¶ Non calcata riman
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Né gli voler prepor cosa sì vile, ¶ Che manco
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altrui, che mai nessuno ¶ Cosa diria ch'a voi
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a sdegno, ¶ Signor, se cosa alcuna util vi mostra
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Emone ¶ Non fui da cosa vil macchiato ancora. ¶ Creonte
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Faccia, pensi da sé cosa più degna ¶ Ch'offender
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van desio gli adombra ¶ Cosa che 'l miser cor
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peccare ¶ A ciaschedun mortal cosa è comune, ¶ Ond'assai
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fusse: e so che cosa ¶ Mortal non può macchiar
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ma non giusto. ¶ Tiresia ¶ Cosa dir mi farai ch
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m'assale, ¶ Ma dura cosa è 'l darsi vinto
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pace; ¶ Or d'ogni cosa in un momento è
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contento manca, ogni altra cosa ¶ Si dee poscia stimar