Federigo Tozzi, Tre croci, 1920

sconvenienza da pazzo. Queste cose deliziavano Giulio; che si

E, poi, per le cose giuste! ¶ Niccolò gli chiese

e Giulio soli, le cose non ci andrebbero come

Niccolò: ¶ — Come vanno le cose? ¶ Giulio arrossì, e gli

avvedendosene, cercarono di dirgli cose gradite: ¶ — Come sta sua

proprio. ¶ — Lei prende le cose sempre per il peggio

che avessero da dirsi cose troppo insulse; da nascondere

contente di pensare a cose eguali; e avevano fatto

grossa! Soltanto lei dice cose simili! ¶ Giulio, con il

a dire le stesse cose al padrone della bettola

libreria. ¶ Il Corsali diceva cose sciocche e senza senso

aveva intuito che le cose della libreria dovessero andare

fuori. Egli pensava a cose addirittura infantili per aiutare

Vogliamo dire tutte le cose, come stanno, al direttore

uno avesse parlato di cose allegre, gli avrebbe fatto

vennero in mente altre cose, che con quella domanda

dopo aver visto le cose con chiarezza, a non

rifece animo; e disse cose strampalate: ¶ — Ci penserò tutto

capito, ormai, che le cose bisogna guardarle in un

per una enfiagione di cose malaticce. Ed egli continuò

si trova dinanzi a cose che non può capire

come una quantità di cose parassite e malvagie; che

con terrore. Egli diceva cose lubriche o insensate. Gli