Pino Cacucci, Punti di fuga, 1992

andando tanto male come credo. ¶ La giornata è cominciata

È tutto chiaro?” ¶ “Sì, credo di sì. Ci sarebbero

metterli sull’avviso; non credo sia il tipo che

incastrata su una mano, credo. Sguscio fuori, mi avvento

si tende insostenibile. Non credo ce ne siano altri

Poi sparano altri colpi, credo. Cerco di alzarmi, e

non è salito, ma credo sia in un’altra

ha deciso di eliminarlo. Credo d’aver capito che

È la prima volta, credo, in cui gli vedo

decido, resto semplicemente fermo. Credo di sorridere, forse scuoto

ti hanno interrogato.” ¶ “Lo credo. Ce l’avevano con

qualche messa in scena, credo, o l’eliminazione di

sostituire la foto non credo avrai grossi problemi. I

che teppisti.” ¶ “Infatti, non credo che si tratti di

tutta la faccenda. E credo sia l’ultima cosa

testa. Sono in tre, credo. Uno mi guarda dall

alla fine. ¶ “Sì, ma credo che Pilsudsky possa arrivare

a liberarsi di me, credo. L’essenziale è che

più di un’ora, credo, forse due; strada molto

senza zone d’ombra.” ¶ Credo si compiaccia del mio

nostri fini. Ma non credo ci interessi arrivare fino

là dentro?” ¶ “Due giorni, credo.” ¶ Mi guardo. Ho solo

sono venuto a vedere. Credo che la luce fosse

il tizio delle microspie?” ¶ “Credo sia il problema minore

quegli aggeggi?”. ¶ “Non so… credo che possano restare attivati

la microspia a bordo. Credo sia il sistema più

noleggi aperti,” osserva Filippo. ¶ “Credo di no. Si tratta

senza guardare la strada, credo non ci sia nessuno

dell’arabo.” ¶ “Senza offesa, credo che pretendessi un po

È successo il finimondo. Credo che stessero già cercando

scena. L’unico ostacolo credo fosse un contatto con

a noleggiare il furgone. Credo proprio che non avrai