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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Battista Casti, Poema tartaro, 1796

concordanze di «cui»

nautoretestoannoconcordanza
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ribaldo ¶ l’ambizion di cui non fu mai stanca
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tutti gli altri, a cui non parve buono ¶ di
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è un cerimonial su cui sovente ¶ nel congedarsi un
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sé venir Tommaso, a cui ¶ disse «Deh, tu ch
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Aral lungo la sponda, ¶ cui nome dieron 1’aquile grifagne
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un certo mal di cui morì. ¶ Voliamisa, d’idee
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orazione ¶ il cancelliero, a cui risponder tocca, ¶ lesse una
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è noto, ¶ sovra di cui tante ricchezze e onori
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duce e ministro a cui ¶ ambizion cotanta e orgoglio
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del mogollo Impero ¶ di cui la fama consacrò i
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Narciso, il damerino ¶ di cui domandi è una cometa
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questo il tempo in cui regolarmente ¶ d’amante ella
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sicuro e certo». ¶ A cui Siven: «L’aspetto tuo
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pochi io parlo a cui di colti ¶ vanto e
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i fonti son, da cui la gioventute ¶ apprese le
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sfigurate l’arti?» ¶ A cui Siven rispose: «Allor che
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dorate, fulgide carrozze, ¶ a cui con funi, per gentil
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il ricco stato, a cui salir non hai ¶ visto
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Il popolo mogol, di cui non scerno ¶ più superstizioso
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è risolto in fummo?» ¶ Cui Siven: «Né tal codice
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color darne l’idea ¶ cui commetter la grand’opra
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qua sorton talora ¶ in cui scorgi talento e pulitezza
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i cardini son, su cui costrutta ¶ è della monarchia
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moltitudine di cocchi?» ¶ A cui Siven rispose: «È colà
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in quello stato in cui li vedi ancora. ¶ Che
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ma di straniero ingegno, ¶ cui il Mogol, suo malgrado
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informi Iassa lor, di cui parlai, ¶ s’armano contro
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i sguardi tuoi, ¶ a cui traversa il sen purpurea
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è l’ora in cui mi soglio ¶ ogni giorno
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Siven la profezia, ¶ a cui conformi son gli avvenimenti
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la risposta». ¶ Turfana, a cui tal cura ella commise
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Tommaso sorridendo rispondea ¶ «Di cui dicon che fu Giuseppe
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precedentemente ¶ saggio di quei cui suo favor destina, ¶ per
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man: quella man con cui ¶ regge d’Asia lo
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scettro e al di cui cenno ¶ mille popoli e
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quei – grazie al ciel! – cui serve il mondo in
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porcellana anfora immensa, ¶ in cui d’inimitabili colori ¶ il
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auge, il grado in cui mi veggio ¶ veracemente a
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la bella Tottila, di cui ¶ Toto fervea d’incestuoso
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Dolce sorrise allor Toleicona, ¶ cui piacque cotal motto, e
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un diruto abituro ¶ da cui, sortendo fuor, grand’aere
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e i fregi in cui marca d’onor si
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di corte: ¶ Osmida, al cui saper serve il destino
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Osmida, ¶ alla cura di cui la tua gran dama
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accade i simulati mali ¶ cui fan d’uopo rimedi
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e la ragion per cui volea partire ¶ e qual
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la gratitudin mia». ¶ A cui Siven: «Tu divenisti omai
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diegli un foglio, in cui la gente ¶ di governo
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praticabil fra quei con cui si vive. ¶ L’affar
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e il tuon con cui si dette increbbe ¶ e
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mi froda. ¶ Batù, di cui forse fidar potrei, ¶ che
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lo terrore ¶ e in cui tien fissi i i
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le gote. ¶ Misero, a cui di gloria il van
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impunito di ladron mestiero ¶ – cui legge alcuna, alcun poter
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sciabecchi assomigliava ¶ e a cui perciò più grazioso e
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la strepitosa impresa ¶ di cui tanto parlossi in Oriente
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sapea la tartara Regina, ¶ cui ferve in petto ambiziosa
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sia molto è probabile». ¶ Cui Scardassal: «Così non parlar
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di far pubblico ingresso». ¶ Cui Carpin: «Sta benissimo; e
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d’Innocenzo Quarto, ¶ di cui gli dimandò s’ei
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si vedea ¶ indosso a cui splendean marche d’impero
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era già morto ¶ dalla cui bocca uscia di mele
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fuori un manifesto ¶ di cui il tenor, né più
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ogni confino: ¶ impresa a cui l’imperador Cublai ¶ pose
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istigasse Catuna all’armamento, ¶ cui poi con più calor
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finir le imprese ¶ a cui precede gran preparamento – ¶ pur
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matrone, ¶ alla testa di cui Turfana io veggio, ¶ e
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principal distinzione ¶ dodici gentiluomini, cui deggio ¶ aggiunger Pala, Ussan
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milizie Azum governa, ¶ in cui bontà, sì rara in
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anche impegnò Cuslucco, ¶ in cui sa ben che può
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sua consueta comitiva, ¶ su cui debbe a Potala esser
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più eminente ¶ parte di cui fissar suo tempio volle
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il Fo vivente, ¶ a cui l’orde calmucche e
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e le mogolle, ¶ a cui di Tartaria la maggior
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contrar delle divote ¶ di cui il virgineo fior e
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quel la plebe, a cui si niega ¶ penetrar nel
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e folto, ¶ sovra di cui vari terror spargea ¶ vecchia
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fattor consolò de’ monasteri, ¶ cui mancar le tovaglie e
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staffieri ¶ e anche talun cui ’l nobil ceto ammette
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al voto dette ¶ per cui intrapreso avea sì gran
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ragionar s’avanza, ¶ quegli, cui nuova è ogni dottrina
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nell’achea favealla ¶ di cui non si udì mai
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accordo, ¶ quel titolo di cui non mi ricordo. ¶ Catuna
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gradì il titol di cui non mi rammento ¶ e
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zuffa s’attacca, ¶ da cui con stento Scardassal li
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in que’ tempi ¶ in cui, senza badar ai dritti
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sulla ragion politica per cui ¶ Renodin venut’era in
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Remolo, ¶ mal cauto derisor, cui la schernita ¶ fraterna autorità
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mali, ¶ libero è ognun cui fantasia glien prende, ¶ se
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avesse fatto, ¶ aio di cui la storia è memoranda
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pertinaci ed importuni ¶ da cui non van l’eccelse
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scontento ¶ al geloso amator, cui della bella ¶ l’incostante
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e i censor gravi, ¶ cui ’l dispendio increscea di
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alta scienza, al di cui lume ¶ giunger l’ignaro
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er’io sì folle?» ¶ Cui Fareddin: «Comunque sia, mi
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e quei discorsi ¶ in cui bel bel Tommaso e
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ha l’ugna, ¶ con cui al rival facea un
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età fornito, ¶ i di cui nomi illustri e memorandi
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sopra inaccessibil trono, ¶ della cui maestà le forze armate
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vera, ¶ che Catuna, di cui noti son gli estri
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il real principe di cui ¶ m’udiste ragionar, festa
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amò un garzon di cui ¶ unqua più degno Mogollia
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felicità sì bella. ¶ Toto, cui legge è il sol
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a un giovinastro in cui ¶ più che l’onor
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a compensarti ognora». ¶ A cui Tommaso rispondea: «Né doni
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teco. ¶ Dell’auge a cui pervenni altre cagioni ¶ cerca
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invidiati alti favor per cui ¶ dona immenso poter, fortuna
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per qualche affar di cui non mi rammento ¶ parve
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però più ne pavente, ¶ cui pur troppo il Mogol
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e a tutto di cui freme in suo segreto
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dall’auge somma a cui pervenne ¶ l’avventurier d
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da quel favore ¶ a cui prima innalzollo e ch
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Mengo occulto amico, ¶ per cui contratto avea perfido impegno
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un giovine di Deli ¶ cui spuntavan sul mento i
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temerario avventurier malvagio, ¶ per cui ’n sen tuttavia amor
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satelliti di Toto, ¶ di cui ’l crudel facea sovente
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dell’immortal conquistator di cui ¶ suona il nome nei
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quel tempo antico ¶ di cui giammai Bozzon miglior non
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non molto, ¶ su di cui far tanti discorsi ascolto
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quel Grande, avanti a cui ¶ tutti d’Asia tremar
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ciascun, poi libertà riceve». ¶ Cui rispondea Bozzon: «D’esuli
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del posto periglioso, a cui ¶ tosto s’unir tutti
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Tafar la coppia audace, ¶ cui tutto togli se togli
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salario; ¶ e altri di cui la fama il nome
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idee sublime e grande?» ¶ Cui Scardassal: «Non altri inver
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in man di quelli ¶ cui commessa è la cosa
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il primo scopo ¶ a cui la mira ognor tenea
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v’era giorno in cui non si parlasse ¶ di
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e questo Toto, di cui tanto parli, ¶ che ordin
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quel dover, quell’incumbenza ¶ cui dalla provvidenza è destinato
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e dietro ¶ otto destrier, cui dalle vene aperte ¶ gronda
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Un veneto signor, da cui l’ho avute ¶ – non
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del presente poema, in cui s’introduce un certo