Vittoria Colonna, [Rime], 1538

vola sovente, ¶ D'ogni cura mortal scarco e leggiero

o punto sgombra ¶ Della cura mortal che sempre il

volasti sì, che nulla cura ¶ Ti strinse qui dell

smarrita la lor propria cura. ¶ Di poi che 'l

cammin! Chè sì lodata cura, ¶ Sebben non giunge al

che, obliando ¶ Ogn'altra cura, io viva al fin

che la ragion non cura. ¶ Ben servo l'uno

punto al viver basso cura; ¶ Avesser del mio sol

credo lor dispiacque tanta cura, ¶ Tanto mio lacrimar, cotanti

posto ogni mia ardente cura. ¶ Godo tanto in veder

perchè non è mia cura prima ¶ Procacciar di ciò

in lui rinati ¶ Ne cura, e più quel che

saggio consiglio e sottil cura ¶ Dee l'uom d

canto ivi n'ha cura. ¶ SONETTO XLI. ¶ Se il

assale, ¶ Che d'ogni cura vil s'erge e

ne convien con sottil cura ¶ Il senso, onde non

e degli augelli ha cura, ¶ Porrebbe lieto ogni pensiero

fuor d'ogni altra cura, ¶ Vuol che del pianto

in terra con divina cura, ¶ Vedendo già cader nostra

gran miracol, più non cura ¶ Del mondo vile, o

il figlio, anzi aver cura ¶ Di ritornarlo glorïoso e

volga a men pregiata cura; ¶ Ma chiusa internamente dentro

hai di me la cura, ch'ei ti crede

e di tutt'altri cura ¶ Prende senza sentir noia

nè men con ardente ¶ Cura impedir quella celeste lima

Diede per quasi disperata cura ¶ L'aspro mio petto

più di sè non cura ¶ Ma a' piedi del

intenta a vana inutil cura; ¶ Forse fuggir vedrei la

è culto con mirabil cura, ¶ Cui poi malvagio verme

lei par troppo aspra cura, ¶ Vien ch'ella inferma

lui di me la cura ¶ Di fuor la lascio

volano insieme, ¶ D'ogni cura mortal sdegnosi e schivi

opre e de' pensier cura e governo ¶ Lasciando al

fermo e con pietosa cura ¶ Sola rimase, e dentro