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Vittorio Alfieri, Virginia, 1783

concordanze di «d»

nautoretestoannoconcordanza
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1783
MARCO ¶ Popolo ¶ Littori ¶ Seguaci d'Icilio ¶ Schiavi di Marco
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1783
più che di nome, d'opre. Il pensier tuo
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era, ¶ che in cor d'Icilio, mai: né pria
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in te la virtù; d'Icilio degna, ¶ pria che
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Icilio degna, ¶ pria che d'Icilio sposa, ei ti
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sposo ¶ pareami il primo d'ogni ben; ma un
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1783
ma un bene ¶ maggior d'assai fia il meritarlo
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e tradirle! In cor d'Icilio han seggio ¶ virtù
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Plebea, mi vanto esser d'Icilio eguale; ¶ piangerei d
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d'Icilio eguale; ¶ piangerei d'esser nata in nobil
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noi siam plebe, e d'incorrotta stirpe; ¶ che a
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1783
né sa. Dove fia d'uopo, addurne ¶ mi udrai
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sacra ¶ securo io sto d'inviolabil legge. ¶ Virginia ¶ Madre
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dell'opra mia. ¶ Numitoria ¶ D'inermi donne ¶ maggior ti
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v'è forza. Io d'alto padre ¶ figlia, certo
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altra, ove pur nata ¶ d'un vil tuo par
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che in campo? O d'ogni schiavo ¶ schiavo peggior
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ben noto; ultimo schiavo ¶ d'Appio tiranno, e suo
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e suo ministro primo; ¶ d'Appio, d'ogni virtù
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ministro primo; ¶ d'Appio, d'ogni virtù mortal nemico
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ogni virtù mortal nemico; ¶ d'Appio oppressor, duro, feroce
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Or, che più dico? ¶ d'Icilio il braccio, il
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ingiurie, e orribili dispregi ¶ d'autorità legittima sovrana, ¶ son
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merta. ¶ Schiava non può d'Icilio esser la sposa
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credea già in sommo ¶ d'ogni letizia, ecco, travolto
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travolto in fondo ¶ son d'ogni doglia. Assai nimici
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leggi. Or venga ¶ Virginia d'Appio al tribunal; con
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Ognora di Virginio figlia, ¶ d'Icilio sposa, e quel
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il cor daratti ¶ prove d'amor, se d'uopo
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prove d'amor, se d'uopo fia, ben altre
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Ch'egli è, dicevi, ¶ d'Appio tiranno il rio
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rio ministro. ¶ Icilio ¶ Schiavo ¶ d'ogni sua voglia egli
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Appio, è gran tempo, ¶ d'iniquo amore arde per
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Or di sedurre, or d'ingannar più volte ¶ l
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ti sarò tolta ¶ pria d'esser tua: deh! almeno
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1783
tutta; il mio, ¶ quel d'ogni prode, verserassi tutto
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Numitoria ¶ Appio t'avanza ¶ d'arte pur troppo. ¶ Icilio
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Appio ¶ Appio, che fai? D'amor tu insano?... All
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ICILIO, POPOLO, littori ¶ Marco ¶ D'Appio all'eccelso tribunale
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noma: ¶ in mia magion, d'una mia schiava è
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sottratta, e a prezzo d'or venduta ¶ a Numitoria
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1783
che nudrilla in vece ¶ d'altra, onde orbata era
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t'udimmo ¶ meno altero d'alquanto. A tutti noto
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Io qui credea ¶ giudicar d'una schiava oggi, e
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schiava oggi, e non d'altro; ¶ ma, ben mi
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1783
giudicar m'è forza ¶ d'un temerario pria. ¶ Icilio
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un temerario pria. ¶ Icilio ¶ D'una donzella ¶ mia sposa
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1783
me trucidar lasciate. Arde d'infame ¶ amor quest'Appio
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1783
grida, ¶ a giustizia ottener d'uopo non fanno, ¶ come
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e il proverò. — Costui ¶ d'ogni tumulto, d'ogni
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Costui ¶ d'ogni tumulto, d'ogni rissa il capo
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1783
Il duro, ¶ il peggior d'ogni morte orribil giogo
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voi da voi; che d'uom vi lascia ¶ il
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veggio. ¶ Sangue v'è d'uopo ad eccitarvi? Io
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temere impara: ¶ e se d'amor prova ti debbo
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da Romana qual sei, d'Icilio sposa. ¶ Numitoria ¶ Oh
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venduto cliente asìl sarebbe ¶ d'onesta vergin mai? Legge
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plebe temesse, arbitro fora ¶ d'essa giammai? Temporeggiar nel
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il suo timido amor: d'Icilio a danno ¶ torneran
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Icilio a danno ¶ torneran d'arme sue; di sua
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suol che or premi, ¶ d'iniquitade era stamane il
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Un Marco parla, ¶ e d'Appio asconde la libidin
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fin si arrese, e d'aspettarti ei disse. — ¶ Or
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Roma, ¶ terror finora, oggi d'Italia scherno. ¶ Virginio ¶ Vero
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che di dolor, lagrime d'ira... ¶ Ma, e che
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prove, e dagli artigli ¶ d'Appio sottrar spero la
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ai cittadini ignudo ¶ pien d'onorate cicatrici il petto
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il sangue ¶ di più d'un cittadino. O muoion
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1783
purtroppo la onorata fronte, ¶ d'allori un dì, carca
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or di doglie, e d'atri ¶ pensier funesti: or
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1783
ne vietano. Fra noi ¶ d'amor paterno e coniugal
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1783
mai tardo ¶ ad obbedir d'Appio i comandi fora
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1783
Assai ¶ cangia l'affar d'aspetto, al venir suo
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perder tua figlia vuoi? — D'Icilio certa ¶ è la
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or come ¶ temere omai d'altro oppressor può Roma
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Appio ¶ Hai fermo dunque ¶ d'unirti pure co' ribelli
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ribelli? ¶ Virginio ¶ Ho fermo ¶ d'aver mia figlia, o
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stimo ¶ se non maggior, d'ogni Romano: e in
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piede appena, ¶ ch'io d'innalzarti a militar comando
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a me il darebbe ¶ d'Appio il favore? Or
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1783
anche in campo è d'ogni onore il seme
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pria, ¶ darsi or ponno, d'aver più d'un
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ponno, d'aver più d'un Romano ¶ trafitto a
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1783
io padre, ¶ io cittadin: d'ogni altro male io
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1783
hai sete; ¶ la vuoi d'Icilio sposa, e involger
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tua la figlia, ¶ se d'Icilio non è: d
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1783
d'Icilio non è: d'Icilio sposa, ¶ far io
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pianto della plebe. — Or d'uopo ¶ m'è sedurle
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1783
Marco. Ove tu cessi ¶ d'esser d'Icilio sposa
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tu cessi ¶ d'esser d'Icilio sposa, io la
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1783
ti abborro, l'amo. — ¶ D'amor che parli? A
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dattorno schiera, ¶ benché minor, d'altro coraggio,... forse. ¶ Virginio
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Romano, cittadin, libero; pari ¶ d'ogni roman; minor, sol
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rinserra, ¶ che il giurar d'Appio. Ahi scellerato! Io
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1783
ed oro; ¶ tutte armi d'Appio; sconosciute al prode
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mostra ¶ l'aver tentato d'ingannarti: ei fida ¶ nella
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spero. ¶ Appio ¶ Vedi tu d'Appio i Numi? ecco
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cerchio. Il so che d'armi, ¶ mezzo tra aperte
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sei dunque?».... Orribilmente ¶ tutti d'ira avvampar, fremendo, i
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quant'altri han core ¶ d'avventarsegli. — Allor gridan da
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sì prode! ¶ Numitoria ¶ Ma d'altrui non vale ¶ brando
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ben io mi attento ¶ d'imprender ciò. — Ma, i
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nel popolar tumulto. — ¶ Dover d'inganno trar misero padre
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se v'ha: spogliati ¶ d'aver, d'onor, di
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ha: spogliati ¶ d'aver, d'onor, di libertà, di
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1783
di figli, ¶ di spose, d'armi, e d'intelletto
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spose, d'armi, e d'intelletto, torvi ¶ possa il
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una volta. — Ultimo pegno ¶ d'amor ricevi — libertade, e
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il popolo in atto d'assalire i littori e
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littori e i satelliti d'Appio. ¶ Appio ¶ TempoAppio ed
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1783
gran tumulto, e strepito d'armi.