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Giovan Battista Marino, La strage degli innocenti, 1632

concordanze di «d»

nautoretestoannoconcordanza
1
1632
Libro I – Sospetto d’Erode ¶ ARGOMENTO ¶ L’iniquo
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1632
raduna. ¶ Musa non più d’amor, cantiam lo sdegno
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1632
Ibero onore, ¶ germoglio altier d’imperadori e regi, ¶ chi
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1632
specchio e valore, ¶ che d’invitta virtù ti glori
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1632
rime ordito ¶ questo picciol d’onor serto fiorito. ¶ Né
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1632
chiaro fonte ¶ in cui d’acqua vital vena si
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1632
e re di pianto, ¶ d’inestinguibil foco ha trono
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1632
corona in testa; ¶ fan d’ogni intorno al suo
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1632
schiuma, ¶ e de’ membri d’acciaio entro le fiamme
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1632
nato, un pargoletto. ¶ Vede d’Atlante i ghiacci adamantini
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1632
rivi di nettare e d’argento, ¶ e verdeggiar di
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1632
manna il vento, ¶ fiorir d’Engaddo a mezzo verno
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1632
scoppiar quanti ¶ v’ha d’illecito amor nefandi amanti
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1632
freme fra sé; ma d’altra parte ¶ stassi intra
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1632
del gran parto futuro ¶ d’ogni vil macchia inviolato
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1632
quell’oscuro regno ¶ è d’interna mestizia espresso avviso
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1632
ohimè» dicea «qual veggio ¶ d’insoliti portenti alto concorso
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1632
sempre in queste ¶ confinarmi d’orror case dolenti, ¶ abitator
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orror case dolenti, ¶ abitator d’ombre infelici e meste
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1632
I’ nol soffersi, e d’Aquilon le cime ¶ salsi
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1632
le cime ¶ salsi, ove d’angel mai volo non
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1632
antichi alberghi miei spopolar d’alme? ¶ che ’n sé
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1632
mal presente? ¶ Tempo è d’opporsi al fatto, e
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1632
lui di Stige e d’Acheronte ¶ rotàr le serpi
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1632
disser «preste, eccoci pronte ¶ d’ogni tua voglia esecutrici
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1632
industria o senno, ¶ virtù d’erbe e di pietre
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1632
io mi confidi, ¶ uopo d’una però mi sia
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1632
fere, ¶ e sen gìa d’or in or battendo
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1632
bosco ¶ c’ha sol d’infauste piante ombre nocenti
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1632
sparse le tempie altrui d’acque letali, ¶ i tranquilli
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1632
buon David reggea ¶ ligio d’Augusto Erode, uom già
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1632
non legittimo re ma d’idumea ¶ stirpe, e del
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1632
dal ceppo antico, ¶ quasi d’arido stel frutto insperato
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1632
ferro in man, già d’occultar s’ingegna ¶ ne
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1632
di battaglia. ¶ Ciò che d’aver veduto gli rimembra
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1632
la memoria intaglia. ¶ Pien d’affanno e d’angoscia
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1632
Pien d’affanno e d’angoscia a vòto sfida
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1632
se largamente pascolo accresce ¶ d’esca a la fiamma
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1632
arder di sdegno. ¶ Tarlo d’ingiuria impaziente il rode
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1632
prende. ¶ Aveano al carro d’or ch’il dì
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1632
piante ¶ tutto di drappi d’or rigido splende; ¶ di
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1632
modi ¶ del falso Atemion d’Arbella invitto ¶ rintuzzar l
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1632
me vivo ancor fia d’acclamare ardito? ¶ et io
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1632
minaccie di morte, accenti d’armi, ¶ trombe guerriere onde
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1632
o qual se carche d’odorate prede ¶ ronzando in
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1632
di latte e vena d’oro: ¶ «Troppo (diss’egli
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1632
per spavento altrui più d’una legge ¶ con asprezza
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1632
ch’al mio re d’opra sì brutta ¶ l
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1632
e per vano timor d’un rischio incerto ¶ procacciar
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1632
un mal ch’apportator d’affanni estremi ¶ sarà forse
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1632
io credo, il tentator d’Averno, ¶ con così fatta
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1632
ma spiritale e santo ¶ d’amor, di grazia e
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1632
più di tigre e d’orso ¶ volger lo sguardo
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1632
Barucco era un baron, d’astio e di sdegno
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1632
forte; ¶ precipitoso e fervido d’ingegno, ¶ vago di strage
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1632
ma ’l negro pel d’intempestivo argento ¶ seminato gli
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1632
picciola stilla ¶ anzi che d’acque il legno empia
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1632
di regno trattasi e d’onore ¶ ragionevol partito è
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1632
anzi, di giusto e d’incorrotto, avrai ¶ loda immortal
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1632
segni e memorandi ¶ più d’un aviso n’ebbe
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1632
n’ebbe e più d’un messo, ¶ questo mi
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1632
frondi e fiori ¶ e d’inutili germi ignuda e
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1632
lusingato ¶ da dolce suon d’adulatrice laude. ¶ Sorge, e
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1632
di morte e gelosia d’impero. ¶ Che non fa
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1632
notte empia sorgea ¶ gravida d’armi e di mortali
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1632
nebbia. ¶ Intanto il re d’indugio impaziente ¶ da l
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1632
scampo, onde non pèra ¶ d’Israelle il buon seme
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1632
benigna udio, ¶ e vaga d’impedir l’opra crudele
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1632
angue, ¶ nata di fame d’or, sete di sangue
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1632
già più non sei d’ira e vendetta ¶ qual
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1632
tua spesso degnasti. ¶ Esser d’ogni sua porta e
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1632
ogni sua porta e d’ogni tetto ¶ custode eterno
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1632
e difensor giurasti: ¶ giuramenti d’amor, patti di zelo
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1632
il nuoto; ¶ di fior d’erbe e di piante
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1632
egli versando, ¶ schiera ancor d’innocenti il sangue versi
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1632
l brando, ¶ meco mai d’alcun torto abbia a
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1632
in breve spazio ammassa ¶ d’aure leggiere e di
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1632
sotto il sinistro fianco, ¶ d’un velo sottilissimo contesta
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1632
un velo sottilissimo contesta ¶ d’azzurro e d’oro
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1632
contesta ¶ d’azzurro e d’oro e fra purpureo
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1632
dilata ¶ morde con dente d’or fibbia gemmata. ¶ Spunta
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1632
colorata e grande. ¶ Sazio d’amomo il crespo oro
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1632
su gli usci, un d’avorio et un di
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1632
antro ombroso, ¶ romito abitator d’ombre secrete, ¶ steso in
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1632
steso in un letto d’ebeno frondoso ¶ prende il
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1632
eletti e rari ¶ nube d’odori a lusingar le
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1632
occhio celeste inganni ¶ illusion d’imagini non vere, ¶ anzi
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1632
meraviglia bella. ¶ Ali ha d’argento, e qual pavon
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1632
e qual pavon fregiate ¶ d’occhi diversi, e Vision
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1632
e la scrittura ¶ è d’inchiostro di luce a
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1632
le genti al ciel d’amore ¶ vide, a i
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1632
traslucida faccia e cristallina, ¶ d’ogni specie segnato il
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1632
il gran cugino ¶ nato d’Elisabetta anco in secura
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1632
deserto. ¶ Va pur, né d’aversari empi e felloni
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1632
Deh, perdona» dicea «se d’ostro o d’oro
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1632
se d’ostro o d’oro ¶ non t’accoglie
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1632
grado assai ¶ l’amor d’un core e l
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1632
core e l’umiltà d’un petto». ¶ Così ragiona
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1632
io non dirò, mostro d’Averno, ¶ pasci pur la
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1632
che ’n mar ruini ¶ d’orgoglio e di furor
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1632
piene, ¶ ch’a parir d’Asia e d’Africa
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1632
parir d’Asia e d’Africa i confini ¶ da
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1632
e di bitume ¶ e d’umani cadaveri caverne, ¶ preziose
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1632
in lui la cortesia d’aprile ¶ tutte versò con
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1632
mano amica, ¶ et arricchì d’un abito gentile ¶ la
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1632
mendica, ¶ le spine ornò d’intempestivi onori, ¶ e maritò
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1632
felici. ¶ Con molli seggi d’odorate erbette ¶ lusingaro il
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cura ha dal Ciel d’assicurar la strada, ¶ e
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et armato la man d’ardente spada, ¶ quasi forier
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1632
il ciglio, ¶ con ali d’ostro e di zaffiro
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1632
canora laude ¶ al miracol d’Arabia intorno applaude. ¶ Cotal
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1632
tu per rigide vie d’aspre montagne ¶ ne guida
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altari, ¶ di Faria e d’Asna e quei del
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1632
le fiede, ¶ o qual d’augei notturni infame schiera
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1632
cede al giorno, ¶ tal d’ogni nume perfido e
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1632
di cento porte e d’alte mura, ¶ non Ermopoli
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1632
lassa, ¶ e nel centro d’Egitto a Menfi passa
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1632
industre ¶ detto scultor più d’un intaglio illustre. ¶ Fabro
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1632
l’industria è figlia. ¶ D’ebeno e cedro e
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1632
ebeno e cedro e d’altri legni egregi ¶ ampie
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1632
gli onor v’effigiò d’Egitto. ¶ Da quest’opre
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1632
talor famose e conte ¶ d’una in altra città
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1632
la sua fronte ¶ solea d’oro ritirar non poca
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1632
gentile ¶ mille piaghe stampar d’alta pietade? ¶ o perché
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1632
Sorse l’aurora e d’Israelle i figli ¶ volse
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1632
empia festa. ¶ Quivi su d’un balcon sublime et
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1632
s’offerse ¶ strano apparecchio d’armi e di persone
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1632
sangue il crudele aver d’intorno ¶ che di porpora
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1632
che di porpora e d’or vestirsi adorno. ¶ Come
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Come predace augel che d’alto mira ¶ stuol d
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1632
d’alto mira ¶ stuol d’incaute colombe, i foschi
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1632
si fende. ¶ Là tinti d’ira e qui di
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1632
e di vita e d’alma privi, ¶ dal ferro
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di ninfe e melodia d’augelli. ¶ Giovinetta gentil, prodigo
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spoppato a lei davante ¶ d’angosciosi muggiti empie la
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1632
così la punse ¶ punta d’acuto duolo, e venne
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ferve quella e questi d’ira, ¶ quei rugge e
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ha forma umana, alma d’arpia, ¶ né sente altro
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e sbigottite stanno; ¶ già d’or in or del
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l’affanno acerbo ¶ pose d’ira e d’ardir
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pose d’ira e d’ardir che tra’ crudeli
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svena, e fa che d’ogni vena ¶ non ancor
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tanta fierezza, ¶ né men d’ingiurie tante e tanti
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non ben anco ¶ sazio d’una sol morte, allora
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qui due, l’una d’un parto solo, ¶ l
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1632
se non ch’ella d’un velo i suoi
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1632
fatto quasi pietoso angue d’Egitto, ¶ si dolse, e
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condanna. ¶ Ecco quel cor d’adamantino smalto ¶ pria con
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quale io piango, ¶ perché d’atro pallor siete sì
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voci di dolor, strepiti d’ira. ¶ Tutt’orror, tutt
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sembianti ¶ effiggiati di pietà, d’amore, ¶ atteggiati di pianto
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1632
toglie ¶ a vie più d’un bambin l’alma
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1632
duo rigato a caso ¶ d’un gran fregio a
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1632
e teco mena ¶ squadron d’armati, e se nascosto
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1632
ben dispetto a pena ¶ d’esser steril di figli
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1632
ferita e non saldata ¶ d’un circonciso suo ristagna
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1632
destra ¶ l’arrandella colà d’onde a la sala
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1632
e la scala è d’una selce alpestra, ¶ sì
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1632
di duo ventri e d’un sol padre, ¶ onde
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1632
scorge ¶ l’assalitor che d’improviso arriva, ¶ lascia il
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crudeltate, ¶ né lasciava però d’esser crudele ¶ ma ’l
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gran palagio ode repente ¶ d’alti strepiti e fiocchi
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1632
pallido in vista e d’atro sangue brutto, ¶ ch
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1632
le porte, ¶ chiusi fur d’ogni interno e circondati
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1632
quale ¶ colpa aver può d’involuntario male? ¶ Troppo la
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sangue i cori, e d’ira e d’onta
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e d’ira e d’onta ¶ ciechi eran gli
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furto ascoso, ¶ per riportar d’ogni fierezza il vanto
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Udito avrai del tauro d’Agrigento, ¶ quando del rame
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tolt’abbia ¶ il cacciator d’Armenia i parti in
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1632
da crudel pietate ¶ tutto d’urli sonar l’alto
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1632
incendio di pietate e d’ira, ¶ tra sdegnosa e
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1632
Prendetel dunque, ond’io d’entrambo priva ¶ resti, e
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1632
avete ¶ figlio m’era d’amor, non di natura
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così così ti dà d’oro e d’elettro
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dà d’oro e d’elettro ¶ il tuo buon
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spirto di serpe, anima d’orso, ¶ dimmi cor di
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te non già, né d’uman seme nato ¶ creder
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mia, languida e priva ¶ d’ornamento e splendor, rimanga
180
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miei conforti ¶ autor ha d’una strage e di
181
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figlio infelice, ¶ figlio infelice d’infelice madre, ¶ che basti
182
1632
industri ¶ per l’odorate d’Ibla aure novelle, ¶ nel
183
1632
quando per l’aria d’ogni lume priva ¶ gli
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1632
e di gloria e d’onor securi pegni, ¶ e
185
1632
e di grazia e d’amor lingue loquaci, ¶ or
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1632
cui di pregio e d’onor cede la vita
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1632
lattea via lattanti germi, ¶ d’orme sanguigne il bel