Luigi Pirandello, Pasqua di Gea, 1891

fronte lieta; ¶ e tutte, d'ora in ora, ¶ co

né passa un'ape d'oro, ¶ che a sugger

Odi tu, gramo Figlio ¶ d'un'opprimente Sorte, ¶ per

piú copia il piano ¶ d'ogni color produce ¶ fiori

vespri a l'albe d'oro ¶ la luminosa, ardente

un trillo alto, vivace ¶ d'augel che s'allontana

la sua ridente gloria ¶ d'amore pianterà; ¶ vorrei tornasse

vennero innanzi sera ¶ coppie d'amanti? al rezzo ¶ molle

allora ¶ le parve e d'amor vuoto ¶ de l

ai godimenti. ¶ Qui molti d'amor segni ¶ e nomi

sí! ¶ - Ricordi quelle sere ¶ d'aprile, e i dolci

e non si sa d'onde, ¶ passa qua giú

la tremula Vecchiezza. ¶ "Piglia d'ogni or fugace ¶ quanto

stessa doglia ¶ rido, e d'ogni altro amante: ¶ oh

Mamma, s'è innamorato ¶ d'una ragazza onesta, ¶ ma

or levargli a pena, ¶ d'ansia e d'amor

pena, ¶ d'ansia e d'amor vermiglia: ¶ egli la

e l'ardor trabocca: ¶ d'un tratto, ei tra

lor vita è corta ¶ d'un solo e breve

è sempre ai danni ¶ d'una maligna sorte. ¶ O

parmi, ¶ guardando gli astri d'oro, ¶ via pei silenzïosi

cori ¶ festevoli - mi pare ¶ d'udir di Lei sonori

verde; ¶ una lucente lama ¶ d'acqua lo fende, ed

Psiche, "Rivista quindicinale illustrata d'arte e letteratura", anno

da un rompere improvviso ¶ d'affetti novi, pieno ¶ d

d'affetti novi, pieno ¶ d'accese idee la mente