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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Tassoni, L'Oceano, 1622

concordanze di «d»

nautoretestoannoconcordanza
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uno contiene la descrizione d’una battaglia e l
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tempo antico i savi d’Egitto, veggendo una scarpa
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in India altra gente d’Europa diversa da quella
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azione eroica, che fu d’essere stato il primo
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egli cantò gli errori d’Ulisse, a fortune di
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nelle storie si legge d’Anacaona. E quanto all
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alcuni di trasportare donne d’Europa in quelle parti
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all’infretta un poco d’abbozzamento del primo canto
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a cui le porte ¶ d’Italia, il re del
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sia impresso. ¶ Dai termini d’Alcide avea già sciolte
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rose il cielo e d’amaranti, ¶ e, affacciata al
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voi con maggior cura ¶ d’oro e di gemme
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desia, per cangiar sorte, ¶ d’espor se stesso a
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commessa ¶ l’aria avea d’Occidente e ʼl mar
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del nostro mondo? ¶ Dunque d’un uomo vil l
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forma e la sembianza d’onde. ¶ Le navi ora
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fermossi immoto e pien d’ardente zelo ¶ rivolse gli
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tartarea corte, ¶ tu che d’Egitto a l’empio
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tua destra forte ¶ e d’Israel il popolo salvasti
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Qual digiuno falcon, che d’alto vede ¶ di stormi
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vede ¶ di stormi o d’altri augei schiera che
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allegra e si riveste ¶ d’azzurro, e ʼl mar
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è di foce e d’alti scogli è cinto
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soavi, ¶ fonti, rivi e d’amor la terra piena
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arco aventò due strali d’oro. ¶ Parve Clizia costei
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sparse ¶ e la faretra d’oro ond’era armata
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l vago piè calzata ¶ d’aurei coturni, e ne
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e ridente, ¶ e sembianze d’amor fea di lontano
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fea di lontano, ¶ fingendo d’aspettar; ma poi d
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d’aspettar; ma poi d’appresso ¶ scoccava l’arco
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stesso. ¶ Gli strali erano d’oro e piaga mai
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pareano al sembiante arder d’amore; ¶ e quando s
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e quando s’accorgean d’esser mirate, ¶ or s
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un verde alloro ¶ chiusa d’un fresco rio d
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d’un fresco rio d’onde correnti ¶ temprava al
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correnti ¶ temprava al suon d’una grand’arpa d
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d’una grand’arpa d’oro ¶ che fra le
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loro e trovar arte ¶ d’usurparsi e goder de
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in terra: ¶ le dolcezze d’amor l’una restrinse
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altrui fatiche, ¶ così frutti d’amor verran fra poco
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il vostro foco. ¶ Primavera d’amore, aura gentile ¶ par
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aprile ¶ e s’infiamma d’arsura estiva i petti
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parte il Paradiso. ¶ Blasco d’Arranda, uom già d
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d’Arranda, uom già d’età matura ¶ ma saettato
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ma saettato di saetta d’oro, ¶ fisso di rimaner
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e noi vogliam cercar d’un altro mondo? ¶ Torni
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Pinzon, gonfio di vento; ¶ d’Aragon cento ne traea
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ardimento, ¶ e cento già d’Italia, i più fidati
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sua speme, ancor fanciul d’età crescente ¶ che già
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cari servi tuoi tratto d’errore». ¶ Su l’ali
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lor chi per desio d’uscire ¶ fuor di quel
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e n’era aviso ¶ d’esser trasumanati in paradiso
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l’agitat’Oreste e d’orror cinta, ¶ che s
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oppressi e conturbati; ¶ ma d’urti fieri e di
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e le lontane ¶ muggiar d’urli feroci e di
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isola restar vedemmo piena ¶ d’orridi sassi e d
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d’orridi sassi e d’infeconda rena. ¶ Tre giorni
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alberghi e abitatori ¶ e d’acqua chiede; e, meraviglia
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non produce umori, ¶ ma d’un grand’arbore in
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del luogo e, fuor d’ogni credenza umana, ¶ la
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a nuove genti, ¶ tu d’intelletto fior dammi e
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torse. ¶ Splendeva il ciel d’un bel sereno e