parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Crisostomo Trombelli, Fedro tradotto da Gio: Grisostomo Trobelli, 1797

concordanze di «d»

nautoretestoannoconcordanza
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ch’ei fu Liberto d’Augusto, e nativo di
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tersa latinità del secol d’Augusto. ¶ DELLE FAVOLE DI
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FAVOLE DI FEDRO LIBERTO D’AUGUSTO ¶ LIBRO PRIMO. ¶ PROLOGO
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eran le Rane; ¶ Quando d’aver un re vogliose
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gara, e dopo averlo ¶ D’ogni feccia imbrattato, ambasciatori
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Una Cornacchia follemente altera, ¶ D’alcune piume ad un
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Ne’ boschi a caccia d’un Leon compagne, ¶ Fero
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un Leon compagne, ¶ Fero d’un Cervo d’ampia
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Fero d’un Cervo d’ampia mole preda. ¶ Ne
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Rane contro al Sole. ¶ D’un vicin ladro le
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tesse ai buoni inganno. ¶ * D’aver dato in prestanza
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e a morte adduce. ¶ * D’un fiume in fondo
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Leon di forze, e d’anni carco, ¶ Su l
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fiume, e non temer d’inganno. ¶ L’altro dice
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avido aspira. ¶ * L’ossa d’un uom dissotterrando un
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un tesor. Gli Dei d’Averno in pena ¶ Del
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il saluto ¶ Rigetta, e d’onde e’ fia fratel
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e la Giovane, amanti d’un Uomo di mezza
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L’Aquila in cima d’una quercia annosa ¶ Fatto
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atrio, ¶ Un, cui fascia d’Egitto, da le spalle
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sien le falde sciolte: ¶ D’acqua ripien preso un
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l’un; sacchi pien d’orzo l’altro. ¶ Superbo
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O. ¶ A L’ingegno d’Esopo eresse Atene, ¶ Un
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trassi; ¶ Io cui brama d’aver unqua non prese
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spirti; ebbero un Lin d’Apollo, ¶ Ed Orfeo de
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cui v’eran rimasi ¶ D’un ottimo Falerno vecchi
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avanzi. ¶ La cui fragranza d’ogni intorno sparsa, ¶ Con
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il Villano. ¶ CHe più d’un indovin l’intenda
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dica ¶ Lo insegnerà pria d’altri il mio racconto
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di quei, che privi ¶ D’ugual valor, spargon minacce
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il ventre. ¶ Ma se d’altrove andar mi vien
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racconto insegna. ¶ * Un padre d’un bellissimo fanciullo, ¶ Una
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è la fè, comun d’amico è il nome
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La notte a casa d’improvviso riede, ¶ E va
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tu, stolto, il danno ¶ D’avversa sorte accusi. È
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ben sa l’indol d’entrambi; ¶ Onde essa legge
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servo avea il padron d’Esopo, ¶ Cui s’impone
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baje ¶ Penetra: oh quanto d’util v’è racchiuso
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le cose, ¶ E più d’uno deluse il primo
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Uva. ¶ Da fame spinta d’alta vite a l
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vien lite: il Destrier d'ira acceso, ¶ A l
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però, che di quel d’onde fien ricche, ¶ Nulla
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e vesti, e lavatojo ¶ D’argento, Eunuchi, e giovanetti
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ch’ottenne ¶ La bevitrice, d’onde vin provveda; ¶ Per
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molti ascoso, ¶ Per accortezza d’un sol uom, palese
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scritti censuri, ¶ Nè lor d’un guardo (è tal
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ravvisi. ¶ * Ne la bottega d’un ferrajo giunse ¶ Una
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lui si alluma. ¶ * Quanto d’util racchiuda la novella
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Il Leone regnante. ¶ QUanto d’util comprende un retto
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io li reputo avanzi d’una Favola connessa con
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che il loro impastò, d’onde l’uom costa
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ed infelice avaro? ¶ Gaudio d’erede, a cui il
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di cibo, i Dei d’incenso, ¶ Cui de’viveri
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fama è degno, ¶ È d’Esopo. Se cosa egli
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dovizie il Dotto. ¶ * Simonide d’illustri carmi autore, ¶ Per
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sollecita raccolgo, ¶ Veduta averti d’ogni vil sozzura ¶ Pascerti
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repente due, più che d’umano ¶ Sembiante, di sudor
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po’ dunque mi riman d’etade ¶ Or or mancante
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tue parti; pria fur d’altri, ¶ E passeran con
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ch’Esopèe, ¶ Non più d’Esopo appello; ei fu
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POETA. ¶ SE in avvenir d’Esopo il nome incontri
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Demetrio, e Menandro. ¶ USurpato d’Atene avea lo scettro
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ondeggia il passo; ¶ Molle d’unguenti è il crine
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punse ¶ Una Mosca, sperando d’ischiacciarla, ¶ Si diè grave
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dite, chi a quel d’altri agogna. ¶ A color
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il fallo scopra. ¶ * Cura d’illustri giuochi un ricco
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nulla ¶ Vi si scopre: d’applausi il ciel rimbomba
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mentre a lui giocan d’intorno ¶ I villerecci sorci
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I villerecci sorci, un d’essi a caso ¶ Sopra
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Leone lo arresta: ei d’imprudenza ¶ Reo si confessa