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il corpus scripta


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invenzioni verbali


Ortensio Lando, Novelle, 1552

concordanze di «d»

nautoretestoannoconcordanza
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questa novella si tratta d’un sottile avedimento d
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d’un sottile avedimento d’una bella donna per
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e mostrasi l’origine d’uno antico proverbio. ¶ Madonna
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che da ogni parte d’Europa venivano a squadre
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quasi per tutta Toscana d’altro, et in segreto
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ragionava. Or, pensandosi Agnolo d’avere convenevolmente adescato il
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di attendere la venuta d’un suo zio carnale
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carnale che s’aspettava d’Inghilterra. ¶ Non stette molto
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cognata Tebaldina, amica molto d’Agnolo: con costei tanto
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femina, savia molto, amica d’onore e di virtù
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tu vedi, il mese d’aprile, che incomincia a
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riconosciutolo, mostrò in uso d’essere la più contenta
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più caro mi è d’avere ora l’uovo
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per mostrarsi ben vaga d’entrar nel letto, et
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dibatte e piange, conoscendo d’aver perduto l’amore
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questa novella si tratta d’una leggiadra vendetta fatta
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de’ Bardi fiorentino, giovane d’alto cuore et avveduto
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toglier la vostra moglie d’impaccio e me da
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vostra fossi per amore d’Iddio cresciuto». Il padre
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logorando. Era nella casa d’Andrea una fante da
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La fante, per amor d’Andrea, odiava la madonna
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e riempì l’una d’acqua stillata di scorze
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spento, l’altra riempì d’acqua di salmitro, di
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il gran Satanasso tinto d’infernal caligine. La mattina
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et attonita rimasta, incominciò d’ogni intorno a risguardare
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battuta, né più ardiva d’avvicinarsi per ispecchiarsi, perciò
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non si credeva però d’esser tanto brutta che
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piena di sdegno e d’ira, sempre da capo
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vecchia. La fante amica d’Andrea cotal rumore udendo
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la madonna avesse bisogno d’alcun servigio, posesi con
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se non cadeva sopra d’un monte di letame
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acqua di limoncelli e d’agresto con somma diligenza
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perciò che, per mezzo d’una orazione fatta alla
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supplicai devotamente la madre d’Iddio che per me
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diletto la moglie più d’una fiata la settimana
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il medico s’invaghì d’una leggiadra giovane, figliuola
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una leggiadra giovane, figliuola d’una tessaia, e tanto
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grata presenza, ricco e d’amabili costumi ornato, dal
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possibil fosse, facessi opra d’avere i panni suoi
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parere, che pertinacemente afferma d’essere il mio padrone
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fante: «Come dice egli d’essere il tuo padrone
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isviato truffatore, alla croce d’Iddio, che se non
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di Navarra, indegno veramente d’esser detto re per
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de’ buon cristiani e d’Iddio timorosi), passò della
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ogni sussidio e voto d’ogni conforto?». I nobili
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e così fece pensiero d’entrar per la spinosa
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sodisfatto, tornossi alla marina; d’indi trapassò in Cipri
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letto giacque per ispazio d’un anno. Risanato ch
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di Vitrio e più d’una fiata gli fece
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fosse, ricusò al tutto d’andarvi, anzi come cosa
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pochi giorni rimasta erede d’un grosso patrimonio, accesa
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vada in sul capo d’una mercantessa, quantunque d
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d’una mercantessa, quantunque d’alto cuore ella si
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a perpetua prigione condannò. D’indi a pochi giorni
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grande per ogni parte d’Europa la costui fama
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il quale per essere d’una delle gambe storpiato
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alzato il viso guatava d’ogni intorno e, diligentemente
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pioggia. Fu cosa piena d’orrore il vedere tanti
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tremò tutta la riviera d’Adige, parve che il
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Carabotto aveva saputo più d’astrologia che messer Ugo
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da Savignano goloso più d’uno birro, il quale
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la scimia, un barile d’albana et un grasso
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queste scimie hanno fior d’intelletto». ¶ Ritornato a casa
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non lo riputerai degno d’esser rifiutato. Se la
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molto lussurioso, s’innammorò d’una giovinetta chiamata Fulvia
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La giovane si vergognava d’esser sì focosamente da
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Così, venuta l’ora d’andar per lo pane
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La Pomarina, mostrandosi piena d’ammirazione, disse: «Buono, per
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modo la potesse rivedere. ¶ D’indi a molti giorni
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sbandito non aveva ardire d’andarvi. Advenne pure un
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in mano un fiorin d’oro; e la Pomarina
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la ridusse nelle case d’una sua vicina et
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claustro, tutte vi saran d’attorno e la Fulvia
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avesse lasciato per testamento d’esser sepolto nel monistero
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cataletto di fiori e d’odorifere erbette, perché si
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ch’egli fusse morto d’apostema e perciò fieramente
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avesse il sire finto d’esser morto per veder
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era cavaliere a spron d’oro, gli si fece
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s’innamorò della moglie d’un calzolaio suo vicino
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quanto ella fusse piena d’ogni rispetto, uscì di
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volta parve bella più d’ogni altra donna, parvero
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impara quanto sia pien d’affanni l’amore, specialmente
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Erano ancora amendue quasi d’una medesima età. ¶ Ora
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fanciulla fosse, era però d’amor trafitta e stimolata
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capo a piedi, privo d’argomento e di consiglio
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doglia sentiva nel core d’aver lasciata Lippa sola
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pane per l’amor d’Iddio, mangiato che ebbe
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e prese gran moltitudine d’uomini e di donne
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oggi adoperato». ¶ Marco, desideroso d’aver seco uomini valenti
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Fighino, il quale, essendo d’anni omai grave, tolse
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forse con l’aiuto d’altrui, n’ebbe un
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più ardito, gittolla sopra d’una panca e di
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Fu finalmente per opra d’un santo Calogero fatta
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rimase fra loro più d’odio che d’amore
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più d’odio che d’amore. ¶ Eranvi fra gli
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territorio di Cipri, figliuola d’uno de’ nostri maggiori
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fu stato per ispazio d’un’ora, venne a
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andarono con ferma credenza d’essere stati la notte
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che non s’accorgesse d’esser giaciuto con la
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Non indugiò il mugnaio d’andarsene a casa e
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Corsini, essendosi ferventemente innamorato d’una nobile fanciulla della
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altri ne dai»; e d’una parola in altra
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disse quasi che piena d’invidia: «O beata colei
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colei che ha meritato d’essere amata da così
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che l’era venuto d’abbracciarlo. Finito adunque ch
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sentivasi trafiggere il core d’acutissimi dardi e con
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me, né ti pentirai d’avermi fatto cosa grata
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facevano la veglia sopra d’un certo Moisé, il
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aver bisogno di quel d’altrui?». ¶ Assai poté egli
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per tutte le parti d’Italia. ¶ Novella XIV ¶ Nella
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seguente novella si tratta d’una memorabil cortesia, la
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nel reame di Catalogna, d’una gentilissima e bellissima
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per molti rispetti degna d’essere et amata e
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conoscendo, poté facilmente credere d’esser da sì nobile
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lei non amasse né d’altra gli calesse. Come
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prego, se siete cavalier d’onore, come ognuno vi
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più oltre pensò che d’onorarla. Non passarono poi
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le donò quattromila ducati d’oro e sempre, dovunque